فتاة عراقية

Avevo 16 anni quando lo vidi per la prima volta.
Lui ne aveva 20.
Portava la divisa dell’esercito Americano, aveva i capelli a spazzola e il mitra in mano, sulla fronte portava legata la bandiera del suo paese.
Aveva il viso abbronzato, come le mani, e sporco di polvere, sabbia e polvere da sparo. Portava gli anfibi neri, aveva gli occhi blu come il mare che non avevo mai visto. Li paragonai al cielo di notte. Erano occhi stanchi delle troppe veglie e dentro di essi vi era una paura velata.
Era forte, ed era coraggioso.
Coraggioso piccolo grande uomo.
La pelle era bianca.

Io ero piccola e grande insieme. Portavo la divisa del mio paese, fatta di veli sottili che a breve mi avrebbero ricoperto anche il viso. Avevo i capelli neri come il petrolio per il quale si stavano uccidendo, tra le mani brocche d’acqua, sulla fronte, sopra il sopracciglio, una vecchia cicatrice. Avevo il viso sporco e cattivo degli iracheni. Portavo dei sandali chiari e bassi, avevo gli occhi verdi come i loro camion blindati che non avevano pietà. Erano occhi stanchi delle lacrime e dell’angoscia, stanchi della guerra che ci stava devastando.
Ma ero forte ed ero coraggiosa.
Coraggiosa piccola grande donna.
La pelle era mulatta.

Lui era Americano, io ero Irachena.
Lui era Americano ma quel giorno mi salvò la vita.
Avevo 16 anni quando lo vidi per la prima volta.
Lui ne aveva 20.
Nell’istante in cui il suo corpo riparò il mio, io cominciai ad amarlo.