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Autore: BeatrixLovett    01/10/2016    1 recensioni
Scabior la gettò a terra e Beatrix atterrò sulle ginocchia.
La ragazza alzò lentamente la testa per vedere colui che aveva davanti. I suoi occhi non avevano mai visto veramente il mondo, non si erano mai soffermati sullo splendore della natura o sulla bellezza di una persona. Quel naso non aveva mai gradito il profumo della dolcezza. Quelle labbra non si erano mai mosse in un sorriso amabile, in una risata di gioia o in un bacio. Il male era davanti a lei, fatto uomo.
Genere: Dark, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Famiglia Lestrange, Famiglia Malfoy, Mangiamorte | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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Capitolo 9

Condannati
 


 
Ogni cosa sembrava sprofondare sempre più nell’oscurità.
La spalla le faceva molto male e le tempie le pulsavano tremendamente. Fino a quel momento, intorno a lei aleggiavano ombre, ma lentamente, il mondo sembrò riprendere forma.
Si erano materializzati in un enorme salone, molto affollato. Al centro erano state posizionate due immense sculture di pietra raffiguranti un mago e una strega seduti su due troni, creati con dei corpi, s’intuiva fossero dei babbani. La ragazza però la ricordava ben diversa quella statua. L'unica volta che era entrata al Ministero della Magia era stato per registrare la sua bacchetta a undici anni. Già allora aveva trovato il Ministero della Magia un luogo da brividi, ma ora, dopo la presa di Voldemort, lo era ancora di più. L'Atrium era come una grande piazza al coperto, lungo una parete c'erano dei camini disposti in fila, erano gli ingressi della metropolvere con i quali i maghi potevano teletrasportarsi da un focolare all’altro tramite la polvere volante.
Il Ministero della Magia, come gli aveva spiegato suo padre, si divideva su dieci livelli, ognuno con una specifica funzione. Per spostarsi da un piano all'altro si potevano usare gli ascensori che si muovevano in ogni direzione, oppure le scale.
I Ghermidori spinsero i cinque ragazzi dentro ad uno degli ascensori. Elaine e Grace erano sparite e con loro Greyback e alcuni dei suoi uomini.
L'ascensore partì in verticale poi si fermò improvvisamente cambiando direzione, muovendosi verso destra, poi di nuovo in su, per poi fermarsi.
La porta s’aprì per far entrare qualcuno e non appena vide chi era, Beatrix trasalì. Era l'uomo calvo che aveva visto nella sua visione. Lui avrebbe ucciso Elaine e forse anche Grace, se non lo aveva già fatto.
«Scabior, cosa fate di nuovo qui?»  chiese arrogante, rivolto all'uomo che aveva preso Beatrix.
«Il nostro lavoro... Ministro! »  rispose questo, mostrando fermezza.
Il Ministro della Magia, Yaxley, diede una rapida occhiata ai ragazzi e massaggiandosi il pizzetto sul mento, disse: «Altri mezzosangue?»
«Oppositori... Sono tutti purosangue insubordinati... stavano con le due mezzosangue...»
«Ah...beh la questione è diversa allora...» Yaxley sorrise perfido guardando Beatrix negli occhi, la ragazza contraccambiò lo sguardo di sfida, ma non poté parlare a causa dell’incantesimo silenziatore che era stato fatto ai ragazzi. «Portateli tutti all'Aula Dieci. Dobbiamo sbarazzarcene stasera stessa... » ordinò, uscendo dall’ascensore non appena si riaprì.
«Nono livello, Ufficio Misteri, Aula Dieci»  recitò la voce dell'ascensore.
I Ghermidori li strattonavano per un lungo corridoio. Le pareti erano lisce e fredde e ad ogni passo Beatrix sentiva una stretta al cuore, l'aumentare di una terribile tristezza e un profondo sconforto.
Ad un certo punto sentirono delle grida soffocate, sembrava provenissero dalle pareti. Dopo poco, un pò più avanti da loro, si aprì una porta dalla quale uscirono due uomini vestiti con dei lunghi cappotti neri.
