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Autore: Nerd_Girl_97    28/09/2016    0 recensioni
Un piccolo omaggio al grande attore Gene Wilder, scomparso da poco...
[La storia è tratta dal film:"Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato" del 1971, diretto da Mel Stuart, nel quale Gene Wilder interpretò il personaggio di Willy Wonka]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Charlie Bucket, Willy Wonka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Goodbye, Candy Man
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-  Dedicato a Gene Wilder (1933 – 2016) -

E’ proprio strana la vita: ti fa incontrare persone che, senza neanche che tu te lo aspetti o immagini, ti cambiano letteralmente la vita, ti fanno sentire per la prima volta speciale, rendendoti l’esistenza meno amara del solito, oserei direi, quasi dolce. E Willy Wonka è una di queste.
Io posso dirlo, dato che ero stato nominato erede della famosa Fabbrica di Cioccolato proprio da lui, ma non ero diventato solo questo: nominandomi come suo erede, Wonka, in un certo senso, mi aveva praticamente “adottato”. Il Signor Wonka non ha mai avuto figli e proprio per questo motivo indisse, anni fa, quella famosa “Caccia al Biglietto Dorato”, nella quale rimanemmo coinvolti io e altri quattro bambini, per scovare colui che sarebbe stato degno di diventare il suo successore e il Fato ha voluto che lo diventassi io. Come mi ha sempre confidato lo stesso Signor Wonka, il mio arrivo nella fabbrica ha colmato quel grande vuoto che lui si portava dentro da tanto tempo.
Eh, si, perché bisogna sapere che, sebbene gli facessero molta compagnia gli Umpa Lumpa, Willy si sentiva comunque solo... Perciò, si può dire che non sono il solo al quale è stata cambiata la vita: allo stesso tempo, incontrandoci, avevo io stesso cambiato la sua.
Da quel giorno, vivemmo più o meno felici e contenti, insieme alla mia famiglia e agli Umpa Lumpa.
Però, c’è una cosa su cui, prima o poi, viene il momento di fare i conti: ovvero, dire addio a coloro che abbiamo tanto amato.
Per quanto Willy Wonka sia una persona fantastica, è pur sempre un mortale come tutti gli altri e pare proprio che il giorno in cui dobbiamo separarci, sia appena arrivato...
Mi trovo qua, nella sua stanza da letto, che si trova vicina al suo studio addobbato in maniera bizzarra (mi sono sempre chiesto il perché l’abbia voluto arredare così); lo osservo attentamente con occhi che cercano di nascondere tutta la tristezza contenuta: i suoi candidi riccioli biondi hanno ormai assunto da tempo un colore bianco grigiastro, i suoi vivaci occhi azzurri sono stanchi e cerchiati e la sua pelle è totalmente ricoperta dalle rughe. Eppure, anche se a malapena, riesco ancora a intravedere in lui quell’eccentrico e meraviglioso uomo che passava il resto delle sue giornate a fabbricare dolci per la gioia di tutti i bambini.
Da un lato della stanza, ci sono tutti gli Umpa Lumpa seduti su delle mini sedie, ognuno con dei fazzoletti in mano che si asciugano le lacrime che rigano i loro volti, persi nella più totale disperazione: il Signor Wonka mi ha spiegato, una volta, che gli Umpa Lumpa sono molto emotivi e che riescono a mala pena a trattenere le proprie emozioni, di qualunque genere esse siano; in quel momento, mi sento un po’ come loro, vorrei sfogarmi anch’io ma cerco di trattenermi, non vorrei rendere l’atmosfera ancora più angosciante di quel che è.
Ad un certo punto, Willy chiama a sé il loro capo e gli bisbiglia una cosa nell’orecchio, che ne io ne gli altri Umpa Lumpa riusciamo a sentire. Appena ha finito, il capo Umpa Lumpa fa uno strano cenno agli altri, i quali si alzano dai loro posti ed escono in fila e in silenzio dalla stanza, seguiti dal loro capo che esce per ultimo.
Prima di uscire, questi fa un gesto al Signor Wonka, il quale ricambia con un altro gesto ancora, ma fatto in maniera molto rassegnata, sebbene sorrida.
