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Autore: telesette    05/10/2016    1 recensioni
Scaricata per l'ennesima volta dal Joker, salvata in extremis da Batman, Harley Quinn prova seriamente a riflettere su ciò che la vita ha ancora in serbo per lei e ciò che le interessa davvero...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman, Harley Quinn, Joker, Un po' tutti
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Harley avrebbe scontato un periodo di carcere preventivo di circa otto mesi, senza poter contare sulla libertà provvisoria dietro cauzione ( dal momento che nessuno si sarebbe sognato di sborsare una tale somma di denaro per una poco di buono come lei ). Era una situazione identica a tante altre volte, nulla di eccezionale, eppure Batman continuava a sedere davanti al monitor del computer sito nella Batcaverna senza dire una parola.

- Se posso permettermi un suggerimento, signor Bruce, non credo che le schede della polizia di Gotham siano il genere di letture appropriate per conciliare il sonno - disse Alfred, osservando da dietro le spalle dell'altro i files che comparivano sullo schermo.
- Sto studiando la scheda personale della dottoressa Quinzel - spiegò Bruce senza battere ciglio. - Non so perché ma, nonostante i rapporti dei medici di Arkham, sono sempre più convinto che ci sia qualcosa di "artificiale" in quello che potrebbe definirsi solo uno squilibrio comportamentale del soggetto!
- Oh, capisco!
- Ci sono troppe incongruenze, troppe contraddittorie in quelle che risultano essere le convinzioni della sua architettura mentale... Lo stesso rapporto della dottoressa Callaghan in merito pare confermarlo! Ecco qua: al momento del suo rilascio in Libertà Vigilata, Harleen Frances Quinzel era perfettamente in grado di intendere con le regole sociali la differenza tra "giusto" e "sbagliato"... Eppure, meno di ventiquattr'ore dopo, il suo scoppio di rabbia e il sequestro di Veronica Vreeland le è costato la reintegrazione immediata al manicomio criminale di Arkham, e nonostante Veronica stessa abbia cercato di intercedere per lei presso le autorità non le è stata concessa alcuna attenuante!
- Non può sorprendersi di questo, signor Wayne - fece notare Alfred. - Lo sa benissimo che i trascorsi da criminale spazzano via ogni possibile attenuante dal tavolo della giuria!
- Appunto, Alfred - ribatté l'altro. - E' proprio questo che non torna: Harley avrebbe dovuto rispondere dei danni occorsi alla proprietà cittadina, dal momento che la Vreeland non ha sporto alcuna denuncia, eppure qualcuno ha fatto in modo di commutare il carcere obbligatorio alla sentenza più dura ed inappellàbile!
- E questo cosa vorrebbe dire?
- E' semplice, Alfred: Quinn non è pazza, non del tutto almeno... ma c'è "qualcuno" che sta cercando in tutti i modi di far sì che, agli occhi della società, lei resti tale!
- Qualcuno? - ripeté Alfred sbigottito.
- Qualcuno che non si fa scrupoli nel decidere della vita di una persona... finanche al punto di rovinargliela per sempre!

Risultati immagini per batman animated series gifCosì dicendo, Bruce si accasciò rassegnato davanti al computer.
Tramite la scansione elettronica, basata sui dati immessi nel terminale, l'immagine di Joker appariva più che mai nitida come l'unico punto di riferimento presente nel cervello di quella povera donna.

- Finora tutti erano concordi sul fatto che Joker abbia liberato le inibizioni della Quinzel, dando forma e sostanza a ciò che lei era realmente, invece ha fatto molto più di questo: ha spinto sulle domande e i dubbi di una donna innocente, giocando con la sua mente e con il suo cuore allo stesso tempo, e la cosa più atroce è che le sta negando in tutti i modi anche solo la possibilità di riavere una vita normale... Per lui, lei è solamente un giocattolo!

