Anime & Manga > Kimi ni Todoke
Segui la storia  |       
Autore: Applepagly    25/09/2016    1 recensioni
Tre pillole per tre giornate strane.
[Di gonne e capelli corti]:
Era fatta. Adesso avrebbe portato con sé quel vento di novità che ci voleva; perché ci voleva, vero?
[Di merito e demerito]:
Ma Kento non ne era capace, non sapeva odiare. E, soprattutto, non sapeva essere così superficiale, quando aveva a che fare con le persone - con la sua bella fidanzata.
[Di amicizie e storie]:
Mentre distribuiva quelle delizie, Chizuru non pensava a niente. O forse solo a quell'insolita sensazione che la metteva a disagio da un po'.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ayane Yano, Chizuru Yoshida, Sawako Kuronoma
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Giornate strane - Di amicizie e storie
 

 Era già finita, la nostra amicizia! Era già finita!

 
I
 

Adesso che ci rifletteva, già quando era bambina aveva spesso immaginato di lavorare lì.
Vedeva Tooru destreggiarsi tra i tavoli, con vassoi colmi di scodelle di ramen fumanti, e sognava di imitarlo. D'accordo, più che altro sognava di affiancarlo nel suo lavoro; ma non aveva importanza.
Il maggiore dei Sanada aveva smesso quando se n'era andato, e anche per lei si trattava di un impiego momentaneo; un po' per racimolare qualcosa da mettere da parte e un po' per essere d'aiuto al padre dei due fratelli, che aveva sempre fatto tanto, per lei.
Soprattutto, Chizuru lavorava di buon grado lì perché si tenessero reciprocamente compagnia e perché entrambi non pensassero a chi era lontano. Avrebbe potuto distrarsi semplicemente uscendo con le amiche, ma entrambe avevano le proprie grane, in quel periodo.
Dopo quella mattinata di spese proposte - imposte - da Yano-chin, Sawako-chan aveva finalmente rivelato loro cosa l'aveva spinta a comportarsi... beh, in quel modo; mentre l'altra, appena qualche ora prima, aveva fatto intendere di avere qualcosa che le frullava in quella testa fulva.
Non le aveva detto nulla, forse perché pensava non potesse capire... oppure no. D'altronde, quella canaglia di Ayane era fatta così. Chissà se aveva risolto.
Insomma, entrambe erano strane, ultimamente. Non che lei non lo fosse, anzi... ma non potevano vedere la sua situazione bene come il signor Sanada.
Chissà a cosa pensava, mentre stava dietro ai fornelli.
Mentre distribuiva quelle delizie, Chizuru non pensava a niente. O forse solo a quell'insolita sensazione che la metteva a disagio da un po'.
 

 
II

 
Il padre di Ryu e quest'ultimo si somigliavano in maniera incredibile.
Quando entrava in cucina per ritirare le ordinazioni era sempre come vedere il suo amico - quando avrebbe fatto l'abitudine a chiamarlo "fidanzato"? - da adulto; e questo le provocava un brivido.
Anche a livello comportamentale, erano oscenamente uguali. Poche parole ma buone; ed una grande generosità. In un certo senso, trascorrere le giornate in compagnia del signor Sanada era come trascorrerle con il figlio.
Oltretutto, spesso accadeva che allungasse un po' i turni e restasse a dormire lì, in camera di Ryu; dove ogni cosa portava con sé il sottile profumo del suo proprietario. Chizuru cadeva sulle coperte in un limbo tra la stanchezza ed il desiderio di restare sveglia e bearsi di quella gentile fragranza.
Si chiedeva come fosse dormire con lui. Da piccoli era successo; ma adesso sarebbe stato completamente diverso.
Poi, dopo essersi interrogata a sufficienza, si dava dell'emerita idiota e si diceva di star diventando troppo sdolcinata e sentimentale. Prometteva a se stessa che non avrebbe più riposato là e che durante i suoi turni avrebbe visto il signor Sanada come il signor Sanada, e non come Ryu.
Ma il giorno dopo tornava puntualmente sui propri passi.
 