Beatrix si fermò di colpo assieme a tutti gli altri.
Gli uomini trascinavano per le braccia una ragazza dai capelli rossi, lei non opponeva resistenza, non piangeva, non urlava. Si era arresa.
Le grida continuarono più forti e per un momento le sembrò di vedere gli occhi della ragazza, svuotati, senza anima, privi di emozioni.
«No!» urlò una quarta persona che usciva dalla porta, «Mia figlia é purosangue come me!» La donna si buttò sui due, cercando di liberare la ragazza, ma quelli erano stati più veloci e la madre colpita si accasciò a terra, mentre una riga di sangue le usciva dalla bocca. «Purosangue, purosangue vi dico...» ripeteva, mentre guardava i due uomini allontanarsi con la sua bambina.
«Avanti, non abbiamo tutto il giorno...» disse uno dei Ghermidori spingendo Beatrix in avanti.
Passarono vicini alla donna, il viso rigato dalle lacrime, la testa appoggiata sulla spalla, la bocca socchiusa e gli occhi aperti verso il buio dove avevano portato sua figlia. Ormai un guscio vuoto.
La ragazza con gli occhi annebbiati dalle lacrime venne fatta sedere su una sedia, all’improvviso da essa uscirono delle catene che le bloccarono i polsi ai braccioli. La stessa sorte era capitata anche ai suoi amici accanto a lei. Nel mezzo dell'aula c'era Grace. L'amica non poteva vederli perché dava loro le spalle, stava in piedi e aveva le braccia legate dietro la schiena, guardava davanti a sé, c’erano tre uomini vestiti di tuniche color prugna con una “W” argentata incisa sopra, stava per Wizengamot, il tribunale supremo dei maghi.
Beatrix si guardò intorno. I Ghermidori erano spariti e di Elaine non c'era traccia. Un tremendo sospetto la fece sbiancare.
Dopo pochi minuti entrò l'uomo che avevano visto in ascensore, non indossava nessuna tunica, ma lo stesso completo da Mangiamorte di poco prima.
Yaxley si sedette nel posto centrale a lui riservato.
«Grace Fray, giusto?» domandò, guardando la ragazza con una sorta di sorriso compiaciuto, come se fosse già chiaro che se la sarebbe tolta dai piedi tra poco.
«Sì e voglio essere liberata subito... sono innocente di qualsiasi cosa Lei stia tentando di accusarmi...» rispose risoluta.
«Lei ha pronunciato il nome di Colui-che-non-può-essere-nominato. Era a conoscenza del divieto imposto dal Ministero? Si rende conto di aver infranto la legge e della punizione che ne conseguirà?» 
«Oh avanti, ammetta il vero motivo del perché sono qui... sono una mezzosangue!» urlò Grace con tutto il fiato che aveva.
Yaxley scoppiò in una risata falsa, «Oh bene, visto che Lei è così acuta saprà di certo come li trattiamo quelli come Lei... »
«Vi odio! Siete degli esseri viscidi! Voi e il vostro Padrone siete destinati ad essere sconfitti... siete solo delle marionette impaurite nelle sue ma...»
Grace tacque, colpita da una maledizione che la fece trasalire.
«Sfacciata per una che sa già il suo destino...» Yaxley si rigirava la bacchetta tra le mani, la sua voce malvagia echeggiò nella stanza fredda, «Finiamo questa faccenda così avrò un’altra sporca mezzosangue in meno di cui preoccuparmi e potrò andare a cena...»
Stese il braccio pronto a lanciare la maledizione, «Avada...»
Beatrix sentì delle dita fredde stringerle la mano. Trasalì, guardò in basso e vide che Cloe, accanto a lei, le stava passando la bacchetta.
I tre uomini vestiti con le tuniche del Wizengamot crollarono insieme, la bacchetta del Ministro saltò via dalla sua presa e le catene di Grace si spaccarono di colpo.
