9 –
Ultimatum
Volterra è ancora
addormentata, avvolta dalle tiepide e rassicuranti nebbie del sogno, ignara dei
fatti di sangue che macchiano le sue antiche mura, all’oscuro dei terribili
segreti che nasconde dalla notte dei tempi.
È
domenica mattina, giornata santificata dal riposo, e gli esseri umani tra
qualche ora, usciranno dalle loro case per andare a Messa. Da ogni chiesa di
questo borgo antico, si alzeranno Osanne e benedizioni, lodi e ringraziamenti a
Dio Padre dell’umanità, per i generosi doni ricevuti.
È
strano che mi torni in mente proprio ora, un’idea di Carlisle, un commento
bizzarro che fece in mia presenza, parlando con Aro; non erano insolite certe
discussioni tra loro.
-
Tu credi in Dio, Carlisle? Quel Dio così pieno di
passioni umane di cui parla la Bibbia, creatore dell’universo e di tutto ciò
che contiene?
-
M’insegnarono, o forse mi obbligarono a crederci…
Ero il figlio di un severo pastore, lo sai… Mai ne dubitai finché fui uomo; è
facile e consolatorio riporre la fede in qualcosa di superiore, è quasi una
necessità umana, alleggerisce il fardello della vita sperare in una ricompensa
o in un castigo… ma da quando sono diventato ciò che sono, ho iniziato a
interrogarmi sulla vera natura di Dio, e sulla sua presunta volontà.
-
E dimmi, amico mio, a che conclusione sei giunto?
Anche noi vampiri facciamo parte del suo disegno?
-
Non lo so, Aro. Ma certe volte penso che il dio
degli uomini deve avere un senso dell’umorismo assai macabro.
Aveva
ragione anche quella volta.
Non
sanno, loro.
Non
sospettano che l’Inferno in terra si nasconde tra le loro case.
L’unico
dio in cui crede Aro è se stesso. E come tale, si sente infallibile.
Nel
suo regno egli è onnipotente ed eterno, e proprio come quello di un dio, il suo
sguardo arriva ovunque; qualche volta si concede d’essere magnanimo se da
questo ne deriva un vantaggio, se intravede uno scopo utile che può soddisfare
il suo ego immenso. Quanti membri della guardia dei Volturi, vampiri dai poteri
singolari, sono stai reclutati così, ne ho perso il conto.
Perfino
la moglie Sulpicia, sposa perfetta e complementare di Aro, compagna sottomessa,
fedele e paziente è stata scelta per il particolare dono che portava in dote,
la capacità di vedere in un umano il potenziale vampiro da sviluppare. È il
caso raro di qualche vittima speciale arrivata a Palazzo: viene trasformata in
vampiro, invece di venire dissanguata. Così è accaduto a Rosita, Carmilla,[1]
Thomas diventati immortali per i loro poteri, che Aro pensò bene di non
lasciarsi sfuggire.
Non
mi aspetto un giudizio magnanimo per il caso che mi riguarda, e pur sapendo che
sarà vano, tenterò ugualmente di difendermi e di proteggere il mio angelo.
Cammino
velocissima e divento ombra che si dissolve e che occhio umano non può
cogliere, seguita da Santiago e Alec, mentre in lontananza, odo le campane del
monastero dove io e Carlos ci davamo appuntamento, battere i rintocchi delle
sei.
In
fretta, raggiungiamo il palazzo rinascimentale che sorge al centro di Volterra.
Costantemente scortata dalle mie due guardie, varco il pesante portone di legno
che si chiude inesorabile alle mie spalle; oltrepasso il cortile interno,
raggiungo lo scalone in pietra e i corridoi che conducono alla grande sala
rettangolare che costituisce il cuore della dimora dei Volturi.
I
vampiri millenari sono seduti su tre scranni intarsiati opere di maestranze
fiorentine, come sovrani maestosi di un regno potente; al centro Aro, ai suoi
lati Caius e Marcus. Attorno, lungo i due lati più lunghi della sala, la loro
corte di vampiri testimoni di giudizi e condanne.