 
III

 
«Vado e torno!» esclamò uscendo dall'ingresso del locale.
Sarebbe stata una cosa veloce: sarebbe tornata a casa, avrebbe preso con sé il pigiama e ciò che aveva da studiare e poi sarebbe tornata dai ramen e dal maestro che li preparava, per gli ultimi clienti e per essere d'aiuto nel riassettare il ristorante.
Fece una corsa, imprecando in tutte le lingue per trovare quella maledetta maglietta che sembrava essere scomparsa. Non ce n'erano altre.
Ingaggiò una furiosa lotta con l'armadio, i cassetti e ciò che nascondeva il suo letto - perché camera sua era un disastro - ma ancora niente. «Al diavolo!» sbraitò, afferrando la prima cosa che trovò per terra.
Scese le scale rischiando d'inciampare e a stento spiegò alla madre dove stesse andando; perché doveva precipitarsi lì e perché quella sera, ne era certa, dopo aver studiacchiato qualcosa sarebbe stata abbastanza pimpante da potersi dedicare a Ryu, agli averi impregnati di lui.
Rientrò nel locale come una furia, con la risata del signor Sanada che, per qualche motivo, Chizuru non comprese a cosa fosse dovuta. «Lascio su queste cose e poi arrivo!» esclamò, energica.
Ma quando spalancò la porta della stanza del suo amico - del suo fidanzato - vi trovò una sorpresa.
Ryu era lì. E lei avvertì di nuovo la stessa sensazione di stranezza che la metteva a disagio.
 

IV
 

Il fatto era che proprio non riusciva a capacitarsi di tutto quel che era successo.
Gli voleva un bene dell'anima, e lo trovava bello come nessun altro; era l'unico che la capisse fino in fondo e non avevano necessariamente bisogno di parole, per intendersi.
Ma c'era sempre quell'interrogativo a cui non sapeva rispondere.
Era diverso dai primi tempi, quando si vergognava e le dispiaceva di non poter provare quello che Ryu provava per lei; adesso che lo ricambiava, però, c'era qualcos'altro che non andava. E ne aveva avuto prova proprio in quel momento, quando aveva trovato l'amico - il fidanzato! - nella sua stanza.
Perché lui aveva sorriso, ma lei no. Lei si era sentita furiosa e lo aveva preso a male parole per non averle detto che sarebbe tornato e per averli fatti stare tutti in pensiero.
Eppure, sapeva di star mentendo e di non essere arrabbiata; non per quel motivo, almeno.
Ryu, dal canto suo, era rimasto raggelato; anche se aveva cercato di non darlo a vedere e di convincersi che, in fondo, lei si era solo preoccupata e che quel lampo di colpevolezza che aveva visto negli occhi di Chizu fosse stato solo un'impressione.
«Non mi abbracci nemmeno?»
 

 
V

 
Come ai vecchi tempi, sul greto del fiume. Era strano.
Lui avrebbe voluto stringerla, baciarla o anche di più; e anche lei avrebbe voluto potergli mostrare quanto fosse dannatamente felice di vedere quel suo sguardo tagliente che aveva fatto ammattire svariate ragazze, negli anni delle medie e del liceo.
Ricordava bene quella che gli si era dichiarata in gita, il secondo anno; e ricordava bene anche quanto l'aveva trovata fastidiosa ed inopportuna. Prima di allora, prima che Ryu le confessasse ciò che aveva nel cuore, Chizuru non si era mai sentita urtata all'idea che qualcuna potesse "portarglielo via".
Poi lui l'aveva fatto, lo aveva detto e lei aveva iniziato, senza realmente accorgersene, a detestare tutte quelle ochette che manifestavano un minimo di interesse per lui. Adesso era lo stesso, e avrebbe voluto rivelarglielo, rivelargli che aveva una paura folle del giorno in cui lui si sarebbe accorto di... beh, della verità.
Ma non ci riusciva; era come bloccata.
Alla fine glielo aveva dato, quell'abbraccio. Un gesto meccanico; e non per l'imbarazzo.
Ryu non era stupido, aveva capito che qualcosa non andava. Però era paziente, avrebbe aspettato che ne parlasse di sua spontanea volontà; oppure non l'avrebbe fatto.
«Allora? Come... come ti trovi?» chiese Chizuru, per spezzare quel silenzio snervante.
Lui rise, perché lei era così e gli era mancata terribilmente. Quando era a disagio, si sentiva in dovere di dire qualcosa... qualsiasi cosa.
E questo avvalorò la sua tesi. C'era qualcosa che non andava.
«Bene. È un po' diverso da ciò a cui sono abituato» replicò, sdraiandosi sull'erba. Lo scroscio dell'acqua lì vicino gli fece desiderare una doccia gelata, ma prima urgeva altro. «E voi? Come state?»
«Oh, stiamo tutti bene. Yano-chin è un po' giù, credo, ma si risolleverà... sai, non credo che qualcuno possa davvero trovare un modo per evitare tutti i fiorellini che emana quel Miura» iniziò a raccontare, sentendosi tornata alla normalità, per un attimo. «Mentre Sawako-chan l'altro giorno sembrava impazzita. Avresti dovuto vederla, Ryu! Non sembrava nemmeno lei. Provava dei vestiti cortissimi e... te l'ho detto che si è tagliata i capelli?»
Ryu aggrottò appena le sopracciglia.
«Già, sembra incredibile! Però le stanno bene, non sembra più nemmeno la protagonista di The Ring... e vuoi sapere qual è stata la ragione di tutto quel trambusto?» esclamò, teatrale.
Eccola, la vera Chizuru. Era di nuovo lei, ma... ciò che stava per dire la riportò alla natura delle cose, e al suo dubbio. E al suo sentirsi strana.
«Pensava che Kazehaya potesse essersi stufato di lei. Insomma, non è che si sia svegliata una mattina con quell'idea in testa... era già un po'... timorosa. Sai com'è fatta; e lui è davvero impegnatissimo e...» si concesse una pausa, con un sorriso amaro. «È sciocco avere questi dubbi, vero...? Voglio dire... chissà cosa penseresti se io... se all'improvviso...»
Si ammutolì, non sapendo esattamente cosa dire.
«Ah, ma com'è tardi! Devo andare a casa!» esclamò ad un tratto, balzando in piedi.
 

