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Autore: Elenie87    25/09/2016    13 recensioni
Dopo la morte dei genitori di Kagome, a causa di un incidente, la famiglia NoTaisho accetta di prendersi cura della bambina e crescerla come figlia loro. Per Inuyasha essere il fratello maggiore acquisito di Kagome è motivo di orgoglio: lei è piccola, indifesa e cosa più importante vede in lui tutto il suo mondo. Il loro rapporto è profondo, speciale e sembra indistruttibile. Almeno sino a quando la piccola Kagome non cresce e.... il mondo idilliaco di Inuyasha non viene travolto da qualcosa di completamente inaspettato: l'amore.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, izayoi, Kagome, Miroku | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4 - LA DISTANZA TRA ME E TE
 
 
 
 
Se non cambiasse mai nulla, non ci sarebbero le farfalle.
(Anonimo)
 
 
 
L’agenzia per il collocamento ha una fila d’attesa che non mi sarei mai aspettata.
-Eri, ripetimi che numero abbiamo?- chiedo sconsolata. Lei mi guarda con un altrettanto espressione basita.
-Ottantasei- mormora.
Beh dai. Solo ventisette persone davanti. Potrei farci la muffa seduta su questa sedia.
-Cosa pensi di fare, Kagome? Hai già in mente qualche lavoro?- mi chiede Eri.
Io annuisco.
-Se vi è possibilità vorrei lavorare in qualche farm, così da mettere in pratica ciò che studierò-
Eri storce le labbra in una smorfia.
-Ancora mucche e capre? Oh, per carità. Io mi adatterò anche ad un semplice lavoro di cameriera, ma basta lavori in fattoria- borbotta.
Io sospiro. Ci avevo pensato anche io. Sono nata e vissuta in una fattoria e questa sarebbe stata un’occasione per fare qualcosa di diverso. Ma allo stesso tempo, l’occasione di applicare la pratica alla teoria dei miei studi è pressoché unica.
-Signorine, siete in lista per la scelta dell’impiego?- ci chiede una giovane donna con la targhetta sulla camicia.
Noi annuiamo. Lei ci sorride cordialmente e ci pone un piccolo book.
-Ci scusiamo per l’attesa. Nel frattempo, per agevolare i tempi, vi chiediamo di iniziare a dare un occhio alle posizioni aperte-
-Oh, d’ accordo- mormoro afferrando ciò che mi porge.
-Fa vedere un po’- dice Eri avvicinandosi a me curiosa.
Iniziamo a sfogliare le pagine. Le offerte sono suddivise per tipologia: ristorazione, impiegatizio, finanziario, agricolo…
Agricolo!
-Un secondo, Eri, fammi dare un occhio- dico con il cuore che pompa nel petto.
Ti prego, ti prego Signore, fa che ci sia un’occupazione in questo campo.
Scorro veloce tutti gli annunci agricoli: cercasi contadino, raccoglitore di mele…
Cercasi aiutante: si richiedono competenze in gestione dello spostamento delle mandrie, pulizia delle stalle ecc..
-Porca vacca! Questo è perfetto per me!- esclamo entusiasta.
Eri mi sorride.
-E dov’è questo posto?- chiede, strattonando un poco il book degli annunci.
-Ranch… Usui?- dico alquanto sorpresa. Ma è un cognome giapponese!
-Non ci credo!- esclama Eri. –Questa sì che è una botta di fortuna! E guarda qua… fanno agricoltura biologica!-
Dalla mi bocca esce un piccolo urletto e dalla felicità abbraccio Eri di slancio.
-K-Kagome mi strozzi!- biascica e solo allora mi rendo conto che la sto stringendo con troppa foga attorno al collo.
-Ops, scusa!... Aaaaah, sono così contenta! Credi che mi assumeranno?- chiedo con gli occhi brillanti di gioia.
-Non vedo perché non dovrebbero- dice strizzandomi l’occhio ed io mi appoggio allo schienale con un sospiro di trepidazione.
 
