Serie TV > Queer as Folk
Ricorda la storia  |      
Autore: soccia8282    05/10/2016    4 recensioni
Ho poco da dire. Questa storia è il finale che io avrei voluto dopo aver letto: Mai far arrabbiare una barbie vampira. Spero vi piaccia almeno un po'
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1

Prima di lasciarvi alla lettura devo fare una breve introduzione per spiegare il motivo per cui questa storia NON è plagio.

Tempo fa ho letto Mai far arrabbiare una barbie vampira  e mi è piaciuta al punto da fantasticarci su per giorni. Mi aveva ispirata tanto da scrivere quello che secondo me doveva essere il finale quindi ho contattato l’autrice, le ho esposto la mia richiesta di poter fare un seguito alla sua storia e lei ha acconsentito.

Per timore che fosse troppo brutta, però, non l’ho mai pubblicata ma oggi ho trovato il coraggio di farlo e vada come vada!!!!

Ovviamente la voglio dedicare proprio a lei, a Mindyxx che mi ha permesso di scriverla. “Grazie tesoro, sei fantastica, vorrei tanto che tu tornassi e la leggessi per dirmi cosa ne pensi.”



Merito di una barbie vampira.


Damon chiude la porta dietro a sé e allaccia l’ultimo bottone della camicia mentre un grande sorriso illumina i suoi profondi occhi chiari, ha passato un pomeriggio incredibile e si fermerebbe ancora se potesse, ma non si fida a lasciare Elena per troppo tempo da sola, con la fame che ha rischierebbe di prosciugare ogni ragazzo che incontra e lui non vuole che l’amica attiri troppo l’attenzione su di loro, troppi cadaveri in giro sarebbero una scocciatura e al momento ha altro a cui pensare.

Entrato nell’ascensore Damon rivolge un’ultima occhiata alla porta del loft dove ha lasciato Brian e Justin e il suo sorriso si accentua al ricordo di quanto è successo in quelle ore e già pregusta il momento in cui accadrà di nuovo, ma prima deve tornare da Elena.

Percorsa velocemente la strada che lo riporta al bar, Damon entra nel locale e con lo sguardo cerca Elena e la vede intenta a ballare con un gran bel ragazzo, ovviamente gay.

“E lui?” Chiede quando le è vicino indicando il tipo che le sta sbavando sul collo.

“Mi annoiavo e l’ho soggiogato. Ora crede di essere etero e mi vorrebbe portare a letto.” Replica Elena e subito dà una spinta al suo cavaliere per cacciarlo. “Torna dai tuoi amichetti, sei troppo appiccicoso per i miei gusti.”

“Non stai dimenticando qualcosa?” Domanda Damon indicando il ragazzo che si sta allontanando a tempo di musica.

“Che guastafeste.” Sbuffa Elena con una alzata di spalle. “Ehi tu!” Urla e il ragazzo si gira. “Sei gay dalla testa ai piedi e le ragazze ti fanno ribrezzo, non te lo scordare.”

Il ragazzo riprende a camminare seguendo il ritmo della musica per raggiungere i suoi amici ed Elena alza di nuovo le spalle. “Contento?” Chiede a Damon, ma il vampiro non risponde e si siede al bar per ordinare da bere.

“Me lo vuoi dire?” Domanda Elena sedendosi accanto a lui.

“Cosa ti dovrei dire?” Replica Damon senza degnarla di uno sguardo.

“Cosa hai fatto tutto il pomeriggio? Hai ucciso qualcuno?”

“Secondo te?” Risponde Damon e afferra il bicchiere lasciato dal barista.

“A me niente?” Chiede Elena e agguanta il braccio del giovane per impedirgli di allontanarsi. “Ti sei dimenticato di ordinare da bere anche per me.” Rimprovera Damon e grandi zanne escono dalla sua bocca pronte ad azzannare il malcapitato. “Non urlare, non farà male.”

“Non lo dissanguare.” Ordina Damon sorseggiando svogliatamente il suo whisky. “Non siamo qui per lasciare una scia di cadaveri.”

“E allora perché siamo qui?” Chiede Elena mollando la presa e pulendosi la bocca con il dorso della mano. “Sparisci. E dimentica tutto.”

Il barista si allontana mentre gli occhi di Elena sondano l’amico vampiro. “Perché siamo venuti in questo posto? E perché non hai voluto che facessi una strage?”

