Anime & Manga > Capitan Harlock
Ricorda la storia  |       
Autore: Lady Five    05/10/2016    6 recensioni
Dopo la fine della brutta faccenda di Noo, l'equipaggio dell'Arcadia, finalmente riunito, riprende la solita vita vagabonda nello spazio. Con qualche piccolo cambiamento.
Ma la “routine”, per quanto piratesca, non si addice proprio ad Harlock e alla sua ciurma. Così, un po' per caso, un po' per scelta, si lasciano trascinare in una nuova avventura, sulle tracce di un antichissimo mistero e di un'oscura profezia. Con esiti assolutamente imprevedibili.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Premessa dell'autrice

Una long, molto diversa da quelle che ho scritto finora, dove ho voluto far confluire un po' delle mie passioni e il cui unico intento è l'intrattenimento puro. Con l'augurio quindi di aver centrato l'obiettivo, do il benvenuto a chiunque vorrà salire “a bordo”!

Un doveroso ringraziamento va a Innominetuo, che, con la sua fanfiction “Cedant arma togae - (che) le armi cedano alla toga” mi ha indirettamente ispirato l'idea per il mio nuovo personaggio (anche se di tutt'altro genere).

 

La maggior parte dei personaggi di questa storia, scritta senza scopo di lucro, appartengono al loro creatore, Leiji Matsumoto. I personaggi originali e la trama sono invece proprietà dell'autrice.

 

 

Una cosa buona quel maledetto essere l'aveva fatta.
Li aveva rimessi insieme. Come ai vecchi tempi. Come se non fosse cambiato nulla. Beh, in effetti non era cambiato nulla. Quasi nulla.
Lui ci aveva creduto davvero, che i suoi uomini potessero contribuire alla ricostruzione della Terra dopo la guerra contro Mazone. Che potessero rifarsi una vita sul loro pianeta d'origine. Una vita normale. Qualsiasi cosa significhi.
Ma non era andata così. Anzi... Il nuovo regime si era rivelato anche peggiore del precedente. Oh, certo, era molto più serio. Ed efficiente. Troppo efficiente. Si era rimangiato le promesse e aveva cominciato a dare la caccia a chiunque avesse un passato non proprio immacolato. Come gli ex pirati dell'Arcadia. Non avevano importanza quelle due piccole lettere: ex. La feccia, presente, passata e futura, doveva essere eliminata. Un criminale rimane sempre un criminale. Così la pensavano gli inflessibili custodi del nuovo ordine universale.
Così a lui era toccato tornare. E salvarli da un'esecuzione sommaria.
Si era sempre chiesto perché l'avesse fatto. Quale fosse la vera ragione. Perché a lui non piaceva pensare di essere buono, o generoso, o altruista. Aveva bisogno di loro, si era quindi detto, per combattere Noo, il nuovo pericolo che minacciava l'umanità. Quell'umanità che lui continuava a disprezzare. Ma glielo aveva implicitamente chiesto il suo Amico, e lui non aveva mai rifiuto niente, a quel suo Amico. Anche se stavolta sapeva che sarebbe stato diverso. Che quella cosa non era un nemico come gli altri, non avrebbero potuto spazzarlo via con armi e sistemi convenzionali. Si era quindi posto il problema se fosse giusto salvare i suoi uomini da morte certa per poi mandarli allo sbaraglio contro un simile mostro. Ma poi l'aveva fatto. Semplicemente perché così aveva deciso. Del resto, lui non dava mai spiegazioni.