È una
strategia intimidatoria che conosco bene, costruita ad uso e consumo di
spettatori e comparse, utile per scoraggiare ogni idea di ribellione sul
nascere; centinaia di volte sono stata testimone di un simile monito. Quanti
membri della guardia sono stati reclutati così, messi di fronte all’alternativa
della morte, sceglievano di entrare nelle schiere dei Volturi.
-
Guardate cosa accade a
chi tradisce la legge, e badate di non trovarvi sulla barra degli imputati.
Queste sono parole che potrebbero essere incise nella
pietra come un cartiglio ammonitore sul muro dietro gli scranni, ma Aro
preferisce che restino sottintese, credendo il messaggio subliminale più
efficace. Egli è un despota intollerante, ma per vanità e mera astuzia ci tiene
a dare di sé un’immagine di nobile signore giusto e civilizzato.
Sono ferma davanti alla triade, e in silenzio aspetto che
si compia la mia sorte. Alec lascia il mio fianco, e raggiunge poco distante la
sorella Jane, che mi lancia strali con lo guardo maligno che la distingue.
Spera forse di poter usare il suo potere malefico su di me, lo capisco
guardandola negli occhi diabolici. Santiago si fa da parte, ma guarda me e poi
Aro con apprensione. Gli occhi di tutti i presenti sono puntati sulla mia
figura, carichi d’aspettativa mal celata. Qualcuno è sorpreso per la posizione
negativa in cui mi trovo.
Mi aspetto che Aro parli, infatti esordisce chiamando il
mio nome, mantenendo però quel tono cortese e composto che usa sempre.
“Haidi cara, proprio tu, la miglior cacciatrice di prede
della mia guardia, tradisci le leggi secolari di Volterra? Tradisci questa
famiglia che ti ha accolta a braccia aperte, per un umano… Ne valeva la pena?
La tua inevitabile punizione è già decisa, e mi duole violare l’intimità dei
tuoi pensieri, ma un fatto così straordinario suscita tutta la mia curiosità.
Tu permetti, vero?” Domanda in tono ironico e mellifluo.
Come se potessi scegliere di negargli qualcosa.
Senza aggiungere altro, Aro si alza dal suo trono e si
avvicina per prendermi la mano che gli porgo senza oppormi. Mi afferra con
entrambe le mani che chiude sulla mia.
Passano minuti di silenzio che paiono interminabili, ma
vedo le vermiglie pupille di Aro, specchi della sua avida brama di sangue e
conoscenza, dilatarsi sorprese.
Sta leggendo ogni cosa, ogni ricordo legato a Carlos, tra
presente e passato che s’intrecciano nella confusione di due volti quasi
identici tranne per gli occhi, cielo trasparente e ambra dorata che si
sovrappongono; vede ogni desiderio di sangue e vita che ho avuto su di lui;
vede le notti di lussuria selvaggia quando mi approfittavo del mio angelo
dormiente, la tentazione che ho avuto di ucciderlo a cui ho resistito con
fatica; vede l’ultima notte meravigliosa che abbiamo passato insieme, ma non
può vedere l’amore che mi scalda anche adesso il petto freddo, il potere di Aro
non arriva a tanto. Legge i pensieri d’amore, ma non li comprende perché non
prova e non vive ormai da secoli questo sentimento che muove il mondo; non
ricorda cosa sia e dunque per lui resta un mistero, l’età dell’oro perduta per
sempre. E alla fine, vede il momento esatto in cui mi sono tradita, rivelando
al mio angelo innocente la mia natura oscura e soprannaturale.
“Carlos… addirittura il nome ti ricorda lui… sorprendente.
Un incontro fatale, cara Haidi. Per te, e per il tuo angelo. - Commenta
Aro, perplesso, fissando il suo sguardo indagatore nel mio. – Dopo tutti questi
anni, Carlisle è ancora nel tuo cuore… dopo che lui ti ha abbandonata qui, per
restare fedele a se stesso.”