*******
 
Kikyo è sdraiata di fianco a me nel letto, una sua mano mi accarezza distrattamente il petto.
Non fa che stuzzicarmi, cerca di incendiarmi i sensi ma questa notte il suo tocco non ottiene alcun effetto.
-Inuyasha, che cos’hai? E’ un po' di tempo che sei completamente assente- sussurra avvicinandosi languida.
Non faccio che pensarla, ecco cosa c’è. Non riesco a togliermi dalla testa Kagome, il suo odore, il suo sorriso ed il fatto che ora è a migliaia di chilometri di distanza. Cosa starà facendo? Con chi sarà? Mi starà pensando? Avrà già conosciuto qualche dannato australiano?
-Non ho nulla!- sbotto, alzandomi dal letto. Kikyo spalanca la bocca.
-Davvero? A me sembri nervoso- dice, arcuando un sopracciglio.  –Ha forse a che fare con la partenza di tua sorella?- sibila.
Mi irrigidisco seduta stante, le sue parole mi provocano una fitta allo stomaco che non lascia dubbio al fatto che ha colto nel segno.
-Perché dovrebbe? Sta solo vivendo la sua vita come vuole- rispondo con un sorriso ironico.
-Ma non come vorresti tu. La sorellina, o meglio, la sorellina adottiva ha spiccato il volo, e tu ti senti la terra tremare sotto i piedi. Non è, forse, vero?- chiede, alzandosi in piedi. La sua voce non tradisce l’astio.
-Smettila di dire cazzate Kikyo, stai superando il limite- la voce mi esce roca, alterata. Il sangue mi fluisce più veloce nelle vene. Vorrei tirare un pugno al muro per sfogare ciò che sento, questa sensazione maledetta di aver perso qualcosa di importante.
-Oh, no che non la finisco. Ho sempre saputo come sarebbe finita, sin dalla prima volta che quella bambina mi è apparsa davanti, con quegli occhi azzurri impertinenti ed il faccino innocente!-  sbraita afferrandomi, costringendomi a guardarla negli occhi.
-Ma di che cazzo parli?! Sei uscita di testa?- gli urlo in faccia, scostando la sua mano dal mio braccio.
-Dico che tu sei innamorato di lei! Tu l’ami! Ammettilo!-
Il mio cuore fa una capriola nel petto, accompagnato da un tonfo che rimbomba nelle tempie.
-Tu sei pazza- sussurro, la voce che mi esce fioca, priva di convinzione.
Kikyo sorride tristemente.
-Davvero? Ed è perché sono pazza che, ora che lei è in Australia, sei un’ombra? E’ perché sono pazza che tu sorridi solo quando lei è nei dintorni? E’ perché sono pazza che l’hai sempre protetta da tutto e tutti come fosse un tesoro inestimabile, di cui nessuno doveva capirne il valore? Ed è sempre perché sono pazza… che tu ora dirai che ho ragione… e che ti dispiace, vero?- conclude in un singhiozzo.
La osservo completamente basito, inerme. Un po’ perché sta piangendo e non l’ho mai vista versare una lacrima, e un po’ perché sento che ogni sua frase mi ha perforato il cuore, ha penetrato ogni resistenza andando a sbattermi in faccia una realtà che mi… sconvolge. Mi sconvolge perché è veritiera. Quando c’è Kagome io rido, quando non c’è mi sento smarrito, come se mancasse una parte di me fondamentale. Ho sempre temuto che qualcuno si accorgesse di quanto fosse… unica e speciale e me la portasse via, ma ho sempre associato questa paura al senso di protezione che un fratello può avere per una sorella. Ed invece sarebbe… amore?! No! No, cazzo!
Questo non può essere vero. E’ assurdo, fuori da ogni logica, lei…
-E’ mia sorella- mormoro, cercando un qualsiasi appiglio a cui aggrapparmi.
Kikyo si asciuga una lacrima e mi fissa dura negli occhi.
-No, Inuyasha, non lo è- dice.
Sento le gambe cedermi e con un ansito mi siedo sul letto, tenendomi la testa con le mani.
-Che cazzo sta succedendo- bisbiglio. Tutto questo è assurdo, assurdamente assurdo.
Lei si avvicina al letto e si siede affianco a me.
Ho la testa che mi pulsa in un modo che mi uccide e non credo di avere la forza di dire nulla di sensato.
-Avrei voluto essere importante per te- replica. Mi si mette davanti e mi sfiora piano una guancia. Mi sorride dolcemente, mentre una lacrima solitaria le bagna una guancia rosea.
-Mi dispiace- dico con voce roca. Sono sincero, onestamente ho solo una grande confusione nella mente.
-Sapevo sarebbe finita così, prima o poi, anche se ci ho sperato- dice tristemente, facendomi sentire dannatamente in colpa.
Faccio per parlare, ma lei mi precede.
-Ti prego, non dire niente. Permettimi solo di rimanerti accanto sino a quando non… non avrai preso la tua decisione- sussurra, baciandomi poi a fior di labbra. Non mi tiro indietro e la abbraccio, facendole posare la testa sulla mia spalla.
Sento la sua schiena scuotersi per i singhiozzi ed il mio cuore riceve un’altra stilettata. La stringo un poco a me, e rimaniamo così. In silenzio,
 
