Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Ash Visconti    05/10/2016    4 recensioni
Europa, inizi del secolo XI: in pieno medioevo due cavalieri d’oro, Crysos dei Pesci e Acubens del Cancro indagano su alcune attività sospette di cavalieri rinnegati, ma ben presto si troveranno coinvolti in un’avventura che coinvolgerà loro e il misterioso Regno Argentato ed il Regno Dorato.
Crossover tra Saint Seiya - I Cavalieri dello Zodiaco e Sailor Moon. Nota AU inserita per il fatto che due universi condividono lo stesso universo.
Da un'idea originale di Suikotsu autore qui su EFP. La storia è da considerarsi in continuity con la sua fic "Le guerre degli dei". Non è necessario aver letto le sue fic per comprendere questa fic.
AVVISO: STORIA PER IL MOMENTO INTERROTTA.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 Capitolo 5 - Il Regno Argentato


Di sicuro i popoli della Terra se la sognavano una visione come quella; la visione della loro stessa casa da una simile prospettiva che si godeva dalla Luna.
Era sempre una visione magnifica quell’enorme sfera sospesa nel nero cosmico e punteggiato di stelle. Un globo azzurro, su cui spiccavano le immense porzioni verdi o brune o gialle dei continenti, il ghiaccio alle estremità settentrionali e meridionali, ed il tutto velato da enormi banchi di nubi bianche che si spostavano regolarmente.
Nonostante tutto quello che si diceva sugli abitanti della Terra, non si poteva negare che molti luoghi in cui vivevano fossero un piccolo capolavoro d’arte della Natura.
“Principessa! Principessa!”
La Principessa Serenity, erede al trono del Silver Millennium, distolse dalla mente i pensieri del momento e si voltò verso la persona che l’aveva chiamata, ma non era esattamente un persona: si trattava di un gatto femmina dal pelo scuro e gli occhi viola, con una piccola mezzaluna gialla sulla fronte rivolta verso l’alto.
“Siete pronta? La cerimonia di encomio comincia tra poco”.
“Sì Luna, sto andando a preparami”.
La giovane, si avviò verso la boutique, accomodandosi sulla sedia, mentre un’altra ragazza apparentemente sua coetanea, dato l’aspetto, si metteva dietro di lei.
“Bene, bene, un minuto e sarai pronta!” commentò allegra brandendo un spazzola per capelli.
Serenity fissò la sua immagine allo specchio: una giovane donna dalla carnagione chiara, gli occhi azzurri ed i capelli biondi.
Dietro di lei lo specchio rifletteva l’immagine di una ragazza molto bella, anche lei coi capelli biondi, su cui era posato un fiocco rosso, e gli occhi azzurri.
A dispetto del lungo e prezioso abito bianco che indossava la principessa, questa portava una maglietta senza maniche bianca, una gonna arancione piuttosto corta e lunga lunga fino a mezza coscia, dei lunghi guanti bianchi che arrivavano fino ai gomiti ed un grosso fiocco blu appuntato sul petto da una spilla gialla. Scarpe col tacco arancioni completavano il vestiario.
Mentre sistemava con mani abili ed esperte la chioma della principessa, Luna dette un’occhiata alla finestra su cui era ferma Serenity prima di prepararsi: la finestra delle stanze della Principessa dava una vista della Terra.
“Il generale vedrà finalmente riconosciuti i suoi meriti ed era anche tempo”.
“Hai ragione, Sailor Venus” ribatté la gatta rivolta all’altra bionda.
“Quell’attacco di pochi giorni fa è stato davvero inaspettato” continuò Sailor Venus mentre dava gli ultimi ritocchi, “fortunatamente aveva preparato una risposta pronta per una simile eventualità”.
La mente di Serenity tornò indietro a quando era stata svegliata in piena notte, mentre dormiva, da palesi rumori di lotta. Aveva gridato per sapere che cosa stesse succedendo, e Sailor Venus insieme alle altre guerriere sailors preposte come sue guardiane erano entrate nella sua stanza per proteggerla. Dopo un poco era arrivata la Regina, informandoli che degli strani mostri mai visti prima erano spuntati all'improvviso da chissà dove ed avevano attaccato alla cieca, fortunatamente dopo un’accesa lotta erano stati messi in fuga dai soldati. Non vi erano stati morti per fortuna, solo diversi feriti non gravi ed i mostri non erano neanche tanti e non avevano esitato a darsela a gambe quando avevano visto che la resistenza era diventata massiccia. Il generale aveva inseguito i mostri superstiti fin sulla Terra dove gli aveva eliminati.
