Volevo ringraziarvi
per le recensioni e soprattutto per i complimenti che avete fatto! Siete state
fantastiche! J Questo è il secondo capitolo, forse vi sembrerà inutile e forse
noioso ma guida a un passaggio importante e manda dei messaggi nascosti…
Ma ora basta indugi, vi lascio alla storia! ^^
ND. I personaggi di questa storia
appartengono a Stephanie Meyer (eccetto qualche
aggiunta di mia invenzione), e non è stata scritta per scopi di lucro. Buona
lettura.
2. Work and Memories
Bimbo
mi chiedi cos’è l’amore? Cresci e lo saprai. Bimbo mi chiedi
cos’è la felicità? Rimani bimbo e lo saprai. (Proverbio cinese)
Apro gli occhi stancamente. Dalla luce che filtra prepotentemente
dalla finestra comprendo che è già mattina.
Mi metto il lenzuolo
sulla testa e comincio a borbottare come quando avevo tredici anni e mia madre
mi ordinava da alzarmi dal letto per andare a scuola, ma alla fine scendo dal
mio matrimoniale e ciabatto verso la cucina con gli occhi semichiusi. Non sono
certo un bello spettacolo. La mattina è sempre più traumatica, da qualche tempo.
Visto che mal sopporto
quelle piastrelle variopinte, mi limito a sgranocchiare qualche cracker e farmi
un caffè.
Nel frattempo accendo
la televisione e, su un bracciolo del divano, ascolto le notizie del
telegiornale.
“Sono da poco
riaperte le scuole, ma già il traffico è aumentato, guardate questa
strada…” Osserva una giornalista con un microfono in mano,
indicando una calca di macchine sotto il primo sole.
“Bah..”
Commento semplicemente, acida. A chi volete che interessino queste sciocchezze?
Per non parlare di
quanto poco mi dovesse toccare la riapertura delle scuole, con tutto quello che
avevo da fare…
“Ti secca se ti
accompagno io a scuola?”
Edward sbucò da dietro
il mio pick up con un sorriso furbo.
“Figurati.”
Risposi io, sorridendo.
“Quindi Charlie
non protesterà se non viaggi al sicuro nella tua solida macchina?”
Domandò, questa volta con il mio sorriso preferito.
“Non credo ti
arresterà.” Dissi, ridacchiando.
“Allora andiamo,
sai che sennò facciamo tardi.” Fece lui, sempre in tono canzonatorio (in
una città così piccola il traffico è quasi qualcosa di cui non si conosce
l’esistenza). “Uhm.. Penso che se mi mettessi sulle tue spalle faremmo
molto prima.” Proposi io, mantenendo la conversazione in
un’atmosfera di scherzo. “Ai tuoi ordini.” Edward, prima che
avessi potuto ribattere, mi si fiondò davanti e mi catturò le braccia.
Di istinto mi
aggrappai al suo collo, appena sentii il vento sferzarmi in faccia e una
spinta indietro.
“Ma cosa?”
Riuscii solo a chiedere, con gli occhi chiusi per tutta l’aria che
sentivo sbattermi in faccia, avvinghiata su quel matto.
“Vuoi che mi
fermi?” Suggerì Edward a quel punto, temendo che pur di scavalcare la sua
autorità mi sarei buttata nel vuoto, o peggio, avrei finito con il rimettere la
colazione.
Provai a tenere le
spalliere dello zaino e non cadere al tempo stesso, indecisa. Sicuramente vi
aspetterete che da brava guastafeste glia avrei dato ragione…
“Manco per
sogno!!” Ribattei io. “Per una volta voglio lasciarmi andare!”
E, incredibile,
scoppiai a ridere istericamente.
In breve anche la
risata frizzante e seducente di Edward si unì alla mia. Volevo continuare a
ridere, ma mi resi che eravamo già arrivati a scuola. Scesi dalla sua groppa un
po’ stordita e ci avviammo verso l’edificio. “Bella?”
