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Autore: BeJames    03/10/2016    3 recensioni
Dopo l'incidente di cinque anni fa, cento giocatori rimangono nuovamente bloccati in Sword Art Online; l'unico modo per uscirne è completare il gioco ma, attenzione... Qui si muore per davvero.
Tra gli imprigionati ci sono Sanji, Nami, Gray e Juvia: due pirati e due maghi che si incontreranno, stringeranno legami, condivideranno dolori. Obiettivo primario: terminare il gioco e tornare al mondo reale sani e salvi...
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14

 

Juvia era rimasta inginocchiata al suolo, il viso coperto da entrambe le mani, come se non potesse muoversi di un millimetro; come se Ryuu avesse ancora la testa appoggiata alle sue ginocchia e lei avesse paura di disturbare il suo riposo. Un ultimo frammento rosso si infranse sul pavimento di roccia fredda, riuscendo a far sentire forte e chiaro quel piccolo suono fastidioso nonostante il rumore dei singhiozzi di Juvia.
«Juvia...». Gray non aveva smesso di stringerla a sé neanche per un attimo, ma lei non sembrava avvertire la sua presenza.
«J-Juvia… Juvia è un'assassina...», mormorò con lo sguardo rivolto a terra.
«No… Non c'era altra possibilità. Tu non sei un'assassina, tu… Mi hai salvato la vita».
Juvia annuì tremante, non riuscendo a fermare le lacrime. «Juvia lo sa… Ma Ryuu-kun!».
Gray appoggiò la fronte a quella della maga, iniziando ad accarezzarle la nuca; non pensava sarebbe mai riuscito a compiere un gesto simile, eppure… Forse, alla fin fine, lei era davvero riuscita a sciogliere il suo cuore congelato. Vederla così fragile e addolorata lo feriva, voleva porre fine a quella tortura immediatamente.
«Ryuu stava sorridendo», le disse dolcemente. «Ha detto che era dispiaciuto. Capisci cosa significa questo?».
«Juvia… Juvia...». La maga non riuscì a concludere la frase, scoppiando in un pianto disperato. Ricambiò finalmente l'abbraccio di Gray in modo energico, abbandonandosi completamente a lui.
«Shhh… Va tutto bene».
Juvia alzò lo sguardo e ritrovò i suoi occhi, scuri e profondi, a pochi centimetri da lei; era troppo tempo che non si prendeva il lusso di guardarlo negli occhi, e pareva aver dimenticato quando fossero incredibilmente forti e rassicuranti per lei. «Gray-sama...».
Gray allungò una mano verso la sua guancia, accarezzandola piano. «Ti porterò via da questo inferno. Questa è l'ultima volta che piangi così, te lo prometto».
Il cuore di Juvia iniziò a battere sempre più forte, mentre le labbra di Gray si avvicinavano sempre di più alle sue. Dapprima il mago del ghiaccio si limitò a sfiorargliele, lentamente e timidamente, come se avesse temuto la sua reazione; poi, con cautela, appoggiò le labbra a quelle della maga, iniziando a baciarla delicatamente. Dagli occhi di Juvia iniziarono di nuovo a scendere le lacrime; quante volte aveva sognato quel momento? Quante volte aveva pregato che Gray la baciasse? Adesso stava finalmente accadendo, ma in un modo e in un contesto completamente diverso da quello che si era immaginata infinite volte. Eppure… Eppure sentiva che il dolore stava pian piano scomparendo; c'era un qualcosa di tremendamente intimo e commovente nel contatto tra le loro labbra.
Entrambi iniziarono ad abituarsi sempre più alle labbra dell'altro, baciandosi più profondamente; Gray la abbracciò ancora più stretta, tremando al contatto con le sue spalle, l'unica parte che l'outfit di gioco le lasciava scoperta. Quando si staccarono, rimasero increduli a respirare contro le labbra dell'altro.
«J-Juvia, io...».
«Non dire nulla, Gray-sama», le rispose lei, asciugandosi le lacrime. «Juvia ha capito».
Gray abbassò il viso, arrossendo come poche volte aveva fatto in vita sua. Si alzò e le porse la mano per aiutarla ad alzarsi.
«Sarà meglio darsi una mossa. Sanji e Nami potrebbero aver bisogno di noi».
Juvia gli sorrise, afferrando la mano che gli aveva offerto: «…Sì!».

 

«NAMI-SAAAN!». Sanji si lanciò verso di lei e Sebastian, afferrandola con una presa d'acciaio e allontanandola da lui.
Nami aprì gli occhi poco dopo, scoprendosi ancorata al suo giaccone blu scuro; alzando lo sguardo riusciva a vedere da vicino il suo viso e lo sguardo serissimo, puntato in modo poco rassicurante verso Sebastian. Qualche lacrima le scese sulle guance.
«Sanji-kun...».
«Stai bene, Nami-san?», le chiese con un'espressione incredibilmente dolce, molto diversa da quella che aveva rivolto al suo aguzzino.
Lei annuì: «Adesso sì. Iniziavo a credere che non saresti arrivato in tempo».
«Mai, Nami-san», le disse con un sorriso. «Io sarò sempre qui per te! Lo sai, no?».
Sì, lo sapeva… Ma in quel momento ne era ancora più sicura.
«Aspettami qui Nami-san, ok? Cercherò di essere il più veloce possibile».
Gli occhi di Nami si spostarono con rapidità da Sanji, che stava estraendo la spada dal fodero dietro la schiena, a Sebastian, che si era alzato in piedi e stava arrotolando le maniche della camicia. Afferrò Sanji per un lembo della giacca con fare incerto.
«Stai attento, ti prego. E' molto più forte di quanto tu possa immaginare».
«Lo so», gli rispose semplicemente lui con un piccolo sorriso. «Ma ha osato sfiorarti, Nami-san. Temo non sia io quello per cui devi preoccuparti».
Lei rise piano, sentendo la tensione allontanarsi anche solo per un momento. Il cuoco le mise una mano sulla testa e la accarezzò.
«Ti amo, Nami-san».
Poi, si lanciò a spada alta verso Sebastian, lasciandola lì incredula e frastornata.
Un preciso ricordo iniziò ad invadere quel corpo virtuale che non gli apparteneva…