“A posto!” annunciò la bionda Sailor Venus riponendo la spazzola: i capelli di Serenity erano elegantemente acconciati in due odango sui lati della testa da cui partivano due lunghe code bionde.
Serenity si alzò e Luna non poté fare a meno di notare uno sguardo distratto rivolto alla finestra. O meglio alla Terra.
“A che pensate Principessa?”
“A niente Luna. Perché me lo chiedi?”
“Perché guardavate fuori dalla finestra?” Luna andò sul diretto.
“E allora? Non è vietato”.
“No, ma è vietato andare sulla Terra”.
Sailor Venus notò allora che fuori dalla finestra si vedeva la Terra ed inevitabilmente pensò a quel giorno in cui la Principessa era sparita nel nulla e poi si era scoperto che ara andata a farsi un “giretto turistico” sulla Terra.
La dura ramanzina della madre non era mancata.
“Non starai meditando altre gite spero” disse la gatta
“Sto solo guardando! Ho imparato la lezione Luna”.
“Tu madre era andata nel panico non trovandoti ed anche noi guardie” ribatté Sailor Venus.
“La Regina ci tiene alla tua sicurezza, Principessa. Non voglio ripetere le ramanzine di tua madre, ma…”
“Ho capito Luna, ho capito” liquidò la principessa, e lisciando il vestito con le mani si avviò all’uscita delle sue stanze, accompagnata dalla gatta e da Sailor Venus.
“Su andiamo, la Regina ci tiene che tu partecipi alla cerimonia” la spronò la guerriera protetta da Venere.
Le due donne e la gatta si diressero verso la sala del trono, passando per gli splendidi e decorati corridoi del palazzo reale, fino a giungere in una grande sala dove la corte e tutti i nobili del regno erano radunati nelle loro vesti sfarzose.
Seduta sul trono, sua madre, la Regina Serenity, la salutò con un sorriso ed un cenno del capo: era identica alla figlia sia nella forma del viso che nell’acconciatura dei capelli, l’unica differenza era che fisicamente la Regina appariva più matura ed i capelli erano di color bianco-argenteo.
Vestiva d’uno splendido abito bianco e portava la tiara che simboleggiava il suo status di regnante.
Presso il trono erano sistemate le altre guardie del corpo della principessa: Sailor Mercury, una dolce ragazza dai corti capelli blu e gli occhi dello stesso colore; Sailor Mars, una bella giovane dalla lunga chioma nera, e Sailor Jupiter, una fiera ragazza coi capelli castani raccolti in una coda e gli occhi verdi.
Indossavano tutte la divisa delle guerriere sailor, che si differenziava da quella di Sailor Venus solo per il colore della gonna e del fiocco: azzurri per Sailor Mercury, gonna rossa e fiocco blu scuro per Sailor Mars e gonna verde e fiocco rosa per Sailor Jupiter.
Serenity si sedette su una sedia alla destra del trono, ed al suono di trombe, le porte si spalancarono e il generale Tsukuyomi entrò a passo marziale nella sala del trono.
Era un giovane uomo all’apparenza, ma per un terrestre molto più vecchio di quanto il suo aspetto faceva pensare.
Di bell’aspetto e con gli occhi castani, aveva il viso incorniciato da lunghi capelli neri raccolti in un piccola coda sulla nuca.
La bianca divisa militare che indossava sembrava risplendere di luce propria e questo, unito all’elmo decorato che portava sottobraccio, la spada con l’elsa decorata da diamanti ed il mantello ricavato da una pelle di leone sulle spalle, gli davano l’aria di un dio o di un eroe degli antichi tempi tornato alla vita.
