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Autore: Helena Hufflepuff    30/09/2016    2 recensioni
La sera prima delle sue nozze, Lily Evans fatica a prendere sono, ma grazie a una pozione misteriosa donata da un'amica riesce ad intravedere alcune immagini del futuro suo e di chi ama.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Andrà tutto bene

Nox” sussurrò Lily. La punta della sua bacchetta si spense con un guizzo birichino, e la sua stanza ripiombò nell’oscurità, smorzata dalle intermittenti luci dei fari nella strada sottostante, che come zebre scivolavano rapide sul soffitto.

Era ormai notte fonda, ma non riusciva a prendere sonno. Come poteva? Là in fondo alla stanza c’era il motivo di tanta agitazione.

Bianco, vaporoso e con l’aria di un'enorme meringa assassina: minaccioso e letale, l'origine di tanta ansia era un abito da sposa. Anzi, ad essere precisi, era il suo abito da sposa, scelto non da lei, come sarebbe logico che fosse, bensì da sua madre, Mrs. Evans (dolce ma con gusti discutibili) e Petunia, che non perdeva occasione per metterla in ridicolo.

Ne aveva parlato con James, e lui per tutta risposta gli scrisse: Non importa se sembri una meringa, Lily; l’importante è che dentroil vestito non ci sia Sirius: sai, la barba punge e uscirei male nell'album di nozze!

A tale pensiero sospirò. Per quanto ci provasse, James riusciva ad essere romantico solo quando non ci si metteva.

Non riusciva a chiudere occhio, eppure l’idea di avere le occhiaie l’indomani le faceva venir voglia di metterci davvero Sirius, dentro quella trappola di tulle. Si massaggiò le tempie. Si prospettava una nottata molto, molto lunga.

“Argh!” Un flebile pop spezzò il silenzio pressoché totale di casa Evans, e Lily fece un salto di dieci centimetri sul letto. Aveva già impugnato la bacchetta: in quei tempi la rapidità di difesa era tutto.

“Che bella accoglienza! Però, che stanzetta pulita!” Alice Paciock le sorrise dal centro della stanza, mentre girava in tondo su se stessa. Certo che per lei, amante dello stile punk babbano, la leziosa cameretta di Lily, che era ancora arredata come quando aveva dieci anni – in piena fase rosa – doveva risultare stomachevole. Lily le sorrise, poggiò la bacchetta ed accese l’abat-jour sul comodino, inondando la stanza di una calda luce dorata.

“Alice, capisco che ti ho detto di venire quando vuoi, ma lo sai che Materializzarsi in casa di questi tempi non è consigliabile! Diamine, stavo per farti saltare le cervella!”

“Lo so, e mi scuso, ma non sapevo quando sarebbe tornato Frank; volevo vederlo prima di venire a fare sostegno morale alla sposa”. Alice sorrise: era diventata la signora Paciock solo un mese prima, il giorno dopo aver terminato Hogwarts. Era stata una cerimonia frettolosa: i genitori di lei, la madre di lui, i Malandrini e Lily. Niente di sfarzoso, eppure se fosse stato per loro si sarebbero sposati non appena compiuti i diciassette anni senza nemmeno dirlo ai genitori. Nonostante la fretta, la notte prima Lily era rimasta con Alice, in una camera presa in affitto al Paiolo Magico. Lei le aveva promesso che le avrebbe ricambiato il favore. E infatti, eccola lì. 

“Lily, la riconosci questa?” le chiese Alice, scuotendole una boccetta piena di liquido sotto il naso.

“Dammi un attimo qua…” Lily annusò con attenzione il liquido, lo guardò controluce, poi sentenziò: “La base è sicuramente una pozione soporifera, ma è più cangiante, forse dovuto ad una leggera presenza di… sembrano fave di cacao e…”

“Piume di pappagallo, per la precisione ara macao!” concluse Alice gongolante. La riprese e le spiegò: “È la pozione soporifera che mi avevi dato tu alla vigilia del mio matrimonio: l’avevi preparata di nascosto nel bagno delle ragazze al secondo piano sgraffignando gli ingredienti al vecchio Luma. L’ho portata con me in viaggio di nozze in Amazzonia, e lì ho conosciuto uno sciamano, un Veggente… lui ha visto la tua pozione ed ha parlato di te come se ti conoscesse da sempre…”

“Solo guardando una piccola quantità di una banale pozione soporifera?” Lily aveva drizzato le orecchie. Divinazione non le era mai andata a genio, lei era convinta che ognuno fosse artefice del proprio destino (non come quella stralunata di Sibilla Cooman, cinque anni in più e parecchie rotelle in meno di lei), eppure questo sciamano sembrava unico nel suo genere.