“L’ho amato esattamente per questo, e non mi ha
abbandonata, mi lasciò libera di scegliere se seguirlo oppure no; è più di
quanto abbia mai concesso tu a qualcuno, Aro.”
Il vampiro trasale un istante.
“È vero, te lo concedo. – Ammette. - Però non capisco:
potevi trasformare Carlos e fare di lui il tuo compagno, invece ti sei
rivelata, scatenando la sua paura e il suo moto di rifiuto. Che peccato! Potevi
ancora salvarti, se non commettevi un errore tanto stupido. Speravi davvero che
ti avrebbe accettata? Leggo notevole confusione in te, Haidi. Sei ancora
combattuta tra ciò che desideri come vampiro, e questo inspiegabile sentimento
che ti tormenta…”
Il vampiro s’interrompe e mi lascia la mano. Congiunge le
sue, preso dalle proprie riflessioni che esprime a voce alta.
“La verità è che il mio vecchio amico Carlisle, con la sua
compassione è riuscito a generare una falla in te… un difetto che sembra
impossibile eliminare.”
“È questo che ti faceva paura! Temevi che potesse fare la
stessa cosa con te… il potente Aro vittima delle emozioni umane… è la vera
ragione per cui Carlisle fu costretto ad andar via da Volterra.”
I fratelli di Aro, fino ad ora sono rimasti in ascolto, ma
Caius, spazientito dai miei toni accusatori, decide d’intervenire.
“Ora basta! Stiamo perdendo tempo inutilmente. La colpa di
Haidi è molto chiara e bisogna agire. Dovranno morire entrambi, questa è la
nostra legge e i Volturi non concedono appelli.”
“Tutto sarà compiuto secondo la legge, fratelli.” Risponde
pronto Aro.
Ma io mi ribello.
“No! Nessuno di voi toccherà Carlos! Ucciderò il vampiro
che oserà avvicinare i suoi canini a lui.” Grido decisa, sfidando tutti i
testimoni presenti.
Prontamente sono afferrata per le braccia da due guardie,
pronte a squartarmi ad un cenno affermativo di Aro. Provo a liberarmi, ma non
ci riesco. Jane vorrebbe intervenire, ma Aro la ferma, prima che io inizi a
contorcermi dal dolore.
Santiago fa un passo verso di me, spaventato; Dimitri lo
trattiene per un braccio e gli sussurra un consiglio all’orecchio, sta
calmo, così non l’aiuti.
“Haidi ti prego, no!”
Urla disperato; poveretto, probabilmente non si aspettava
un epilogo del genere. Forse è davvero innamorato di me, mi dispiace per lui.
“Come pensi di poterlo impedire?” Domanda Aro, che torna a
fissarmi incredulo.
“Se Carlos dovrà morire, sarà solo per mano mia. È la mia
unica richiesta, e dopo potrete fare di me ciò che volete, non m’importa.”
“Lo ami, e sei disposta ad ucciderlo? Quale paradosso è
mai questo? Che razza di amore è il tuo, Haidi? Allora ho ragione quando dico
che un vampiro non può amare! – Esulta Aro, vittorioso. – La tua natura in
fondo, non è così diversa dal quella dei tuoi simili; sei una creatura egoista
che vuole prendere per sé…”
“No, Aro. In realtà, non voglio prendere, ma resto un
vampiro e non posso salvare Carlos… voglio concedergli una morte pietosa.
Carlos chiuderà gli occhi senza soffrire. Questo è il solo atto d’amore
che posso fare per lui: risparmiargli la sofferenza.”
Perfino Aro avverte la nota dolorosa della mia voce, e
reagisce con rinnovato stupore; non si capacita delle mie reazioni, ma intuisce
che sono sincere. E arriva alle sue personali conclusioni; che siano vere o no,
a me poco importa.
“Tu dimostri un curioso senso di pietà, Haidi… è davvero
stupefacente! Ma continuo a pensare che non sia innato…Quale potere era quello
di Carlisle; ha piantato un seme dentro di te… Carlos ha nutrito quel seme, e
lo ha fatto germogliare. È affascinante!”