Non vi era donna sulla Luna che non sognasse il comandate supremo delle forze armate del Regno Argentato come compagno per la vita, ma, con delusione di molte, Tsukuyomi aveva già trovato l’anima gemella.
Il generale si avvicinò al trono e si inchinò di fronte alla sua sovrana.
“Generale Tsukuyomi” parlò la Regina, “Ti siamo grati per il doveroso servizio che hai sempre svolto per il Regno Argentato in tutti questi anni. La tua strategia, la tua tenacia e la tua forza sono impeccabili e vanto per il mio regno. Anche la tua recente azione per respingere i misteriosi mostri che di recente hanno assalito il regno. Perciò come giusto riconoscimento io ti conferisco l’Argento del Valore!”
Ad un cenno un valletto portò un piccolo scrigno aperto da cui la Regina tirò fuori una preziosa collana d’argento formata da tante mezzelune intrecciate ed alzatosi, andò a metterla al collo del generale, che si era alzato a sua volta.
Il pubblico in sala scoppiò in un sincero applauso, ed il generale, alzata la mano per chiedere silenzio parlò: “Ringrazio la mia Regina e tutti voi per il vostro sostegno ma non dimentichiamo il valore dei nostri soldati che tanto danno per difendere questa casa. Niente ci darà pensiero finché saremo vigili!”
Applausi da tutti gli spettatori nella sala, i soldati batterono il fondo delle lance sul pavimento per esprimere l’entusiasmo.
“Ben detto generale Tsukuyomi! Noi siamo un popolo che cerca la pace ma ciò non significa che non sappiamo difenderci da mostri, demoni o violenti terrestri che vogliono i beni del nostro regno”
Gli applausi ripresero ma quelle parole aspre verso i popoli della Terra avevano messo la Principessa Serenity a disagio.
Non nascondeva che fino a pochi mesi fa condivideva tali opinioni, ora però quei discorsi che facevano tutti, da sua madre ai nobili, dalle sue guardiane fino ai semplici soldati, le apparivano infondati…
Non sono tutti così i terrestri, madre, se solo potessi farti capire che almeno uno di loro è un’eccezione…
 
 
“Il generale gliel’ha fatta vedere a quei mostri, eh?”
“Siamo fortunati ad avere un uomo così!”
“Non dimentichiamoci la Regina, se non era il generale Tsukuyomi, sarebbe stata lei ad annichilire quegli sciocchi demoni”
“Ciò non toglie il valore del generale! Giusto, Adonis?”
“Più che giusto!” annuì Adonis.
In un luogo di ritrovo, Adonis, insieme ad alcuni suoi commilitoni si stava rilassando e bevendo dell’ottimo vino. Non avevano partecipato direttamente la viaggio sulla Terra per reprimere i mostri superstiti, ma ne avevano eliminato uno isoalto che aveva opposto una feroce resistenza. Ma con un ottimo gioco di squadra l’avevano ucciso senza troppi problemi.
Mentre gli altri parlavano Adonis lasciò vagare lo sguardo sul soffitto… Accidenti, pure nei momenti più rilassanti, certi pensieri lo martellavano…
“Adonis” lo riportò alla realtà domandò uno dei compagni osservandolo “sicuro che vada tutto bene?”
“Ma certo perché me lo chiedi?”
“Mah… ultimamente sei pensieroso ed assente…”
“Sono sempre stato così” mentì spudoratamente Adonis.
Quello seduto alla sua destra lo fissò qualche istante e poi aggiunse con un ghignò: “Ti sei innamorato, vero?”
Quasi il vino gli andò di traverso, e sentì le guance avvampare.
“Ma come ti vengono in mente queste sciocchezze?”
“Perché sei diventato rosso?” fece un altro.
“Non è vero!” sbottò, cercando di coprirsi le guance.
“Eh-eh scommetto che non dormi notte!”
“Piantala!”
“Su ammetti le tue colpe!”
Adonis diventò se possibile ancora più rosso in viso.
“Allora?”
“E va bene… sì, c’è una ragazza bella ed impossibile che mi piace, contenti?”
“Ah-ah! E chi è la fortunata? Ti sei già dichiarato?”
“N-no!”
“Pf! E cosa aspetti?”
“Adesso basta, le mie faccende non vi riguardano!”
