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Autore: Ninfea Blu    26/09/2016    2 recensioni
Storia che nasce da una costola di "Carlisle. L'anima di un vampiro", (riferimento cap. 5, se volete saperne di più) ma potete leggerla anche senza aver letto la storia originale.
Volterra inizio '800. Haidi, la pericolosa vampira dei Volturi, incontra qualcuno, un giovane mortale che la riporta indietro nel passato.
"I suoi occhi... sono ancora qui, in questa stanza. Sono ancora qui, posati su di me. Non sono mai andati via."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Aro, Heidi, Volturi
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
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Ultimatum

9 – Ultimatum

 

 

 

 

 

Volterra è ancora addormentata, avvolta dalle tiepide e rassicuranti nebbie del sogno, ignara dei fatti di sangue che macchiano le sue antiche mura, all’oscuro dei terribili segreti che nasconde dalla notte dei tempi.

È domenica mattina, giornata santificata dal riposo, e gli esseri umani tra qualche ora, usciranno dalle loro case per andare a Messa. Da ogni chiesa di questo borgo antico, si alzeranno Osanne e benedizioni, lodi e ringraziamenti a Dio Padre dell’umanità, per i generosi doni ricevuti.

È strano che mi torni in mente proprio ora, un’idea di Carlisle, un commento bizzarro che fece in mia presenza, parlando con Aro; non erano insolite certe discussioni tra loro.

 

 

-              Tu credi in Dio, Carlisle? Quel Dio così pieno di passioni umane di cui parla la Bibbia, creatore dell’universo e di tutto ciò che contiene?

-              M’insegnarono, o forse mi obbligarono a crederci… Ero il figlio di un severo pastore, lo sai… Mai ne dubitai finché fui uomo; è facile e consolatorio riporre la fede in qualcosa di superiore, è quasi una necessità umana, alleggerisce il fardello della vita sperare in una ricompensa o in un castigo… ma da quando sono diventato ciò che sono, ho iniziato a interrogarmi sulla vera natura di Dio, e sulla sua presunta volontà.

-              E dimmi, amico mio, a che conclusione sei giunto? Anche noi vampiri facciamo parte del suo disegno?

-              Non lo so, Aro. Ma certe volte penso che il dio degli uomini deve avere un senso dell’umorismo assai macabro.

 

 

Aveva ragione anche quella volta.

Non sanno, loro.

Non sospettano che l’Inferno in terra si nasconde tra le loro case.

 

L’unico dio in cui crede Aro è se stesso. E come tale, si sente infallibile.

Nel suo regno egli è onnipotente ed eterno, e proprio come quello di un dio, il suo sguardo arriva ovunque; qualche volta si concede d’essere magnanimo se da questo ne deriva un vantaggio, se intravede uno scopo utile che può soddisfare il suo ego immenso. Quanti membri della guardia dei Volturi, vampiri dai poteri singolari, sono stai reclutati così, ne ho perso il conto.

Perfino la moglie Sulpicia, sposa perfetta e complementare di Aro, compagna sottomessa, fedele e paziente è stata scelta per il particolare dono che portava in dote, la capacità di vedere in un umano il potenziale vampiro da sviluppare. È il caso raro di qualche vittima speciale arrivata a Palazzo: viene trasformata in vampiro, invece di venire dissanguata. Così è accaduto a Rosita, Carmilla,[1] Thomas diventati immortali per i loro poteri, che Aro pensò bene di non lasciarsi sfuggire.

 

Non mi aspetto un giudizio magnanimo per il caso che mi riguarda, e pur sapendo che sarà vano, tenterò ugualmente di difendermi e di proteggere il mio angelo.

 

Cammino velocissima e divento ombra che si dissolve e che occhio umano non può cogliere, seguita da Santiago e Alec, mentre in lontananza, odo le campane del monastero dove io e Carlos ci davamo appuntamento, battere i rintocchi delle sei.