Mi voltai. Jessica ci
stava guardano con gli occhi spalancati.
Per un lunghissimo
attimo temei che ci avesse visti correre a enorme velocità. Strinsi di impulso
la mano di Edward, fredda come il ghiaccio, e invece finii con il trasalire per
il contatto.
Lui trattenne una
risatina.
Gli scoccai
un’occhiataccia. Come poteva prendere così poco sul serio una cosa del
genere?
Guardai nuovamente
Jessica, che finalmente si decise a chiedermi:
“Come mai sei
così scomposta e disordinata?”
Mi lancia un sguardo
generale : Avevo la maglietta spiegazzata e le scarpe slacciate. I capelli
erano impresentabili.
“Ah.. Grazie Jess, mi darò una pettinata in bagno.” La ringraziai,
e sfrecciai dentro la scuola, piantando in asso Edward che riprendeva a ridere
sotto gli occhi di Jessica. E, davanti allo specchio, quasi di nascosto, mi
lascia vincere dalle risate anch’io…
Basta. Smettila di
pensare a lui… Mi dico. Il passato è passato. Poi, riemersa dal mio
flashback, guardo l’orologio di vetro sul tavolino. Che sia passata
un’eternità da quando mi sono lasciata prendere dai ricordi? No.. Solo
pochi minuti. Corro subito in bagno con una gonna, una giacca, camicia e collant.
Là mi lavo velocemente, e mi cambio ancora più rapidamente. Dopodiché mi lego i
capelli in uno chignon stretto e ordinato e passo all’operazione che
richiede un po’ più di tempo : Il trucco.
Passo con attenzione
sul labbro inferiore un rossetto chiaro, e poi passo a quello superiore, sempre
attenta. Dischiudo e sfrego fra loro le labbra per avere un effetto migliore.
Un po’ di fondotinta dà un po’ di più colore alla mia pelle chiara.
Infine il mio punto preferito, gli occhi. D’altronde sono o non sono lo
specchio dell’anima?
Quando mi chiese quale
fosse la mia pietra preferita risposi “Topazio” senza pensarci. Mi
stava tartassando, subissandomi, con una velocità tale da farmi sentire in uno
di quei test psicologici in cui si risponde con la prima parola che passa con
la testa.
Ero sicura che avrebbe
continuato imperterrito a seguire la lista che aveva in mente, di qualunque
genere fosse, se non mi avesse vista arrossire. Mi ero vergognata perché fino a
poco tempo fa, la mia pietra preferita era stata il granato. E guardando i suoi
occhi di topazio era impossibile non ricordare perché avessi cambiato idea.
Ovviamente non si
diede per vinto finché non confessai il motivo del cambiamento.
“Dimmelo.”
Ordinò infine, dopo che i tentativi di persuasione erano falliti; E fallivano
solo perché stavo bene attenta a non incrociare il suo sguardo. “E’
il colore dei tuoi occhi oggi.” Sospirai, senza distogliermi dalle mani
che giocherellavano con una ciocca di capelli.
“Dovessi
chiedermelo tra due settimane ti risponderei che è l’onice.”
(Twilight
, 1° libro capitolo 11)
Smettila Bella, non
fare l’idiota. Mi dico. Ritorno a guardarmi allo specchio, e mi rendo conto
che la matita che mi stavo mettendo soprapensiero mi ha sporcato: Ero uscita
dal contorno degli occhi, e ora una riga nera mi attraversava le borse sotto
gli occhi.
“Mannaggia!
..” Esclamo, e dicendo esclamazione più colorite a denti stretti mi pulisco
e ricomincio. Dopo pochi minuti i miei occhi sono truccati alla perfezione. Mi
guardo allo specchio con attenzione, con aria assolutamente critica e alla fine
rinuncio al misero 6 che ogni mattina mi do per il mio aspetto e corro a
scegliermi un paio di scarpe.