E così adesso erano di nuovo tutti insieme. Avevano ricacciato Noo da dove era venuto, avevano ancora una volta salvato l'ingrata Terra e avevano ricominciato a vagabondare nello spazio, abbordando astronavi e facendosi beffe del Dipartimento per la preservazione della quiete spaziale. Yattaran, Maji, Meeme (beh, in realtà lei era sempre rimasta sull'Arcadia), il dottor Zero... perfino la vecchia Masu aveva insistito per partire ancora con loro. “Chi penserà a riempire le vostre pance?” aveva detto con il suo consueto spirito battagliero.
E Kei...
Già, Kei.
Harlock distolse la mente dai suoi ricordi e lo sguardo dallo spettacolo sempre ammaliante che ammirava ogni giorno dalla vetrata della sua cabina, per spostarlo sui capelli biondi della ragazza addormentata nel suo letto, sulla sagoma esile che si indovinava sotto le coperte.
Alla fine, non aveva potuto fare altro che cedere.
Quando era finito tutto, ormai quasi due anni prima, Kei era andata da lui, e, con una determinazione che non le conosceva, guardandolo dritto in faccia con i suoi meravigliosi occhi blu, gli aveva confessato di amarlo, di averlo sempre amato, di non avere mai smesso di pensare a lui, negli anni in cui erano stati lontani. Di averci provato, a dimenticarlo, ma senza riuscirci. E voleva una risposta. Voleva che la convincesse di non provare nulla per lei.1
E lui, questa volta, non ci aveva nemmeno provato, a mentirle.
Perché tutti gli scrupoli che si era sempre fatto in passato non avevano più ragione di esistere. Il fatto che fosse troppo giovane per lui... il fatto che fosse una sua sottoposta... la convinzione che sarebbe stata meglio sulla Terra con un bravo ragazzo, piuttosto che a vagare per l'universo con uno come lui...
In realtà, era sempre giovane, più giovane di lui, ma non era più una ragazzina. E, tornata sull'Arcadia, sarebbe stata ancora un suo ufficiale... ma per anni aveva comandato un'astronave pirata... in pratica, era ormai una sua pari. E aveva avuto la possibilità di diventare una donna come tante altre, sul suo pianeta natio, ma aveva scelto liberamente di tornare a essere una fuorilegge, come lui.
Infine, anche Harlock non aveva mai smesso di pensare a lei, ogni giorno, in quegli strani anni in inattività, di oblio, di quasi assoluta solitudine, nella Foresta di Macerie. E poi, quella cosa l'aveva quasi uccisa, e lui si era scoperto terrorizzato all'idea di perderla per sempre... Quindi, che senso aveva continuare a far finta di niente? A mentire, a se stesso, prima che a lei?
Da quel discorso, Kei non era più uscita dalla sua cabina. E dalla sua vita. Riempiendogliela di luce e calore, di un nuovo significato, di inaspettata pienezza, di una felicità che continuava a pensare di non meritarsi.
Lo sapeva, di non avere un bel carattere. Di essere troppo silenzioso, a volte scostante, di non essere esattamente un tipo allegro, di avere spesso bisogno di starsene da solo, immerso nei suoi pensieri... Perciò, per un bel po' di tempo, aveva creduto, anzi temuto, che un giorno Kei si sarebbe stancata. Non aveva però messo in conto che lei lo sapeva già molto bene, com'era fatto. E non le importava. Non le interessava nemmeno tentare di cambiarlo. Era lui, in realtà, che, lentamente, impercettibilmente, involontariamente, stava cambiando...

