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Autore: RedFoxx    27/09/2016    5 recensioni
Il mondo di Naruto viene mescolato con elementi appartenenti a Blue exorcist, sullo sfondo di una moderna Tokyo. Naruto, mezzo demone e mezzo umano, dovrà prendere una decisione e Sasuke lo aiuterà. Forse.
Grazie a chiunque si fermerà a leggere questa ff, in caso contrario sciagura a voi! (cit.)
Pairing: NaruSasu.
RedFoxx
Genere: Avventura, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ciao a tuttiiii! Sono tornata, ma stavolta non aggiornando La volpe nera e il principe, bensì portando una storia nuova!☺️ Lo so, sono senza speranze 😅 Non ho molto da dire, solo che mi sono ispirata all'universo di Blue exorcist che mi piace tantissimo! Spero vi piaccia, in base al feedback vedrò se continuarla o cancellare e cercare di concludere La volpe nera e il principe in qualche modo 🙈
 Detto ciò, vi auguro una buona lettura!


RedFoxx
 

Un nuovo inizio




Tokyo, ore 21.34 pm.

 


 

«Ragazzi, tutti in posizione?»


L’uomo parlò nella ricetrasmittente e gli giunsero risposte affermative dall’auricolare. Scrutò attentamente i monitor di fronte a sé.

 

Si stava stretti nel retro del furgone, ma per gli appostamenti era l’unica soluzione. Altri due agenti controllavano gli schermi, che inquadravano la strada sorvegliata. C’era molta gente che camminava e costeggiava locali e vetrine, come al solito in quella città caotica.


«Me lo sento, è la volta buona!»


«Se lo dice lei, signore.»


L’uomo annuì col capo, bevendo un sorso del caffè dal bicchiere di carta.


«Uchiha, sei sicuro che sarà qui stanotte?»


«Più che sicuro, Akito.»


Sasuke Uchiha strinse più forte il bicchiere che aveva in mano, fiducioso. L’altra mano l’appoggiò alla fondina e distrattamente seguì con l’indice il disegno dell’Ordine degli Esorcisti. Da un anno tentavano di prendere Kitsune, il figlio di Kurama, il più forte tra i demoni. Il mondo reale era diviso dall’Infero, a cui a capo vi era Satana, seguito in ordine di potenza, dai demoni. Kurama, la volpe a nove code era la più forte, seconda solo al padrone dell’Infero, e aveva osato mettere al mondo la sua prole. Kitsune era un esemplare, se così si può dire, unico nel suo genere: metà umano e metà demone. Totalmente libero e senza regole, girovagava nel mondo, facendo il bello e il cattivo tempo, giungendo infine in Giappone. Quando giunse notizia che fosse sul territorio nipponico, giunse l’ordine alla filiale giapponese di catturarlo, e l’incarico venne dato a Sasuke Uchiha, giovane esorcista di livello medio, 1° classe. Quando non doveva insegnare all’Accademia, si dedicava anima e corpo per eseguire con successo la cattura.


«Signore.»


Uno degli agenti gli indicò lo schermo che sorvegliava l’incrocio a sinistra. Un ragazzo vestito elegante, il viso celato da un borsalino, camminava spedito, mani in tasca.


«é lui!»


Sasuke ne era più che certo. In quel'anno non era mai riuscito a prenderlo, ma ormai sapeva anche che numero di scarpe avesse. Arrivava sempre ad un soffio da Kitsune, ma l’altro riusciva sempre a sfuggirgli.


Furbo, come una volpe.


«Vediamo cosa fa e agiremo di conseguenza.» Premette un bottone della ricetrasmittente. «State pronti.»


Videro Kitsune controllare in modo distratto la strada, piena di persone ed entrare in un locale, dove evidentemente vi era una festa in corso, a giudicare dalla musica e dalla moltitudine di persone fuori dal locale che chiacchieravano, bicchieri in mano.


Sasuke indossò la giacca.


«Vado, tenetevi tutti pronti!»


«Si signore.»


Sasuke uscì dal retro del furgone, si abbottonò il primo bottone della giacca e la lisciò. Si sistemò i capelli e mise le mani in tasca, con fare sicuro.


Si avviò a passo deciso all’ingresso del locale, evitando di dare corda a due ragazze all’entrata che cercarono di attirare la sua attenzione.


Dentro era molto affollato: vi erano tavolini lungo tutte le pareti e al centro una piccola pista da ballo. C’era scuro dentro, eccetto le luci colorate che provenivano dalla console. Si sedette ad uno sgabello del bancone. Subito una barista si avvicinò. Una ragazza che avrà avuto un paio di anni in meno di lui, bionda e con un sorriso smagliante.


