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Autore: Yennefer    28/09/2016    0 recensioni
[Sheriarty] Finale alternativo della seconda stagione.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim Moriarty, John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"E' un consulente criminale... un consulente criminale... criminale... consul... crim..." dice una voce ripetuta affievolendosi sempre di più. Ti guardi in giro spaesato e non capisci, ti trovi nella tua solita vecchia stanza ma qualcosa è diverso, qualcosa di strano è capitato là attorno. All'improvviso dalla porta entra lui: Jim Moriarty. Chiude la porta dietro di sè con cura appoggiandocisi sopra, poi si gira e ti fissa con quegli occhi raggelanti e quel mezzo sorrisetto inquietante che ti è rimasto impresso fin dal primo incontro "Mi sei mancato, sexy" dice semplicemente. Tu però sei sempre più confuso, cerchi di chiudere gli occhi e scacciarlo via col pensiero ma all'improvviso una cascata di mele ti cade addosso catapultandoti in pigiama in mezzo a Piccadilly Circus, dove su tutti gli schermi pubblicitari compare la sua immagine.
"Did you miss me? Did you miss me? Did you mftzzz need me? Do you need me?
...fffttzzz...
You need me, Sherlock."
Recita una voce cantilenante da uno schermo. Scappi correndo. Ti impanichi. Un'altra voce inizia a sussurrarti nell'orecchio "Sono la tua ossessione... OSSESSIONE!". Inciampi. Sei di nuovo nel tuo letto con lui affianco "Sei un cattivo ragazzo, Sherlock... Sher... lock..." pronuncia il tuo nome con un leggero accento irlandese e sul momento pensi di adorarlo. Una telecamera gigantesca riprende il tutto sopra di te e Jim accenna alla pubblicazione di quel video per svergognarti, facendosi beffe di te con una gran risata. Poi di nuovo il panico, la nebbia e infine un barlume. E ti risvegli sudato nella tua solita camera da letto, continuando ad avere l'immagine del suo corpo davanti ai tuoi occhi
.
 
 
"MRS. HUDSON!" urlò John dal piano di sopra "Ha preso conoscenza!"
Mrs. Hudson corse su per le scale con fare maldestro e preoccupato e si precipitò in camera di Sherlock per constatare che stesse bene, come se l'affermazione di un medico e per di più suo amico non le bastasse. Sherlock era ancora confuso e molto frastornato. Ci fu un'unica cosa che si limitò a dire, ripetendola in loop come nelle cantilene che avevano risuonato nella sua testa durante lo stato di incoscienza "Mai abbassare la guardia, mai..." e "Stupido errore umano."
Era stato il suo vecchio amico John a trovarlo. Dopo essere fuggito dalla sua prigionia era sceso dal taxi a Regent's Park, aveva parlato con un giovane senzatetto che gli passò qualcosa e dopo svariati minuti si era ritrovato a camminare fino a Baker Street in stato confusionale, accasciandosi infine sulla porta di casa. Svenuto.
John cercò di farlo riprendere completamente, gli sistemò il cuscino sulla testiera del letto, lo sollevò e lo fece sedere, indeciso sul da farsi. Sherlock si guardava attorno instupidito, alla fine lo riconobbe seduto accanto a lui cominciando a porgergli scuse goffe e John lo guardava con una espressione mista tra sollievo, rabbia e preoccupazione. Sapeva benissimo perchè Sherlock si trovasse in quello stato e non riusciva a concepirlo in alcun modo.

"Ti sei di nuovo bucato, eh?" accennò fissandogli il buco ancora visibile sul braccio.
"Sai, voglio sperare che questo non sia il motivo di questa tua sparizione, quant'è durata? Cinque giorni? Una settimana?"
Sherlock cominciava a riprendere lucidità e guardando il suo amico decise che non aveva il cuore di raccontargli la verità, si strofinò un occhio impacciatamente e incominciò "John non puoi neanche immaginare quello che è successo..." ma non riuscì a finire la frase, il suo amico lo interruppe all'improvviso alzandosi di scatto
"Gesù Cristo, Sherlock! Ho avvertito Lestrade, tuo fratello, tutti quanti! Ti abbiamo cercato per tutta Londra senza avere il minimo indizio su cosa ti fossi andato a cacciare!" disse e rimase fermo in piedi con una mano ancora per aria. “Lestrade, come sta Lestrade?” chiese lui di fretta e furia, ricordandosi la storia dei messaggi.
“Sta benissimo, e per tua informazione a D'Arblay Street non c’è mai stato alcun rapimento, abbiamo interrogato molto nei dintorni.” Sherlock annuì. Questo lo sapeva già considerato che l’unico rapimento avvenuto era stato il suo e questo né Lestrade né John avrebbero potuto saperlo. Si passò una mano tra i capelli e si sistemò a gambe incrociate pronunciando la seguente frase con tutta la calma possibile, cercando di non lasciar trapelare nulla "E' molto più serio di tutti i crimini che siamo andati a risolvere, John. Mi dispiace essere... bhe essere stato me stesso nascondendoti quello che stava accadendo, preferirei tuttavia che tu ne rimanessi fuori"
John rimase allibito e confuso, lo fissò per qualche altro secondo e poi con una smorfia di disapprovazione si apprestò ad uscire dalla stanza. "Dove vai?" gli urlò dietro Sherlock
"Ho bisogno di una boccata d'aria, poi vado da un'amica e non so se torno. Tu è meglio se riposi." rispose lui con voce seria "Non dormire supino mi raccomando."
John uscì e Sherlock rimase per parecchio tempo seduto a riflettere, ancora mezzo incosciente. Dopodichè cercò di alzarsi per andare a farsi una doccia ma cadde dal letto non riuscendo a camminare, quindi si sistemò nel migliore dei modi sotto le coperte, vestito e sporco com'era, e si addormentò.
 