 

«Sanji-kun». Nami allungò una mano verso le bucce di mandarino caramellate che aveva preparato il cuoco il pomeriggio stesso, portandosene una alla bocca. «Cosa ne pensi delle stelle?».
Sanji si voltò verso di lei, fissandola confuso: «Le stelle?».
Lei annuì, puntando il dito verso il cielo terso e stellato della notte; era una delle cose che amava di più del turno di guardia, se non l'unica!
«Sì, le stelle. Sono belle, vero?».
«Certo. Perché mi fai una domanda così ovvia?».
Le fece spallucce, afferrando un'altra buccia caramellata. «Non so. Volevo sentirti dire che c'è qualcos'altro che ti piace, a parte me».
Il cuoco rise di gusto: «Sei proprio strana, Nami-san», la bollò dolcemente. «Certo che ci sono altre cose che mi piacciono oltre a te. La cucina, per esempio».
Nami si voltò verso di lui, curiosa. «E ti piace più di me?».
Sanji finse di pensarci su per qualche attimo, per poi rispondere: «No».
«E le stelle? Le stelle sono più belle di me!».
Di nuovo, Sanji scosse la testa. «No».
«Oh, andiamo!», fece lei scocciata, facendolo ridere. «Sii oggettivo, almeno una volta nella tua vita!».
«Ma non posso, mia cara. Non c'è niente a questo mondo che possa piacermi più di quanto mi piaci tu».
Nami gonfiò le guance: «Stai mentendo».
«Assolutamente no».
«Ah, sì?», lo sfidò lei. «Allora, sentiamo: dimmi perché».
Lui si fece improvvisamente serio, guardandola nei grandi occhi castani: «Perché ti amo, Nami-san».
Nami si portò una mano al petto, sentendo il cuore battere in modo stranamente veloce. Deglutì, dandogli la schiena.
«Sei un cretino».

 

«WAAAAAH!».
Sanji stava lottando contro Sebastian con tutte le sue forze, Nami riusciva a malapena a distinguere le loro spade. Ciò che le era chiaro, però, era quanto Sebastian gli fosse nettamente superiore.
«Per essere uno dei giocatori con le skill più alte sei parecchio scarso, Vinsmoke».
«BASTARDO!».
Avevano proprio raccolto ogni informazione a loro riguardo; per conoscere il cognome di Sanji dovevano sicuramente aver scavato parecchio a fondo nel loro passato… Ed era una cosa che lei non riusciva a sopportare. Non solo per sé stessa, ma soprattutto per Sanji e per il dolore che gli provocava essere chiamato in quel modo.
«Diable Jamble!».La gamba destra di Sanji prese fuoco e il cuoco si lanciò nuovamente contro Sebastian, combinando gli attacchi di spada con i suoi calci.
«Niente male», commentò l'altro, iniziando a parare i suoi colpi con un po' più di incertezza. «Ma non è ancora abbastanza!».
La spada di Sebastian colpì Sanji con forza, scaraventandolo contro il muro con un rumore assordante; le pupille di Nami si fissarono sulla barra HP del cuoco, a cui rimaneva solo la metà dei punti vita totali… Era diventata gialla.
«Sanji-kun!».
«Non venire!», la bloccò lui, rialzandosi a fatica facendo leva con la spada. «Non ti muovere», rimarcò il concetto, mentre cercava di riprendere fiato.
Sebastian stava camminando tranquillamente contro di lui, col solito sorriso di presa in giro dipinto sul volto; la sua barra era ancora completamente verde, nonostante qualche suo colpo fosse andato a fondo. «Maledizione...».
«Sono troppo per te. Un livello 70 non potrebbe mai battere uno del mio calibro». Scaraventò Sanji a terra con un calcio, bloccandolo poi al muro puntando il piede contro la sua spalla. «E poi… Mi è stato dato il preciso ordine di ucciderti, Sanji. Il padrone del gioco ti trova problematico».
«Padrone?», ripeté Nami confusa; quindi Sebastian era a diretto contatto con il pazzo che li aveva intrappolati lì dentro?
«Quindi tu conosci il pazzo che ci ha intrappolati qui, eh?», disse Sanji in un rantolo, come se avesse letto nella mente della navigatrice.
Sebastian sorrise, alzando la spada sopra la testa del cuoco: «Chissà? E' un'informazione che, ad ogni modo, non è di alcun interesse per un morto. Addio!».
La spada si abbassò velocemente verso Sanji nello stesso momento in cui Nami iniziò a correre verso di loro.
Fu tutto incredibilmente veloce, proprio come il rumore metallico che pose fine a quel piccolo momento di disperazione...

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NdA. Lo, sono una stronza! xD Ci si risente tra un paio di settimane! :3

   
 
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