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Autore: always_castle    02/10/2016    1 recensioni
"Fissare una persona è raccapricciante, Castle. Te l'ho ripetuto più di una volta".
"Si lo so. Ma sono fatto così. Mi piace cogliere i particolari che.. ti riguardano".

Missing Moments, Quarta stagione
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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"Il cioccolato è materia viva, ha il suo linguaggio interiore.
Solo quando si sente oggetto di intima attenzione, e solo allora, esso cessa di ammaliar la gola e si mette a dialogare con i sensi."
(Alexander Von Humboldt)


~
 
Era stata una lunga ed estenuante giornata di lavoro al XII° distretto. Finalmente la sua squadra era riuscita a risolvere un caso che li stava facendo ammattire da settimane e Kate non vedeva l'ora di tornarsene a casa, farsi un bagno caldo per lavare via la stanchezza e bersi un bel bicchiere di vino rosso accompagnato da un buon libro. Prima però c'erano da compilare le scartoffie e le pratiche burocratiche che ogni caso di omicidio portava con sé e, come al solito, quello era il momento in cui il suo fedele partner si dileguava, scomparendo chissà dove alla ricerca di qualsiasi altra cosa da fare che non avesse nulla a che vedere con rapporti e moduli da completare.
Le scartoffie sono noiose, Beckett. Uccidono il  processo creativo dell'artista, sono un danno per l'inventiva. Non posso privare la letteratura  del mio estro geniale quindi, mi dispiace, ma non posso esserti d'aiuto.
E, puff, Castle spariva. Ogni volta la stessa storia.
Lei fingeva di arrabbiarsi, gli diceva che i partner non potevano partecipare a loro piacimento soltanto alle cose interessanti per poi darsela a gambe levate quando il lavoro si faceva più noioso. Castle le rispondeva blaterando frasi sull'essere uno spirito libero in attesa di ispirazione, ispirazione che non sarebbe mai arrivata se fosse rimasto seduto a compilare pagine e pagine di rapporti di polizia.
Lo guardava allontanarsi verso la sala relax alla ricerca di Ryan ed Esposito, quegli altri due scansafatiche sempre pronti a partecipare ad un suo scherzo o a prenderlo bonariamente in giro.
Non l'aveva mai detto ai suoi colleghi ma era felice del rapporto che si era instaurato tra Castle e i ragazzi e le piaceva vedere quanto fossero diventati uniti. La sua squadra era diventata più forte e compatta anche per questo motivo: Rick faceva da collante, riusciva ad avvicinarli tutti con la sua stravaganza, frizzantezza e originalità. Prima del suo arrivo al distretto, il rapporto che Kate aveva con Ryan ed Esposito era strettamente professionale. Al termine della giornata lavorativa ognuno tornava a casa propria e proseguiva con la propria vita. Poi era arrivato Castle e li aveva travolti tutti con la sua vitalità. Aveva introdotto nuove abitudini come quella del venerdì sera quando tutti insieme andavano a bere qualcosa al bar per festeggiare la fine di un'altra settimana di duro lavoro. Lei adorava quelle serate che, tra un boccale di birra, un hamburger e tante risate finivano sempre troppo in fretta.

