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Autore: _mary_laura_    26/09/2016    2 recensioni
-Ti odio, Malfoy.
Sputò lei, gli occhi pieni d'ira.
-Oh è tutto corrisposto, Granger.
Fece lui, la voce che trasudava il disgusto che provava nei suoi confronti.
Poi, all'improvviso, si mossero l'uno verso l'altra, come guerrieri pronti a battersi.
E si baciarono.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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“Pensala come una legge psicologica della fisica. Più hai paura di una cosa, più potere le dai.”
–American Horror Story

Non capiva perché, ma quella mattina Malfoy le sembrava particolarmente ostile nei suoi confronti. Sentiva il suo sguardo bucarle la schiena e mandarla a fuoco. Si trattenne a stento dal girarsi a guardarlo. Era troppo spaventata da quegli occhi gelidi che trasudavano disgusto verso di lei, anche se non l’avrebbe mai ammesso. Scribacchiava distrattamente le parole della professoressa su di una pergamena, soffermandosi di tanto in tanto ad osservare i giochi di luce che creava il sole sulla sua piuma bianca.
D’un tratto Calì Patil le passò un bigliettino da sotto il braccio senza nemmeno guardarla. Hermione alzò un sopracciglio senza capire. La gemella non le era mai stata particolarmente amica, come mai improvvisamente si metteva a scriverle confidenze durante una lezione?
La ragazza, cercando di non farsi vedere dalla McGrannitt, aprì il foglietto e lo lesse, mentre un brivido le percorreva la spina dorsale.
“Sembra che qualcuno oggi si sia dimenticato che non è più nella sua squallida città babbana, visto il tipo di scarpe che indossa. –M”
Hermione arrossì ed abbassò lo sguardo sulle sue Adidas.
Merda, si era confusa ad indossarle quella mattina. Come mai nessuno glielo aveva fatto notare? Si trattenne nuovamente dal girarsi, ma con circospezione portò il braccio sinistro dietro la schiena e alzò fieramente il dito medio alla serpe seduta dietro di lei. Sentì un mormorio alzarsi dal banco del biondo e sorrise soddisfatta tra sé e sé. Non fece a tempo a godersi la sua piccola vittoria che la professoressa annunciò la fine della lezione, invitando gli studenti a ripassare gli appunti presi in vista di una possibile interrogazione il giorno dopo.
Hermione ripose con cura tutto il materiale nella sua borsa, si mise la treccia su una spalla e affiancò Harry e Ron mentre usciva.
-Sembra che oggi Malfoy ce l’abbia proprio a morte con te.
Commentò semplicemente il suo migliore amico, mentre passavano per la porta.
Allora non se ne era accorta solo lei! Si strinse nelle spalle, socchiudendo gli occhi.
-A quanto pare le mie scarpe non sono di suo gradimento.
Sospirò con fare teatrale, per poi scoppiare a ridere con i suoi amici.
-Oh, Salazar, vi prego. Chiudete quelle bocche… Mi sembra di sentir starnazzare un gruppo di oche giulive.
Disse qualcuno alle loro spalle.
Sembrava strano non avesse fatto ancora nessun commento. I tre si girarono contemporaneamente verso il biondo e i suoi amici idioti, che ora simulavano il verso dell’oca. Hermione alzò gli occhi al cielo sospirando, ecco che c’erano di nuovo.
-Brucia ancora tanto la sconfitta, Malfoy?
Domandò sarcastica, mordendosi un labbro per trattenere una risata mentre vedeva una smorfia contrarre il viso di Draco.
-Non ho proprio idea di cosa tu stia parlando Mezzosangue.
Mentì il ragazzo, facendo un passo verso di loro.
Hermione sentì Ron serrare i pugni accanto a lei e sperò in cuor suo che non decidesse di perdere le staffe.
-Dell’immensità del cazzo che me ne frega della tua opinione furetto.
Ribattè lei con un sorriso.
I social network babbani servono qualche volta, soprattutto se ti forniscono su un piatto d’argento il modo di zittire una persona. Vide infatti la serpe annaspare per trovare qualcosa con il quale risponderle per le rime, mentre Harry le sussurrava “Stavolta l’hai spento”. Sentì l’orgoglio crescerle dentro per aver mantenuto fede alla promessa fatta quella mattina. Alla fine il ragazzo si arrese, guardò per qualche istante negli occhi la grifone, poi diede le spalle al trio e si allontanò con le mani in tasca, borbottando qualcosa.
Anche il gruppo di amici gli voltò le spalle e iniziò a dirigersi verso i loro dormitori, con un sorriso sulle labbra. Nessuno fece commenti su quanto appena accaduto, gli scontri con Draco Malfoy erano all’ordine del giorno. Oliver Baston girò l’angolo e quasi si scontrò con Hermione. Di nuovo la ragazza rimase colpita da quanto fosse bello il ragazzo, poi abbassò gli occhi e si allontanò, visto che il capitano doveva parlare con i suoi amici. Mentre percorreva i corridoi del castello, si era resa conto però che aveva vinto una battaglia, non la guerra. E che non vedeva l’ora di battersi di nuovo col suo nemico.

***

-Dell’immensità del cazzo che me ne frega della tua opinione furetto.
Vide ribattere la mora con un sorrisetto da schiaffi stampato in volto.
Quanto avrebbe voluto strapparle la lingua per metterla a tacere una volta per tutte. Cercò di formulare un commento ironico su di lei o sulle sue orrende scarpe babbane, ma nessuno era abbastanza tagliente. Quindi la guardò qualche istante negli occhi, facendole capire che non sarebbe finita lì, poi si girò e se ne andò con le mani in tasca.
-Quella stupida, arrogante, sudicia Mezzosangue.
Borbottò tra sé, mentre i suoi scagnozzi lo raggiungevano al suo fianco.
-Sparite coglioni.
Gli abbaiò contro, senza degnarli di uno sguardo. Sentì i passi dei tre allontanarsi e si diresse verso un’ala vuota del castello. Nulla si muoveva lì, né faceva alcun rumore. Amava il silenzio, Draco. Era così tranquillo, in fondo. Adorava quei pochi momenti di pace in cui poteva sedersi in un angolo, chiudere gli occhi e stare semplicemente in silenzio. Si sedette sul balcone interno di una grande finestra appannata e appoggiò la schiena alla pietra dura e fredda, reclinando il capo all’indietro, socchiudendo le palpebre.
Doveva assolutamente battere la Granger, due a zero per lei in una sola giornata era veramente troppo. Cosa gli succedeva? Dov’erano il sarcasmo senza pietà e la sua implacabile lingua tagliente?
La Mezzosangue era una così facile preda per le prese in giro, sembrava quasi una calamita per lui.
In questo senso e in altri.
Non faceva che pensare a lei in quegli ultimi tempi. Cosa le era accaduto durante l’estate? Un così rapido e profondo doveva essere frutto di un pesante lavoro. Perché l’aveva fatto? In fondo lei era…
No.
Non era nulla, solo un’altezzosa Sanguesporco.
Il ragazzo si passò una mano sul viso ed emise un verso a metà tra un grugnito ed un sospiro.
Quindi si alzò.
Aveva bisogno di un’altra doccia fredda.

 

 

   
 
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