Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Sbirilla    01/10/2016    2 recensioni
«Severus!»
Lei aveva pronunciato il suo nome come fosse una preghiera. Non una supplica, di quelle ne aveva sentite tante negli ultimi due anni. Si vantava di non aver mai ceduto. Ma questa volta, per la prima volta, qualcuno – lei! – lo stava pregando solo di essere Severus e nessun altro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Famiglia Malfoy, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lily aveva detto di sì. Lo aveva detto senza pensarci, ovviamente, perché non aveva idea di come svincolarsi da James. La sua richiesta di passare cinque giorni in Italia da lontani parenti era parsa così stramba e fuori luogo, che in casa Potter si era scatenata una vera e propria tempesta. Non era uno stupido, suo marito. Aveva capito che qualcosa non andava. Lily era sfuggente, sempre con la testa tra le nuvole, passava giorni interi fuori casa e l’intimità era cosa rara. Non era più sicuro di poter attribuire quei comportamenti allo shock per la morte di Julie, in fondo era già passato più di un mese. Cominciò a farle domande strane, ad insinuare che avesse un altro, che non lo amasse più. Lei non negava e non confermava, dava risposte ambigue e poi spariva di nuovo. Come le sarebbe piaciuto, in quei giorni, possedere le straordinarie capacità di Severus. Mentire e simulare erano le sue specialità, e a volte lo invidiava. Prendere in giro James così, deliberatamente, la faceva sentire malissimo. Allo stesso tempo, anche se lui non parlava, sapeva benissimo che Severus ribolliva dentro dalla gelosia. Per mesi si era crogiolata nella rassicurante sensazione di essere confusa, di non sapere cosa fare, addirittura di poter amare entrambi. Ma la verità era chiara e cristallina davanti ai suoi occhi: cinque giorni con Severus erano più importanti dell’eternità che aveva promesso a James.

Dal canto suo, Severus visse quella settimana con trepidazione. Sapeva benissimo che Lily avrebbe potuto incontrare difficoltà, che alla fine avrebbe potuto dire di no. Ma sperava. Negli ultimi tempi si era convinto che lei potesse amarlo davvero, che tutta quella storia non fosse solo il frutto della sua fervida fantasia. Lo intuiva dai suoi sguardi, dal modo lieve in cui la ragazza si muoveva dentro e fuori casa sua. Gli sembrava tranquilla, convinta, felice. Il fatto che James Potter esistesse, da qualche parte nel mondo, e in particolare dentro il letto matrimoniale di Lily, era solo un fastidioso inconveniente. Lily avrebbe scelto lui alla fine, ormai ci credeva davvero. Doveva solo capire come, in che modo combaciare quelle loro vite assurde, completamente opposte, ridicolmente diverse. Quei cinque giorni in Italia sarebbero stati il primo passo, il primo momento in cui quelle vite si sarebbero unite nel mondo reale. A 1500 kilometri di distanza da Spinner’s End.

Alla fine James acconsentì a quel capriccio. Pensava ingenuamente che sua moglie sarebbe tornata riposata, tranquilla, finalmente di nuovo sé stessa. Non sapeva di essere completamente fuori strada. Lily e Severus avevano scelto Roma. Non potendo seguire per intero l’itinerario di Eileen avevano preferito la Capitale, pensando che fosse uno scrigno di meraviglie come il diario della donna faceva sperare. Avevano viaggiato separatamente via passaporte e smaterializzazione attraverso tutta la Gran Bretagna, allo scopo di far perdere le loro tracce, e poi si erano ricongiunti all’aeroporto Stansted di Londra. Lei indossava uno dei suoi abitini a fiori e lui un paio di jeans e una camicia bianca, le bacchette nascoste ma pronte all’uso. Quando salirono sull’aereo, ansia ed eccitazione cominciarono ad agitarsi in entrambi.
«Non capisco perché non abbiamo preso una passaporta per arrivare direttamente lì»
«Sev, non cominciare a brontolare. Non conosciamo Roma, e se fossimo arrivati in una piazza affollata? Dai, in fondo è bello prendere l’aereo» Lily aveva già volato in aereo con la sua famiglia, mentre per Severus era la prima volta.
«Sì stupendo. Qui dentro si soffoca, tutta questa gente stipata mi fa venire il voltastomaco e poi senti questo coso come vibra? I babbani non sanno volare, perché dobbiamo farci portare lì da loro?»
«Ti prego, rilassati dai. Non sono neanche tre ore di volo! Se mi baci passeranno più in fretta, sai?»
«Ah sì?» un sorrisetto divertito increspò l’espressione tesa del ragazzo, che finalmente sembrò rilassarsi.

