Senza fretta né boria
Ti racconto una storia.
Parla di clown e di pizza,
e qui la trama già schizza!
Giovedì, il clown Bistratto,
Giovane e un po' distratto,
Si innamorò follemente
Di una pizza cotta per niente.
Corse via dalla tenda,
Con la pasta molle e stenta.
«Ma non val manco l'assaggio!»
Dì un fornaio di passaggio.
Andò dritto in paese,
non badava certo a spese.
Ma mancava un po' di stile,
e alla fine scelse un fienile.
Mise tovaglia e candela,
che pareva primavera!
Il clown d'amore cantava,
e già la cera colava.
L'amore è una bizzarria,
fors'anche una malattia.
E pure a una pizza scotta,
c'è chi darebbe una botta!
Ma lei non era convinta,
e dalla candela fu vinta.
Come in forno cresceva,
il clown d'amore credeva.
Lì dietro, devi sapere,
due belle erano a poltrire.
Erano due spogliarelliste,
di grana e verze vestite.
Non ti dev'essere strano,
erano figlie di un ortolano.
Amore pure per passione,
ma anche qualche doblone.
Si sentirono palpare.
«La parcella devi pagare!»
Ma dietro né bimbo o uomo,
ma una mano di pasta all'uovo!
Gridarono di stupore,
così le avvolse il calore:
d'amore caldo e di cera,
il fieno attorno ardeva.
corsero verso l'uscita,
ma che accadeva in vita?
Caldo come in un forno,
il grana non stava più attorno.
Colava la verdura,
su pasta sempre più dura.
Più d'un gatto si preoccupò,
ma poi i baffi si leccò.
poi uscirono svestite,
e per la gente stupite:
tutti erano adunati,
del paese ammirati.
Mentre il fienile cadeva
La pizza cotta ne usciva
Con un profumo squisito,
A tutti dava appetito.
Tra grana e verze svestite,
meglio mai ne avevano viste.
E anch'oggi, sul lastrone,
ne puoi leggere il cognome,
con gusto assai triste,
di "Piazza delle Verziste".
E così è terminato
un amore inventato,
da un gatto annoiato
stranamente ispirato.