In fretta, raggiungiamo il palazzo rinascimentale che sorge al centro di Volterra. Costantemente scortata dalle mie due guardie, varco il pesante portone di legno che si chiude inesorabile alle mie spalle; oltrepasso il cortile interno, raggiungo lo scalone in pietra e i corridoi che conducono alla grande sala rettangolare che costituisce il cuore della dimora dei Volturi.

I vampiri millenari sono seduti su tre scranni intarsiati opere di maestranze fiorentine, come sovrani maestosi di un regno potente; al centro Aro, ai suoi lati Caius e Marcus. Attorno, lungo i due lati più lunghi della sala, la loro corte di vampiri testimoni di giudizi e condanne.

È una strategia intimidatoria che conosco bene, costruita ad uso e consumo di spettatori e comparse, utile per scoraggiare ogni idea di ribellione sul nascere; centinaia di volte sono stata testimone di un simile monito. Quanti membri della guardia sono stati reclutati così, messi di fronte all’alternativa della morte, sceglievano di entrare nelle schiere dei Volturi.

 

-              Guardate cosa accade a chi tradisce la legge, e badate di non trovarvi sulla barra degli imputati.

 

 

Queste sono parole che potrebbero essere incise nella pietra come un cartiglio ammonitore sul muro dietro gli scranni, ma Aro preferisce che restino sottintese, credendo il messaggio subliminale più efficace. Egli è un despota intollerante, ma per vanità e mera astuzia ci tiene a dare di sé un’immagine di nobile signore giusto e civilizzato.

Sono ferma davanti alla triade, e in silenzio aspetto che si compia la mia sorte. Alec lascia il mio fianco, e raggiunge poco distante la sorella Jane, che mi lancia strali con lo guardo maligno che la distingue. Spera forse di poter usare il suo potere malefico su di me, lo capisco guardandola negli occhi diabolici. Santiago si fa da parte, ma guarda me e poi Aro con apprensione. Gli occhi di tutti i presenti sono puntati sulla mia figura, carichi d’aspettativa mal celata. Qualcuno è sorpreso per la posizione negativa in cui mi trovo.

Mi aspetto che Aro parli, infatti esordisce chiamando il mio nome, mantenendo però quel tono cortese e composto che usa sempre.

“Haidi cara, proprio tu, la miglior cacciatrice di prede della mia guardia, tradisci le leggi secolari di Volterra? Tradisci questa famiglia che ti ha accolta a braccia aperte, per un umano… Ne valeva la pena? La tua inevitabile punizione è già decisa, e mi duole violare l’intimità dei tuoi pensieri, ma un fatto così straordinario suscita tutta la mia curiosità. Tu permetti, vero?” Domanda in tono ironico e mellifluo.

Come se potessi scegliere di negargli qualcosa.

Senza aggiungere altro, Aro si alza dal suo trono e si avvicina per prendermi la mano che gli porgo senza oppormi. Mi afferra con entrambe le mani che chiude sulla mia.

Passano minuti di silenzio che paiono interminabili, ma vedo le vermiglie pupille di Aro, specchi della sua avida brama di sangue e conoscenza, dilatarsi sorprese.

Sta leggendo ogni cosa, ogni ricordo legato a Carlos, tra presente e passato che s’intrecciano nella confusione di due volti quasi identici tranne per gli occhi, cielo trasparente e ambra dorata che si sovrappongono; vede ogni desiderio di sangue e vita che ho avuto su di lui; vede le notti di lussuria selvaggia quando mi approfittavo del mio angelo dormiente, la tentazione che ho avuto di ucciderlo a cui ho resistito con fatica; vede l’ultima notte meravigliosa che abbiamo passato insieme, ma non può vedere l’amore che mi scalda anche adesso il petto freddo, il potere di Aro non arriva a tanto. Legge i pensieri d’amore, ma non li comprende perché non prova e non vive ormai da secoli questo sentimento che muove il mondo; non ricorda cosa sia e dunque per lui resta un mistero, l’età dell’oro perduta per sempre. E alla fine, vede il momento esatto in cui mi sono tradita, rivelando al mio angelo innocente la mia natura oscura e soprannaturale.