Alcune ore dopo, finalmente fuori dall’aeroporto di Fiumicino, il sole li colpì con la dolcezza di un abbraccio. Storditi dal volo, dal sole, dall’eccitante novità di trovarsi mano nella mano in pieno giorno, circondati dalla gente, arrivarono in albergo come uscendo da un sogno. Era stata Lily a prenotare una stanza in un piccolo hotel del centro, a pochi metri da Piazza Navona, con un grande letto matrimoniale e mazzi di fiori colorati sul comodino.
«Signor Piton, signora Evans, ecco le chiavi della suite Fuga d’Amore» la ragazza alla reception aveva qualche anno più di loro e lunghi ricci castani «Siete in luna di miele?»
Lily arrossì. Aveva prenotato la camera più romantica, all’insaputa di Severus. Lui si mosse a disagio, incapace di rispondere. Alla fine fu Lily a dire «No, ehm…anniversario di fidanzamento»
«Oh, auguri. Vi faccio portare fragole e champagne in camera, allora».
Severus prese di malagrazia le chiavi da sopra il bancone e, davanti all’ascensore, borbottò «Perché le hai detto quella cosa?»
«Cosa, che sei il mio fidanzato?» Lily sorrise maliziosa «Perché gli hotel fanno sempre degli omaggi alle coppie in luna di miele o che festeggiano l’anniversario, sciocchino!»

I primi due giorni di vacanza trascorsero nella più totale tranquillità. Si svegliavano presto, facevano la colazione a letto, facevano l’amore immersi nella morbida luce del mattino che inondava la stanza e poi uscivano ad esplorare la città. Lily era innamorata dei palazzi nobiliari, delle rovine dell’antica Roma, dei locali illuminati sulle rive del Tevere. Severus era innamorato di Lily, e aveva scoperto finalmente quale fosse il suo scopo nella vita: osservare per sempre quegli occhi verdi sgranarsi davanti a un nuovo tesoro, a uno scorcio caratteristico o a una vetrina di moda italiana. Era sempre più insofferente al caldo, però. A metà ottobre, la temperatura di Roma era ben superiore alla normale estate inglese e le sue camicie a maniche lunghe lo facevano soffrire moltissimo.
«Sev perché non ti tiri su le maniche? Fa caldissimo, sembra agosto!»
Lui la guardò per un attimo, con un’espressione sorpresa e stranita e poi mormorò «Sto bene così, Lily»
«Ma no che non stai bene! Guarda, faccio io» cominciò ad arrotolare la manica sinistra e subito capì: il marchio. Per lei quell’inquietante serpente che incombeva sui loro incontri amorosi era ormai una presenza fissa, quasi normale, ma lui non si sentiva a suo agio a mostrarlo in giro. Si accorse che il ragazzo aveva abbassato lo sguardo, così gli sfiorò il mento con le dita «Tesoro, ascoltami. Qui siamo lontani da casa. Nessuno sa cosa significhi quel simbolo. I passanti lo prenderanno per un tatuaggio, e penseranno che sei un tipo molto figo!» sorrise facendogli l’occhiolino «Senti, finché siamo qui possiamo fingere che quel marchio non significhi nulla. Va bene?»
«Va bene»
«Vorrei che fosse così anche a casa» lei aggiunse queste parole in un mormorio quasi inudibile. Ma Severus la sentì lo stesso.