“Sissignora, e quando ha visto che ti saresti sposata a breve ha deciso di farti un regalo, perché eri, per dirla con lui, «una luce troppo diamantina per non essere omaggiata»” disse, imitando il tono altalenante di quei popoli così lontani. “Così ha preso la boccetta, e me l’ha restituita due giorni dopo, luna piena, raccomandandoti di fartela bere tutta il giorno prima del matrimonio. Ha detto che ti avrebbe aiutato in futuro. E adesso eccola qui, futura signora Potter…”

“… signora Potter…” Lily portò istintivamente le mani sulle guance infuocate. “Ma ti ha detto di preciso cosa provoca questa pozione se ingerita?”

“Non con precisione, perché parlava poco inglese, e il mio portoghese è maccheronico… comunque mi pare di aver capito che aumenta le tue capacità magiche, e potrebbe anche farti vedere il futuro!”

“Mi ci vorrà un mese di sonno allora, io in Divinazione ero negata!” esclamò Lily, ed entrambe si misero a ridere. La futura sposa riprese in mano la pozione e la guardò meditabonda, indecisa se provarla o no: mai scherzare con le pozioni sconosciute. Dopo un po’ strinse la boccetta tra le mani e, con la bacchetta, Appellò a sé una pesante valigetta di legno e cominciò a trafficare con delle scatolette al suo interno, finché da una non estrasse un piccola pietra raggrinzita.

“Questo me l’ha regalato Lumacorno a fine anno…”

“Ma quello… quello è un bezoar! Lily, cosa…?”

“Alice, ho deciso: voglio provare questa pozione, ma in tutta sicurezza” mise il bezoar nella mano dell’amica e le chiuse attorno le dita. “Nel caso tu veda qualcosa di veramente pericoloso, non esitare a ficcarmelo in gola. So che non hai paura, ma non farti travolgere dalle emozioni, anche perché la mia camera è insonorizzata, nessuno potrebbe sentirti. Se emetto qualche grido, lascia andare, reagisci solo se si tratta di vita o di morte. E adesso… prosit!” e, senza dare ad Alice il tempo di riprendersi da quella mitragliata di ordini, in un sorso ingollò tutto il contenuto della boccetta panciuta, che rotolò a terra mentre Lily si accasciò nel letto. Alice la coprì, il bezoar ancora in mano, e aspettò.

 

La mattina successiva Lily si alzò completamente riposata, e lasciando Alice addormentata sulla poltroncina accanto alla finestra, cominciò a prepararsi e, in men che non si dica, era in chiesa. James era raggiante, anche se sotto sotto si vedeva che stava cercando di trattenersi dal ridere davanti a quel tendone da circo che era la sua sposa. Sentì un “Oh!” lontano, e per un istante si guardò attorno, ma non poteva far attendere oltre il suo James.

“…ed io vi dichiaro marito e moglie!” La festa, sebbene intima e svolta in una trasfigurata Stamberga Strillante, non poteva essere nulla di meglio; Lily era al colmo della felicità. James le porse un fagotto argentato e le disse con un bacio: “Un regalo per mia moglie. Benvenuta, signora Potter!”

Lily aprì il fagottino e rimase senza parole. Dall’involto i suoi occhi la fissavano; erano incastonati in un volto che riconosceva benissimo: il volto di James. Gli occhi lucidi, sfiorò con le labbra la fronte del piccolo, sussurrando: “Harry!” e lì comparve una sottile cicatrice a forma di saetta. Un lampo verde, accecante, la abbagliò…

Quando ritornò in possesso della vista vide James accanto a sé; Harry, ormai cresciuto e bello come non mai, era al di là di un velo che Sirius attraversò con un sorriso: “Però, è in gamba il ragazzo… quasi quanto te, Ram!”