“Carlos… addirittura il nome ti ricorda lui… sorprendente. Un incontro fatale, cara Haidi. Per te, e per il tuo angelo. - Commenta Aro, perplesso, fissando il suo sguardo indagatore nel mio. – Dopo tutti questi anni, Carlisle è ancora nel tuo cuore… dopo che lui ti ha abbandonata qui, per restare fedele a se stesso.”

“L’ho amato esattamente per questo, e non mi ha abbandonata, mi lasciò libera di scegliere se seguirlo oppure no; è più di quanto abbia mai concesso tu a qualcuno, Aro.”

Il vampiro trasale un istante.

“È vero, te lo concedo. – Ammette. - Però non capisco: potevi trasformare Carlos e fare di lui il tuo compagno, invece ti sei rivelata, scatenando la sua paura e il suo moto di rifiuto. Che peccato! Potevi ancora salvarti, se non commettevi un errore tanto stupido. Speravi davvero che ti avrebbe accettata? Leggo notevole confusione in te, Haidi. Sei ancora combattuta tra ciò che desideri come vampiro, e questo inspiegabile sentimento che ti tormenta…”

Il vampiro s’interrompe e mi lascia la mano. Congiunge le sue, preso dalle proprie riflessioni che esprime a voce alta.

“La verità è che il mio vecchio amico Carlisle, con la sua compassione è riuscito a generare una falla in te… un difetto che sembra impossibile eliminare.”

“È questo che ti faceva paura! Temevi che potesse fare la stessa cosa con te… il potente Aro vittima delle emozioni umane… è la vera ragione per cui Carlisle fu costretto ad andar via da Volterra.”

I fratelli di Aro, fino ad ora sono rimasti in ascolto, ma Caius, spazientito dai miei toni accusatori, decide d’intervenire.

“Ora basta! Stiamo perdendo tempo inutilmente. La colpa di Haidi è molto chiara e bisogna agire. Dovranno morire entrambi, questa è la nostra legge e i Volturi non concedono appelli.”

“Tutto sarà compiuto secondo la legge, fratelli.” Risponde pronto Aro.

Ma io mi ribello.

“No! Nessuno di voi toccherà Carlos! Ucciderò il vampiro che oserà avvicinare i suoi canini a lui.” Grido decisa, sfidando tutti i testimoni presenti.

Prontamente sono afferrata per le braccia da due guardie, pronte a squartarmi ad un cenno affermativo di Aro. Provo a liberarmi, ma non ci riesco. Jane vorrebbe intervenire, ma Aro la ferma, prima che io inizi a contorcermi dal dolore.

Santiago fa un passo verso di me, spaventato; Dimitri lo trattiene per un braccio e gli sussurra un consiglio all’orecchio, sta calmo, così non l’aiuti.

“Haidi ti prego, no!”

Urla disperato; poveretto, probabilmente non si aspettava un epilogo del genere. Forse è davvero innamorato di me, mi dispiace per lui.

“Come pensi di poterlo impedire?” Domanda Aro, che torna a fissarmi incredulo.

“Se Carlos dovrà morire, sarà solo per mano mia. È la mia unica richiesta, e dopo potrete fare di me ciò che volete, non m’importa.”

“Lo ami, e sei disposta ad ucciderlo? Quale paradosso è mai questo? Che razza di amore è il tuo, Haidi? Allora ho ragione quando dico che un vampiro non può amare! – Esulta Aro, vittorioso. – La tua natura in fondo, non è così diversa dal quella dei tuoi simili; sei una creatura egoista che vuole prendere per sé…”

“No, Aro. In realtà, non voglio prendere, ma resto un vampiro e non posso salvare Carlos… voglio concedergli una morte pietosa. Carlos chiuderà gli occhi senza soffrire. Questo è il solo atto d’amore che posso fare per lui: risparmiargli la sofferenza.”

Perfino Aro avverte la nota dolorosa della mia voce, e reagisce con rinnovato stupore; non si capacita delle mie reazioni, ma intuisce che sono sincere. E arriva alle sue personali conclusioni; che siano vere o no, a me poco importa.

