Perché in fondo Kyoya voleva bene al Cavallone, era un bravo ragazzo, lo notava dai piccoli gesti, le piccole premure, come coprirlo con il suo giaccone verde quelle rare volte in cui si addormentava sfinito dal lavoro sul divanetto del suo ufficio alla Nanimori, ma soprattutto durante i loro allenamenti, quando il piccolo perdeva dopo un estenuante combattimento, Dino non glielo rinfacciava, ma gli porgeva la mano e gli spiegava dove aveva sbagliato e come poter migliorare.