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Autore: Il_Genio_del_Male    28/09/2016    8 recensioni
Jongin amerebbe il proprio lavoro, se non fosse per quel cliente molesto che lo riempie di monetine.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chen, Chen, Kai, Kai, Lu Han, Lu Han, Sehun, Sehun, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quei fagiani maledetti'
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Jongin lavora in un grande negozio di dolciumi, articolato su due piani e impostato come un supermercato straripante golosità più o meno nocive per la glicemia. E’ laureato in Storia, ma con i tempi che corrono -sospirano sconsolati i suoi genitori- si è dovuto accontentare di un impiego ben al di sotto delle sue competenze. Eppure Jongin è felice del suo lavoro. Nonostante i turni massacranti, le vecchiette che lo fermano in corsia per domandargli se vendano anche pantofole o asciugamani, gli allestimenti che il signor Yixing, il folle direttore del punto vendita, lo costringe a realizzare sfidando ogni legge della fisica e per cui pensa di meritare una laurea honoris causa in architettura o ingegneria; nonostante una volta alla settimana debba svegliarsi alle cinque e mezzo per aiutare a caricare la merce in arrivo, con il risultato di ritrovarsi la divisa (bianca) sporca e stazzonata e mannaggia alla riforma agraria ma lui ne ha soltanto due paia e passa il tempo libero a far lavatrici e stirare.

Eliminati questi piccoli inconvenienti, Jongin è un commesso fiero del proprio status. Gli piace dare una mano al banco, dove i colleghi Kyungsoo e Joonmyun lo rimpinzano di bignè avanzati il giorno prima, ugualmente buoni. Gli piace anche stare in corsia, prendere nota degli articoli in scadenza o quasi terminati, avventurarsi negli oscuri meandri del magazzino e frugare tra gli scatoloni stipati in pile semi traballanti. Ma la sua vera passione è la cassa. Maneggiare i soldi, strisciare carte di credito e prendere a male parole un prodotto quando lo scanner non riesce a leggerne il codice a barre appaga il contabile che sonnecchia in lui. E sì che in matematica, al liceo, a stento raggiungeva la sufficienza. Lu Han, il bizzarro uomo delle pulizie che al disinfettare superfici preferisce elargire perle di saggezza new age non richieste, sostiene che Jongin, essendo nato sotto il segno del Capricorno, possiede il materialismo della terra, elemento che domina tale segno zodiacale. Jongin, più concretamente, pensa di amare il denaro in quanto fondamentale per tirare avanti. Delle teorie strampalate di Lu Han non sa che farsene.

A turbare il cosiddetto idillio lavorativo del nostro eroe vi è però un neo, ovvero un bietolone dalle sembianze umane con lo spirito di una patata e simpatico come un ravanello infilato nel posteriore che risponde al nome di Sehun. Suddetto tubero antropomorfo era un compagno di liceo di Jongin, scemo e perennemente circondato da un folto harem femminile. Sehun era il classico ragazzino aspirante idolo della scuola; ne aveva l’aspetto fisico, ma non il carisma né il sintomatico mistero. Jongin lo detestava già allora, quando era sostanzialmente innocuo e tenuto bene a distanza. Adesso, a ritrovarselo tra i piedi ogni santo giorno, l’iniziale antipatia rischia di sfociare in odio cieco e assoluto. Perché Sehun, lo stesso pischello che a diciassette anni vantava il quoziente intellettivo di un broccolo al vapore, ha sul curriculum un master in Management E Qualcosa Che Onestamente, Chi Se Ne Frega nonché un lavoro da dirigente pluripagato mentre Jongin, primo della classe e letterato nel cuore, è un commesso invece che docente o ricercatore. E Sehun, lo stronzone, da un mese a questa parte è cliente fisso del negozio dove Jongin è impiegato. Oltre al danno la beffa: non importa quanto lunga sia la fila e quante altre casse disponibili cerchino di attrarlo come le sirene con la ciurma di Ulisse, Sehun accetta di farsi battere scontrino solo da Jongin.