Alla fine, dopo pochi
secondi di indecisione davanti alla mia scarpiera prendo delle ballerine con il
tacco grosso e non particolarmente alto e me le infilo. Quindi afferro la mia
borsa e un mazzo di chiavi ed esco sbattendo la porta alle mie spalle.
Ora non ho più il mio
caro pick up ma una piccola Prius
di seconda mano. Guido fino alla redazione di Blood
con molta calma, forse a causa del traffico che istruisce le strade. Dietro di
me solo il fragore dei clacson, mentre guardo con la testa inclinata il
semaforo distante centinaia di metri. Sbuffo.
Dopo essere stata nel
traffico sono di cattivo umore. Prendo l’ascensore, che è già pieno, e mi
stringo tra la massa di persone, avvinghiandomi alla borsa. Odio gli ascensori.
Avere il fiato caldo di tutti sul collo e stare in quello stretto contatto
dentro uno spazio chiuso mi dà la nausea.
Premo il pulsante e
aspetto ansiosa di raggiungere il mio ufficio.
Dovevo passare sul
computer dalla mia macchina fotografica digitale alcune foto di un uomo che aveva
un braccio di quasi sette centimetri più lungo dell’altro, che avevo
fatto durante la sua intervista.
Dopo il consueto suono
di campanello, le porte si aprono e io esco dall’ascensore tirando un
sospiro di sollievo. Finalmente libera!
“Isabelle!”
Oddio.
Mi volto. Un ragazzo
dai capelli ordinatamente incerati di un biondo scuro e un paio di ridenti
occhi color cioccolato mi sorride.
Lui è Jimmy Hiden. Un inviato di Blood.
E temo che abbia un
debole per me, nonostante io continui a considerarmi di una bellezza
insignificante devo ammettere che in questi ultimi anni molti uomini hanno
provato a corteggiarmi.
Infastidita per lo
storpiamento inglese del mio nome sto al gioco e sorrido. “Finalmente!
Hai sempre l’aria di una condannata all’ergastolo!”
Sogghigna Jimmy, e si
avvicina. E’ parecchio più alto di me, specie oggi che ho dei tacchi
alquanto modesti.
“Uhm…
Dici?” Chiedo, facendo la finta tonta. In realtà l’affermazione mi
sembrava più che azzeccata.
Lui mi offre un
braccio.
“Vuoi che ti
accompagni alla tua postazione?” Domanda, speranzoso.
Ormai sono in trappola.
“Ok.”
Rispondo solo, e mi lascio afferrare il braccio sottile da quello invece
vigoroso di Jimmy, che mi scorta fino alla mia scrivania.
Sopra c’è il mio
portatile da lavoro. E’ foderato di pelle rossa. Un altro eccentrico
regalo di mia madre.
“Prego, madame
Isabelle.”
Mi aiuta a sedere
sulla sedia. Quando finalmente ho il sedere ben piantato sulla sedia gli
rivolgo un sorriso imbarazzato che potrebbe voler equivalere a un “grazie
Jimmy, ora smamma” ma resto zitta.
Lui si avvicina al mio
orecchio e sussurra : “Ora devo correre, ti và se ci vediamo per pranzo?”
No. No. No. E poi no.
“Non so…
Magari vediamo sul momento, ho tanto lavoro da fare, sai..” Gli dico,
fingendomi pensierosa.
“Ah.. Come vuoi,
allora vedremo, ciao.” E con ultima occhiata melliflua si allontana.
Salva…?
Estraggo dalla mia
borsetta la mia macchina fotografica digitale e la collego con il cavo usb al
mio portatile. So che dovrei usare il modello classico, ma quando ho visto le
braccia di quell’uomo ho preferito essere discreta. Non volevo farlo
sentire un fenomeno da baraccone, o peggio, un mostro…
“Ti amo,
Edward.” Soffiai, stringendomi al suo petto gelido. Era una serata come
tante, o almeno così credevo all’epoca, eravamo nella mia stanza. Questa
volta non mi rispose languido, come sempre.