Esclama sconvolto, lo sguardo stupefatto ed esultante. Ma
repentino, cambia espressione e diviene pensieroso, e so benissimo cosa
significa: siamo arrivati al dunque. Resta in silenzio per alcuni istanti, come
se fosse concentrato, le mani intrecciate all’altezza del petto. La sentenza
sta per essere emessa e sarà senza appello.
“Voglio dimostrarti Haidi, che so essere magnanimo, quando
occorre; non è una colpa essere attratti da un essere umano, e questo Carlos è
un individuo speciale se ha attirato l’attenzione della mia esca e cacciatrice
migliore; mi troverei costretto a fare a meno dei tuoi servigi a malincuore. Se
non ti avesse mai scoperta, non staremmo qui a parlarne, e sfortuna vuole che
ora lui sa più di quel che deve. Dovrei applicare la nostra legge, ma ho deciso
di darti una possibilità: trasformalo Haidi, sarà il tuo compagno e lo
accoglieremo in seno alla nostra grande famiglia. O così, o la morte.”
Volgo lo sguardo attorno, e incontro quello maligno di
Jane, e noto il moto d’evidente disappunto della piccola sadica. Non posso fare
a meno di provare una quieta soddisfazione, che mi fa incurvare lievemente le
labbra.
Non era questo che ti aspettavi, vero?
Vedevi già il rogo che avrebbe divorato il mio corpo, penso
ironica.
Forse la vampira invidiosa, alla fine troverà la sua
soddisfazione.
L’offerta di Aro mi coglie impreparata; solo qualche
giorno fa, per soddisfare il mio puro egoismo avrei accettato questa soluzione
come quella più congeniale, ma ora esito. Eppure, trasformare Carlos fu uno dei
miei primi pensieri, il più naturale e scontato desiderio della creatura che
sono. Cosa è cambiato da allora?
La verità è che ho paura di condannare Carlos a questa
esistenza senza emozioni autentiche, ho paura che l’amore si trasformi in
cenere, e vada a perdersi nel vento.
Mi sono innamorata dell’innocenza del mio angelo, del suo
candore che scalda il mio cuore freddo; perderei tutto se lo trasformassi in
vampiro, diventerebbe come gli altri, una belva dagli occhi di brace che non
conosce pietà, un mostro assetato di sangue e nient’altro. Non sarebbe più lui.
E non sarebbe neppure Carlisle, a cui tanto somiglia
nell’aspetto e che me lo ricorda per l’animo generoso e gentile, l’unica guida
che potrebbe aiutarlo a non perdersi.
L’idea folle di proporre a Carlos l’eternità, sperando che
l’accolga per amor mio, è scivolata via di fronte ai suoi occhi di cielo lividi
di terrore e disgusto.
Ma ho poche alternative.
Aro aspetta la mia risposta.
“Ti ringrazio, Aro. Ti prego, dammi tempo di valutare la
tua proposta. Devo trovare il modo giusto di fare ciò che chiedi.”
“Il modo è uno solo. – Ribatte secco. - Un giorno, non un
secondo di più.”
Così sia.
*****
Il cielo di questo giorno disperato è troppo luminoso e il
sole troppo caldo, i suoi raggi dorati si spandono ovunque; attraversare la
città è un rischio decisamente alto.
Scelgo un percorso all’ombra dei grandi palazzi, mentre
lascio alle mie spalle il Palazzo dei Priori, diretta verso la villetta di
Carlos.
Uno strano presentimento mi turba.
Mi aspetto che Aro mandi qualcuno della guardia a
controllare che faccia il mio dovere, ma non è questo che m’impensierisce; è la
ridicola speranza mista ad altrettanto timore che il mio angelo possa
allontanarsi da Volerra.
Lo immagino lontano da Aro e le sue minacce.
Penosamente lontano da me.
Nonostante lo speri, scoprirlo in fuga mi causerebbe una
sottile delusione.
Se soltanto fosse possibile…
Lo lascerei libero, se mi venisse data la possibilità di
farlo.
Un’utopia, perché so benissimo che così non sarà mai.