“Ma se non ci hai ancora detto chi è!”
“Segreto”.
Quello seduto al suo fianco si chinò per sussurargli all’orecchio: “Non dirmi che è la Principessa”.
“No!” sussurrò secco di rimando Adonis. “E neanche la Regina, per la cronaca!”
Detto questo si chiuse in silenzio, ignorando gli altri e i loro discorsi sciocchi.
Era vero: una donna occupava da tempo i suoi pensieri e pensando a lei rivide mentalmente il suo volto.
Il volto d’una bella guerriera sailor dalla lunga chioma bionda…
Sospirò.
Sailor Venus,la bella ed intrepida guerriera a protezione della Principessa. Da tempo il suo cuore aveva perso forma del suo volto, ma non si era dichiarato per vari motivi; un rifiuto, quello faceva esitare sempre gli spasimanti d’una donna, ma anche ammettendo che si fossero uniti in coppia che aveva lui, il semplice Adonis da offrire a Sailor Venus? Il rango della sailor era uno dei più importanti, pari a quello del Generale.
Passandosi una mano trai capelli biondi, Adonis si fissò la semplice divisa militare.
Che ho io da offrirle, io semplice soldato, a  parte i miei sentimenti?
Ed eccolo lì a struggersi in pensieri malinconici mentre sicuramente altri giovani la corteggiavano. Ma la bionda non aveva risposto a nessuno. Per ora.
Sailor Venus, la più bella della Luna. Certo la bellezza della Regina e della figlia erano innegabili, ma nei pensieri di bellezza la bionda sailor occupava il primo posto.
Probabilmente non era imparziale e lo sapeva ma non gli importava.
E poi non era solo bella. Il viso o meglio lo sguardo trasmetteva una dolcezza che personalmente gli scioglieva il cuore.
Bevve un altro sorso di vino ed un piacevole calore gli pervase il corpo
Sailor Venus, ti dimostrerò che sono un compagno degno di te

Finita la cerimonia, Tsukuyomi si era ritirato nelle sue stanze private.
Spogliatosi di mantello, elmo e spada, si era tolto la giacca della divisa rimanendo con la camicia.
Seduto comodamente su un divano, sorseggiava una bevanda analcolica di color arancio. Come altre volte in passato si sentiva soddisfatto e felice della sua vita. Come suo padre aveva dedicato anima e corpo al Regno Argentato.
Sollevò lo sguardo su un ritratto di suo padre appeso al muro di fronte al divano. I suoi genitori erano morti ma sarebbero stati fieri di lui.
Sollevò il calice come per fare un brindisi.
“In nome tuo, padre, e di tuo padre prima di te, nessuno minaccerà il Silver Millennium finché gente come noi sosterà la famiglia reale!”
Qualcuno bussò alla porta.
“Sì?”
“Sono io”.
Sorridendo, Tsukuyomi posò il calice su un tavolino ed  ad aprire la porta.
“Entra cara, non aspettavo che te”.
Un attimo dopo la guerriera sailor protetta da Giove entrò nella stanza e gli gettò le braccia intorno al collo per baciarlo.
Tsukuyomi rispose con trasporto al bacio, non appena ebbe richiuso la porta.
I due si staccarono, permettendo all’uomo di osservare il viso luminoso della castana.
“Sei sempre bellissima!”
Sailor Jupiter rise. “Dai, smettila di fare il ruffiano”.
“E perché? Dico solo la verità”.
“E ti attiri le ire di quelli che ritengono Sailor Venus la più bella donna della Luna!”
“Beh, che si fottano!”
Baciatisi di nuovo, si sedettero fianco a fianco sul divano lei con la testa poggiata sulla spalla destra e lui col braccio destro intorno alle spalle di Sailor Jupiter, le accarezzava con tale mano i capelli.
“Di che mi parli? Imprese militari?”
“Ehi, non sia mai che annoi la mia donna con argomenti noiosi! No, no, ti parlerò delle bellezze della Terra… Vedi gli ultimi mostri fuggiti erano scappati su un territorio selvaggio e verde, e mentre riprendevamo fiato dallo scontro vedemmo un spettacolo magnifico: cascate!”