“Tu dimostri un curioso senso di pietà, Haidi… è davvero stupefacente! Ma continuo a pensare che non sia innato…Quale potere era quello di Carlisle; ha piantato un seme dentro di te… Carlos ha nutrito quel seme, e lo ha fatto germogliare. È affascinante!”

Esclama sconvolto, lo sguardo stupefatto ed esultante. Ma repentino, cambia espressione e diviene pensieroso, e so benissimo cosa significa: siamo arrivati al dunque. Resta in silenzio per alcuni istanti, come se fosse concentrato, le mani intrecciate all’altezza del petto. La sentenza sta per essere emessa e sarà senza appello.

“Voglio dimostrarti Haidi, che so essere magnanimo, quando occorre; non è una colpa essere attratti da un essere umano, e questo Carlos è un individuo speciale se ha attirato l’attenzione della mia esca e cacciatrice migliore; mi troverei costretto a fare a meno dei tuoi servigi a malincuore. Se non ti avesse mai scoperta, non staremmo qui a parlarne, e sfortuna vuole che ora lui sa più di quel che deve. Dovrei applicare la nostra legge, ma ho deciso di darti una possibilità: trasformalo Haidi, sarà il tuo compagno e lo accoglieremo in seno alla nostra grande famiglia. O così, o la morte.”

Volgo lo sguardo attorno, e incontro quello maligno di Jane, e noto il moto d’evidente disappunto della piccola sadica. Non posso fare a meno di provare una quieta soddisfazione, che mi fa incurvare lievemente le labbra.

 

Non era questo che ti aspettavi, vero?

Vedevi già il rogo che avrebbe divorato il mio corpo, penso ironica.

 

Forse la vampira invidiosa, alla fine troverà la sua soddisfazione.

L’offerta di Aro mi coglie impreparata; solo qualche giorno fa, per soddisfare il mio puro egoismo avrei accettato questa soluzione come quella più congeniale, ma ora esito. Eppure, trasformare Carlos fu uno dei miei primi pensieri, il più naturale e scontato desiderio della creatura che sono. Cosa è cambiato da allora?

La verità è che ho paura di condannare Carlos a questa esistenza senza emozioni autentiche, ho paura che l’amore si trasformi in cenere, e vada a perdersi nel vento.

Mi sono innamorata dell’innocenza del mio angelo, del suo candore che scalda il mio cuore freddo; perderei tutto se lo trasformassi in vampiro, diventerebbe come gli altri, una belva dagli occhi di brace che non conosce pietà, un mostro assetato di sangue e nient’altro. Non sarebbe più lui.

E non sarebbe neppure Carlisle, a cui tanto somiglia nell’aspetto e che me lo ricorda per l’animo generoso e gentile, l’unica guida che potrebbe aiutarlo a non perdersi.

L’idea folle di proporre a Carlos l’eternità, sperando che l’accolga per amor mio, è scivolata via di fronte ai suoi occhi di cielo lividi di terrore e disgusto.

Ma ho poche alternative.

Aro aspetta la mia risposta.

“Ti ringrazio, Aro. Ti prego, dammi tempo di valutare la tua proposta. Devo trovare il modo giusto di fare ciò che chiedi.”

“Il modo è uno solo. – Ribatte secco. - Un giorno, non un secondo di più.”

Così sia.

 

 

*****

 

 

 

 

Il cielo di questo giorno disperato è troppo luminoso e il sole troppo caldo, i suoi raggi dorati si spandono ovunque; attraversare la città è un rischio decisamente alto.

Scelgo un percorso all’ombra dei grandi palazzi, mentre lascio alle mie spalle il Palazzo dei Priori, diretta verso la villetta di Carlos.

Uno strano presentimento mi turba.

Mi aspetto che Aro mandi qualcuno della guardia a controllare che faccia il mio dovere, ma non è questo che m’impensierisce; è la ridicola speranza mista ad altrettanto timore che il mio angelo possa allontanarsi da Volerra.

Lo immagino lontano da Aro e le sue minacce.

Penosamente lontano da me.

Nonostante lo speri, scoprirlo in fuga mi causerebbe una sottile delusione.

 

Se soltanto fosse possibile…

 

Lo lascerei libero, se mi venisse data la possibilità di farlo.