Sembra conoscerne orari, turni e giorni di riposo alla perfezione, giacché ogni volta che è di servizio il poveretto si vede puntualmente depositare in cassa una sporta colma all’inverosimile di schifezze e la faccia da schiaffi (altrettanto dannosa per la salute) di Sehun che attacca bottone, augura buona giornata e buonasera, chiede come stai, cosa fai nel weekend, sembri stanco, come ti trovi, ti trattano bene? Lo tiene aggiornato riguardo ai loro ex compagni di classe; racconta che Yifan e Chanyeol si andranno a sposare in Spagna, che la bella Yoona si è messa con la sua migliore amica Yuri, Baekhyun ha superato le selezioni per entrare in una rinomata scuola di cucina e Minseok è diventato ostetrico. Jongin, a cui fanno male i piedi e la schiena, per non parlare della testa, importa relativamente poco dei discorsi dell’altro ragazzo. Lo lascia blaterare, grugnisce una risposta smozzicata se ne ha voglia e tamburella le dita sul ripiano, in attesa del pagamento. Sehun, incredibile a dirsi, riesce a rendersi odioso persino a quel punto. Un cassiere, salvo rari casi eccezionali, non ha affatto bisogno di moneta. Ne ha a pacchi, rifornito costantemente da un responsabile, e a pacchi cerca di sbolognarla ai clienti di modo da non passare un’eternità, a fine turno, a contare il proprio fondo cassa. Sehun però ignora questa regola aurea, e gira con un borsellino apposta per gli spiccioli che conta solerte, preciso, quasi premuroso e ansioso di compiacere Jongin. Il quale al contrario lo odia, gli augura una morte lenta e dolorosa, ma non può protestare perché il cliente va assecondato e accontentato e vezzeggiato e coccolato e viziato. Tutto, insomma, eccetto che preso a ceffoni. In simili momenti Jongin odia il proprio lavoro.

Jongdae, un collega con cui condivide diversi turni, lo prende in giro. “Povero figliolo, cosa non si sta inventando pur di fare colpo su di te. E’ cotto a puntino” ride.

“Semmai vuole farmi sentire uno zero assoluto, mentre lui è il manager di ‘stocazzo” borbotta bellicoso Jongin.

“Cocco, hai tutte le diottrie a posto o hai bisogno di un paio di occhiali? Ti guarda in un modo! E cerca soltanto te, come se fossi l’unico cassiere carino qui presente” finge indignazione.

“Attento a quello che dici, se Zitao ti sentisse…” chiude il discorso riferendosi alla guardia giurata che sorveglia il negozio e, nel frattempo, corteggia l’impertinente Jongdae.

Anche Lu Han mette bocca sulla questione, e imbastisce uno sproloquio farcito di congiunzioni astrali e temi natali. Farnetica riguardo al fuoco impetuoso dell’Ariete (come sia venuto a conoscenza della data di nascita di Sehun è un mistero) che potrebbe ravvivare il polveroso, terreno e solitario Capricorno. Jongin scrolla le spalle e lo ignora perché, ripetiamo, a lui di quelle teorie strampalate non frega una beneamata cippa.

Sennonché al termine di una serata infernale, stravolto, con i calzini spaiati e il cavallo dei pantaloni bucato, Jongin esce dal negozio. Gli si para davanti Sehun, un mazzo di fiori gigantesco in mano, rosso in volto come una susina. Spara a mitraglia: scusami sono un disastro, so di averti dato fastidio presentandomi ogni giorno ma non sapevo come avvicinarti, volevo che lo sapessi, al liceo ero innamorato di te e probabilmente lo sono ancora, so di non starti molto simpatico però vorrei che mi dessi una possibilità, Jongdae mi ha spiegato la storia dei centesimi, giuro che non lo farò più, non lo sapevo, scusami di nuovo, mi sto rendendo terribilmente ridicolo vero? Jongin non sa cosa, come o se rispondere.

 

 

(E se Lu Han avesse ragione?)

 

 

 

 

Trama sensata, questa sconosciuta! Finale degno, idem! Chiedo scusa a Mika per avergli rubacchiato un verso di Lollipop.

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