“Mi
ami..?” Ripeté, più a se stesso propriamente che a me.
Alzai lo sguardo dal
suo torace possente e lo guardai negli occhi. Anche quelli sembravano chiusi e
duri. Non risposi e gli passai un dito sulle labbra ghiacciate, con
l’indice che tremava un po’.
“Mi ami,
Isabella Marie Swan?” Disse ancora.
“Si.. Io ti amo,
Edward.” Confutai guardandolo intensamente nelle iridi cangianti. Allora
fu lui a restare in silenzio, senza abbandonare il braccio sulla mia schiena.
“Come puoi amare
un mostro…?”
Credevo che avessi già
parlato di quello, ma in quel momento compresi che non era per nulla una
faccenda chiusa, anzi.
Forse ripensava a
quello che era successo negli ultimi giorni.
“Tu non sei un
mostro.” Tagliai corto, secca. Gli presi il volto tra le mani, e per un
attimo temei che anche loro sarebbero diventate di ghiaccio a un contatto così
stretto. Lui mi restituì lo sguardo, dubbioso.
“Ammettilo, ho
sbagliato, Bella. Coprirmi non servirà a nulla.” Sussurrò, con voce roca.
Io rimasi colpita da quanto fosse intrisa di dolore ogni sillaba pronunciata
dalle sue labbra.
“Non hai fatto
una cosa bella, certo.. Ma errare è umano…” Spiegai, ma mi subito
dopo mi resi conto di quello che avevo detto.
Edward, quasi
d’impulso, si staccò da me.
“Umano?”
Ruggì, in preda a un’ira incomprensibile.
“Hai detto bene
Bella, umano!” Urlò quasi.
Non pensai nemmeno a
Charlie che forse in quel momento si era già svegliato per quelle urla. Restai semplicemente
in silenzio, terrorizzata senza saperne nemmeno il motivo, gli occhi spalancati.
“Scusami.”
Aggiunse dopo, e, accarezzandomi per tutta la sua lunghezza una ciocca di
capelli, schizzò a una velocità talmente elevata da farmi credere di essere semplicemente
sparito. Restai aggrovigliata in posizione fetale, dicendo sottovoce quasi come
un litania Ti amo Edward, ti amo Edward, ti amo Edward.. Più che dalla
sua reazione, a terrorizzarmi era il pensiero che si sarebbe allontanato da me.
“Isabella Swan!”
Ritorno in me. Un uomo
alto e tozzo mi sta a due passi dalla faccia, sventolandomi le mani pelose
sugli occhi. Indossa una camicia verde.
“Si può sapere
dov’eri, eh?” Chiede, queste volta più gioviale, ridendo della sua
presunta frase spiritosa.
“Scusami, Fred..
Che dovevi dirmi?”
Fred Kafka era uno dei
cronisti più apprezzati della rivista.
E se vi stupisce che
un uomo così costruito si rivolga a me, la risposta è semplice..
“Ho da fare un articolo,
ma il mio fotografo di fiducia ha deciso di prendersi le ferie.. Che tipo!..
Ah, stavo dicendo? .. Giusto, e visto che non mi fido degli altri, ho deciso di
chiederlo a te! Mi hai portato il caffè per mesi, e penso tu sia affidabile!”
“Ehm.. solo per
questo?” Gli domando, sconcertata. Bastava così poco per entrare nelle
sue grazie?
“Beh, oltre a
questo, penso che tu sia una buona compagna di viaggio..”
“Io?” Sono
ancora più stupita.
“Certo! Oltre
alla tua affidabilità sei spiccata ai miei occhi per la tua
avvenenza…” Spiega.
Vecchio maniaco.
“E adoro il tuo
computer!” Termina.