“Be, vi sono tante cascate sulla Terra”.
“Ah, ma qui la natura non ha lesinato in meraviglie: un unico immenso fiume azzurro sfocia in un complesso di tre cascate: due cascate sono  dritte ed un’isola verde le separa da altra di forma semicircolare. Dalle rupi scende una portata d’acqua immensa, bianca e che precipitando rombando nel fiume sottostante crea una nebbiolina di vapore che dà ulteriore spettacolo al tutto!”
Tsukuyomi continuò ad illustrare le meraviglie della natura mentre Sailor Jupiter ascoltava affascinata. La Luna era bella ma anche la Terra aveva le sue meraviglie.
“Non so per quanto tempo io e i miei uomini rimanemmo lì ad ammirarle. Uno spettacolo magnifico Jupiter, non ho altre parole per descriverlo! Da restare incantati!” Prese fiato.” Un giorno ti porterò a vederle!”
“Mi piacerebbe”.
“E’ un bel posto la Terra, Jupiter, se non ci fossero terrestri ovunque”.
La guerriera sailor sospirò e si strinse di più al suo uomo. “Lasciali perdere, pensa un po’ a me, piuttosto”.
Tsukuyomi sorrise. “Amore mio, non ti ho già dimostrato abbastanza di quanto tengo a te?”
Amava Sailor Jupiter, bella forte e determinata, e non avrebbe desiderato di meglio.
Questa felicità… nessuno me la porterà via.
 
 
Era notte sulla Terra.
I due individui camminavano a passo spedito, uno portandosi sulle spalle un nerboruto uomo privo di sensi.
Giunsero davanti ad una grande porta dagli stipiti e dall’architrave di pietra, situata sulla parete d’un edificio e vennero attirati dalla voce di qualcuno posizionato in alto rispetto a loro.
“Robert di Cerbero! Hyksos! Avete fatto un buon raccolto?”
Appollaiato sull’architrave sporgente della porta, c’era Federico del Cane Maggiore.
“Missione riuscita, nonostante la pessima esibizione del vostro amico” disse Hyksos scaraventando Arles a terra come se fosse un sacco. Quello gemette ma non si svegliò.
L’ex cavaliere d’argento del Cane Maggiore saltò a terra e fissò l’ex cavaliere d’argento di Cerbero: un maschio magro e molto giovane con corti capelli neri ed occhi dello stesso colore.
L’armatura d’argento che portava (o meglio la copia dell’originale), era abbastanza semplice: pettorale, cintura a gonnellino, schinieri e bracciali. L’elmo era a maschera ed aveva estensioni a forma di V rivolte verso l’alto.
“Ce l’hai?” chiese semplicemente.
“La spada di Licurgo eccola qui”. Rispose Robert mostrando un lungo fagotto che teneva tra le mani.
Federico si volto voltò verso lo svenuto cavaliere di Eracle. “E lui?”
“Beh, se non era per me ci lasciava la pelle” ridacchiò Hyksos lisciandosi la barbona. “Ma è stato un fantastico diversivo”.
“Prepariamoci alle sue sfuriate quando si sveglia” avvertì Robert.
“Non ci sono problemi: lo metto in riga io” aggiunse Hyksos.
“Stata bene. Forza, torniamo dentro, Daniel è tornato ma la sua missione non è andata tanto bene. Tra poco ci sarà una riunione generale per stabilire le future azioni”.
Federico entrò, seguito da Hyksos, che si era caricato nuovamente in spalla l’incosciente Arles, e poi da Robert.
Prima di entrare costui sollevò lo sguardo alla Luna che si stagliava in cielo. Il misterioso regno lì situato sarebbe stato trai futuri obbiettivi.
“Otterremo quello che ci spetta e nemmeno voi, abitanti della Luna, potrete opporvi”.





Note:
Il generale Tsukuyomi porta il nome dell'omonimo dio giapponese della Luna, fratello di Amaterasu, al dea del Sole.
Ringrazio Suikotsu per la dritta sul nome
Per chi se lo stesse chiedendo, le cascate di cui parla il generale sono quelle del Niagara.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Ash Visconti