Le giornate scorrevano lente e calde tra piccole gite, lunghi pranzi e numerose pause caffè. Severus sapeva tutto di Roma, pur non essendoci mai stato. Da quando aveva trovato il diario di sua madre lo aveva sfogliato almeno una volta al giorno, per incontrare Eileen in un momento della sua vita in cui era libera e spensierata, un momento in cui lui stesso non esisteva ancora. Affascinato da quei racconti, un pomeriggio si era recato a Londra, in una libreria babbana, a fare il pieno di guide turistiche e libri sull’Impero Romano e sulla storia dell’arte. Così adesso mostrava palazzi, statue, monumenti a Lily come fosse una guida turistica. Essere con lei in Italia era la realizzazione di un sogno. Lontani dall’Inghilterra, dalla guerra, dal letto che lei condivideva con Potter, lì potevano veramente essere sé stessi. Nessuno faceva caso a loro, si confondevano con la folla festante di turisti che si riversava per le strade ad ogni ora del giorno come una qualunque coppia di fidanzati. Gli faceva un po’ male ammetterlo, ma in cuor suo sapeva che avrebbe abbandonato il circolo del Signore Oscuro, le feste degli aristocratici Mangiamorte, il lusso di Villa Malfoy, avrebbe rinunciato perfino alla magia per poter rimanere lì. Quanto gli sarebbe piaciuto rimanere lì per sempre!
Era proprio immerso in questi pensieri, l’ultimo pomeriggio della loro vacanza in Italia, così alzò la testa di scatto e si voltò verso Lily con un’espressione sorpresa quando le sentì mormorare «Sev…come mi piacerebbe rimanere qui per sempre!» Lei era semisdraiata sul letto matrimoniale della camera, nella languida luce del tramonto che entrava dalla finestra, e accarezzava distrattamente i lunghi capelli neri del ragazzo disteso in diagonale su di lei.
Lui si sollevò lentamente sui gomiti «Davvero lo vorresti?»
«Certo! Si sta benissimo qui, non è vero?»
«Sì è vero…»
«Non c’è la guerra qui, nessuno sa che siamo… nemici» pronunciare quella parola le fece male. Spostò delicatamente una mano sull’avambraccio sinistro di Severus, sfiorando appena il marchio con i polpastrelli. «Questo non significa niente qui, davvero»
«Lily…» lui la guardò con un’espressione indecifrabile, forse spaventato «Se tu… se tu vuoi, non significa nulla neanche a casa»
«Cosa?» deglutì «Che vuoi dire, Severus?»
«Voglio dire, io…» era difficile dirlo adesso, guardandola negli occhi, con la luce rossastra che illuminava i loro volti. «Io ti amo» completò la frase dopo un’eternità «e per te… posso rinunciare al… resto».
Parlava così lentamente che a Lily sembrò che fosse scesa la notte prima di aver sentito la fine di quella frase. «Oh, Sev» gli occhi le divennero lucidi e non fu capace di dire altro.
Lui si adombrò immediatamente, sospirò e si voltò dall’altra parte «Scusa. Scusami Lily, non avrei dovuto dirti queste cose»
«Come? Perché non avresti dovuto dirlo? Non lo pensi?»
«Sì, lo penso. Ma non voglio spingerti a fare qualcosa che non vuoi»
La ragazza rimase interdetta per qualche momento. «Parli di mio marito?» si era quasi dimenticata che esistesse. Lui annuì, l’espressione seria e tesa. «Non vuoi che lasci mio marito per stare con te?»
«Non ho il diritto di chiedertelo, Lily. Deve essere una tua scelta»
Lei si alzò, inginocchiandosi accanto a lui e prendendogli il viso tra le mani. «Lo è! Amore, ti prego, guardami. Lo è, è una mia scelta. Voglio stare con te. Davvero. Solo non… io non credevo che tu volessi… ma se tu vuoi… Davvero vuoi lasciare tu-sai-chi? E stare con me?»
Finalmente Severus alzò lo sguardo su lei «Non credevo che avessi ancora dei dubbi su di me»