Qualche ora più tardi Jim si intrufolò nella sua camera passando per la finestra. Era notte fonda e fuori il vento fischiava prospettando una tempesta coi fiocchi. Lui però era lì, fermo davanti al letto con il suo vestito elegante e la sua portatura impeccabile, pulito e profumato a guardarlo dormire sorseggiando del tè. Poi ne appoggiò la tazza sul comodino e si avvicinò a Sherlock sedendosi nello stesso posto in cui si era seduto John prima. Era totalmente ossessionato da lui che per un attimo gli parve romantica la fantasia di sgozzarlo nel sonno con una mano e con l'altra accarezzargli i capelli cantando una ninna nanna. Jim però non aveva più alcun interesse ad ucciderlo. Gli passò un dito lungo la colonna vertebrale su fino al collo e fece per dargli una carezza.
"Sono sveglio." bofonchiò Sherlock e Jim si arrestò "Non ti ho detto di fermarti. Cosa vuoi?"
Sorrise ma non continuò comunque "Sono venuto a precisare che non pubblicherò quel video, caro. Non mi interessa più screditarti. Non mi interessa più nulla a dir la verità"
Sherlock si voltò e si mise nuovamente a sedere come per dimostrare attenzione al discorso
"Vedi, se non fossi scappato frignando ti avrei rivelato che inizialmente quello era il mio piano: intrappolarti nella spirale delle emozioni per poi screditarti pubblicamente col video ed eventualmente… bhe cercare di ucciderti, ci avrei trovato gusto." fece una pausa "Non che mi sia difficile, potrei ammazzarti qui e ora se lo volessi" rise come se fosse stata una battuta. Sherlock si limitava a guardarlo "Ma che vuoi farci, sono umano anche io dopotutto e come vedi mi son lasciato prendere un po' troppo da questo nostro piccolo giochetto."
"Non è un giochetto." sbottò Sherlock "Hai messo in pericolo delle persone solo per attirare la mia attenzione." Jim rise nuovamente affermando "Continui a ripeterlo come un mantra , io continuerò a risponderti che tu ti sei proprio divertito a risolvere i miei enigmi." cadde il silenzio, per qualche minuto tutto ciò che si sentì fu un tuono rimbombare e una ambulanza per strada che correva chissà dove a portare aiuto.
"Tesoro, sono ossessionato da te. Non c'è momento in cui non riesca a valutare il pensiero di aprirti in due e rubarti il cuore, io e te assieme non ci annoieremmo mai perchè siamo superiori, Sherlock, e in qualche modo condividiamo la stessa passione per i crimini. C'è solo un grosso intoppo per farla funzionare: non possiamo continuare a giocare a guardia e ladri, ci sono degli affari di mezzo che non posso permettere di lasciarti rovinare... a meno che..."
Sherlock sapeva già cosa gli stava per proporre e avrebbe voluto rispondere che non gli interessava, che quel legame era troppo malato e che avrebbe preferito continuare la loro disputa fino all'eventualità di precipitare tutti e due giù da un vecchio ospedale come il Bart's. Tuttavia non disse nulla e si limitò a squadrarlo; così Jim, spazientito, si mise a cavalcioni su di lui facendo smorfie da pazzo "Ascoltami Sherlock lo sai bene che ti darei la caccia in lungo e in largo, se non accetti sarò la tua lenta fine e non starò semplicemente a guardare mentre continui a risolvere gli stupidi omicidi col tuo amichetto Lestrade." fece un'espressione talmente allucinata da sembrare finta, sussurrando "Ti trascinerò talmente in basso da farti implorare di ammazzarti e io starò a guardare dall'alto senza dartene la minima possibilità."
Sherlock si lasciò offuscare nuovamente dalle emozioni, sembrava ci stesse prendendo gusto, e si gettò sopra Jim con un bacio appassionato, ribaltandolo a testa in giù. Infine si staccò guardando Jim sorridere. "Non te ne darei la soddisfazione" disse. Poi si allontanò dal letto e si recò a farsi una doccia.
  
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