 
VI
 

Proprio come ricordava, la stanza di lei era in un perenne stato di disordine.
Fin da piccolo, nella sua mente Chizu era la persona più caotica che conoscesse; e non solo quando si trattava dei vestiti buttati tutti su una sedia, dei fogli e dei quaderni sparpagliati per la scrivania o degli svariati sacchetti di snacks disseminati per il pavimento e che - solo il cielo sapeva come - sembrava lei fosse capace di ingurgitare senza la minima ripercussione sulla sua salute.
Adesso che stavano insieme, tornarci era ogni volta diverso, però.
Ogni volta si sentiva fremere all'idea di essere lì, in mezzo a tutta quella confusione, come se desiderasse quasi che lei replicasse lo stesso caos ovunque.
Chizu non c'era, avrebbe tardato un po', ma gli aveva detto di precederlo e di aspettarlo a casa sua. Da quando era di nuovo a Kitahoro, la ragazza aveva preso a comportarsi in modo strano; e chissà, forse gliene avrebbe parlato proprio quando avesse fatto ritorno.
Mentre Ryu ispezionava ogni centimetro, l'occhio gli cadde su un blocchetto che appena si intravvedeva da sotto le coperte del letto. Lo afferrò e gli venne da sorridere, proprio nel momento in cui la sua - finalmente - fidanzata fece irruzione nella stanza.
«Ti avevo detto di aspettarmi qui, non di rovistare tra le mie...» iniziò a sbraitare, zittendosi non appena si accorse di ciò che lui aveva in mano. «Oh...»
Il ragazzo le si avvicinò, sventolandole i foglietti sotto il naso. «Posso sfruttarli tutti in un'unica seduta?»
 

 
VII
 

Era una teppista, una schiacciasassi, senza peli sulla lingua e senza alcun riguardo per tutte le idiozie che le volavano quotidianamente fuori dalla bocca.
Ma il suo tocco era quanto di più delicato e piacevole esistesse.
In tutti quegli anni - i compleanni, per lo più - se lo era ripetuto ad ogni massaggio che lei gli faceva. Forse avrebbe dovuto dirglielo, forse le avrebbe fatto piacere... no?
Però non sembrava disposta ad ascoltarlo. Aveva la testa tra le nuvole e, stranamente, non si era opposta al capriccio di lui di utilizzare i suoi buoni in una sola volta.
«Chizu...»
«Taci!» esclamò, stringendogli la spalla più forte di quanto avrebbe dovuto, facendolo sussultare. D'accordo, forse avrebbe dovuto rivedere la parentesi del tocco delicato e tutto il resto... «Devi rilassarti, perciò non fiatare!»
Non fiatare, o vado in crisi...
Era stata più brusca di quanto avesse voluto, ma diversamente non avrebbe potuto concentrarsi e tenere a freno tutte le emozioni che la stavano uccidendo.
Perché Ryu era così bello? Perché la sua schiena era così ampia ed il suo sguardo così sottile?
Quando, esattamente, aveva iniziato ad accorgersi di tutto ciò? Quando lui le si era dichiarato, certo... no, forse prima. Forse sapeva già tutte quelle cose e aveva scioccamente insistito per sopprimerle, per non rovinare quell'amicizia che era già finita da tempo.
Lo aveva detto lui, no?
E adesso la loro storia era iniziata e, forse, forse, non era in realtà la cosa migliore.
Perché Chizuru aveva paura di non amarlo abbastanza, di non meritarlo. Aveva paura che la loro relazione fosse una di quelle in cui uno dei due ci tiene più dell'altro e si illude di essere ricambiato allo stesso modo.
 