Alfred tacque.
In un certo senso, ciò che era capitato alla Quinzel somigliava molto a ciò che il signor Bruce era diventato. Il trauma che lo aveva spinto a diventare Batman, smarrendo completamente la possibilità di una "vita" per Bruce Wayne, era il risultato involontario di un criminale che si era immesso con ciò che egli aveva di più caro al mondo.
Batman non sarebbe mai tornato ad essere solo e soltanto Bruce Wayne, questo Alfred lo sapeva bene, così come Harley Quinn forse non sarebbe mai tornata ad essere la dottoressa Quinzel.
Entrambe queste persone erano strettamente "legate" ad un qualche condizionamento, qualcosa che li spingeva ad agire con maschere ed identità separate. A pensarci bene, forse, proprio il fatto che Bruce Wayne fosse in grado di capire e comprendere fino in fondo il "dramma" esistenziale di Harley Quinn poteva essere la chiave per aiutare quest'ultima a rinsavire.

- Dica, signor Bruce - mormorò Alfred con tono più che compassionevole, ponendogli una mano sopra la spalla. - Se lei si trovasse al posto di quella donna, solo e con un'idea fissa in mente, cosa riuscirebbe a farla rientrare in pace con sé stesso?
- Non lo so, Alfred - ammise Bruce. - E' da quando li ho visti morire, senza poter fare nulla, che non mi sento in pace con me stesso...
- Ma lei non è "completamente" solo, signore - fece notare Alfred. - Lei può contare su di me, sul signorino Dick o sulla dottoressa Thompkins... La signorina Quinzel invece, ad essere onesti, non ha nessuno!
- Sarebbe inutile, Alfred - ribatté l'altro bruscamente. - Harley non vuole accettare la realtà, rifiuta la società e i rapporti col prossimo, preferisce difendere le sue illusioni anche a costo di soffrire!
- Certo, perché è tutto quello che "crede" di avere - sottolineò dunque Alfred. - Ma basterebbe poco per convincerla che non è così: una parola gentile, una persona disinteressata su cui appoggiarsi... un amico, per esempio!
- Alfred, per favore, non essere ridicolo - tagliò corto Bruce. - Pensi davvero che Harley vedrebbe Batman come un amico?
- No, certamente - concordò Alfred tranquillo. - Ma potrebbe fidarsi del miliardario benefattore Bruce Wayne!

***

- E' una procedura insolita - osservò più tardi il commissario Gordon, quando Batman giunse a chiedergli il permesso di scambiare qualche parola con Harley Quinn. - Non vuoi proprio dirmi il motivo di questa tua richiesta?
- Si tratta di un dubbio che continua a ronzarmi in testa - spiegò l'altro. - E se è come penso io, forse, per lei esiste ancora una possibilità di ricominciare daccapo!

Gordon sospirò.

- Credimi, anch'io sarei contento di vedere che, una volta tanto, il sistema riesce a "recuperare" qualcuno... Ma temo che Harley sia un caso disperato!

Ciò detto, Gordon mostrò a Batman le immagini riprese dalla telecamera di sorveglianza nella cella di Harley Quinn. Costei aveva strappato lembi bianchi dalle lenzuola per appiccicarli alla parete con del chewing-gum e, mordendosi più volte il polpastrello con gli incisivi, vi aveva disegnato sopra alla meglio delle grosse labbra rossastre.

- Ha sempre il desiderio di riunirsi al suo Joker, non pensa mai ad altro - osservò il vecchio commissario sconsolato. - E pensare che è ancora così giovane, ha solo ventisei anni e tutta una vita davanti, ma la sua mente...
- Lasciami parlare con lei, per favore!

Gordon lo osservò stupito.

- Va bene, se proprio ci tieni, ma continuo a pensare che stai solo perdendo tempo!

Come previsto da Gordon, Harley non fu propriamente "entusiasta" di ritrovarsi il pipistrello dinanzi alla porta aperta della cella. Dapprima anzi, dopo averlo squadrato da capo a piedi, piantò subito un broncio restandosene a braccia conserte con una smorfia piena di evidente fastidio dipinta in volto.