Non so se gettarlo in
testa a Renèe una volta a Jacksonville oppure
ringraziarla con una telefonata tornata a casa.
Dipende se devo
prendere questa proposta come un colpo di fortuna o sfortuna.
Comunque se quel
grassone si aspetta da me qualcosa in più di un paio di foto si sbaglia di
grosso.
Forse non sa che ho
seguito tanti corsi di autodifesa e porto sempre con me il mio ormai
inseparabile spray al peperoncino.
“Allora, che ne
dici?” Fa lui, impaziente.
“Ci
penserò… Quando dovrei accompagnarla, nel caso accetti?”
Affermo, titubante. L’idea di stare assieme a lui da sola non mi stuzzica
per niente. “Entro qualche giorno… Ma devi rispondermi ora, è
un’intervista molto importante, si tratta di un ottimo dottore non ancora
messo sotto i riflettori e voglio essere il primo a scoprirlo!” Espone
agitando le mani.
“Uh.. E dove
andremo?”
“Senti dolcezza,
non posso perdere tempo nei dettegli se prima non mi dici se è più un si che un
no.” Ribatte brusco e sbrigativo.
Ci penso su un attimo:
Domani sarebbe stato il mio trentesimo compleanno, e magari sarei andata da mia
madre, o viceversa. Renèe teneva sempre che fosse una
sorpresa, e io sto sempre al gioco.
Se dovevamo partire
per qualche giorno, tanto valeva che partissi. Qualche soldino in più non mi
avrebbe certo fatto male, e inoltre lavorare mi avrebbe distratta dai ricordi
che, dalle telefonate di Jacob e di Mike Newton si erano affollati sempre più
prepotentemente nella mia testa. Fred tossicchia e io alzo la testa, un
po’ stralunata. Visto? Ero andata di nuovo nel mondo dei sogni!
Svegliati Bella.. Mi dico.
“Bene, penso proprio che l’aiuterò a fare il servizio!”
“Intervista.” Precisa il signor Kafka, sistemandosi la cravatta, minuscola
in confronto al suo grosso collo.
“Certo,
l’intervista.” Mi correggo, mite. Nel frattempo intravedo sullo
schermo del computer le foto scattate l’ultima volta con la mia digitale.
L’uomo mostrava
il suo braccio quasi con orgoglio, nonostante l’espressione sofferente
scolpita nel volto. Non poteva avere più di trentacinque anni. E, guardandolo
bene, era anche un uomo discretamente affascinante.
Fred, che si allontana
a saltelli che impegnano a spostamenti la sua mole massiccia, e mi lascia da
sola davanti al computer.
Il mio sguardo è
ancora fisso sul soggetto delle foto.
Non sei un
mostro… Sussurro quasi, a fior di labbra. Sei solo un uomo.
Errare non è solo
umano.
I miei occhi sono fermi sulle sue braccia disuguali. Tutti sbagliano. Anche
tu, Edward. Ma il tuo più grande errore è stato non saperti perdonare…
CONTINUA….
Angolo autrice :
Ciao a tutti!
Finalmente ho fatto anche il secondo capitolo di questa ficcy.
Spero non vi abbia
annoiato, ma almeno vi sia piaciuto minimante. Grazie mille a chi ha recensito
il mio primo capitolo, siete state tutte buonissime, mi avete fatto
contentissima! ^^ … Questo capitolo vede Bella vittima dei suoi ricordi
(della quale il secondo è stato gentilmente estrapolato dal primo libro di Twlight :D, mentre gli altri due sono di mia invenzione XD)
e dei corteggiamenti indesiderati di un collega (anzi, a dire la verità due XD)
…La frase è un proverbio cinese che mi ha colpito… :D …
Scusate se mi è uscito una schifezza *chiedo umilmente perdono* anche se in
fondo spero chi sia stato di vostro gradimento ^_^” … Beh, ora
passiamo ai ringraziamenti, ok? J … E ancora grazie a tutti, a chi
legge, a chi aggiunge tra i preferiti, a chi spreca un minutino per dare un
consiglio, fare una critica o un complimento magari, insomma GRAZIE!!
