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Autore: Dayan18    29/09/2016    0 recensioni
Oggi ho detto a me stessa che devo muovermi,che questa vita sta andando come vuole e non come voglio io...come un cavallo impazzito,oggi riprovo con fatica a prendere le redini della mia vita,di questo cavallo confuso e ferito che sta correndo ma non sa dove,senza una meta. Oggi,con timore e una punta di coraggio ,provo a raccontarmi e a raccontarvi chi sono e cosa sono stata per liberarmi da questa prigione che all'esterno appare come un sorriso ma dietro si celano solo ombre,troppe... Oggi provo a prendermi la mia vittoria che in questi anni spesso mi ha sfiorato ma non è mai arrivata completamente ,voglio farlo soprattutto per Te che meriti di avere la parte migliore di me.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I miei occhi vagano per la stanza come se la vedessi per la prima volta, la mia mente formula lo stesso pensiero che ho da circa tre anni quando mi trovo in queste situazioni . “Sono ancora qui” ripeto a me stessa,come un mantra.
Il sapore metallico che ho in gola è la testimonianza che ancora una volta mi sono sforzata per urlare con tutte le mie forze,per difendermi,per esprimermi,per liberare tutto ciò che racchiudo dentro di me.
Per me è stato sempre importante la libertà di espressione,di pensiero,trovo che sia uno dei doni più belli che abbiamo e spesso mi domando come nel nostro passato storico questa libertà veniva ingiustamente punita,solo perché qualcuno aveva opinioni diverse rispetto alla corrente del momento.  Col tempo le cose sono andate migliorando,ma purtroppo ho scoperto che ancora tutt’oggi c’è chi vuole reprimere il tuo pensiero,tagliare la tua voce,cancellare ogni forma d’indipendenza che ti appartiene distruggendo la tua personalità per legarti con dei fili invisibili e muoverti a suo piacimento,come una marionetta.
E tu?
Tu lo lasci fare, come ipnotizzata non capisci che ciò non è il tuo volere, ma  quello che vuole l’altro. Poi arriva un momento, un dettaglio di troppo,una scrollata,una frase che graffia quella barriera opaca,che ti annebbia la vista e non ti fa vedere come sono realmente le cose.
Allora cerchi di afferrare quell’attimo di consapevolezza,è il momento di scavare ancora più a fondo, di vedere cosa nasconde il velo ,di cercare risposta alle tue domande  che giacciono li ed ecco che di nuovo un’onda cerca di travolgerti per tenerti a bada,sottocontrollo come se stessi entrando in una zona dove c’è  un grosso cartello con su scritto “vietato l’ingresso”.
Non è un’onda del mare salato e freddo. E’ molto di più. Non sai se è freddo o caldo,sai soltanto che rimane e continua a far male anche dopo tanto tempo. E’ forte,troppo.
Cerchi di difenderti alla meglio,rinchiuderti in uno scudo umano per non sentire niente,soprattutto le ferite che rimangono segnate nell’anima.
E gli occhi sono la cosa più angosciante da guardare,quegli stessi occhi che ti accarezzavano e giuravano amore e protezione da ogni male,sono gli stessi che in quel momento non ti guardano più,ma sono fissi su un qualcosa che per te è invisibile.
Solo lui sa cosa vede,di certo è qualcosa su cui liberare la sua rabbia,la sua frustrazione ed ecco che mi arriva l’onda della sua violenza che si abbatte su di me,sul mio corpo e penetra come un veleno nel mio sangue.
Questo perché non sono d’accordo con  la sua idea che è sempre giusta oppure perché ho detto qualcosa di troppo o di ridicolo,magari alzando un tantino la voce;cosa assolutamente vietata per me,non per lui.
Ho provato ad appellarmi al silenzio,a non esprimermi ma non ci riesco.
Io vivo per darmi voce,per dare voce alla mia persona, ai miei dubbi,per dire la mia su qualunque cosa,per lamentarmi,per ridere,per sbagliare,per dire anche sciocchezze anche al costo di essere “Punita” da qualcuno che nella sua immensa follia,è convinto di essere superiore.
E anche queste parole sono mie,di una donna qualunque che sta cercando ancora la sua libertà … o meglio delle ali per volare via da  questa gabbia.
Sto cercando le ali della mia libertà.
Intanto questa è la mia storia.
  
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