Un’utopia, perché so benissimo che così non sarà mai.

Mi sembra incredibile provare qualcosa di simile, ma per la salvezza del mio angelo sarei pronta a rinunciare a lui. È qualcosa d’eccezionale che stento a comprendere, una forza potente che mi possiede tutta, e mi dilata il cuore atrofizzato da troppi secoli.

È questo il potere dell’amore?

È dunque tanto potente, da far scoppiare il mio cuore di demonio?

Il sentimento d’altruismo affiora in superficie da qualche recesso dimenticato della mia anima dannata ed è devastante da sopportare.

È un delirio di felicità e dolore. È bruciante quanto la sete di sangue, eppure più dolce. Pensare Carlos vivo mi rende felice, quanto saperlo lontano per sempre, mi fa sprofondare nella tristezza più assoluta.

Sentimenti mai potrebbero essere più inconciliabili, eppure sono veri e bruciano nel profondo.

 

Quando raggiungo la via in prossimità della villetta, scopro che Santiago mi ha seguita, confermando i miei sospetti. È stato Aro a mandarlo? È una sua iniziativa?

È lui a fugare ogni mio dubbio.

“Aro voleva metterti alle calcagna Felix e Dimitri, io mi sono offerto al posto loro.” Esordisce Santiago che ormai ha capito la dinamica del gioco.

“Non ti sei lasciato sfuggire l’occasione, vero?”

“Preferivi loro? - domanda sarcastico. – Io sono dalla tua parte.”

Alle sue parole, mi viene naturale stirare le labbra in un ghigno ironico.

“Oh, davvero? Non puoi volere che io trasformi Carlos. Ci perderesti.”

“Infatti lo preferirei morto, ma se la sua trasformazione ti garantirà salva la vita, farò lo sforzo di accettare un nuovo membro tra le file dei Volturi.”

Quanta generosità da parte tua! Così mi perderesti per davvero, e non lo vuoi. Per favore, smettila di fare la parte del vampiro altruista, ho capito a cosa miri; se Carlos morisse tu avresti campo libero con me! È l’unica cosa che t’interessa di tutta questa faccenda!”

Si avvicina di scatto e mi blocca un braccio. È infuriato.

“D’accordo maledizione! Io voglio te! Ti amo, farei di tutto per legarti a me, e non posso sopportare che getti la tua vita così! Hai perso l’intelletto Haidi! Dov’è finita la vampira che conoscevo? Che uccideva e amava con la stessa passione feroce e ingorda, che distingue quelli come noi due, Haidi? Io e te siamo uguali!”

“No… No! Ti sbagli!” Scuoto la testa decisa, mentre Santiago continua a travolgermi.

“Ti sei rammollita per un mortale che assomiglia ad un altro vampiro che ti ha abbandonata! È una cosa assurda! Un’ illusione della tua mente!”

“Può darsi, ma è troppo tardi! – urlo per farmi ascoltare, e farlo tacere. – Io sono cambiata, capiscilo testone! Forse non è amore, e forse Carlos non potrà mai ricambiare ciò che sento, ma non ha importanza. Io sono diversa e non posso farci niente!”

Santiago tace e mi guarda. È sconvolto, ma pare arreso, mentre ascolta le incredibili parole che mai avrei pensato di pronunciare, e stento a riconoscere l’incrinatura che rivela la mia voce.

“Ti rendi conto che mi sento come se avessi una disperata voglia di piangere, e non ci riesco? [2] È come se quello che ho dentro fosse sepolto in queste tenebre di cui sono fatta, e non riuscisse a uscire; lotta e graffia per emergere, come un disperato in procinto di annegare cerca l’aria e non la trova! Tu non immagini quanto fa male...”

Non so se Santiago comprende quello che sto dicendo, ma forse su una cosa ha ragione; tutto è illusione, il mio amore per Carlos, il suo per me.