Damon sbuffa spazientito e posa il bicchiere. “Vieni con me.” Le dice e afferrandole la mano la conduce alla macchina. “Per oggi hai finito, vai a casa e torna a riprendermi domani.”

“E da quando sono diventata il tuo taxi?” Chiede Elena con disappunto.

“Se vuoi sapere cosa sta succedendo ubbidisci e torna domani sera.”

“E chi mi garantisce che domani mi dirai tutto? Ti stai comportando in modo strano. Perché non mi dici cosa hai fatto tutto il pomeriggio? Che cosa nascondi?”

“Vai a casa, ci rivediamo qui domani sera.”

“Non so se ci sarò.” Replica Elena indispettita mentre Damon apre la portiera e la invita a salire.

“Ci sarai.”

Senza troppa convinzione Elena sale in auto e abbassa il finestrino. “Mi devi una spiegazione, ricordatelo.”

“La avrai.” Replica Damon e resta fermo sul marciapiede a guardarla allontanarsi.

Finalmente solo infila le mani in tasca e ripercorre la strada fatta poco prima. Gli ci vuole poco per arrivare al loft e senza attendere che qualcuno lo faccia entrare spalanca la porta, attraversa la stanza e si avvicina alla camera dove vede i due uomini stesi sul letto, entrambi nudi, entrambi bellissimi.

Due anni prima aveva fatto sesso con loro per colpa di una maledizione ed era rimasto scioccato dalle sensazioni che aveva sentito, ma a riprova che l’eccitazione di quella notte era stata solo frutto della magia, qualche settimana dopo il fattaccio aveva abbordato un ragazzo stupendo ed erano bastati pochi baci per fargli capire che non voleva altro da lui se non il suo sangue e così lo aveva ucciso.

Passati due anni, però, il ricordo di quella notte maledettamente sensuale era ancora nei suoi pensieri, e così aveva deciso di tornare a Pittsburgh e affrontare di petto l’oggetto del suo malessere, solo trovandosi ancora difronte a Brian e Justin avrebbe avuto le risposte che cercava e infatti le aveva trovate.

In quel pomeriggio soleggiato la maledizione non gravava più su di lui, eppure aveva di nuovo fatto sesso con loro e, dannazione alla barbie vampira che lo aveva messo in quel casino, gli era piaciuto come la prima volta e gli era piaciuto al punto da voler avere per sempre a disposizione quei due uomini così eccitanti, gli unici con cui voleva sperimentare all’infinito il sesso gay, ed era bastato poco per fargli prendere la decisione che avrebbe cambiato la loro vita.

Con pazienza aveva atteso che Justin tornasse. Aveva soggiogato sia lui che Brian per fargli bere qualche goccia del suo sangue, poi li aveva liberati dall’asservimento e con loro si era dato al divertimento sfrenato per tutto il pomeriggio finchè non li aveva uccisi. Era bastata una secca e rapida torsione del collo per vederli cadere entrambi sul materasso privi di vita.

“Un gran bel lavoro.” Ghigna Damon osservando i due uomini che sembrano addormentati e incrociate le braccia dietro alla testa si lascia cadere accanto a loro in attesa che si sveglino perché sa che dovrà dare parecchie spiegazioni.


Un secolo dopo.


“Ma non ti stanchi mai?” Chiede Caroline guardando Brian che si specchia per la ventesima volta.

“Perché dovrei stancarmi?” Risponde Brian sistemando la maglietta nei pantaloni e ravvivando la folta chioma castana.

“Perché hai più di cento anni e continui a comportarti come un adolescente arrapato.”

“Ma lui è un adolescente arrapato.” Interviene Michael passando accanto all’amico e strizzandogli l’occhio.

“Anche stasera hai intenzione di abbordare un povero ragazzo?” Sbuffa contrariata Caroline senza prestare attenzione a Michael.

“Un ragazzo fortunato volevi dire.” Sogghigna Brian facendo l’occhiolino a Justin che, seduto sulla poltrona, sta osservando in silenzio la scena che si ripete sempre più spesso.

“Devi smetterla di portare qui i tuoi passatempo. Questo non è un bordello!” Sbraita Caroline esasperata.

“A no?” Chiede Damon con un ghigno divertito e affianca Brian. “Non male.” Dice poi rivolto all’uomo per commentare la scelta dell’abito per la serata.