Solo quando rimaniamo soli nella stanza, capisco ciò che Willy aveva comunicato al capo degli Umpa Lumpa: intende salutarmi per l’ultima volta, prima di andarsene definitivamente!
Con qualche riluttanza, gli prendo la mano e lui me la stringe forte, fissandomi dritto negli occhi.
“Non temere, Charlie.” Mi dice lui, mestamente. “Questo non è un vero addio, devi vederla così: è solo un, seppur malinconico, “arrivederci”!”
E dicendo così, mi sorride, io cerco di ricambiare quel sorriso ma non ci riesco, ho così tanta tristezza nel cuore che quasi mi scoppia.
“Lo so, è solo che...” Comincio a dire, con il labbro che mi trema per l’emozione. “… che secondo me è ancora presto! Io ti voglio ancora qui con me!”:
“Figliolo, non sai quanto anch’io desideri restare,” Dice Willy, guardandomi teneramente. “ma c’è qualcuno che ha già deciso che io debba andarmene proprio oggi!”
Per quanto Willy cerchi di rassicurami, le sue parole mi fanno comunque letteralmente a pezzi il cuore, che non so quanto ancora possa resistere. Cerco di distarmi, soffermandomi su delle foto appoggiate su un comodino MOLTO lungo, che si trova vicino alla sinistra del mio mentore; ognuna di esse ritrae me e Willy a ogni età, in vari momenti della nostra vita che ci hanno dato tanta felicità: ce ne è una che mostra il giorno in cui io vinsi e Willy mi nominò ufficialmente, davanti a centinaia di telecamere, come suo degno erede; io sono rappresentato con una faccia sorridente ed euforica e accanto a me, Wonka mi circonda la spalla con un braccio in modo affettuoso, proprio come farebbe un padre. Un’altra mostra me e il Signor Wonka mentre sperimentiamo un nuovo tipo di barretta al cioccolato: la Super Cioccolatosa, che contiene tantissimi tipi di cioccolato in ogni suo singolo quadratino; la foto ritrae noi due che mostriamo, ridenti, la straordinaria barretta all’obbiettivo, tutti impiastricciati dalla testa ai piedi di tutta la roba dolce e appiccicosa che utilizzammo per creare la nostra prima invenzione. Un’altra ancora, invece, ritrae il mio primo compleanno che festeggiai dentro la fabbrica: vi sono presenti il Signor Wonka, mia madre, i miei nonni e persino gli Umpa Lumpa, che vollero rendersi partecipi di quel giorno così speciale per me; su un tavolo, di fronte a me, c’è una torta gigante tutta addobbata di mille colori come se si fosse fatta un bagno nell’arcobaleno e adornata dalla scritta di cioccolato che recitava la frase:“Buon compleanno, Charlie!”.
 Anche se ci sono tante altre fotografie che rappresentano altri bei momenti che io e Wonka abbiamo passato insieme fino ad oggi, quelli sono di gran lunga quelli che preferisco di più in assoluto!
Mi crogiolo ancora un po’ nei ricordi, fino a quando sento una mano che si appoggia dolcemente sulla mia spalla, facendomi tornare alla triste e dura realtà.
A quel gesto, torno a guardare Willy, il quale mi dice:
“Anche a me mancano quei momenti! Mi è sempre rimasto nel cuore il giorno in cui ti ho incontrato per la prima volta: eri soltanto un bambino sognatore ma molto segnato dalla dura realtà che viveva, molto insicuro di sé ma allo stesso tempo pieno di potenziale... Devo dire che avevo perso un po’ le speranze quando eri rimasto sconvolto dalla sgridata che ti avevo fatto per aver disobbedito alle mie regole, mi aspettavo quasi che ti saresti lasciato corrompere dall’ira e dalla vendetta a tal punto da consegnare la mia invenzione a colui che credevi Slugworth, ma grazie al tuo meraviglioso gesto di bontà, mi hai fatto capire che al mondo c’è sempre una speranza. Ti ringrazio ancora per questo, Charlie.”:
“No, sono io che devo ringraziarti: mi hai sempre sostenuto fino ad oggi, hai sempre visto in me qualcosa di speciale, ma soprattutto: incontrare te è stato come riavere di nuovo mio padre accanto! Perdere te, sarebbe come perdere di nuovo lui!”