«Hey, che ti porto?»


«Una birra.»


«Subito!»


Osservò la ragazza prendere una birra da sotto il bancone, l’asciugò con un panno, la stappò e gliela porse.


«Ecco qua. Sono ¥200.»


Sasuke aprì il portafoglio e gli porse la banconota, per poi girarsi ad osservare la gente sorseggiando al birra.


Scrutò attentamente la folla, cercando Kitsune.


Le luci si fecero più intense e cominciarono a dargli fastidio, tant’è che dovette chiudere e strofinarsi gli occhi.


Prese un altro sorso di birra fresca e si appoggiò con la schiena al bancone.


Tutto ad un tratto si sentì la testa farsi improvvisamente leggera e guardò la birra.


«Salve agente Uchiha.»


Cercò di girarsi verso il banco, per vedere chi fosse, ma due mani gli bloccarono le braccia, costringendolo a rimane rivolto verso la pista da ballo.


«Come sta andando l’appostamento? Non è un po’ piccolo quel furgoncino? In quanti siete dentro, 2-3? Sarete un po’ strettini» Gli si avvicinò all’orecchio, sussurrandogli in finto tono preoccupato, molto canzonatorio.


«Comunque, prima che tu te lo chieda si, è stata messa una droga nella tua birra.»


Sasuke strinse con rabbia la birra, o almeno è quello che cercò di fare, nonostante i sensi offuscati. Restare immobile, non più padrone al 100% della sua mente lo mandò in bestia.


«Ma che maleducato che sono.» disse la voce, in maniera suadente.


«Sono Kitsune, quello a cui stai dando la caccia incessantemente da un anno. È un piacere conoscerti. Non che non sapessi chi fossi, ovvio! Tutti sanno chi è il grande e promettente Uchiha , però è bello poterti vedere da vicino finalmente.»


La voce era scherzosa, come se stesse conversando con un amico. O come se lo prendesse in giro e Sasuke era più propenso a crede alla seconda.


Cercò di prendere il cellulare che aveva in tasca, per quanto la presa dell’altro gli impedisse i movimenti.


«No no no no. Cosa combini Sas’ke?»


Una coda nera si allungò e gli sfilò il telefono dalla tasca, prima che potesse afferrarlo.


«Volevi avvertire i tuoi agenti? Non questa volta. »


Kitsune si mise il cellulare in tasca. Sasuke seguì la coda nera finché non uscì dal suo campo visivo.


Sporco demone.


«Adesso ti spiego come si evolverà la faccenda: la droga che hai assunto è leggera e tranquillo, il tuo cervellino non subirà danni. Dormirai un oretta, circa. Quando ti sveglierai, a meno che non ti sveglino prima i tuoi collaboratori, io sarò già bello che distante.»


Gli tolse la birra e l’appoggiò al bancone e lo girò verso di sé. Sasuke si sforzò di imprimersi, per quanto potesse, il viso dell’altro nella memoria.


«Alla prossima, esorcista.»


Sasuke non sentì neanche il saluto, perché la droga fece effetto del tutto e la testa gli cadde sul bancone, dove si addormentò.


Kitsune sorrise, si sistemò i capelli disordinati ad arte. Prese una birra e la stappò. Uscì dal bancone e prima di allontanarsi, senza farsi notare, prese la felpa che un ragazzo aveva appoggiato nello sgabello di fianco a sé, impegnato a chiacchierare con una ragazza. Si diresse verso l’uscita posteriore, continuando a sorseggiare la bevanda fresca. Appoggiò la birra finita su un tavolo. Indossò la felpa, chiuse la zip e prima di aprire la porta si calò il cappuccio, in modo tale da avere il viso nascosto. Uscì nel vicolo e prese il cellulare dell’agente che aveva ancora in tasca. Lo sbloccò senza difficoltà e scorse la rubrica, cercando qualcosa che gli potesse essere utile. Si salvò un paio di numeri, dopo di che posizionò il cellulare sul suo palmo aperto. Lo guardò prendere fuoco, la plastica che si accartocciava. Quando fu soddisfatto della sua opera, lo lasciò cadere ed estinse la fiamma. Uscì e si mescolò nella folla che camminava per strada, verso una destinazione che solo lui sapeva.


 


 


 

Un anno prima.


 

«Uchiha, muoviti! Il capo vuole vederci per una riunione al volo.»


Sasuke tolse lo sguardo dallo schermo e fissò il collega. Annuì e si alzò, seguendolo verso la sala riunioni.