*******
 
-Signorina, siamo arrivati- dice l’autista dell’autobus, accostando a lato di una lunga strada sterrata.
Il paesaggio australiano è così diverso dal nostro. Di fronte a me si estende una meravigliosa pianura verde, qua e la un albero fornisce ombra e sollievo dal sole.
-La ringrazio- dico rivolta all’uomo, parlando il mio perfetto inglese. –Arrivederci-
L’ autobus riparte sollevando un bel polverone. Tossisco un po’, poi mi volto verso l’ingresso del ranch.
-Wow…- è tutto quello che riesco a dire ammirando la casa che si intravede al di là del cancello.
Tutto qui è così…spazioso, disteso, ed il cielo è di un blu intenso che lascia senza fiato.
Mi domando se la famiglia Usui sia stata informata del mio arrivo.
Trascino la mia valigia sino all’ingresso e mi soffermo quasi timorosa di varcare il confine.
-Nuova vita, Kagome- mi dico. Saranno tre anni intensi e … sì, andrà tutto bene. Stamane ho compilato i moduli di iscrizione all'Università, mi hanno consegnato la lista dei libri, le date dei primi esami…
Sarà un'esperienza unica e indimenticabile, tornerò a casa con un bagaglio di conoscenze e competenze incredibili. I miei genitori saranno fieri di me, ed anche Inu…
-Ehi, tu, Biancaneve. Ti sei persa?-
La voce alle mie spalle mi fa sussultare. Mi volto e vedo un ragazzo avvicinarsi a me.
"Bello come il sole" è tutto quello che mi viene da pensare osservandolo. Grandi occhi verdi, capelli biondissimi dal taglio selvaggio, alto e …
-Caspita, che figo…- sussurro, per poi arrossire come una cretina per il mio stesso pensiero.
-Mi hai sentito?- chiede ancora il giovane, arrivando a pochi passi da me.
Mi riscuoto e scrollo la testa.
-N-no, non mi sono persa. Sono una nuova dipendente della famiglia Usui. Lei la conosce?- chiedo con cortesia.
Il ragazzo dapprima sgrana gli occhi, poi sorride mostrando una fila bianchissima di denti perfetti.
-Dammi del tu, Biancaneve- dice porgendomi la mano.
-B-Biancaneve?- balbetto imbarazzata, afferrandola.
Lui ridacchia, facendomi arrossire.
-Capelli neri, occhi chiari, pelle bianca e guance arrossate. Sembri uscita da un libro di fiabe- commenta, ed io avvampo ancora peggio.
-Comunque mi chiamo Takumi. Usui Takumi- si presenta, ed io sussulto sentendo il suo cognome.
-C-cosa? Ma allora sei…- borbotto senza riuscire a terminare la frase.
-Il figlio dei proprietari del ranch, già. E tu devi essere Kagome Higurashi- dice.
Io annuisco inebetita.
-Vieni, ti faccio strada. Dà a me la valigia-
Si china ad afferrare la maniglia del mio pesantissimo bagaglio ed io lo osservo stranita.
Beh. E’ gentile.
-Allora, come si sta in Giappone? E’ da molti anni che non rivediamo la nostra terra di origine- chiede, mentre ci avviciniamo alla residenza.
Io faccio spallucce.
-Bene. O male. Dipende da quel che ognuno cerca per sé. E voi, perché siete venuti in Australia?- domando con curiosità. L’aver visto un cognome giapponese su quel foglio, mi aveva riempita di orgoglio e interesse.
-Questione di opportunità. A quel tempo la nostra terra non ne offriva, per questioni climatiche ed anche culturali. Ma in Australia è diverso. La mia famiglia necessitava di grandi appezzamenti, terre fertili ed incontaminate, necessarie allo sviluppo dell’ agricoltura biologica. Ed eccoci qui-
Già. Eccomi qua, penso mentre una fitta dolorosa mi punge il cuore.
Non devo pensarlo. Non ora.
-E a te, Kagome? Cosa ti porta così lontano da casa?-
Takumi si volta verso di me, mentre la brezza ci scompiglia i capelli.
Questa domanda è così semplice, cosa c’è di complicato da rispondere? Proprio nulla.
Mi porto la mano al petto, socchiudendo appena gli occhi, poi sorrido.
-Oh, la passione per l’agricoltura ed il bestiame. Che altro?-
 