“Solo non male?” Replica Brian alzando un sopracciglio.

“Niente in confronto a me.” Sogghigna il vampiro più vecchio. “Sono certo che stasera rimorchierò almeno una decina di ragazze e tu solo qualche sfigato.”

Brian smette di guardare la sua immagine riflessa allo specchio e con una mossa veloce inchioda Damon alla parete. “Potrei iniziare da te.” Ghigna divertito ma Damon in una frazione di secondo ribalta le posizioni ed è Brian a trovarsi spalle al muro.

“Mi rimorchierai solo quando le deciderò io.” Replica Damon sfiorandogli il collo con le zanne.

“Sarai anche più vecchio di me, ma non è ancora nato chi può dirmi chi e quando scopare!” Afferma Brian ribaltando le posizioni per continuare il gioco che sta diventando sempre più eccitante.

“Devi farne ancora tanta di strada per battermi.” Ghigna Damon e con un altro movimento fulmineo di nuovo mette Brian spalle al muro e con gli occhi ben fissi nei suoi preme la mano sul suo torace per non permettergli di muoversi.

“Al tuo gioco, ma non al mio.” Replica Brian e con velocità porta la sua mano all’inguine dell’altro e strizza sensualmente mentre un ghigno malizioso gli illumina gli occhi, quando vuole avere l’ultima parola con il vampiro più vecchio sa come ottenerla, con il sesso ovviamente, e lì è lui il vincitore incontrastato.

“Avete finito o ne avete ancora per molto?” interviene Justin alzandosi dalla poltrona e avvicinandoli. “Voglio uscire. Ho fame.”

“Niente cadaveri!” Urla Caroline osservando i tre vampiri dirigersi verso la porta e la mano di Ben posata sulla sua spalla la fa sospirare. “Ci penserete voi?” chiede la vampira rivolgendo all’uomo un’occhiata fiduciosa.

“Come sempre.” Annuisce Ben prendendo a braccetto il marito. “Stai tranquilla, io e Michael li terremo d’occhio e li fermeremo se dovessero lasciarsi andare un po’ troppo. Ma sono certo che non succederà. Ormai anche loro hanno imparato a tenere a freno la sete di sangue grazie ai tuoi insegnamenti, quindi non preoccuparti, andrà tutto bene.”

Caroline stampa un bacio sulla guancia di Ben e rimane sulla porta ad osservare i cinque amici allontanarsi. Quando cento anni prima Damon aveva trasformato Brian e Justin si era sentita in colpa. Era stata lei a mettere il vampiro sulla loro strada e conoscendo Damon sapeva che li avrebbe traviati e non poteva permetterlo. Si era dunque adoperata in ogni modo possibile per insegnare ai due nuovi membri del gruppo come vivere senza uccidere e, dopo lunghi anni, ci era riuscita, anche se l’influenza di Damon ogni tanto si faceva sentire e spingeva Brian a comportarsi come lui.

Un grande aiuto nell’educazione di Brian, di sicuro il più difficile di tutti da tenere a bada, le era stato fornito da altri due nuovi membri del gruppo: Michel e Ben, gli ultimi arrivati.

Dopo due anni di latitanza, poiché ormai la loro vita non poteva più essere vissuta a Pittsburgh, Justin aveva infatti deciso di tornare a casa per rivedere la madre e la sorella e aveva scoperto una triste verità: Ben era ricoverato in ospedale a causa della sua malattia e gli restava poco da vivere.

Nonostante Michael non fosse mai stato un suo grande amico, Justin sapeva che avrebbe sofferto tantissimo alla morte del marito e sapeva anche quanto l’uomo mancasse a Brian e così aveva fatto leva sui sentimenti di Caroline e aveva ottenuto il suo aiuto. La vampira aveva ucciso entrambi e aveva donato loro la vita eterna e cento anni più tardi erano ancora tutti insieme. Una grande famiglia che si era formata per colpa, o per merito, di una barbie vampira arrabbiata.


Fine


E adesso mi preparo a schivare i pomodori perché i personaggi erano tutti OOC, lo so benissimo, però è il finale che io avevo immaginato e la vita che io avevo immaginato per loro dopo aver letto la storia di Mindyxx e allora l’ho scritta così come ce l’avevo in testa anche se OOC  ^_______^

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Queer as Folk / Vai alla pagina dell'autore: soccia8282