Per Ester.
E ora viaggi, ridi, vivi, o sei perduta
Col tuo ordine discreto dentro al cuore.
Phae
Passerà questa pioggia sottile come passa il dolore
Ti senti tremare, lo sguardo perso come quello di un cucciolo abbandonato, i ricci ancora bagnati di pioggia, sporchi di sangue, le mani tremanti e sul viso lacrime che dovevano essere finzione, ma che mai lo sono state.
Lontano da John.
Grazie a te ho una barca da scrivere ho un treno da perdere
Pensi a John e tremi ancora, quasi ridi, non importa poi molto. Pensi a John che forse ancora non ha realizzato la tua morte, che ti ha visto cadere, infrangerti, morire. Piccolo John, sciocco John, meraviglioso John.
Pensi a tutto quello che avresti voluto dirgli prima di gettarti da quel tetto, e lui era così piccolo, così lontano da te, ritto in piedi sull'asfalto bagnato di Londra, lo spettro dell'ultima risata ancora sul volto. E tu non hai fatto in tempo, ne hai avuto così tanto e non hai fatto in tempo.
Sul tuo corpo così dolce di fame così dolce di sete
Lo fai per salvarlo, per salvare tutti loro. Lo sai, certo che lo sai.
Ma è una consolazione amara sulla lingua, ti si stringe in gola e ti impedisce il respiro. Respireresti tutta l'aria del mondo, se solo riuscissi. Ma non riesci.
Lo sai, ma vorresti aver avuto la forza di essere un po' meno buono, un po' più egocentrico. Somigliare un poco di più al sociopatico che tutti amano tanto dipingerti addosso.
John non l'ha mai fatto.
John sa chi sei tu.
Perchè domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole
Tornerai. In questa vita o nella prossima. Tornerai e passerà il dolore, passeranno le lacrime e potrai ricomporre la tua maschera di ghiaccio senza preoccupartene troppo, perchè ci sarà sempre John a vedere attraverso di essa. A vedere te.
Tornerai e sarete entrambi così pieni di parole che non riuscirete a pronunciarne nemmeno una, e tu speri di avere il coraggio un giorno per fare quello che andava fatto tempo fa.
Adesso puoi solo sentirti piccolo, e fragile, aggrapparti a quel centimetro d'anima e calore che porti dentro di te.
Quello che non sapevi nemmeno di possedere, ma che è l'unica cosa al mondo che valga la pena avere.
John.
Passerà questa pioggia sottile come passa il dolore
Ma dove dov'è il tuo amore, ma dove è finito il tuo amore.
Note dell'autrice:
Il titolo, così come le citazioni in corsivo a destra, sono tratti dalla meravigliosa Hotel Supramonte di Fabrizio De Andrè. (Se non la conoscete, ma anche se la conoscete, vi consiglio di ascoltarla).
Questa flashfic è nata questa sera, mentre mi tormentavo al pensiero dei giorni che mancano all'uscita della quarta stagione.
Non ha la pretesa di essere nulla di nuovo, nè di originale, molto è già stato scritto ed è già stato detto senza che io dovessi aggiungere qualcosa.
Non ha nemmeno la pretesa, ma ha la speranza di essere se non un conforto, almeno un accenno di un sorriso, per Ester. Che è un po' il mio John Watson, e da qualche mese a questa parte il mio personale conduttore di luce.
Un bacio a tutti e alla prossima (a presto aggiornamenti sulla mia long in corso, giuro che pubblico tra domani e dopo),
Phae
P.s.
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