Un’ora dopo sono sistemata nella mia camera, ho disfatto la valigia e sistemato le mie poche cose.
Mi siedo sul letto, molleggiando sul materasso.
La foto che mi ha regalato Inuyasha è in bella mostra sul comodino affianco al letto. È quanto ho di più prezioso quaggiù.
Sospiro. Devo avvisare la mia famiglia, sono tre giorni che sono partita ma ancora non gli ho scritto.
Accendo il pc portatile ed attendo il caricamento di Windows. Poi digito il codice del wiifi (del quale sono già stata avvisata della ben poca ricezione) ed accedo alla posta.
Con i miei genitori ho stabilito che, per comodità, ci scriveremo per e-mail, almeno una volta alla settimana. Mentre, una volta al mese, ci sentiremo tramite Skype, almeno ho occasione di rivedere i loro volti.
I miei occhi sorridono appena scorgo una e-mail di mia madre dall'oggetto: ho smarrito mia figlia!
Rido. Kami, Izayoi a volte è premurosa quanto mamma chioccia.
Rispondi alla e-mail.
 
Da: Kagome Higurashi
A: Izayoi NoTaisho
Re: ho smarrito mia figlia!
Testo:
Cara mamma,
non mi hai affatto smarrita! Mi serviva tempo per organizzarmi e ci sono riuscita egregiamente!
Ho trovato lavoro e sistemazione in un colpo solo. Risiedo al Ranch Usui e darò una mano a gestire la fattoria. Si sono già dimostrati molto gentili con me, credo che mi troverò bene.
Ho effettuato l’iscrizione ufficiale all’Università. E' solo un'ora di autobus e le lezioni obbligatorie sono pochissime, mi basterà recarmi li una volta alla settimana.
Ci sentiamo presto. Saluta papà e Inuyasha.
Vi voglio bene.
Kagome
 
Chiudo il portatile e sospiro di nuovo.
Pensare ad Inuyasha mi fa male, ma non posso continuare a torturarmi. Il mio è un amore impossibile, ed anche se mi costa ammetterlo, uno dei motivi che mi ha spinto a volare via così lontano era la paura del mio stesso sentimento.
Sorrido tristemente. Mi sento una sciocca ragazzina.
Toc Toc.
-Ehi, bella straniera-
Takumi apre la porta e sbuca con la testa.
-Ciao!- rispondo ridacchiando. Devo dire che questo ragazzo ha un modo di fare che mi mette di buon umore.
-Ti sei sistemata? Mamma chiede se gradisci un caffè o un the-
Io annuisco.
-Volentieri- rispondo con un sorriso. Scendo al piano inferiore e trovo la signora Usui intenta a mettere in tavola dei biscotti.
-Eccoti cara- dice cordiale.
Mi accomodo su una sedia e Takumi fa altrettanto accanto a me.
-Allora, Kagome, dicci qualcosa di te. Da dove vieni?- mi chiede la donna.
-Oh, vivo in un piccolo paesino di campagna vicino a Tokyo, Utsuno. La mia famiglia ha un ranch, proprio come voi- spiego, afferrando la tazzina colma di caffè che mi porge.  -Grazie, Signora- aggiungo.
Lei scuote la testa.
-Oh, ti prego, chiamami Aya-
Io annuisco riconoscente della sua richiesta di non essere formale.
-E hai fratelli o sorelle?- chiede Takumi.
Sussulto quasi impercettibilmente e sul mio volto compare un sorriso tirato.
-Un… fratello. Si chiama Inuyasha- mormoro appena il suo nome.
Lui si stiracchia.
-Sei fortunata! Io non ne ho, e mi sarebbe piaciuto averne, invece!- borbotta, ed io ridacchio.
-A volte fanno disperare, però- commento, rammentando in un istante tutti i bisticci avvenuti tra me e Inuyasha.
Lui fa spallucce.
-Fa parte del gioco- risponde sogghignando, poi si alza.
-Vuoi vedere il ranch, Biancaneve? O vuoi restare qui seduta a chiacchierare con questa donna insopportabile?- dice con un sorriso sornione.
-Ehi, impertinente!- lo rimbrotta la madre con finta aria crucciata.
Takumi le fa una linguaccia, poi mi afferra una mano.
-Andiamo, ti porto a vedere le stalle- sussurra, guardandomi con i suoi grandi e profondi occhi verdi.
Arrossisco quasi senza rendermene conto.
Diamine, è davvero bello come il sole.
Cinque minuti dopo sto ammirando dei cavalli splendidi, neri e dal pelo lucido.  
Takumi mi sta spiegando tutto ciò che c'è da sapere sul ranch e, nel chiacchierare, mi rendo conto che è davvero una persona allegra e spontanea, mi mette a mio agio. Con spensieratezza, mi racconta che purtroppo suo padre è morto un paio di anni fa, ed a lui e sua madre serve una mano in più, a tempo pieno, per sopperire alla sua mancanza.
-Mi dispiace- sussurro costernata, fissando il pavimento. -Anche i miei genitori sono morti quando ero molto piccola. Non ho alcun ricordo di loro, i NoTaisho sono stati cosi gentili da prendermi con loro e crescermi come una figlia-
Lo confesso spontaneamente e non so nemmeno bene il perché, sento una profonda sintonia verso Takumi.
Una mano si posa sotto il mio mento, costringendomi ad alzare lo sguardo.
-Baaah, che scema! Ti sei intristita? Guarda che non ho intenzione di averti attorno con questo muso lungo, quindi vedi di sorridere- dice con una voce dolce e profonda, le labbra piegate all'insù.
Gli occhi mi si inumidiscono. Questo ragazzo ha davvero qualcosa di speciale.
Annuisco e faccio come mi chiede: sorrido, sentendomi improvvisamente più leggera.
 