Si accomodarono tutti al tavolo circolare e la segretaria distribuì un fascicolo a testa.


«Buongiorno signori! »


Kakashi Hatake fece il suo ingresso serio e composto come sempre.


«Allora, nuovo soggetto.»


Accese il proiettore e dopo aver cercato il file giusto al computer, lo cliccò e lo proiettò alla parete, in modo tale che vedessero tutti.


Apparve la foto di un ragazzo messo di profilo in piedi sul marciapiede di una strada, in attesa che il semaforo diventasse verde.


«Lui chi sarebbe?» chiese un collega.


«Kitsune. O almeno, quello è il suo soprannome. Il suo vero nome lo sanno in pochi.»


«Ha messo piede sul suolo giapponese da due giorni, ma appena si è saputo, la Centrale ci ha dato ordine di catturarlo. »


Scorse le immagini e ora si vedeva il ragazzo con la valigia in mano, in coda per lasciare l’aeroporto giapponese.


«Che cosa ha combinato?»


«é il figlio di Kurama»


«Che cosa?! Ma allora non era una leggenda. Non sembra un demone.»


«Questo è il punto. Non lo diresti mai. Dobbiamo catturalo e farci dire che intenzioni hanno i demoni.» commentò Sasuke.


«Esatto» continuò Kakashi


«Comunque, la Centrale voleva mandare alcuni dei loro. Ovviamente abbiamo rifiutato e garantito che ci avremmo pensato noi. Quindi ho in mente di creare una piccola squadra di esorcisti scelti che gli daranno la caccia. Quando lo cattureremo, decideremo cosa farne. Tutto chiaro?»


Un coro indistinto di assensi si levò nella stanza.


«Perfetto.» Chiuse il portatile con uno scatto. «Sasuke, sarai tu a capo dell’operazione, Non deludermi.»


 


 


 

Tokyo, 22:46 pm.


 

 

«Capo! Capo!»


Aprì lentamente gli occhi, stordito. Akito gli entrò nel campo visivo. Sentiva i suoni ovattati, farsi sempre più chiari, finché il frastuono della musica non gli riempì le orecchie. Come si ripresse, mise subito mano alla fondina, istintivamente. Quando la sentì vuota rimase sconcertato, poi si ricordò di quanto accaduto.


«Dannazione! Dannazione!»


Si passò entrambe le mani sul viso, sfregandolo. Per la frustrazione, mollò un pugno al bancone.


«Andiamo, torniamo alla base.»


 


 


 

 

 

Infero.


 

Il ragazzo uscì dal portale, atterrando di fronte al demone.


Kurama si presentava come una Volpe a Nove code, e in quel momento lo stava aspettando seduto.


«Naruto, figlioletto.»


Il biondo si inchinò leggermente, nascondendo il fastidio di dovergli mostrare tutta questa riverenza.


«Padre.» sussurrò, portando il pugno destro sopra il cuore.


«Ho preso una decisione. Devi scegliere se abbracciare completamente la tua natura di demone o di umano. Da ora avrai un anno di tempo, al termine del quale prenderai una decisione, altrimenti deciderò io per te. Per ora»


Alzò una mano artigliata e Naruto sentì un indescrivibile dolore al petto, tanto che si artigliò inutilmente la felpa con le mani, nel vano tentativo di alleviare quell’agonia.


Un cuore rosso, pulsante e avvolto dalle fiamme, uscì dal suo petto fino ad arrivare sul palmo del demone.


«Questo è il tuo cuore di demone ed è la sede del tuo potere. È la tua parte più vulnerabile: colpito questo, tu muori.»


Sull’altro palmo apparve una katana nera. La volpe congiunse i palmi e il cuore si fuse nella katana, la quale prese fuoco, circondata da fiamme cremisi. La spada fluttuò nel fodero nero e le fiamme si estinsero.


«Questa Katana è Brisingr*. Ora è diventata la fonte del tuo potere. Questo espediente ti servirà per tenere ancora più separate la tua natura demoniaca e quella umana. Quando è sguainata, potrai attingere alla tua piena forza. Quando sarà nel fodero, usufruirai solo di una piccola parte. Solleva la maglia.»


Il ragazzo guardò sbalordito il demone, ma alzò la maglia riluttante, lasciando scoperto l’addome.


La volpe avvicinò l’artiglio finche non lo toccò all’altezza dell’ombelico. Uno strano simbolo nero, simile ad una spirale comparve e la volpe ci spinse dentro la spada, che scomparve.


Si tastò la pancia, incredulo. Non sentiva nulla di diverso, e il disegno sembrava un normale tatuaggio.