E poi, di nuovo nella Stamberga Strillante, tornata al suo quotidiano squallore. A poco a poco, arrivò un sacco di gente che Lily amava, come se ci fosse una festa: Silente, Moody,… arrivò persino una superba civetta bianca… e poi Codaliscia, un elfo domestico, un giovane robusto e dai capelli rossi raggiante, Lupin, teneramente mano nella mano con una giovane donna dai capelli rosa shocking. Tutti abbracciavano commossi i coniugi Potter, congratulandosi per il coraggio di Harry.

Già, Harry… Perché non era lì? Perché non poteva accarezzarlo, abbracciarlo, dirgli quanto era orgogliosa dell’uomo che era diventato? Le scivolò una lacrima lungo la guancia, che James prontamente le tolse con un pollice. “Tesoro, non piangere: noi e lui saremo sempre vicini, sempre uniti…”, ma la frase venne interrotta da un fruscio di vesti ed un passo che Lily avrebbe riconosciuto tra mille.

“Sev! Ommioddio, Sev!”

“Lily…” Severus Piton non ebbe nemmeno il tempo di fare un passo che Lily già gli era saltata al collo, stringendolo con affetto, e dopo un po’ anche lui, un po’ goffamente, ricambiò l’abbraccio.

“Severus…” disse James, arrivato alle spalle di Lily. Lei per un attimo temette il peggio, quei due lì si erano sempre detestati… invece, con lentezza, James gli tese la mano e gliela strinse con vigore, mormorando una parola inaspettata: “Grazie per quello che hai fatto per Harry”

“Dovere” rispose lui, guardando fisso negli occhi di Lily, con una dolcezza che lei non aveva mai visto prima. “Ha il caratteraccio del padre… ma ha il cuore della madre!” Prese la mano di Lily, la mise in quella di James, anche se con uno certo sforzo, e guardandoli entrambi assicurò: “Andrà tutto bene. Dovete essere orgogliosi di vostro figlio, Harry James Potter…”

Andrà tutto bene…

 

Lily sobbalzò. Era ancora nel letto di casa Evans, un raggio di sole la colpì sul viso, ed Alice Paciock, ancora sveglia anche se assonnata, fece un salto sulla poltroncina che aveva portato accanto al letto di Lily. Il bezoar giaceva indisturbato sul caotico comodino, ieratico ed inutilizzato.

“Andrà tutto bene…”

“Cosa?”

“Niente, stavo solo… Che ore sono?”

“Sono solo le sette, non preoccuparti, c’è tempo. Ma dimmi, come ti senti?”

“Alla grande, riposata, e felice…” Lily fece scivolare lo sguardo alle due foto magico che aveva sul comodino: in una erano lei e James, che ballavano al matrimonio dei Paciock, e nell’altra, un po’ ingiallita, erano lei e Sev ad Hogsmeade, durante l’uscita prenatalizia del quarto anno: erano in mezzo alla strada sotto la neve, e ridevano come matti. Possibile che in futuro…?

Una frase che disse Alice la risvegliò dai suoi pensieri. “Cosa?”

“Ho detto che se non altro lo sciamano aveva ragione sui tuoi poteri: guarda cos’hai combinato al tuo abito da sposa!” Solo in quel momento Lily noto che la minacciosa meringa era scomparsa per lasciare il posto all’abito che Lily aveva sempre sognato e non aveva mai osato sperare di avere, con un diadema d’argento che riportava le sagome di un cervo ed una cerva intrecciate in un tenero, infinito abbraccio. “Questo spettacolo… l’avrei fatto io?” disse sfiorando le maniche, il tessuto, il velo, ma sentiva che era così: l’abito emetteva una tenue luce bianca, frutto della magia più grande: quella dell’amore.

“Lily, mi stavo chiedendo… hai visto qualcosa nel sogno? Ho sentito che dicevi un nome… Harry, mi pare… e poco prima di svegliarti hai nominato pure quello” disse, accennando con la testa alla foto con Piton. “Insomma, che è successo?”

“Niente, ma ricordati di ringraziare lo sciamano. Sono sicura adesso: andrà tutto bene…”

   
 
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