Anche stasera avevano il loro consueto appuntamento del venerdì ma era troppo stanca e molto probabilmente avrebbe dato buca ai ragazzi. L'estenuante settimana lavorativa l'aveva distrutta e, come se non bastasse, era quel periodo del mese in cui ogni donna maledice il fatto di appartenere al genere femminile.
Doveva sbrigarsi a terminare queste scartoffie e andare di corsa a casa.
Mentre compilava gli ultimi rapporti riguardanti l'omicidio appena risolto, intravide Castle tornare dalla sala relax e prendere posto accanto a lei, sulla sedia che ormai tutti chiamavano la sedia dello scrittore.
"Non dirmi che vuoi aiutarmi proprio adesso che ho terminato il rapporto. Che ne è stato di tutto il discorso sul processo creativo e sul futuro della letteratura?".
"Oh no, mia cara detective, non ho cambiato idea ne' mai lo farò. Non sono qui per aiutarti", disse con quella sua solita faccia da schiaffi e con quel sorriso impertinente e sbarazzino che tanto le ricordava quello di un bimbo dopo aver fatto una marachella.
"Allora sei tornato solo per infastidirmi?".
"Quella è una cosa che mi riesce molto bene ma no", le rispose facendole la linguaccia, poi proseguì: "Ti ho portato questa".
Castle poggiò una tazza fumante sulla scrivania e le regalò un timido sorriso.
"E' cioccolata calda. L'ho appena fatta".
Kate rimase confusa per un attimo. Lo scrittore era solito portarle il caffè ad ogni ora del giorno - e talvolta della notte quando erano impegnati al distretto con un caso particolarmente difficile - ma la cioccolata era una gradita novità.
Castle si accorse del suo stupore e si affrettò a spiegare.
"Alexis dice che il cioccolato l'aiuta quando.. sai, voi donne.." si schiarì la gola e cercò di trovare le parole giuste mentre gesticolava nervosamente.
Beckett cominciò a ridere vedendo il suo partner chiaramente imbarazzato e in difficoltà. Ogni volta che era nervoso o intimidito cominciava a balbettare in maniera confusa. Era raro vederlo reagire in questo modo, lui che sembrava sempre così sicuro di sé, ironico e provocante, eppure le piaceva molto. Lo trovava spontaneo, autentico e.. dolce.
"Perché ridi? Non è vero?", le chiese scettico e un po' preoccupato di aver fatto una gaffe.
"No. Non rido per quello che hai detto. Scusa Castle. E' che sei carino quando sei timido e impacciato. E poi sei diventato rosso come un pomodoro".
"Non è vero! Non sono rosso come un pomodoro", le rispose imbronciato e ancora imbarazzato.
Beckett annuì vigorosamente col capo per ribadire quanto fosse rosso in viso il suo partner. Poi intervenne per dimostrare che aveva apprezzato il suo gesto.
"Comunque è vero. La cioccolata aiuta".
"Ok. Bene",  cercò di tagliare corto Castle. Sentiva ancora lo sguardo di Beckett su di sé, uno sguardo carico di affetto, dolcezza e.. qualcos'altro. Non ti illudere troppo, Rick. La sua coscienza cercava di riportarlo sempre con i piedi per terra quando si lasciava andare a pensieri sdolcinati.
"A volte dimentico che vivi accerchiato da donne praticamente da quando sei nato".
"Oh, io invece non lo dimentico mai", alzò gli occhi al cielo e finse un'espressione annoiata ma Kate sapeva bene quanto amasse le sue teste rosse.
"Quindi, ehm, toglimi una curiosità.. tu tieni il conto?"
"Il conto? Di cosa?" le domandò Rick visibilmente confuso.
Beckett sollevò le sopracciglia e Castle intuì immediatamente cosa lei gli stesse chiedendo.
"NO! No, certo che non tengo il conto. Non sono affari miei. Cioè sono le tue cose. Volevo dire.. sono cose tue. No, Beckett. E poi come potrei.. Noi non.. No".
Castle stava gesticolando e blaterando cose senza senso e Beckett dovette imporsi di smettere di ridere per poterlo calmare e rassicurare. Non era arrabbiata, voleva soltanto scherzare un po' ma non voleva nemmeno prendersi gioco di lui in questo modo.
"Tranquillo Castle. Stavo scherzando", si asciugò una lacrima causata dal troppo ridere e poi continuò:
"Allora come hai fatto a capire che avevo bisogno della cioccolata?"
"Possiamo cambiare discorso, per favore?" sbuffò fingendosi seccato a causa di tutte quelle domande ma Kate capì, dal sorriso sulle sue labbra, che anche lui trovava la situazione abbastanza divertente.
"Rispondi e poi giuro che la smetto di torturarti".
"Ok. E' tutto il giorno che sei stanca. Cioè sei più stanca del solito. E poi sei pallida in viso. Non sei riuscita a star ferma sulla sedia per più di cinque minuti.. insomma Beckett, ho notato una serie di dettagli. Magari mi sbagliavo ma ho deciso di prepararla lo stesso. Non si rifiuta mai una tazza di cioccolata calda. No?".
"Fissare una persona è raccapricciante, Castle. Te l'ho ripetuto più di una volta".
"Si lo so. Ma sono fatto così. Mi piace cogliere i particolari che.. ti riguardano", le rispose lo scrittore portandosi una mano alla nuca, ancora un po' imbarazzato.
"Comunque questa cioccolata la bevi o no? Altrimenti si fredda e perde le sue capacità curative".
"Si, certo che la bevo". Non avrebbe mai rinunciato a quella dose di dolcezza che le era stata preparata con tanta cura dal suo partner.
"Ok. Ti lascio finire il lavoro. Torno dai ragazzi". Castle si alzò e cominciò ad avviarsi verso la sala relax ma la voce di Beckett lo fermò all'istante.
"Castle".
"Si?".
"Sei un buon osservatore. E grazie per la cioccolata, ne avevo davvero bisogno", lo ringraziò sorridendogli timidamente.
Rimasero imbambolati a fissarsi per lunghi secondi - che a lui parvero minuti infiniti - finché la detective non distolse lo sguardo portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e lasciando intravedere il colorito roseo che le era spuntato sulle guance.