«Non ne ho. Tesoro, non ho dubbi, credimi. Voglio stare con te. Dio, non sai quanto sono felice!» Lily sorrise, gli gettò le braccia al collo e lo baciò a lungo, con frenesia. «Va bene. Va bene, lo faremo davvero. Io lascerò mio marito, tu lascerai…lascerai quel mostro, e staremo insieme» Lui accennò a un sorriso, ma Lily era un fiume in piena «Verrò a stare da te. A Spinner’s End, per un po’. O per sempre, se vuoi. Possiamo cambiare alcuni mobili, magari ridipingere la camera!»
«Lily…»
«No, no, va bene, se vuoi terremo i tuoi mobili. Sono carini, in fondo. Finché non avrai un lavoro e poi magari faremo qualche miglioria, o cercheremo una casa più grande»
«Lily…»
«Chiederemo aiuto a Silente! Gli parlerò io, vedrai che ti aiuterà. Ci aiuterà»
«Silente? Lily…»
«No, non dirlo! Silente è un grande mago, non è affatto uno svitato come credi tu! Ci aiuterà, ti troverà un lavoro…un lavoro vero, intendo, e ci nasconderà da Voldemort»
«Lily, basta» Severus le prese le mani tra le sue, guardandola intensamente negli occhi «Silente è un grande mago, va bene, ma non ci serve il suo aiuto»
«Ma Sev…» le passarono per la mente, confuse, immagini di Sirius in lacrime al funerale del giovane Black, di cui non era ancora stato trovato il corpo. «Ti ucciderà» esalò senza fiato, con le lacrime agli occhi.
Lui invece sorrise sprezzante «Parli del Signore Oscuro o di tuo marito?» ma non le diede tempo di rispondere e continuò «Non ho paura di nessuno dei due». Sentiva dentro di sé una forza straordinaria, capace di superare qualsiasi ostacolo e combattere qualunque nemico. Davvero non aveva paura. Non aveva paura di nulla. Credeva fermamente che sarebbe riuscito a proteggere Lily, in qualsiasi modo. «Andremo via da lì, Lily. Via dal Signore Oscuro, via da tuo marito, via da Silente, via dalla guerra. Andremo via dall’Inghilterra!»
Lily riconobbe quello sguardo. Lo aveva già visto in quegli occhi scuri molti anni prima, quando Severus bambino le raccontava di Hogwarts, della loro vita da maghi e delle meraviglie che avrebbero visto. Quello sguardo significava una fiducia incrollabile nel futuro, in un futuro carico di promesse e di desideri realizzati. Lo sguardo con cui l’aveva guidata verso Hogwarts era lo stesso con cui, adesso, le stava chiedendo di allontanarsene. «Dici davvero?»
«Sì. Certo. Andremo via»
«Dove andremo Sev?»
«Ti piace qui?»
«Mi piace da impazzire!»
«Qui, allora. O da un’altra parte, ovunque vorrai. In Europa, in America, o dove vorrai. Ti porterò dove vorrai Lily. Ti amo e ti porterò via da lì. Fidati di me»
Era così bello credergli, nel buio della sera che stava prendendo il posto del tramonto romano, lasciarsi cullare da quelle parole di velluto come fossero carezze. «Andremo via» mormorava lui, baciandole delicatamente le labbra e le ciglia. «Ti amo» sussurrava scivolando piano dall’incavo del suo collo alla curva morbida del seno. «Fidati di me» bisbigliava ancora, facendola sdraiare sotto il suo peso, stringendo tra le dita una ciocca di capelli ramati. «Andremo via Lily, andremo via»
 
 
 ********************************************************************************************************************************************************************
 
Perdonatemi, vi ho fatto attendere di nuovo un’eternità! Spero che questo capitolo vi piaccia: il nostro Sev ha preso una grossa decisione. Fatemi sapere che ne pensate, aspetto sempre le vostre recensioni ;) 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Sbirilla