VIII

 
«Mi spieghi qual è il problema?» chiese, infilandosi nuovamente la maglietta.
«Non c'è nessunissimo problema. Ma è tardi. Devi andare a casa»
Lui inarcò un sopracciglio. «Alle sei di sera?»
L'aveva messa con le spalle al muro, e lei lo sapeva. Si lanciò sul letto, sbuffando sonoramente e maledicendosi per essere una simile sempliciotta.
Ryu parlava poco, ma sapeva far tirare fuori agli altri quello che voleva sentire.
«Pensi mai che potrei non amarti? Che potresti non piacermi e che io possa soltanto voler provare l'ebbrezza di essere fidanzata?» chiese, tutto d'un fiato.
«No» rispose l'altro, senza neppure pensarci. Si sedette accanto a lei, scuotendo la testa; ecco cosa la perseguitava, quindi... «Non sei abbastanza intelligente e brava a mentire»
«Che cattiveria!»
«È la verità»
Calò il silenzio, a tratti interrotto dal cellulare di Chizuru, che non la smetteva più di suonare. Sicuramente era quell'antipatica di Yano-chin, per quella loro ipotetica uscita tutti insieme.
«Se fosse come dici... se non provassi quello che provo io, lo avrei capito. Ti conosco da una vita» disse Ryu, guardandola negli occhi.
«È che io... non voglio che una mattina tu ti accorga che hai sbagliato a scegliere me e...» borbottò. «Oh, sto diventando sdolcinata, ma... io ti sono sempre piaciuta in quei termini, mentre tu... non voglio che tu pensi che ti abbia scelto per pietà, anzi, non voglio averti scelto per pietà»
«Quante paranoie... stai facendo tutto tu. Quando dovresti pensare agisci; quando dovresti agire pensi» replicò Ryu, alzandosi e prendendo il telefono, porgendolo alla fidanzata. «Rispondi a Yano»
 

 
IX
 

Miura rideva, asfissiava la perfida Yano-chin - beh, almeno sembrava essersi tirata su di morale, quella strega che non le aveva voluto dire niente.
Poi era arrivata Sawako, con quei capelli a caschetto e quel sorriso che faceva arrossire tanto il suo Kazehaya; e tutti erano felici di rivedere Ryu, quello stesso Ryu che diceva sempre tutto senza aprir bocca.
E Chizuru aveva capito che il suo fidanzato - incredibile, era riuscita a chiamarla così! - sapeva davvero leggerle dentro. Quello sciocco dubbio non esisteva, per lui; e ne aveva avuto prova proprio per il fatto che lei si era preoccupata, per il fatto che aveva temuto di non essere abbastanza.
Ma ora aveva compreso, e lui le avrebbe sempre mostrato la verità a modo suo: ridendo di lei, consolandola, apostrofandola o solo baciandola, tenendola stretta a sé; la sua Chizu, quanto di più prezioso avesse mai trovato.
Insomma; anche quando un'amicizia finisce, non è detto che non possa esserci qualche risvolto positivo.
Forse inizia qualcos'altro; forse inizia una storia.
Ed è durante le giornate strane, che tutto cambia.

 
 
Noticine:
Ebbene, ce l'ho fatta!
Salve! Vi ricordate di me?
Sì, avrei dovuto aggiornare circa una settimana fa, ma la scuola è tiranna come al solito...
Comunque, in questo capitolo ho voluto lasciare un po' più di spazio ai pensieri della dolce metà della protagonista (perché, hey, Ryu meriterebbe un fumetto tutto per sé; o forse no) che, come sempre, vede la verità laddove lei non ci riesce.
Spero di non aver combinato un disastro!
Le giornate strane sono finite (non nella vita reale, perché purtroppo non possiamo vivere nello stesso mondo di Ryu "Arrivare a te". Insomma, spero di reincarnarmi in un personaggio di un manga, così posso essere immortale), ma un giorno mi piacerebbe tornare qui!
Ringrazio di cuore voi che avete letto e redmabon, la dolce creatura che mi ha lasciato dei commenti e che mi ha rallegrato la serata!
Grazie a tutti e alla prossima!
TheSeventhHeaven
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kimi ni Todoke / Vai alla pagina dell'autore: Applepagly