Mi sembra incredibile provare qualcosa di simile, ma per
la salvezza del mio angelo sarei pronta a rinunciare a lui. È qualcosa
d’eccezionale che stento a comprendere, una forza potente che mi possiede
tutta, e mi dilata il cuore atrofizzato da troppi secoli.
È questo il potere dell’amore?
È dunque tanto potente, da far scoppiare il mio cuore di
demonio?
Il sentimento d’altruismo affiora in superficie da qualche
recesso dimenticato della mia anima dannata ed è devastante da sopportare.
È un delirio di felicità e dolore. È bruciante quanto la
sete di sangue, eppure più dolce. Pensare Carlos vivo mi rende felice, quanto
saperlo lontano per sempre, mi fa sprofondare nella tristezza più assoluta.
Sentimenti mai potrebbero essere più inconciliabili,
eppure sono veri e bruciano nel profondo.
Quando raggiungo la via in prossimità della villetta,
scopro che Santiago mi ha seguita, confermando i miei sospetti. È stato Aro a
mandarlo? È una sua iniziativa?
È lui a fugare ogni mio dubbio.
“Aro voleva metterti alle calcagna Felix e Dimitri, io mi
sono offerto al posto loro.” Esordisce Santiago che ormai ha capito la dinamica
del gioco.
“Non ti sei lasciato sfuggire l’occasione, vero?”
“Preferivi loro? - domanda sarcastico. – Io sono dalla tua
parte.”
Alle sue parole, mi viene naturale stirare le labbra in un
ghigno ironico.
“Oh, davvero? Non puoi volere che io trasformi Carlos. Ci
perderesti.”
“Infatti lo preferirei morto, ma se la sua trasformazione
ti garantirà salva la vita, farò lo sforzo di accettare un nuovo membro tra le
file dei Volturi.”
“Quanta generosità da parte tua! Così mi perderesti
per davvero, e non lo vuoi. Per favore, smettila di fare la parte del vampiro
altruista, ho capito a cosa miri; se Carlos morisse tu avresti campo libero con
me! È l’unica cosa che t’interessa di tutta questa faccenda!”
Si avvicina di scatto e mi blocca un braccio. È infuriato.
“D’accordo maledizione! Io voglio te! Ti amo, farei di
tutto per legarti a me, e non posso sopportare che getti la tua vita così! Hai
perso l’intelletto Haidi! Dov’è finita la vampira che conoscevo? Che uccideva e
amava con la stessa passione feroce e ingorda, che distingue quelli come noi
due, Haidi? Io e te siamo uguali!”
“No… No! Ti sbagli!” Scuoto la testa decisa, mentre
Santiago continua a travolgermi.
“Ti sei rammollita per un mortale che assomiglia ad un
altro vampiro che ti ha abbandonata! È una cosa assurda! Un’ illusione della
tua mente!”
“Può darsi, ma è troppo tardi! – urlo per farmi ascoltare,
e farlo tacere. – Io sono cambiata, capiscilo testone! Forse non è amore, e
forse Carlos non potrà mai ricambiare ciò che sento, ma non ha importanza. Io
sono diversa e non posso farci niente!”
Santiago tace e mi guarda. È sconvolto, ma pare arreso,
mentre ascolta le incredibili parole che mai avrei pensato di pronunciare, e
stento a riconoscere l’incrinatura che rivela la mia voce.
“Ti rendi conto che mi sento come se avessi una disperata
voglia di piangere, e non ci riesco? [2]
È come se quello che ho dentro fosse sepolto in queste tenebre di cui sono
fatta, e non riuscisse a uscire; lotta e graffia per emergere, come un
disperato in procinto di annegare cerca l’aria e non la trova! Tu non immagini
quanto fa male...”
Non so se Santiago comprende quello che sto dicendo, ma
forse su una cosa ha ragione; tutto è illusione, il mio amore per Carlos, il
suo per me.