 
Un anno dopo.
 
Sono eccitata all'inverosimile mentre fisso l'estratto conto. Lavorare al ranch per tutto questo tempo ha finalmente portato i suoi frutti. Le spese Universitarie sono tante, soprattutto per gli stranieri e non è stato facile tenere i conti e racimolare quanto più possibile. Ma finalmente ho raggiunto l'obiettivo!
Apro il portatile con dita tremanti. Sto per scrivere alla mia famiglia quello che aspettavo da tempo.
Immagino già la mamma sprizzare felicità da tutti i pori.
Vado sulla mia casella di posta ed inizio a digitare impaziente.
 
Da: Kagome Higurashi
A: Izayoi NoTaisho
Oggetto: Notiziona!
Testo:
Mammina, come stai? E come stanno papà e Inuyasha?
Io tutto bene ed ho una notizia fantastica! Finalmente ho messo via abbastanza soldi per riuscire a tornare a casa qualche giorno per le feste di Natale! Sei contenta?
Ah, probabilmente non sarò sola a tornare, chiederò a Takumi se vuole venire con me. Ma sino a quando non ho notizia certa, non dirlo agli altri. Ti aggiornerò presto (forse oggi stesso).
Non vedo l'ora di rivedervi, mi mancate tanto (anche Inuyasha ed anche se si è fatto sentire solo un paio di volte! Me la pagherà cara!)
Kagome
 