Kate - pensò lo scrittore - se mi sorridi così finirò col portarti una tazza di cioccolata ogni giorno della tua vita.

Poi si ricordò di essere ancora nel bel mezzo del distretto, gli occhi stracolmi di desiderio ancora puntati sulla sua partner - che ora lo guardava visibilmente imbarazzata e a disagio - e si impose di destarsi da quello stato di inebriamento.
Il suo rapporto con Beckett era diventato molto più profondo nelle ultime settimane - complici un caso con una tigre bengalese e il ricevimento di nozze del loro amico Ryan - ma sapeva anche che lei non era del tutto pronta per un chiarimento sullo stato della loro relazione. Così, quando gli sguardi diventavano troppo intensi o le battute troppo allusive, lui era sempre pronto a tirarla fuori dall'imbarazzo. Fare battute e smorzare i toni era una delle cose che gli riusciva meglio e lo sguardo di Kate, in quel momento, lo supplicava di offrirle una via d'uscita.

Tranquilla Beckett, conosco quell'espressione. Visto quant'è importante saper cogliere i dettagli?

"Prego. Ma ti avverto, la prossima volta niente interrogatorio altrimenti non ti preparerò più la cioccolata", le intimò puntandole contro l'indice e sorridendole.

Sii paziente, Rick. Prima o poi abbatterai quel muro.





~
Erano anni che non scrivevo qualcosa su quello che rimane e rimarrà sempre il mio più grande amore telefilmico.
Non ho seguito l'ultima stagione di Castle con lo stesso interesse degli anni passati nè tantomeno mi sono interessata alle vicende accadute tra i membri del cast. Tutto è passato in secondo piano, volevo soltanto che non mi rovinassero questo angolo di paradiso che è stato per me Castle.
Sono quindi molto felice di aver trovato di nuovo il tempo di scrivere di Rick e Kate, due personaggi che custodisco gelosamente nel mio cuore.

Non so cos'è questa storia :) Potrebbe essere un missing moment, uno dei tanti momenti che non abbiamo mai visto ma che noi fans possiamo immaginare se facciamo viaggiare un po' la fantasia.
L'ispirazione è arrivata durante il rewatch che ho cominciato qualche settimana fa. Ho pensato a Rick Castle e al fatto che lui se ne sta lì, ore ed ore, seduto per giorni interi ad osservarla lavorare. Quante cose di lei avrà imparato soltanto guardandola? Quanti e quali dettagli avrà colto? 
E, alla fine, eccomi qui.
Un ringraziamento speciale alla mia amica Rob per l'immagine che ha realizzato per questa storia e per avermi fatto conoscere Castle 4 anni fa. Te ne sarò per sempre grata. Sei la migliore ;) 
Saluti a tutti. 

 


 
  
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