Il vero artefice di tutta questa baraonda che sconvolge la mia monotona esistenza eterna, giunta alla probabile fine, è stato Carlisle; è lui che mi ha cambiata tanto tempo fa, perfino Aro è convinto di questo. Carlos ha trovato solo un terreno fertile dove le radici di un sentimento vivo hanno attecchito, il colpo di grazia, l’imput finale perché tutto si compisse.

“Ora vado da Carlos…- aggiungo con più calma. - Ho bisogno di parlare da sola con lui. Non voglio spaventarlo più di quanto non lo sia già. Tu aspettami qui.”

Santiago si rassegna alle mie parole, e mi lascia andare.

È pieno giorno e non voglio dare nell’occhio, non adesso almeno; dalla parte opposta della strada un uomo e una donna camminano nella nostra direzione, ci osservano con curiosità qualche istante prima di superarci e proseguire. Santiago li ignora, mentre entro in casa dall’ingresso come una persona normale.

L’odore del mio angelo impregna gli ambienti piccoli, ma accoglienti, il salotto, lo studio, la sala da pranzo. È tutto in ordine, ma colgo qualcosa di strano. Non un rumore rompe il silenzio, dal piano superiore dove c’è la camera da letto non proviene alcun suono. Un sospetto mi attraversa la mente come una saetta, e velocissima percorro le scale che portano di sopra. Non trovo anima viva. Solo il profumo del suo sangue e il lieve aroma della sua pelle testimonia che Carlos è stato qui; la camera dove solo la notte scorsa abbiamo fatto l’amore è deserta, ma pare sia passato un ciclone; il letto è sfatto, le ante dell’armadio sono spalancate, i cassetti del comò aperti e i vestiti scomparsi, come se qualcuno fosse fuggito in fretta. Sopra il comò, uno specchio dalla cornice di legno mi rimanda il mio riflesso sconvolto. Il mio sguardo vaga costernato nella stanza e si posa sul bracciolo di una sedia foderata di broccato dove giace abbandonata la vestaglia color vinaccia; una manica scivola oltre il bordo e sfiora il pavimento piegandosi molle sul polsino. Sembra un invito.

Dominata da un impulso irresistibile, mi avvicino per prendere l’indumento; accarezzo la seta preziosa tra le dita e una tempesta di ricordi mi assale, i suoi sorrisi spontanei e i suoi occhi azzurri dolcissimi, mentre affondo il naso e il volto tra le pieghe morbide del tessuto e mi lascio sconvolgere dall’odore.

Non so quanti minuti resto così, immota e senza volontà di reagire, dominata e vinta da un profumo che si è fissato nelle cellule della mia memoria come l’impronta di un calco nel gesso.

Poi ritrovo un barlume di lucidità.

Lascio la stanza solo per entrare in quell’attigua che dà sul retro della villetta; con uno strattone rabbioso scosto le tende pesanti, spalanco i vetri e mi affaccio alla finestra; la carrozza che da qualche giorno era ferma qui, non c’è più.

Mentre io controllavo l’interno dell’abitazione, Santiago si è spostato sul retro e ora dalla strada ha alzato lo sguardo verso di me. Si è accorto anche lui della nuova situazione e non manca di farmelo notare con sottile ironia.

“Credo che il tuo Carlos stia tentando la fuga! Quanto coraggio! – Commenta spietato e cinico, senza nascondere l’evidente disprezzo. – Tutto qui il suo amore per te?!…L’ho sempre detto che era un omuncolo senza palle… Spero che tu ti renda conto di quello che stai facendo.”

“Smettila! Ma cosa ti aspettavi? Hai mai trovato un umano felice di incontrare uno di noi?”

Sibilo prima di precipitarmi in strada per raggiungere il vampiro. Pochi secondi e sono di fianco a lui.

“Ha solo un paio d’ore di vantaggio su di noi, se corriamo lo raggiungeremo facilmente. Non sarà un problema seguire la sua scia.” Prosegue Santiago, che vorrebbe subito lanciarsi all’inseguimento del fuggitivo. Ma la mia intenzione è diversa e non prevede il coinvolgimento del mio vecchio amante.

“No…”

Passa qualche secondo prima della reazione del vampiro alla mia negazione.