Inviata!
Oh, Kami! Tornerò a casa dopo un anno di lontananza! Mi sento tremendamente eccitata, tesa.
So bene qual è il motivo di tanta ansia, ma non posso pensarci, sebbene i suoi occhi scuri mi tormentino ancora. E, considerando che in tutto questo tempo, il suo massimo è stato inviarmi solo due e-mail striminzite, a maggior ragione dovrei cancellarlo dalla mia testa.
-Kagome, è pronta la cena!- mi chiama Aya dal piano inferiore.
-Arrivo!- urlo, alzandomi dalla sedia con un radioso sorriso. Non devo permettere ad Inuyasha di guastarmi il buon umore.
Apro la porta e faccio per fiondarmi nel corridoio, quando sbatto contro un corpo ben noto.
-Ah, Kagome, se volevi finirmi tra le braccia bastava chiedere!- dice Takumi scostandosi un poco.
Gli faccio una linguaccia, in segno di disapprovazione.
-Scemo! Sei il solito impertinente! Ed io che volevo proporti di trascorrere il Natale con me a Utsuno- borbotto, approfittando della discussione per fargli la mia richiesta.
Lui sgrana un poco gli occhi.
-Sei seria? Vuoi che venga con te in Giappone?- mormora stupito.
Io annuisco e gli sorrido.
-Aaaah, Biancaneve! Certo che ci vengo!- urla, afferrandomi per i fianchi e facendomi girare.
Io scoppio a ridere felice.
-Takumi, mettimi giù!- dico tra le risa. Lui mi rimette coi piedi per terra, ma mi tiene ancora tra le sue braccia.
-Sono felice che tu me l'abbia chiesto- il suo fiato sfiora la mia frangia ed io sussulto.
Alzo piano lo sguardo e trovo il suo volto vicino al mio.
-A-anche io s-sono felice che tu venga con me- balbetto indietreggiando di un passo.
I suoi occhi verdi sembrano ardere, i miei pensieri si incespicano.
Takumi non mi ha mai guardata così.
Lo vedo fare un sorriso tirato, poi con una espressione cupa mi passa di fianco e mi sorpassa. Si ferma sulla soglia delle scale e si volta.
-Andiamo, scema, la cena si fredda. E poi dobbiamo dare la notizia alla mamma- esclama, strizzandomi l'occhio.
Il cuore si rasserena improvvisamente. Forse mi sono immaginata tutto.
Rido raggiungendolo, insultandolo per avermi chiamata "scema".
Sì, era certamente la mia immaginazione.
 
*******
 
Affondo nel suo corpo morbido, lasciando che un gemito strozzato lasci la mia gola.
Tesoro, ho una notizia da darti. Kagome tornerà a casa per Natale! Non è fantastico?
-Oh, Inuyasha, sei meraviglioso- sussurra Kikyo in preda al piacere.
Entro in lei stringendo i denti, più forte.
Ah, e non sarà sola! Verrà Takumi con lei, il figlio della proprietaria del ranch in cui lavora!
-Merda- ringhio, stringendo gli occhi e accentuando le spinte.
Perché deve tornare! Perché deve ripresentarsi davanti ai miei occhi, perché devo impazzire così!
-Sì, Inuyasha!- urla afferrandomi le spalle.
Maledizione, non voglio pensarla, non voglio rivederla. Non ora che stava uscendo dalla mia testa.
Con un ultimo ansito mi accascio sul corpo di Kikyo, affondando il viso nei suoi seni.
Sento le sue mani infilarsi nei miei capelli neri, ed io chiudo gli occhi cercando di lasciarmi cullare dalle sue carezze.
So già che sarà tutto inutile, perché da quando mia madre mi ha detto del suo ritorno, il mio cervello è andato in panne.
Non riesco a  non pensarla.
Non posso non rivederla.
Non posso non amarla.
 
 
 


******* ANGOLO AUTRICE *******

Postilla! Il salto temporale può sembrare frettoloso ma portate pazienza! Nel prossimo capitolo ci saranno un paio di Flashback che mostreranno dei momenti importanti, ma ho voluto metterli nel posto giusto al momento giusto. Inoltre, vedrete il rapporto tra Kag e Takumi per la prima volta nella visione di Inuyasha e questo dovrebbe essere di maggior impatto rispetto al sapere già come sono le cose tra loro.
Fine Postilla


Oleee ole ole oleeee ce l'ho fattaaaa oleeeeee
Me la canto da sola la canzone! Ahahahah
Salveeee, sono riuscite a completare questo ODIATO capitolo. Cancella e riscrivi, più o meno ho fatto questo per giorni. Boh, com'è venuto? Na merda.... Non sono soddisfatta nella parte tra Takumi e Kagome.
Ah giusto. Ecco qui il personaggio biondo che cercavo. Lo splendido Usui Takumi di Kaichou wa maid-sama! Io amo questo anime/manga, e lui era perfetto per questo ruolo. Cosa ne pensate di questa scelta?
Mi rimetto al vostro implacabile giudizio e spero che questo capitolo di transizione non vi risulti troppo noioso.
Le previsioni che avete fatto su "Inuyasha la segue"come vedete non si sono avverate! Quello che emergerà sarà quanto il "non scegliere" possa cambiare la vita in modo inaspettato.
Spero davvero vi possa piacere e... niente! Un abbraccio a tutti!
Manu
 
  
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