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Autore: Nocturnia    04/10/2016    7 recensioni
Jon Snow è un figlio della neve.
Ha sangue Stark nelle vene, e quello neppure la sua lunga ronda ha potuto cancellarlo.
Sopravvive alla notte, risorge dalla morte - Jon Snow muore nel ghiaccio, nasce dal fuoco.
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jon Snow, Ramsay Bolton, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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Disclaimer: Jon Snow, Sansa Stark, Tormund e tutti gli altri personaggi appartengono a George R.R. Martin e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.




"Liberty for wolves is death to the lambs."

- Isaiah Berlin -





The North remembers




Il Nord è terra nera e ghiaccio.
Al Nord le albe sono sangue sulla neve e silenzi pesanti.
Nord è dove il mondo tocca i suoi confini e la primavera non conosce luogo.
Sansa fissa l'orizzonte, un cielo che gronda rosso e bianco.
Studia il campo di battaglia, la fuga di Bolton.
Al suo fianco Baelish le rivolge un'occhiata in tralice, la cerca.
In lontananza i lupi sono tornati a ululare.


Jon Snow è un figlio della neve.
Ha sangue Stark nelle vene, e quello neppure la sua lunga ronda ha potuto cancellarlo.
Sopravvive alla notte, risorge dalla morte - Jon Snow muore nel ghiaccio, nasce dal fuoco.
Tormund ha il naso rotto, gli manca qualche dente, ma gli sorride.
Corre con lui, al suo fianco; un bastardo e un bruto: null'altro che i signori del nuovo mondo.
Bolton arretra, ordina la ritirata - crede che le mura di Grande Inverno lo proteggeranno.
Jon Snow è un figlio della neve; l'inverno non gli ha mai fatto paura.


Per un attimo - un fugace istante - Sansa è Catelyn e Catelyn è stata Sansa: una crudele simmetria.
Baelish osserva i vessilli di Nido dell'Aquila stendersi nel cielo, reclamarlo.
Sansa non è più la ragazzina che ha conosciuto - lo può percepire, sotto la pelle e gli strati di pelliccia che la nascondono.
Lo fissa, tace.
Intorno a loro la battaglia è al suo ultimo respiro.


Wun Wun potrebbe essere l'ultimo Gigante in vita, ma non gli importa.
Wun Wun ha giurato a se stesso di combattere per Jon e lo farà.
Wun Wun sa cos'è l'onore, la fedeltà.
Conosce le sfumature della crudeltà e le sue propaggini - le ha viste.  
Wun Wun sente male; le frecce continuano a colpirlo, le lance a ferirlo, ma non gli importa.
La porta cadrà, Jon Snow avrà nuovamente una casa.
Quella che ha promesso avrebbe dato a tutti loro.


Tormund osserva Jon alzare lo scudo, avanzare.
Para e avanza, para e avanza - inarrestabile, incrollabile.
È cresciuto il lupo e ne ha fatta di strada da quando Ygritte si prendeva gioco di lui.
Grande Inverno è fango e sangue e merda - un suolo sul quale Bolton troverà la morte.
Dietro di lui Wun Wun è un colosso caduto, i suoi uomini spettatori della rabbia di Jon.
Lo colpisce una, due, tre, quattrocinqueseisetteottonovedieci volte - fino a quando le nocche non sono carne viva e il volto di Ramsay una poltiglia sanguinolenta.
Intravede Sansa, si ferma.
Assomiglia a Ned, Jon, onore coraggio disperazione.
Assomiglia a Grande Inverno, e abbandona il corpo di Bolton  - non diventerà un mostro come lui.
Tormund si strofina la fronte, raccoglie sudore e polvere.
Era un buon giorno per morire pensa ma è un giorno ancora migliore per vivere.


Il corpo di Rickon verrà seppellito nella cripta di famiglia, accanto a Eddard Stark e a quelli che l'hanno preceduto.
Verrà deposto dove avrebbe dovuto esserci Robb, prima che la storia lo reclamasse per sé.
Verrà ricordato, onorato; ripulito da tutto lo sporco che gli si era depositato addosso durante lo scontro e nella vita.
È più di quanto sia stato riservato a suo fratello.


I mastini hanno fame: il Nord ha fame.
Vendetta, giustizia; facce della stessa medaglia.
Bolton motteggia arroganza, recita sicurezza.
Sansa non ha molte parole da dirgli (non servirebbero a niente) e sceglie di rimanere - di osservare come il primo mastino lo annusi, lo lecchi, lo morda.
Dovrebbe andarsene.
Dovrebbe dargli le spalle e rifiutare un tale spettacolo: la vecchia Sansa l'avrebbe fatto, in fondo.
Uno dei mastini affonda i denti nell'inguine, un altro gli stacca una guancia e il naso.
Ci vuole tempo perché un uomo muoia, soprattutto se è testardo come Bolton; tenacemente attaccato a una vita che credeva sua.
Sansa memorizza ogni particolare: come le sue grida si fanno più acute e perdono poi d'intensità, gli spasmi che gli percorrono le gambe, il movimento frenetico delle dita.
La neve ha ricominciato a cadere, fiocchi grossi, bianchi e freddi.
Bolton smette di muoversi, Sansa abbandona ciò che resta di lui e della sua patetica carcassa.
Il Nord non ha mai dimenticato.


Tornano a oscillare i vessilli degli Stark dalle mura di Grande Inverno; cade l'uomo scuoiato, brucia.
Jon li osserva distendersi sotto i suoi occhi, sorride: piega le labbra in una smorfia.
Sono una puntura negli occhi e una morsa al cuore quegli stendardi, ma sono casa.
Sono un simbolo per il quale ha lottato - che non ha potuto dimenticare.
Sansa gli si affianca, osserva la notte.
"Tutto bene?"
Sansa inclina il viso verso di lui, gli regala uno sguardo indecifrabile.
Jon annuisce, le cerca la mano - stringe.
Sansa deglutisce, ingoia un pugno di lacrime.
Spettro alza il muso verso il cielo, ulula - grida.

"Con l’arrivo dell’inverno un lupo solo può morire, ma è il branco a sopravvivere."

Dalla piana si alza un solo ululato, poi due, tre, quattro, decine.
Il canto rabbioso di un Inverno che non ha più catene.




"Deep vengeance is the daughter of deep silence."
- Vittorio Alfieri -


   
 
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