- Che sei venuto a fare? - domandò sprezzante. - Sto facendo la brava, non sto cercando di evadere, e poi tutti i miei appuntamenti fuori di qui sono saltati... Grazie a te!
- Noi due dobbiamo fare una chiacchierata!
- Ah sì, beh mi dispiace ma sei in ritardo, l'orario delle visite è finito da un pezzo!
- Eh-ehm - tossicchiò il commissario Gordon. - In realtà, visti i tuoi precedenti, non ti sarebbe concesso nemmeno il parlatorio... Si tratta di uno strappo alla regola, in via del tutto eccezionale!
- "Eccezionale" un corno - ribatté Harley sputando la chewing-gum per terra. - Dov'è il mio avvocato? Non mi è concesso neanche averne uno d'ufficio?
- Rilassati - fece Batman. - Non è un interrogatorio, voglio solo parlare con te, nient'altro!

Harley era ancora piuttosto diffidente ma, poiché non aveva niente di meglio da fare che guardare le pareti della sua cella, ogni diversivo si presentava più che mai interessante. La ragazza indietreggiò, lasciando che Batman entrasse nei suoi "alloggi" privati, e subito dopo Gordon richiuse la porta della cella con un sonoro CLIK-CLAK della chiave che veniva girata nella serratura.
Batman si guardò attorno.
Nonostante lo spazio angusto dell'ambiente carcerario, Harley era riuscita ad apporre qualche tocco tutto personale alla stanza. Alcune minuscole radici filtrate attraverso le fessure delle pareti avevano messo su dei piccoli fiori, da che Harley si era messa ad innaffiarli ogni giorno con un po' d'acqua ( e forse anche grazie a qualche trucco insegnatole dalla sua amica Poison Ivy ); lo specchio e il lavandino erano puliti e ordinati con molta cura, senza aloni di sporcizia o altro; e nel molto tempo libero che aveva a disposizione si era perfino messa a ricamare un volto sorridente del Joker sulla coperta della branda.

- Mettiti pure comodo, BATS - esclamò beffarda. - Oh, scusa Batman... Dimenticavo che non ci sono sedie qui dentro!
- Sei a conoscenza del fatto che la tua è una detenzione preventiva e che, secondo la legge, puoi tranquillamente beneficiare della libertà su cauzione?
- Sì, me lo hanno detto quando mi hanno arrestata - sbuffò. - Insieme a tutte le altre baggianate sul "diritto di rimanere in silenzio", eccetera eccetera eccetera...

Harley si sedette di traverso sulla branda accavallando le gambe in modo molto sexy, anche a dispetto della castigatissima uniforme carceraria che aveva addosso, tuttavia Batman non era certo lì per ammirare le sue arti da seduttrice.

- Ho un amico che, se glielo chiedo io, non avrebbe alcun problema nel pagarti la cauzione e tutte le altre spese legali...
- Oh, interessante - sorrise Harley rimirandosi le unghie con noncuranza. - E chi sarebbe il fesso?
- Ma c'è una condizione - si affrettò a puntualizzare Batman. - Vale a dire che tu accetti di sottoporti ad un nuovo esame di riabilitazione, seguendo la terapia necessaria, e questo mio amico si assicurerà che tu venga assistita dai migliori specialisti di Gotham anziché il personale medico di Arkham!
- Sééé, come no... E chi sarebbe questo tuo "amico" che fa i miracoli, Gesù Cristo?

Batman tacque un momento, in modo che Harley potesse riflettere bene su quanto le aveva appena detto.
La ragazza era ovviamente dubbiosa e poco convinta. Batman era senza dubbio un guastafeste e la causa di tutti i problemi del suo adorato Mr. J, ma non aveva alcun motivo per ingannarla.
E poi perché avrebbe dovuto?
Forse anche il pipistrello aveva voglia di illuderla, di divertirsi crudelmente facendosi beffe di lei, o forse era davvero in buona fede?
Harley rifletté, lo sguardo assente rivolto verso le sbarre alla finestra della sua cella, e per un attimo le ritornò alla mente un certo ricordo di non molto tempo fa.

