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Autore: BeJames    26/09/2016    2 recensioni
Dopo l'incidente di cinque anni fa, cento giocatori rimangono nuovamente bloccati in Sword Art Online; l'unico modo per uscirne è completare il gioco ma, attenzione... Qui si muore per davvero.
Tra gli imprigionati ci sono Sanji, Nami, Gray e Juvia: due pirati e due maghi che si incontreranno, stringeranno legami, condivideranno dolori. Obiettivo primario: terminare il gioco e tornare al mondo reale sani e salvi...
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13

 

Gli sguardi di Juvia e Gray erano fissi sulla figura di quello che, una volta, era un amico. Ryuu estrasse la spada dal fodero, puntandola verso Gray con un movimento veloce.
«Gray-sama...», fece la maga dell'acqua, ma Gray si fece avanti e la nascose dietro il braccio teso.
«Ti prego, Ryuu», si rivolse al ragazzo con un tono insolitamente gentile. «Ci deve essere un altro modo».
Il ragazzo si lasciò scappare una risata amara. «Andiamo, Gray. Non dirmi che vuoi risolvere la cosa pacificamente… Proprio tu?».
«Sì. E, bada, non lo faccio per te. Lo faccio per Juvia, perché questa piega degli eventi la sta facendo soffrire».
Il cuore di Juvia mancò di qualche battito. Cercò di rimanere lucida e si fece avanti: «Ryuu-kun! Ascoltaci!».
«TACI!», sbottò lui. «Perché dovrei ascoltare due traditori?!».
«E' vero, Ryuu, siamo due traditori», gli disse Gray. «Ma preferisco mille volte essere un traditore che essere parte della gilda di un uomo come Sebastian».
Ryuu abbassò lo sguardo e i capelli folti formarono un'inquietante ombra sulla sua fronte.
«Sebastian-san mi ha salvato quando non sapevo dove andare, quando non sapevo cosa ne sarebbe stato della mia vita in questo maledetto gioco», disse quasi in un sussurro. «Lui mi ha promesso che mi riporterà a casa!».
«E' una bugia, Ryuu-kun, e tu lo sai!», gli disse Juvia in un ultimo disperato tentativo. «Tu sei amico di Juvia! Vieni via con Juvia e Gray-sama, un posto come questo non è adatto a te!».
«Io non posso tradire Sebastian-san», sussurrò, sguainando la spada. «NON POSSO!», urlò poi, lanciandosi verso Juvia a spada alta.
«Ice Make: Cold Excalibur!».
Di nuovo, una grossa spada di ghiaccio si mise tra lui e la maga, respingendolo di qualche metro. Quando si rimise in piedi, vide che Gray era di fronte a lui pronto a combattere.
«E' la seconda volta che cerchi di ucciderla», gli disse fissandolo con sguardo minaccioso. «Non ti permetterò di farlo di nuovo!».
Ryuu ghignò. «Finalmente hai deciso di fare sul serio, Gray Fullbuster!».
Le loro spade si intrecciarono, dando inizio ad uno scontro che non prevedeva che la vita di entrambi fosse risparmiata.
 

Le labbra di Sebastian erano morbide e vellutate al tatto, proprio come il loro aspetto lasciava presagire. Nami si lasciò baciare, mentre la mente le si faceva sempre più vuota… Come mai era lì? Chi era prima di arrivare nella stanza di Sebastian-san? Esisteva qualcun altro al di fuori di lui? Valeva la pena di vivere per qualsiasi altra cosa a quel mondo?
Sebastian continuò a baciarla lentamente, sorridendo alla sua ormai totale resa. «Brava, Nami… Dimentica… Dimentica tutti, tranne me».
Dimenticare… Tutti? Perché esisteva davvero qualcun altro oltre a Sebastian-san? Probabilmente no, perché quello era il suo primo bacio. Era la prima volta che baciava qualcuno e la sensazione che provava era…
«Nami-san!»
Uh? A chi apparteneva quella voce che era sbucata fastidiosa nella sua testa? Non era la voce di Sebastian-san, era più alta e molto meno garbata. Eppure le piaceva, le dava una sensazione di calore e famiglia. Era di qualcuno che conosceva?
Una serie di flash iniziarono ad apparire nella sua mente man mano che Sebastian esplorava ogni parte del suo corpo. Nami iniziò a sentire una sensazione di incredibile disagio, come se le labbra che stavano baciando la sua pelle non fossero quelle che desiderava.
Capelli biondi. Sì, i capelli a cui era abituata erano biondi e leggermente mossi, non corvini e lisci.
Gli occhi… Gli occhi erano blu, non di quel colore simile a quello del sangue.
Il profumo… Il profumo che ricordava era quello di fumo misto a spezie, molto diverso da quello di Sebastian.
Come un fulmine a ciel sereno un volto si fece largo nella sua mente, chiaro e sorridente come il sole: Sanji-kun!
Improvvisamente Nami si divincolò dalla presa di Sebastian, come se anche solo il suo tocco l'avesse ustionata. Lo fissò con sguardo minaccioso e si riabbottonò la giacca in fretta. «Non toccarmi».
«Oh-oh», Sebastian sorrise quasi compiaciuto. «Sei riuscita ad evadere la mia abilità? Sei brava».
«Stavi cercando di cancellare tutti i miei ricordi, vero?».
Sebastian annuì: «E' la mia abilità speciale. Sorpresa, vero?».
Nami deglutì: quello doveva essere un altro dei motivi per cui veniva considerato così pericoloso... Stava riuscendo a lobotomizzarla senza che lei se ne rendesse quasi conto. Stava quasi per dimenticarsi tutto, anche di Sanji!
«Non fare quella faccia Nami. Sai anche tu che non hai scelta».
«No! Non permetterò mai più a nessuno di mettermi i piedi in testa!». Scatto dal letto in direzione della porta, ma Sebastian la afferrò con una presa d'acciaio, facendola cadere rovinosamente a terra sotto il suo peso.
«Stai ferma...», le sussurrò in un orecchio, bloccandole un braccio dietro la schiena. «O sarò costretto a spezzarti queste bellissime braccia». Tirò violentemente il gomito della ragazza verso di sé, facendola urlare di dolore.
E' un corpo virtuale. E' un corpo virtuale. Non ti sta davvero spezzando le braccia, è solo una sensazione. E' un corpo virtuale!
«E' un corpo virtuale… Spezza tutto quello che vuoi...», gli disse con la voce distorta dal dolore. «Ma non ti permetterò di usarmi come il tuo giocattolo!».
Sebastian rise di gusto: «Questa è una cosa che non posso proprio prometterti, ragazzina!».
Lo sentì portare le mani di nuovo verso il suo decolletè, giocando coi bottoni della sua giacca da combattimento; cercò di divincolarsi con tutta la forza che le era rimasta, ma la presa di lui era troppo forte.
Aiutami… Sanji-kun!

