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Autore: Cissy_Black    01/10/2016    0 recensioni
[Vodka&Inferno]
Zakhar è il cacciatore di Soroka, un uomo di quasi trent'anni solo.
Un uomo che ha sempre vissuto all'ombra del fratello medico e che solo negli ultimi mesi ha saputo rivalutare la sua vita.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tornava.
Ritornava in tutti i luoghi dove aveva incontrato il teschietto, non lo aveva mai incontrato due volte nello stesso posto, e forse era anche quello uno dei motivi per cui ritornava nei due luoghi fuori casa. Sapeva che non l'avrebbe rivisto, ma avrebbe potuto pensarlo e ricordarlo senza incontrarlo.
Il Baronetto, quel nome lo faceva sorridere divertito, quel ragazzo era davvero strano, più strano di lui.
Qualcosa, però, era cambiato in quei giorni, saper di averlo avuto vicino per tutto quel tempo lo terrorizzava, una paura che prima non esisteva e che sembrava essere comparsa dal nulla.
Una paura che non sapeva controllare, era irrazionale, un'inutile e assurda fobia verso di lui e allo stesso tempo un folle desiderio di rivederlo e sentirlo di nuovo mentre lo mordeva.




Era da settimane, forse addirittura da mesi, che non tirava fuori quelle foto per guardarle. Questo certo non significava che il pensiero di Davide se ne fosse andato, anzi era sempre con lui, ma nel momento stesso che vide quelle foto qualcosa si spezzò dentro di lui.

Vederlo sorridere, guardarlo mentre gli accarezzava una guancia perché era arrossito, poi c'era quella dove evitava il suo sguardo e Davide lo fissava. Faceva male riguardarle, più male di quanto avesse mai immaginato.
Tanti erano i ricordi di quella mattina tra la neve dietro il bordello di Karina.
«Puoi tenerti il mio ricordo invece che me»
Non seppe nemmeno come e perché gli era venuta in mente quella frase, ma sapeva esattamente quando gliel'aveva detta e con il senno di poi avrebbe voluto averglielo urlato quel "No" che si era tenuto tra di i denti, avrebbe voluto dargli quell'abbraccio che si era tenuto stretto a sé, ma non avrebbe mai più sentito il suo tocco, mai più sarebbe riuscito a prendersi i suoi abbracci.
Strappò tutte le foto, una a una, in fin dei conti, era per quello che era entrato in casa sua quella notte lontana, si fermò solo una volta arrivato alle loro mani unite con le dita incrociate tra di loro. Non ce la faceva, sapeva di non poterlo fare. Da subito era stato chiaro che quella foto lo aveva colpito di più delle altre.
Piccoli particolari, si era concetrato su quelli, come quel suo sorriso antipatico che gli rivolgeva ogni volta che poteva, lo aveva tanto odiato che ora poteva ammettere che lo amava, assieme all'espressione che faceva quando capiva che a Zakhar, in realtà non dava fastidio.
Fissava quell'ultima foto con la tristezza negli occhi e il cuore spezzato, mai più avrebbe incrociato le dita alle sue, mai più sarebbe arrossito per una sua carezza o per aver pensato alle due occasioni in cui erano rimasti davvero soli...beh non esageriamo per quello sarebbe arrossito sempre, come nel momento stesso in cui pensò di non farlo.
Se la strinse addosso per qualche istante prima di riporla di nuovo al suo posto.
Piccoli particolari, doveva stare attento a questo ora.
   
 
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