Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: sasa123    29/09/2016    1 recensioni
''Aprii piano piano gli occhi, come se mi fossi appena svegliato da un lungo letargo. Non sapevo spiegarmi il motivo ma appena sveglio mi prendevo sempre qualche istante per ispezionare l'ambiente che mi circondava, pazzia? Probabile, sapevo già da me di essere un sociopatico iperattivo, non mi sarei stupito di essere anche pazzo. No no no... Era qualcos'altro. Forse paura? Si, paura. Paura di svegliarmi e rendermi conto che fosse tutto un sogno. Che il 221B di Baker Street fosse solo un'invenzione, un desiderio nascosto da qualche parte nella mia mente, una realtà immaginaria dove per la prima volta nella mia vita non ero totalmente solo.''
Genere: Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'autrice: Buongiorno ^^ 
Vi prometto che non vi ruberò molto tempo ahah 
Volevo solo dirvi che nel secondo capitolo mi sono resa conto, solo ieri mattina, che ho commesso un errore abbastanza fastidioso: Ho pubblicato il capitolo ''non rifinito'' e quindi con qualche errore qua e la e qualche frase che poi successivamente, nella correzione, ho sostituito perchè non mi convinceva. Quindi se vi va di rileggerlo corretto, tornate al capitolo precedente e buona lettura! Sennò poco importa, non cambia poi molto, solo qualche piccola frase e qualche parola. E basta, buona lettura!








5:35 p.m.

Entrammo in casa dove fummo accolti dalla signora McGuire, la quale ci fece accomodare in delle poltrone vicino ad un piccolo caminetto. Si sedette difronte a noi e potei subito notare le piccole mani poco curate, i capelli crespi castano chiaro tagliati fino alle spalle, possibile particolare che indica mancanza di interesse nel prendersene cura. Borse sotto gli occhi e completa assenza di trucco, sicuramente non mi trovavo davanti ad una delle persone più felici del pianeta. E' probabile fosse davvero distrutta per la morte del marito. -Siamo davvero dispiaciuti per la morte di suo marito, signora McGuire.- Affermò Lestrade. Io non dissi niente, mi limitai ad osservala. -La ringrazio agente. Non posso ancora credere a quello che gli è successo... eppure fino a ieri sera era così tranquillo.- Disse la vedova cercando di trattenere le lacrime. -Capisco sia un momento molto difficile per lei, ma dobbiamo farle qualche domanda. E' la procedura.- Le spiegò l'ispettore. -Si... lo capisco.-, -Suo marito aveva qualche nemico?- Le chiesi secco, alzandomi dalla poltrona e cominciando a camminare per la stanza. -No.. Steven non aveva nemici.-, -Non esiste una persona che non ha nemici, signora.- La interruppi continuando a osservare la stanza dove ci trovavamo. -Sherlock! Mi scuso per la sua completa assenza di tatto.-, -Nessun uomo verrebbe ucciso senza alcun motivo in un modo così violento. Deve esserci per forza una motivazione. Un litigio, una parola sbagliata detta al momento sbagliato, un furto.-, -Mio marito non era un ladro!- Mi rimpreverò lei. Restai in silenzio e cominciai ad osservarla. -Ecco, volevo vedere esattamente questo! Rabbia. Lei è arrabbiata, anzi, che dico, lei è infuriata nei miei confronti perchè ho appena insultato suo marito. Questo senso di protezione dimostra che lei non avrebbe mai fatto, o fatto fare, del male al Signor McGuire. Il chè mi porta ad escluderla definitivamente dai sospettati.- Affermai ricevendo i cambio uno sguardo confuso. -Capisco che sia difficile per lei, io credo a quello che dice ma devo dimostrarlo.- Le dissi poggiandole una mano sulla spalla. -D'accordo.- Acconsentì la donna. -Quando suo marito è stato ucciso lei dov'era?-, -Ero andata a casa di mia sorella che vive a cinque minuti da qui. Ho lasciato Steven a casa dicendogli che non avrei perso molto tempo e lui mi ha detto di non preoccuparmi e che sarebbe rimasto qui a guardare un pò di tv... I-io non potevo immaginare una cosa simile.- Concluse piangendo. Dopo un paio di minuti andammo via, non ci aveva detto molto, ma sapevo che non dovevo preoccuparmi. Tempo al tempo. -Che hai intenzione di fare adesso?- Mi chiese Lestrade accendendosi una sigaretta. -Risolvere il caso, mi sembra ovvio.-, -Che te lo chiedo a fare.- Mi chiese divertito dalla mia risposta per poi avvicinarmi il pacchetto delle sigarette. Ne presi una e l'accesi, inspirai e espirai piano piano il fumo osservandolo dissolversi nell'aria. Non ho mai capito perchè ma farlo riusciva sempre a rilassarmi. Feci un altro paio di tiri, dopo di chè buttai la sigaretta e cominciai ad andare via. -Dove vai?-, -A Baker Street, George.-, -Mi chiamo Greg!-, -Come preferisci.- Conclusi senza voltarmi. 


Jonh's pov

3rd January     6:30 p.m.