“Cosa vuol dire no?” Sbotta, con un tono per nulla accomodante.

“Intendevo dire che tu non verrai con me…”

“Non penserai di lasciarlo andare, vero? - mi domanda, quasi iroso. – Se non lo fermi tu, ci penserà un altro vampiro della guardia, e non userà troppi riguardi.”

“Perché, tu li useresti? Ti ho già detto che voglio occuparmi io di Carlos. Tu mi aspetterai qui. Se non tornassi entro un tempo ragionevole, vorrà dire che la trasformazione sarà in atto; potrai rientrare a Palazzo e dirai ad Aro che tutto si è compiuto e che il segreto è salvo.”

“Lo sai che dovrò verificare; Aro non si accontenta delle parole, vorrà vedere…”

“E allora lo farai; tra un’ora verrai a cercarmi, non prima.”

 

Non aggiungo altro, mi metto in marcia, e velocemente scompaio oltre l’angolo della strada. Sono protetta solo dal mio mantello, unico schermo tra me e i raggi del sole. Poche ombre in cui nascondermi e solo la mia velocità soprannaturale mi protegge da possibili sguardi umani.

La città ormai è sveglia.

Si aprono le imposte per lasciar entrare la luce nelle case, qualcuno getta acqua sporca nei cortili e lungo i canali di scolo, una donna con un grembiule getta semi alle galline che razzolano in un’aia, ma è un giorno di festa e le attività consuete, le botteghe dei commercianti sono chiuse, e s’incontrano rari passanti.

Le campane delle chiese stanno chiamando a raccolta i fedeli.

Vita umana che scorre, mi passa accanto senza che possa sfiorarmi.

Devo privare Carlos di tutto questo, negargli il tepore del sole sulla pelle per obbligarlo a vivere per sempre dentro la prigione che è l’immortalità di un vampiro.

Non so ancora se lo voglio.

Non so se lo vorrà lui.

Pochi minuti e sono alle porte di Volterra, sotto le sue mura antiche che hanno resistito allo scorrere dei secoli. Davanti a me si apre la vasta campagna toscana con i suoi profumi intensi, di campi di grano e vigneti, mais e alberi da frutto, che non riescono a coprire la traccia olfattiva lasciata dal sangue del mio angelo; ha preso la direzione di Firenze.

 

 

Amore mio, non esiste luogo abbastanza lontano in cui tu possa sfuggirmi.

Non esiste città della Terra che i Volturi non possano raggiungere. Ma se esistesse, io ti nasconderei lì, come un tesoro da custodire gelosamente per sempre, e metterei un esercito di angeli guerrieri a proteggere la tua casa.

 

 

Sospetto che Santiago non resterà fermo in attesa del mio possibile ritorno; me lo ritroverò alle calcagna prima dell’ora stabilita.

Per questo devo essere più veloce di lui.

Devo raggiungere Carlos e parlargli; non so bene cosa potrò dirgli, né in quale modo potrò confessargli la verità e renderla meno terribile. L’unica risposta è quella che non vorrei. Non potrò farlo. Non ho più maschere da indossare per nascondere i miei occhi.

Sarà il confronto più difficile, impossibile e doloroso che avrò mai con qualcuno, e sono spaventosamente certa che sarà l’ultimo che avrò con il mio angelo in quest’esistenza dannata, che ho la follia di chiamare vita.

 

 

 

 

Continua…

 

 

E così siamo quasi all’epilogo che seguirà questo capitolo, il primo dei due che ho in mente. Le linee ormai sono tracciate e non si può tornare indietro.

Intanto, spero che questa parte non vi abbia deluso. Aspetto sempre le vostre impressioni, favorevoli o contrarie sono preziose per me, e ringrazio chi vorrà lasciare anche solo un breve commento.

Alla prossima.

Ninfea

 

 



[1]  Non ho resistito ad introdurre una piccola citazione; nome del vampiro del racconto meraviglioso di Le Fanu  “Carmilla” che vi consiglio di leggere, se amate i classici racconti di vampiri.

[2]  Mi rimetto ai romanzi originali, i vampiri di Twilight non possono piangere.

   
 
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