I ragazzi liberi, si alzarono con le bacchette in pugno. Non c'era tempo per chiedersi cos'era successo. Dovevano pensare a come uscire da quel posto, il prima possibile.
Uno strano rumore fece sollevare la testa ai ragazzi. Una decina di dissennatori stava calando su di loro.
«Expecto Patronum!» urlarono in coro.
Una volpe, un gatto, un corvo e un' aquila uscirono dalle bacchette di Beatrix, Grace, Erik e Helena, riuscendo così a bloccare il passaggio ai dissennatori, accecati dal loro splendore.
I ragazzi superarono la porta, ma non si diressero verso l'ascensore (senz'altro bloccato per via dell'allarme scattato), presero le scale. 
«Non lasciateveli sfuggire, prendeteli!» sentirono urlare Yaxley, un piano più sotto.
Le maledizioni, passavano vicine ai ragazzi che non avevano tempo di voltarsi e rispondere.
Beatrix si rese conto dell'impossibilità di salvezza. Anche se fossero riusciti ad arrivare fino all’atrio, non sarebbero riusciti ad uscire, l'intero Ministero era sotto allarme e tutte le vie di fuga sicuramente sbarrate.
I ragazzi vennero disarmati. Alcuni uomini gli bloccavano la strada e in breve tempo vennero raggiunti da quelli che gli stavano alle calcagna.
Erano in trappola.
I ragazzi vennero accerchiati.
Yaxley sbucò da dietro i suoi uomini, «Peccato, tanto sangue puro sprecato inutilmente...»  li schernì, guardandoli con espressione soddisfatta, «...avete preferito fare gli eroi, difendere una sudicia mezzosangue... e mettervi contro il Ministero della Magia...» «Tuttavia mi sento in vena di perdonarvi... vi lascerò vivere e tutto ciò che è successo oggi verrà dimenticato. Tornerete a scuola e dalle vostre famiglie, come volete... ma... »  e Yaxley si fermò, guardò i ragazzi con lo stesso sorriso compiaciuto di poco prima, «... solo se vi farete da parte e mi lascerete uccidere quella feccia! »  concluse lui, indicando Grace, pregustandosi già l'idea di come sarebbe finita.
I ragazzi non si mossero, guardarono tutti fissi l'uomo davanti a loro, con sguardi colmi di odio.
«Come volete, allora. Uccideteli.» ordinò, sorridendo estasiato.
All'improvviso sentì un trambusto e diversi corpi che cadevano.
«Tu, qui? Sporco traditore...»
Beatrix aprì gli occhi. Le guardie che fino a poco prima li circondavano erano riverse a terra.
Qualcuno con il volto coperto da un cappuccio teneva sotto minaccia Yaxley.
«Perché, Ministro, non ritorna a fare il suo bel lavoro pulito? Coraggio vada! » 
Lo sguardo di Yaxley divenne vacuo, poi con un movimento rigido si voltò e scese le scale.
Il gruppo di amici, nel frattempo, aveva recuperato le proprie bacchette da terra.
«Andatevene! Ne stanno arrivando altri! » li informò lo sconosciuto, restando voltato per non farsi vedere in faccia.
«Dove? Non possiamo tornare a Hogwarts!»  ribatté Jenny.
«E nemmeno a casa...» aggiunse Beatrix.
«Eccoli!» «Sono in trappola! »  urlò qualcuno che sembrava abbastanza vicino.
Lo sconosciuto prese a correre intimando ai ragazzi di seguirlo. Loro non se lo fecero ripetere, nonostante non lo conoscessero, gli erano riconoscenti.
Svoltarono a destra, entrando in una stanza colma di camini. Uno solo era acceso da una debole fiamma che sembrava sul punto di spegnersi.
«Dentro, sbrigatevi!» li incitò lui, «Tenetevi a me! » 
Beatrix prese per mano lo sconosciuto. E prima di teletrasportarsi, vide diversi uomini irrompere nella stanza e tra questi identificò suo padre che si avvicinava al camino.
   
 
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