***

- Ma c'è una cosa che vorrei sapere - esclamò Harley, rivolgendo a Batman un'occhiata piena di stupore e curiosità. - Perché mi sei rimasto al fianco tutto il giorno, rischiando la pelle per una che non ha fatto altro che procurarti dei guai ?
- So quanto sia difficile ricominciare daccapo - spiegò lui, traendo fuori da una busta il vestito che lei aveva acquistato ai grandi magazzini e porgendoglielo garbatamente. - Perché anche a me andò tutto storto... un giorno! (*)

Harley arrossì commossa.
Nessuno le aveva mai parlato con tanta gentilezza. Batman non solo si era preso la briga di salvarla, bensì si era sinceramente preoccupato per lei. Anche solo il gesto di restituirle quel vestito, un semplice scamiciato da pochi dollari, per lei valeva più che se si fosse trattato di un esclusivo abbigliamento di Armani firmato.
Quello era il SUO vestito, una cosa che le apparteneva, e Batman restituendoglielo le aveva appena dimostrato che non vi erano solo ingiustizie al mondo per quelli come lei.
Forse il pipistrello non era poi così male, dopotutto, se gli stavano a cuore quelli che potevano essere i sentimenti e le lacrime di una poco di buono.
E se Harleen Quinzel aveva commesso degli errori, per quanti e quanto gravi essi fossero, con quel semplice gesto Batman le aveva appena dimostrato di essere davvero disposto a credere in lei...

***

- Qualcosa che non va? - domandò Batman scorgendola quasi sul punto di piangere.
- Eh ?!? No, niente... M... Mi dev'essere entrato qualcosa nell'occhio!
- Hai riflettuto su quello che ti ho detto?
- Dimmi prima una cosa, Batman - mormorò Harley, guardandolo seriamente negli occhi. - L'ultima volta, quando mi hai detto quelle cose sul tetto di quel palazzo... Sì insomma, eri sincero?

Batman annuì.

- Io, ecco... In realtà volevo ringraziarti, per avermi salvato la vita e per tutto il resto, ma il fatto è che... vedi...
- Pensaci sopra con calma - tagliò corto Batman, bussando lievemente alla porta per far cenno a Gordon di aprirgli. - E quando avrai deciso, ricorda che esiste almeno una persona disposta a darti fiducia!
- Batman, aspetta!

L'uomo pipistrello si voltò, tendendole la mano con amicizia.
Harley la osservò, esitando lì per lì se stringerla o meno, ma alla fine si convinse nel credere alle sue parole. Certo Batman non le aveva mai mentito, di questo era assolutamente sicura, e forse gli interessava veramente offrirle quella possibilità di cambiare.

- Io, beh... Tu mi conosci, no? Non sono quel che si dice una "brava ragazza" ma, se tu mi garantisci che quel tuo amico può e vuole aiutarmi, io ti credo!
- Avrai tutto l'aiuto che ti serve - la rassicurò Batman. - A cominciare dal vivere in una casa vera, anziché un covo o un penitenziario di stato, dove nessuno ti giudicherà per il tuo passato... Il resto dipenderà da te!
- Accidenti, BATS - fece Harley, stringendo la mano dell'altro con trasporto. - Se sei così carino con tutte le ragazze che incontri, come fai ad essere ancora scapolo?

Gli occhi lànguidi e la voce seducente di Harley per poco non fecero arrossire Batman che, tossendo nervosamente, si congedò goffamente dalle sviolinate effusioni della ragazza.
Forse Alfred aveva visto giusto.
Forse Harley era davvero in grado di ricominciare tutto daccapo, buttandosi alle spalle la sua tormentata parentesi a fianco del Joker, ma solo il tempo avrebbe saputo dimostrarlo o meno. Dal canto suo, colei che si definiva la "donna" del Joker aveva appena messo spontaneamente la propria fiducia nelle mani del pipistrello.
Già questo, di per sé, costituiva un evento a dir poco straordinario.
Non meno straordinario però, alcuni giorni dopo, fu vedere il signor Wayne firmare alcune pratiche nell'ufficio del commissario Gordon per ottenere il rilascio e la custodia cautelare della dottoressa Quinzel.

continua )...

(*) le frasi sono riprese dalla scena finale tratta dall'81° episodio della serie animata del 1992/1995 - "Libertà Provvisoria"

   
 
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