Il vero artefice di tutta questa baraonda che sconvolge la
mia monotona esistenza eterna, giunta alla probabile fine, è stato Carlisle; è
lui che mi ha cambiata tanto tempo fa, perfino Aro è convinto di questo. Carlos
ha trovato solo un terreno fertile dove le radici di un sentimento vivo hanno
attecchito, il colpo di grazia, l’imput finale perché tutto si compisse.
“Ora vado da Carlos…- aggiungo con più calma. - Ho bisogno
di parlare da sola con lui. Non voglio spaventarlo più di quanto non lo sia
già. Tu aspettami qui.”
Santiago si rassegna alle mie parole, e mi lascia andare.
È pieno giorno e non voglio dare nell’occhio, non adesso
almeno; dalla parte opposta della strada un uomo e una donna camminano nella
nostra direzione, ci osservano con curiosità qualche istante prima di superarci
e proseguire. Santiago li ignora, mentre entro in casa dall’ingresso come una
persona normale.
L’odore del mio angelo impregna gli ambienti piccoli, ma
accoglienti, il salotto, lo studio, la sala da pranzo. È tutto in ordine, ma
colgo qualcosa di strano. Non un rumore rompe il silenzio, dal piano superiore
dove c’è la camera da letto non proviene alcun suono. Un sospetto mi attraversa
la mente come una saetta, e velocissima percorro le scale che portano di sopra.
Non trovo anima viva. Solo il profumo del suo sangue e il lieve aroma della sua
pelle testimonia che Carlos è stato qui; la camera dove solo la notte scorsa
abbiamo fatto l’amore è deserta, ma pare sia passato un ciclone; il letto è
sfatto, le ante dell’armadio sono spalancate, i cassetti del comò aperti e i
vestiti scomparsi, come se qualcuno fosse fuggito in fretta. Sopra il comò, uno
specchio dalla cornice di legno mi rimanda il mio riflesso sconvolto. Il mio
sguardo vaga costernato nella stanza e si posa sul bracciolo di una sedia
foderata di broccato dove giace abbandonata la vestaglia color vinaccia; una
manica scivola oltre il bordo e sfiora il pavimento piegandosi molle sul
polsino. Sembra un invito.
Dominata da un impulso irresistibile, mi avvicino per
prendere l’indumento; accarezzo la seta preziosa tra le dita e una tempesta di
ricordi mi assale, i suoi sorrisi spontanei e i suoi occhi azzurri dolcissimi,
mentre affondo il naso e il volto tra le pieghe morbide del tessuto e mi lascio
sconvolgere dall’odore.
Non so quanti minuti resto così, immota e senza volontà di
reagire, dominata e vinta da un profumo che si è fissato nelle cellule della
mia memoria come l’impronta di un calco nel gesso.
Poi ritrovo un barlume di lucidità.
Lascio la stanza solo per entrare in quell’attigua che dà
sul retro della villetta; con uno strattone rabbioso scosto le tende pesanti,
spalanco i vetri e mi affaccio alla finestra; la carrozza che da qualche giorno
era ferma qui, non c’è più.
Mentre io controllavo l’interno dell’abitazione, Santiago
si è spostato sul retro e ora dalla strada ha alzato lo sguardo verso di me. Si
è accorto anche lui della nuova situazione e non manca di farmelo notare con
sottile ironia.
“Credo che il tuo Carlos stia tentando la fuga! Quanto
coraggio! – Commenta spietato e cinico, senza nascondere l’evidente disprezzo.
– Tutto qui il suo amore per te?!…L’ho sempre detto che era un omuncolo senza
palle… Spero che tu ti renda conto di quello che stai facendo.”
“Smettila!
Ma cosa ti aspettavi? Hai mai trovato un umano felice di incontrare uno di
noi?”
Sibilo
prima di precipitarmi in strada per raggiungere il vampiro. Pochi secondi e
sono di fianco a lui.
“Ha
solo un paio d’ore di vantaggio su di noi, se corriamo lo raggiungeremo
facilmente. Non sarà un problema seguire la sua scia.” Prosegue Santiago, che
vorrebbe subito lanciarsi all’inseguimento del fuggitivo. Ma la mia intenzione
è diversa e non prevede il coinvolgimento del mio vecchio amante.
