“Daniel! Che cavolo ti è venuto in mente!” chiese Jack non appena fu solo con l'amico.
“Jack, ero disperato! Non avevo idea di cosa dire e mi sei venuto in mente tu! E poi avevo paura che, se avessi detto che uno di noi era il compagno di Sam, avrebbero chiesto delle prove!” disse.
“Oh, certo” disse Jack “E invece se noi ora torniamo a prenderla e loro ci chiedono prove possiamo dargliele, vero?”
Daniel sospirò.
“Scusa” disse poi a voce più bassa passandosi una mano tra i capelli.
Jack guardò l'amico. Forse aveva esagerato.
“Ah, non preoccuparti, andremo a riprenderci Carter” disse poi “Non ho intenzione di lasciarla sola con dei...” cercò la parola “Primitivi maschilisti, ancora per molto.”
Daniel si sforzò di sorridere.
“Sapevo che avresti capito” disse.
Jack fece una smorfia, poi annuì.
Sperava solo di riportare a casa Carter ancora viva e possibilmente tutta intera. Non avrebbe sopportato di perderla, non ora che era entrata prepotentemente nella sua vita. Certo, lei non lo sapeva. Nessuno lo sapeva. Il lavoro nell'aeronautica e i rispettivi gradi non avrebbero permesso una relazione e Jack lo sapeva bene. Ma nulla poteva impedirgli di provare dei sentimenti.
Daniel guardò Jack. Sapeva che il legame che univa l'amico a Sam si era rafforzato molto e non avrebbe mai voluto mettere i due in una situazione complicata, ma non aveva avuto altre idee. E comunque alla fine l'idea non era stata sua, ma di Sam. E certo, era disperata, ma avrebbe potuto dire altro. O forse no.
E dopotutto le situazioni complicate erano all'ordine del giorno nel loro lavoro, si disse. Doveva farci l'abitudine.