Grazie a chi mi
ha aggiunto tra i preferiti e tra le seguite, a chi commentato, quindi GRAZIE
A….
Noe_princi89 : Ti
ringrazio per i complimenti e per essere stata la prima a recensire questa
storia… Ecco il secondo capitolo, spero ti piacerà e commenterai anche
questo! Ciaoo e grazie! ^^
egypta : Grazie anche a te Egypta! Per il momento siamo solo al secondo capitolo ma
l’incontro dei “due” che sappiamo che sono XD .. E’
sempre più vicino, non preoccuparti! J Bacioni anche a te!
Lally_thebest : Grazie per il “wow”,
ha mozzato il fiato anche a me XD .. Spero che sarai sempre d’accordo con
questo commento alla fine di questo capitolo, ti è piaciuto almeno un
po’? ;) …. Kiss kiss,
a presto
Ale78 : Non
vorrei essere ripetitiva, ma grazie!! :D … Sono contenta che sia
l’idea sia la forma narrativa ti piacciano… Spero mi dirai
qualcos’altro anche su questo capitolo ! Eheh,
ora ti saluto! Baxini J
kikka_la cantante di Edward : Lo stesso
vale per te, Francesca, i tuoi complimenti mi hanno veramente lusingata! Conto
di non aver deluso nemmeno te, e ti mando tanti baxini
virtuali. Ciau!
lilyblack90 : Ihihhi, a quanto pare almeno per il momento non ho intenzionr di interrompere questa ficcy
XD ;) … Riguardo a tutte le tue domande, non preoccuparti, presto
troveranno risposta, però se proprio vuoi a una domanda posso risponderti :
Bella, in un modo o nell’altro a Forks dovrà tornarci, ma non è ancora
sicuro come XD …Eccoti il secondo capitolo (spero che ti piacerà) …
Kissoni !
fofficina :Se è così sappi che mi sento
davvero molto onorata che la storia ti ispiri fino a questo punto! ^///^
… In effetti hai ragione, la storia è alquanto tragica.. XD scusa se ho
messo molto ad aggiornare, ma come avevo già detto dall’inizio sono piene
di storie da completare fino al collo L .. Ma questo
non mi impedirà di continuare questa! J ancora grazie e
Baci!
Glance : Mi rende molto felice questa
notizia J … Sai, avevo un po’ paura appunto perché era la mia
prima storia dei giudizi che avrebbe avuto! :P ..Grazie mille per i
complimenti, ti saluto e alla prossima! ^^
sassy89 : Eccoti la
continua, grazie per la recensione e CIAOOOOOOOO anche a te! hihihi .. . Kiss J
KiaMessina : Sono contenta che ti piaccia (lo so
che magari l’ho ripetuto spesso in questi ringraziamenti ma è la verità
;)) e spero che questo secondo capitolo non ti abbia annoiato ma incuriosito
almeno un altro po’… *risatina* ciao ciao
e bacini JJ
Camy_black : Graziiiiiii!!!!
Sono arrossita per tutti questi complimenti ! :D …Hai proprio ragione, la
storia sarà carica di colpi di scena, e anche se questo è ancora l’inizio
(siamo solo al secondo chap) spero continuerai a
seguirla e aspettarla con curiosità … ^^ … Bacini J
Beh… Per
ora è tutto! XD … Ditemi cosa ne pensate se volete, per dare consigli o
semplicemente per dire la vostra, perché la cosa mi renderebbe proprio felice..
:D .. Bene, non mi resta che salutarvi ed aspettarvi al prossimo capitolo,
“Birthday” … Ciaoooo!
E ancora grazie a tutti voi, vi adoro! ^^
Baci
Lakrimosa