“No…”
Passa
qualche secondo prima della reazione del vampiro alla mia negazione.
“Cosa
vuol dire no?” Sbotta, con un tono per nulla accomodante.
“Intendevo
dire che tu non verrai con me…”
“Non
penserai di lasciarlo andare, vero? - mi domanda, quasi iroso. – Se non lo
fermi tu, ci penserà un altro vampiro della guardia, e non userà troppi
riguardi.”
“Perché, tu li useresti? Ti ho già detto che voglio
occuparmi io di Carlos. Tu mi aspetterai qui. Se non tornassi entro un tempo
ragionevole, vorrà dire che la trasformazione sarà in atto; potrai rientrare a
Palazzo e dirai ad Aro che tutto si è compiuto e che il segreto è salvo.”
“Lo
sai che dovrò verificare; Aro non si accontenta delle parole, vorrà vedere…”
“E
allora lo farai; tra un’ora verrai a cercarmi, non prima.”
Non
aggiungo altro, mi metto in marcia, e velocemente scompaio oltre l’angolo della
strada. Sono protetta solo dal mio mantello, unico schermo tra me e i raggi del
sole. Poche ombre in cui nascondermi e solo la mia velocità soprannaturale mi
protegge da possibili sguardi umani.
La città
ormai è sveglia.
Si
aprono le imposte per lasciar entrare la luce nelle case, qualcuno getta acqua
sporca nei cortili e lungo i canali di scolo, una donna con un grembiule getta
semi alle galline che razzolano in un’aia, ma è un giorno di festa e le
attività consuete, le botteghe dei commercianti sono chiuse, e s’incontrano
rari passanti.
Le
campane delle chiese stanno chiamando a raccolta i fedeli.
Vita umana
che scorre, mi passa accanto senza che possa sfiorarmi.
Devo privare
Carlos di tutto questo, negargli il tepore del sole sulla pelle per obbligarlo a
vivere per sempre dentro la prigione che è l’immortalità di un vampiro.
Non
so ancora se lo voglio.
Non so
se lo vorrà lui.
Pochi minuti e sono alle porte di Volterra, sotto le sue
mura antiche che hanno resistito allo scorrere dei secoli. Davanti a me si apre
la vasta campagna toscana con i suoi profumi intensi, di campi di grano e
vigneti, mais e alberi da frutto, che non riescono a coprire la traccia
olfattiva lasciata dal sangue del mio angelo; ha preso la direzione di Firenze.
Amore mio, non esiste luogo abbastanza lontano in
cui tu possa sfuggirmi.
Non esiste città della Terra che i Volturi non
possano raggiungere. Ma se esistesse, io ti nasconderei lì, come un tesoro da
custodire gelosamente per sempre, e metterei un esercito di angeli guerrieri a
proteggere la tua casa.
Sospetto
che Santiago non resterà fermo in attesa del mio possibile ritorno; me lo
ritroverò alle calcagna prima dell’ora stabilita.
Per questo
devo essere più veloce di lui.
Devo raggiungere
Carlos e parlargli; non so bene cosa potrò dirgli, né in quale modo potrò
confessargli la verità e renderla meno terribile. L’unica risposta è quella che
non vorrei. Non potrò farlo. Non ho più maschere da indossare per nascondere i
miei occhi.
Sarà il
confronto più difficile, impossibile e doloroso che avrò mai con qualcuno, e
sono spaventosamente certa che sarà l’ultimo che avrò con il mio angelo in quest’esistenza
dannata, che ho la follia di chiamare vita.
Continua…
E così siamo quasi all’epilogo che seguirà questo capitolo, il
primo dei due che ho in mente. Le linee ormai sono tracciate e non si può
tornare indietro.
Intanto, spero che questa parte non vi abbia deluso. Aspetto sempre
le vostre impressioni, favorevoli o contrarie sono preziose per me, e ringrazio
chi vorrà lasciare anche solo un breve commento.
Alla prossima.
Ninfea