Videogiochi > Uncharted
Segui la storia  |      
Autore: Elly J    02/10/2016    2 recensioni
"Un brivido mi percorse la schiena, su per la spina dorsale fino alla base della nuca e non capii se fosse un brivido di eccitazione o di paura. Ultimamente accadeva spesso che non riuscissi a capire quale delle due emozioni provassi veramente quando mi trovavo insieme a lui."
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: tutti i personaggi di Uncharted presenti in questa fan fiction non appartengono all’autrice, ma appartengono alla Naughty Dog e a chi detiene i diritti sul videogioco. Questo racconto è stato scritto per puro diletto personale e quindi non a scopo di lucro. Di conseguenza nessun copyright è stato violato.
Gli intrecci del racconto e il personaggio di Jane Morrigan (più gli altri inventati non appartenenti all'universo di Uncharted) sono stati invece ideati dall’autrice (Elly J) che quindi ne detiene il copyright, vietandone così la riproduzione altrove.
La riproduzione altrove e qualsiasi citazione è ammessa solo se l’autrice ne ha dato il consenso.




Respirai a fondo a occhi chiusi, poi li aprii tornando a fissare il soffitto in legno. Cercai di mantenere il respiro regolare, ma era più forte di me… non riuscivo. Sentivo il cuore che mi martellava nel petto, talmente forte che ero convinta che lui potesse sentirne il rumore.
Spostai il piumone scoprendomi fino alle gambe. Nonostante fosse ottobre inoltrato avevo un caldo tremendo e mi sembrava che la temperatura della stanza si fosse alzata all’improvviso. Un brivido mi percorse la schiena, su per la spina dorsale fino alla base della nuca e non capii se fosse un brivido di eccitazione o di paura. Ultimamente accadeva spesso che non riuscissi a capire quale delle due emozioni provassi veramente quando mi trovavo insieme a lui.
Mi girai sul fianco sinistro, spostando lo sguardo sulla finestra che dava sul nostro bellissimo giardino della nostra bellissima casa. La notte lui non voleva mai chiudere le imposte perché gli piaceva che la luce della luna entrasse nella nostra camera da letto, soprattutto quando facevamo l’amore. Diceva che era l’unica cosa che gli dava veramente pace e per un uomo come lui sembrava quasi strano da credere. Bello da far paura, con quei occhi glaciali che ti scrutavano fin dentro le viscere, come se volesse mangiarti lentamente partendo dall’interno. Quel suo sorriso spietato che però attirava, come una calamita… ti faceva venir voglia di conoscerlo, parlarci, avere un contatto ravvicinato con lui. Perché? Mi domandavo. Perché quell’uomo spietato e senza scrupoli, violento e particolarmente vendicativo mi aveva attirato non appena gli avevo posato gli occhi addosso? Non mi era mai successo durante una missione sotto copertura, mai. Non pensavo nemmeno fosse possibile. Facevo questo lavoro da tanti anni ormai e una delle prime regole fondamentali dell’agente sotto copertura era proprio quello di non farsi coinvolgere emotivamente durante le missioni. Ero sempre stata una donna tutta d’un pezzo, fredda, posata, calcolatrice. E sposata con il proprio lavoro. Amavo il mio lavoro e mai e poi mai lo avrei “tradito” con i sentimenti per un uomo con cui avrei dovuto entrare in contatto durante una missione. Infatti mai era successo… fino a quel momento.
Sentivo il suo respiro regolare accarezzarmi il collo. Chiusi gli occhi e tremai, così forte che credetti di aver fatto scricchiolare perfino le assi del letto matrimoniale. Il turbine di emozioni e sentimenti che mi portavo dentro ogni santo giorno di quella dannata missione sarebbe esploso prima o dopo. Ne ero certa. Non sapevo per quanto avrei potuto continuare a reggere una situazione del genere.
Tutti al centro di comando avevano cercato di dissuadermi.
- Jane, quell’individuo è estremamente violento e pericoloso. Te la senti realmente di affrontare una cosa del genere?
- Certo. - avevo risposto con quel solito tono neutro di voce che usavo per confermare ogni tipo di missione sotto copertura. Lo facevo da anni ormai, avevo perso praticamente il conto di quante missioni avevo portato a termine. Ovviamente con successo.
- Ti rendi conto che se riesci ad avvicinarlo nel modo in cui speriamo dovrai condividere con lui ogni singolo momento della sua giornata? Dovrai…
- Diventerò parte della sua quotidianità, lo so Ben. Come se non fosse mai successo prima. E’ la base del mio lavoro. - mi sentivo gli occhi di tutta la squadra addosso.
Benjamin mi fissò con espressione grave - Certo, è la base del tuo lavoro Jane e noi tutti qui sappiamo che in queste missioni sei la migliore. Il problema questa volta sta nell’individuo che devi avvicinare. E’ unico nel suo genere e so che hai studiato il suo fascicolo, quindi lo sai anche tu con chi avresti a che fare.
Mi lasciai cadere su una delle sedie dell’ufficio e fissai tutta la squadra con un sorriso sarcastico stampato in viso - Che mi dite di quella volta che ho dovuto dividere il letto con quel terrorista psicopatico per quasi quattro mesi? Non è forse la stessa cosa? Eppure sono ancora viva, qui davanti a voi. Certo, forse sto diventando un po’ acida con il passare degli anni e non me ne intendo particolarmente di storia e manufatti perduti come il tizio che devo avvicinare questa volta, ma credo ancora di saper fare il mio lavoro.
Nessuno nell’ufficio fiatò. Sentivo gli sguardi di tutta la squadra che mi fissavano, come facevano sempre prima di ogni missione. Quella volta però sentivo che c’era qualcosa di diverso… di strano.
Benjamin mi lanciò il fascicolo e mi fece un cenno con la testa - Morrigan, il caso è tuo.
- Come sempre. - replicai alzandomi dalla sedia. Ero serena e soprattutto decisa, come prima di ogni missione.
Ma in quel momento, stesa su quel letto matrimoniale che dividevo da ormai un paio di mesi con quell’uomo, non mi sentivo più tanto sicura di quello che avevo scelto di fare.
Lo sentii muoversi dietro di me, poi un suo braccio muscoloso mi avvolse e mi tirò dolcemente verso di lui. Le sue labbra premettero contro il mio collo e lo sentii annusare il mio profumo. All’improvviso ebbi molto freddo e un altro di quei brividi indecifrabili mi scosse da cima a piede. Lo amavo o ne avevo paura? In ogni caso non avrei dovuto provare nessuna di quelle due emozioni durante una missione.
- Jane… - lo sentii sussurrare contro la mia pelle.
Mi girai tra le sue braccia, portando il mio viso di fronte al suo. Sapevo che voleva fare l’amore e lo volevo anche io, con tutta me stessa. Lo baciai leggermente, e mi strinsi di più a lui.
Forse non era stata una buona idea avere a che fare con Rafe Adler.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Uncharted / Vai alla pagina dell'autore: Elly J