«Ogni qualvolta vorrai estrarre la spada dall’addome, ti basterà pronunciare il suo nome, Brisingr. Il sigillo che ti ho imposto si illuminerà e tu potrai prenderla. Puoi semplicemente tenerla sempre fuori o in mano; diciamo solo che la tua pancia è diventata la tua cassaforte. Da domani comincia l’anno. Fanno buon uso. Non potrai metterti in contatto con me ne con gli altri demoni.»


Si aprì un portale e con un gesto annoiato della zampa, il ragazzo vi fu sbalzato dentro.


«Alla prossima, Naruto.»


 



 


 

Tokyo, 02:30 am.


 

Naruto cadde per terra, sbattendo il sedere a terra.


«Ahi!!»


Si alzò, massaggiandosi il fondoschiena e guardandosi intorno. Era atterrato in un vicolo buio.


Sbuffando, si alzò la felpa: il sigillo era ancora lì, che svettava sulla sua pelle abbronzata. Vi pose una mano sopra e sussurrò:


«Brisingr»


Il sigillo di illuminò e il manico della katana fece capolino dalla sua pelle. L’afferrò e tirò, finché non uscì tutta e il bagliore si spense. Il fodero era nero, con decorazioni arancioni e rosse. Il manico presentava triangolo rossi e neri alternati e all’estremità vi era un ciondolo dal quale scendevano due spaghi, rossi. Sul ciondolo vi era inciso il kanji che stava per demone, e sull’altro lato quello che stava per umano.


«Simpatico, stronzo.»


Con la destra afferrò l’impugnatura e con l’altra tenne fermo il fodero. Sguainò la spada lentamente e appena con un click la guardia si staccò dal fodero, la poca lama uscita venne avviluppata da fiamme rosse e così anche lui. Si guardò esterrefatto: il fuoco lo avvolgeva, senza bruciarlo. Piano piano si spense, ma restarono tre fiammelle: due sulla testa, come se fossero due corna e una avvolgeva l’estremità finale della coda nera. Si tastò il capo, cercando di toccare le piccole fiamme, ma non sentì nulla, come se fossero immateriali. Sentendosi le orecchie però, rimase di stucco: gli si erano allungate, proprio come quelle di una volpe.

Prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni e si guardò grazie alla fotocamera interna. Si esaminò e sorrise, rendendosi conto che gli si erano pure allungati i canini.


«Ho un aspetto ferino così, quasi selvatico. Grazie Kurama, sembrerò proprio una persona normale.»


Richiuse la spada nel fodero e le fiamme di spensero, facendo ripiombare il vicolo al buio. Si ricontrollò e vide con sollievo che le orecchie erano tornate normali, restando solo leggermente a punta, e i canini si erano ritirati, ma non come prima.


«Be sembro comunque una persona normale.»


Infilò la coda sotto gli indumenti, nascondendola tra i jeans e la felpa, facendo una smorfia per il dolore.


 


 


 

Tokyo, un’ora più tardi, 03.31 am.


 

Din don.


Sasuke venne destato dal suono del campanello.


Aprendo un occhio sbirciò l’orario sulla sveglia e vedendolo, imprecò, rimettendo la testa sotto il cuscino.


Stava per riaddormentarsi, quando il campanello suonò insistentemente.


Imprecando sonoramente, scese dal letto, pestando la coda al suo povero gatto.


Prese in braccio l’animale che si stava lamentando.


«Scusa Shiro! Adesso smettila di lamenarti!»

Andò verso la porta d'ingresso.


Quando l’aprì, si vide porre un oggetto, che riconobbe come la sua pistola.


Chi gliela stava porgendo, gli fece spalancare la bocca sorpreso tanto da far cadere il gatto per terra.


Naruto ghignò, facendo oscillare la pistola davanti agli occhi del legittimo proprietario.


«Credo che questa sia tua.»





*Brisingr= Piccolo omaggio a Eragon, significa fuoco nell'antica lingua.



AVVISO IMPORTANTE!!

Colgo l'occasione per chiedere aiuto: Chiunque voglia darmi una mano a scrivere e finire La volpe Nera e il principe è ben accetto!! La ff rischia di restare lì ad ammuffire, in attesa che io scriva il prossimo capitolo e non voglio! Se qualcuno vuole e può aiutarmi, si faccia avanti e mi mandi un messaggio. Probabilmente se non troverò l'ispirazione, la cancellerò prima o poi e mi dispiacerebbe. Spero che questa nuova storia vi sia piaciuta!


Lasciate una recensione! Sapere la vostra opinione mi fa sempre piacere :)

 

 

 

 

 

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