 

Gray si lasciò andare in ginocchio per qualche attimo, cercando di riprendere fiato, mentre il suo avversario faceva la stessa cosa. Ryuu doveva essersi allenato molto più di quanto ricordasse, le skill erano al pari con le sue.
«Gray-sama!», Juvia lo raggiunse, aiutandolo a rialzarsi. «Stai bene?».
«Non preoccuparti», la rassicurò lui con un sorriso.
«GRAY, GUARDAMI!». Il ragazzo dai capelli rosa tornò alla carica a spada alta, colpendo la spada di ghiaccio dell'ex compagno con estrema forza.
Juvia rimase immobile a vederli incrociare le spade in una lotta che, almeno per quanto potesse vedere lei, sembrava alla pari. Gray poteva sembrare svantaggiato contro la spada infuocata di Ryuu, ma lei sapeva benissimo che ormai quel ghiaccio aveva dentro di sé la stessa determinazione del suo padrone: non si sarebbe sciolto tanto facilmente.
Aveva fiducia in Gray, però… Era giusto che stesse lì senza fare nulla? Tutto sommato era stata lei a stringere amicizia con Ryuu, era stata lei a trattarlo come un membro della famiglia. Il solo pensiero di fargli del male la spaventava a morte, ma era giusto che fosse sempre Gray a sporcarsi le mani per lei?
Un improvviso rumore metallico la obbligò a voltarsi verso la zona della battaglia: Ryuu era riuscito a disarmare Gray, mettendolo con le spalle al muro e impedendogli di usare le mani per creare una nuova arma.
«Ryuu-kun!», urlò, avvicinandosi a loro. «Fermati subito!».
Ryuu sorrise, abbassando la fronte per impedire a tutti di vedere le sue lacrime. Si voltò verso di lei e la guardò con aria impotente: «Non posso fermarmi. Non posso tradire Sebastian-san… E tu lo sai».
Juvia sentì le lacrime scendere dispettose dai suoi occhi. Col cuore stretto in una morsa alzò il braccio, trasformandolo in un potente getto d'acqua.
Doveva proteggere Gray. Doveva farlo.
«Water Cane!», gridò tra i singhiozzi, mentre Ryuu cadeva rovinosamente a terra vittima della sua acqua compressa, che l'aveva ferito mortalmente.
«Ryuu!». Gray si alzò da terra, raggiungendo Juvia, inginocchiata in parte al loro ex compagno di gilda.
La maga dell'acqua gli mise una mano sotto la schiena, sostenendolo e facendogli appoggiare la testa sulle sue ginocchia, mentre le lacrime colpivano la fronte del ragazzo.
«J-Juvia è dispiaciuta...», mormorò con la voce rotta dal piano, mentre Gray le metteva una mano sulla spalla e stringeva forte.
«Anche a me...», sussurrò Ryuu, alzando la mano verso di loro per fargliela afferrare. Gray gliela prese per primo, cercando di imprimere nello sguardo tutto ciò che stava provando in quel momento.
«Volevo tanto tornare a casa...», disse, prima di chiudere gli occhi.
«Juvia lo sa! Ma tu puoi ancora...».
«Juvia-chan… Quando tornerete a casa potresti cercare questo ragazzo per me e dirgli che mi dispiace?», le chiese con una gentilezza che la maga non pensava più di vedere accostata al suo viso.
«Sì!», affermò lei con decisione, afferrando la piccola foto sgualcita dalla sua mano. «Juvia ti da la sua parola. Lo cercherò ovunque».
Ryuu sorrise un'ultima volta, prima che la sua barra dei punti vita diventasse completamente rossa e lo facesse sparire in una pioggia di piccoli pixel rossi.
Juvia premette il viso contro il petto di Gray, mentre gli ultimi cristallini si infrangevano fragili sulle loro spalle come a voler dire addio…

 

Un rumore assordante.
Era questo che Nami aveva sentito all'improvviso, mentre la porta di legno scuro cadeva in pezzi e si alzava un polverone tutt'intorno.
«NAMI-SAN!», gridò il ragazzo biondo che aveva distrutto quel portone che le sembrava tanto inespugnabile e a Nami salirono le lacrime.
Lui era lì.
Era venuto a salvarla, e si stava avvicinando a Sebastian con aria determinata e minacciosa, fasciato nel cappotto blu da combattimento e in un alone eroico.
Era arrivato, come faceva sempre.
«...Sanji-kun!».
 

 

   
 
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