Appena dico quella frase, non riesco più a trattenermi e scoppio in lacrime, affondando la mia faccia sul suo petto, lasciando che il bambino che ero stato una volta riaffiori di nuovo in me. Willy non se ne sorprende affatto, anzi: mi avvolge calorosamente con le sue braccia, come faceva un tempo, lasciandomi bagnare il suo vestito con le mie lacrime.
Non piangevo così tanto dalla morte di mio padre, mi sembra proprio di rivivere quel triste giorno, in cui papà morì per una grave malattia, lasciando soli me, la mamma e i nonni. Fu il periodo più brutto della mia vita, credevo che non sarei mai più stato felice come prima, ma mi sbagliavo: Willy mi dette di nuovo la forza di sorridere e di vedere il futuro con ottimismo!
E anche quando, nel corso degli anni, mi sono visto morire uno ad uno tutti i miei familiari rimasti, Nonno Joe, Nonna Josephine, Nonno George, Nonna Georgina e la mamma, lui mi è stato sempre vicino e mi ha aiutato a superare quei momenti dolorosi. Era ormai diventato l’unica famiglia che avevo. Non posso che esserli eternamente grato per tutto questo!
“Mio caro Charlie, so quanto volevi bene a tuo padre e quanto ti aveva addolorato la sua morte. Chi l’avrebbe mai detto che un dolce e tenero bambino come te, portasse nel cuore un dolore così grande?!? Ti confesso che non mi aspettavo che mi capitasse un bambino come te, orfano di padre e con una dura vita di sofferenza alle spalle. Certo, da allora il compito di istruirti a diventare un mio degno erede si era rivelato più difficile del previsto, dato che eri senza un genitore, ma io ho cercato di cavarmela lo stesso: ti ho sempre fatto da padre, oltre che da tutore e da guida, proprio per darti un punto di riferimento, in sua assenza. Di conseguenza, ti ho sempre visto come un figlio, affezionandomi in tal modo a te. Sai, figliolo, io sono convinto che certe cose accadono per una ragione!”:
“Lo penso anch’io.” Gli dico io, dopo essermi finalmente sfogato:
“Così, da quel meraviglioso giorno, tu ebbi di nuovo un padre, mentre io ebbi l’erede che stavo cercando. Ti ho istruito al meglio per farti diventare un buon gestore della mia amata fabbrica e anche per essere un buon capo per i miei fedeli Umpa Lumpa e posso ben dire di esserci riuscito!”
Mentre dice l’ultima parola, noto una lacrima che gli riga il volto, cadendo sul vestito. Sta piangendo anche lui, per la prima volta in tutta la giornata.
Poi ripenso a ciò che mi ha appena detto sul ruolo che dovrò ricoprire. E’ solo merito suo se adesso sono quello che sono diventato: ovvero, un brav’uomo sognatore e pieno di talento che lo sfrutta solo ed unicamente per far felice la gente, in particolar modo i bambini; in pratica, sono diventato più o meno ciò che era stato un tempo il Signor Wonka e non posso che esserne fiero di questo! Eppure, sebbene le belle parole di Willy, non mi sento ancora pronto per diventare il nuovo proprietario della Fabbrica di Cioccolato!
“Willy? E se non ce la facessi? Se mi dimostrassi non all’altezza delle aspettative della gente, o delle tue?” Gli chiedo io, preoccupato:
“Tu ne sei all’altezza eccome, Charlie!” Mi risponde lui, dolcemente. “Non c’è nessun altro di cui mi fidi così ciecamente, sebbene l’età, hai conservato quella fervida immaginazione che avevi da bambino, sei diventato un amico caro agli Umpa Lumpa, i quali stravedono per te e ti rispettano, anche! La mia fabbrica è in buone mani, con te. Si può dire che tu non sei diventato solo il mio degno successore, ma sei diventato soprattutto mio figlio!”