Camminavo per le strade di Londra senza guardami intorno, mi sentivo fiacco. Da quando scoprii che la morte di Sherlock fu un'enorme farsa non era raro che mi sentissi così. Probabilmente fu la delusione nello scoprire che non si era fidato abbastanza di me. Ma non era solo quello, ho passato due anni della mia vita  credendo che, in un certo senso, se quel giorno non mi fossi fatto fregare da quella falsa chiamata in cui mi dicevano che la Signora Hudson era in fin di vita e fossi rimasto li con lui forse avrei potuto salvarlo. Ho passato due anni pensando solo a questo. E scoprire che non avevo nessun motivo per starci male, che avrei potuto evitare tutte quelle notti passate in bianco mi fa incazzare. Se solo me l'avesse detto… Avrei anche evitato di pentirmi di tutte le cose non ero riuscito a dirgli. Continuai a camminare per un altro po', poi tornai a casa. Mi misi comodo sul divano e accessi la Tv. Caso McGuire, ai telegiornali non si parlava d'altro. Mi mandava in bestia ammetterlo ma quell'idiota di Sherlock aveva ragione, era un caso molto interessante ed era da tanto che non lo aiutavo a risolverne uno. Se pensavo a tutte le giornate intere passate a ragionare su misteri impossibili mi veniva un po' di nostalgia. Tutte quelle sue battutine irritanti che mi davano tremendamente sui nervi, i campioni sistemati nel frigo che riuscivano a farmi passare la fame ogni volta che entravo in cucina, senza contare  quando passava tutto il giorno nel suo palazzo mentale e non si degnava di ascoltarmi neanche per un secondo. -Devo smetterla di pensare a queste cose, sennò mi viene voglia di picchiarlo e adesso non posso.- Ammisi sbuffando. Mi guardai la mano e risi, cavolo, dovevo avevo averlo colpito proprio bene il giorno prima. La mia mano era ancora dolorante. Qualche secondo dopo il suono del mio campanello mi distolse dai miei pensieri. Aprii la porta e rimasi molto sorpreso. -Disturbo? Spero di no.- Mi chiese cortesemente Mycroft Holmes mentre era intento a spolverarsi con le mani la giacca. -Dipende.- Gli risposi secco. -Sempre il solito burbero. Non cambi mai, eh John?- Mi punzecchiò varcando la soglia della porta. -Cosa sei venuto a dirmi?-, -Non mi offri niente?- Mi domandò emettendo una leggera risata. -Sarà sicuramente una cosa importante.-, -Da cosa lo deduci?- Mi chiese sedendosi su una delle mie poltrone. -Non saresti venuto qui.- Affermai schietto sedendomi.-, -Ottima osservazione, immagino saprai anche di cosa si tratta.-, -Posso immaginarlo.-, -Sono qui per Sherlock. Ho bisogno che tu mi dia una mano.-, -Perchè?-, -Conosci i suoi piccoli 'vizi', non voglio rischiare che si metta nei guai.-, -Stiamo parlando di un adulto, sa badare a se stesso.-, -No, John. Stiamo parlando di Sherlock.- Affermò zittendomi. Per quanto potessi provare a convincermi del contrario sapevo che con Sherlock non c'era da stare tranquilli. Sapevo anche che quell'idiota si sarebbe presto cacciato in qualche guaio. -In questo periodo sembra piuttosto annoiato e sai cos'è successo l'ultima volta.-, -Ha colpito a sangue un maiale morto sul ciglio di una strada?-, -No.- Mi rispose infastidito dalla mia ironia. -E' finito ad investigare in un covo di drogati.-, -Oh andiamo, era sotto copertura.-, -E tu credi non ne abbia approfittato per farsi di qualche schifezza?-, -Senti, perchè non gli compri un bel cagnolino da guardia?-, -Non ne ho bisogno.- Affermò ridendo. -Perchè?- Chiesi confuso. -Perchè io ho te.- Affermò osservandomi con fare saputello. Era sicuro di se, sapeva che non avrei mai permesso che succedesse qualcosa a Sherlock. Questa sua convinzione era talmente reale che riusciva ad infastidirmi. -Sembri troppo convinto di te.-, -Lo sono.- Concluse sorridendo leggermente, alzandosi e dirigendosi verso la porta. -Sono sicuro che non deluderai le mie aspettative.-, -E io sono ancora dell'idea che dovresti comprargli un cane.- Gli risposi secco chiudendogli la porta in faccia. Mi diressi nella mia stanza borbottando, ne ero certo, un giorno gli Holmes sarebbero riusciti a rovinarmi definitivamente la vita. 









Angolo dell'autrice: Salve di nuovo! Spero che il capitolo 3 vi sia piaciuto, se avete commenti, suggerimenti o giudizi (positivi o negativi che siano) che volete farmi sapere, scrivete pure nelle recensioni. sarò felice di ascoltare tutto quello che avete da dire. Come ultima cosa, vorrei dirvi che ho deciso di aggiornare ogni giorno, visto la lunghezza dei capitoli, che non è molta. See you soon, anzi, ci vediamo domani con il quarto capitolo! Bless u! :) 





 
  
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