Dopo aver detto questa frase, mi appoggia la mano sulla spalla e, guardandomi dritto negli occhi, mi dice con un tono dolce ma al tempo stesso serio:
“Voglio che tu mi prometti una cosa, Charlie!”:
“Si, dimmi pure! Sono tutto orecchie!” Gli dico, attento:
“Voglio che tu mi prometti che, dopo che me ne sarò andato, continuerai ad andare avanti! Non lasciarti mai abbattere dalle difficoltà che incontrerai sul tuo cammino! E nei giorni in cui ti sembrerà che tutto il mondo ti remi contro, tu pensa a me e a ciò che ti ho insegnato e in questo modo, ti ritornerà la forza e l’allegria! Devi credere fermamente che, anche quando io non ci sarò più, sarò sempre con te. Tu non sarai mai solo, Charlie! Mi prometti che lo farai?”:
“Si, te lo prometto!”
Appena finisco di dire quella frase, lo abbraccio così forte da sentire il battito del suo cuore, che ora batte lentamente, MOLTO lentamente.
“Non ti dimenticherò mai, Willy!” Gli dico, ancora stretto in quell’abbraccio e versando una lacrima:
“Nemmeno io mi dimenticherò mai di te, Charlie, neppure quando varcherò la soglia di quel posto così meraviglioso e bellissimo che i comuni mortali chiamano “Paradiso”!”:
“Se il Paradiso è proprio come lo descrivono, allora temo che non ci saranno alberi caramellati, zucche candite e fiumi di cioccolato ad aspettarti. Sarà un posto terribilmente noioso per te!”:
“Non credere a tutto quello che dice la gente, mio caro Charlie! Nessuno di coloro che stanno la è mai tornato indietro per raccontarlo, quindi chi può dire con esattezza come sia fatto davvero? Io sono più che certo che il Paradiso sia formato da tutto ciò che le persone buone hanno sempre desiderato e perciò, credo proprio che troverò tutto questo, una volta giunto la! In fondo, partire è una dolce sofferenza.”:
“Mi fai un piccolo favore, Willy?”:
“Certo. Quale?”:
“Appena arrivi la, saluta mio padre, mia madre e tutti i miei nonni da parte mia!”:
“Lo farò senz’altro, Charlie! E insieme a loro, veglierò sempre su di te da lassù, fino a quando non saremo di nuovo insieme!”:
“Ti voglio bene, Willy!”:
“Anch’io ti voglio bene, Charlie!”
Rimaniamo così abbracciati per qualche minuto, poi ad un certo punto, mi viene in mente una cosa e gli domando:
“Sai, Willy, non ho mai capito cosa intendessi dire con “Partire è una dolce sofferenza”. Mi potresti spiegare che cosa vuol dire?”
Ma appena mi stacco dall’abbraccio e torno a guardarlo, capisco che quella domanda non otterrà mai risposta: i suoi occhi si sono chiusi per non riaprirsi mai più e noto anche un sorriso sulla sua faccia; anche in punto di morte è riuscito a mantenere quel sorriso raggiante che ogni volta che lo vedevo, mi riempiva il cuore di felicità!
Altre lacrime mi rigano il volto, ho appena perso un altro padre. Non mi riprenderò facilmente da questo lutto, ma, come gli ho appena promesso, cercherò comunque di andare avanti e di cavarmela, così come lui ha sempre fatto con me in tutti questi anni, fino ad oggi. Certo, sarà molto dura ora che Willy non c’è più, però farò di tutto per portare avanti ciò in cui ha sempre creduto!
Volgo lo sguardo verso la finestra, li vicino e fisso il cielo azzurro, coperto da qualche nuvola bianca, lassù deve esserci il Paradiso e Willy Wonka dovrebbe essere ormai arrivato la. Chissà se in questo momento non ha appena incontrato la mia famiglia e si sta divertendo con loro in mezzo ad alberi caramellati, zucche candite e a fiumi di cioccolato... Anzi, sono più che certo che è così!
“Addio, Willy! Prenditi cura di tutti loro e spero che tu ti diverta in quel meraviglioso mondo che hai sempre sognato!”

Nota: Lo so, sono un po' in ritardo, ma c
ercate di capirmi: la storia mi è venuta in mente soltanto da poco e solo dopo aver rivisto il film "Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato" e ci tenevo comunque a omaggiare il grande attore, Gene Wilder, che purtroppo ci ha lasciato un mese fa. Perciò, spero che vi piaccia e che possa contribuire a ricordare questo grande attore del passato...
   
 
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