Poi, aveva recuperato anche Mayu.
Nell'euforia del momento, finita la guerra contro le Mazoniane, si era convinto che anche la bambina avrebbe vissuto molto meglio senza di lui. Per colpa sua era sempre stata maltrattata, ricattata, rapita... tutti, terrestri e aliene, non si erano fatti scrupoli a usarla come un'arma contro di lui. E lei non glielo aveva mai rinfacciato, aveva sempre sopportato tutto in silenzio e con il sorriso sulle labbra. Non era giusto. Ora la Terra era di nuovo un posto sicuro... sarebbe stata bene, con Kei, Tadashi, Zero, Masu... tutti loro le erano affezionati e si sarebbero presi cura di lei. Era certo che Tochiro avrebbe approvato la sua scelta.
Ben presto però dubbi e rimorsi avevano cominciato ad assediarlo. La piccola mancava anche a lui, certo, ma quello sarebbe stato il meno, l'avrebbe sopportato, se fosse stato per il suo bene. Solo che cominciava a chiedersi se davvero quello fosse il suo bene. D'accordo, lui era un fuorilegge e per una ragazzina non era il massimo avere come tutore un criminale. Ma i suoi genitori era a lui che l'avevano affidata. E lui, per quasi tutta la vita di Mayu, era stato la sua unica famiglia. Gli altri le volevano bene, ma in fondo erano degli estranei. Perché avrebbero dovuto sobbarcarsi quell'impegno? E Mayu, come si sentiva, ad essere stata abbandonata, di fatto, anche da lui?
Poi, aveva saputo (perché queste cose tra pirati si vengono a sapere) che Kei aveva lasciato la Terra ed era tornata nello spazio al seguito di un'altra astronave corsara. Si era preoccupato subito per Mayu: chi si stava occupando di lei adesso? Così, era tornato sulla Terra in incognito per verificare la situazione. Che era peggio di quanto avesse immaginato. Ancora prima che iniziassero gli arresti, lentamente, l'antico equipaggio dell'Arcadia si era disperso. Qualcuno era tornato nella sua città d'origine, o alla sua vecchia famiglia.2 Masu aveva avuto problemi di salute ed era stata a lungo in ospedale. Il dottor Zero, chissà perché, si era messo a gestire un locale di dubbia reputazione su un pianeta dal nome poco accattivante... “Cumulo di rifiuti”. E Tadashi da solo non era in grado di badare a Mayu. Lavorava molto per il nuovo governo e non aveva né il tempo né l'esperienza per seguire adeguatamente una creatura di nove anni. Così, scoprì Harlock con disappunto, l'aveva messa in un collegio. Un ottimo collegio, ma così la piccola si era ritrovata nella stessa condizione di prima: un'orfana senza amici. Per di più, senza la speranza che il suo padrino andasse almeno ogni tanto a trovarla.
Così, aveva cambiato la sua decisione. Scoprì che legalmente era ancora il suo tutore. Nessuno aveva avanzato la richiesta di assumerne la tutela al suo posto. Quindi in quella veste si era presentato alla direttrice del collegio e si era accordato con lei come aveva fatto ai tempi con la direttrice dell'orfanotrofio, per le visite, le vacanze e tutte le esigenze della bambina. Fortunatamente, questa era un persona molto più ragionevole e disponibile di quella vecchia befana, e poi non c'erano di mezzo personaggi del governo o della polizia, che sembrava proprio l'avessero persa di vista. Fece avvisare direttamente dal collegio il signor Tadashi Daiba della sua decisione. Se con Mayu aveva ceduto, con gli altri ex membri della sua ciurma non intendeva tornare sui suoi passi.
La felicità che si dipinse sul volto di Mayu quando lo vide dopo tutto quel tempo spazzò via l'ultimo barlume di incertezza rimasto a offuscare il suo cuore. Come aveva potuto pensare di abbandonarla?
Così, tutto tra loro tornò come prima.
E, dopo la brutta storia di Noo, che lo aveva riunito con tutti i suoi vecchi compagni, sembrava davvero che nulla fosse mai cambiato. Tutti? Non proprio tutti. Tadashi li aveva aiutati, ma poi era tornato sulla Terra.3 Lui sembrava l'unico che si sentisse ancora a suo agio, laggiù. E Harlock non se l'era sentita di insistere e coinvolgerlo di nuovo nella sua vita vagabonda. Averlo a bordo, visto il suo attuale rapporto con Kei, sarebbe stato un po' imbarazzante. Era a conoscenza che sulla Terra per un po' avevano vissuto insieme. Poi, tutto sommato, sapere che lui abitava nella stessa città di Mayu lo rendeva più tranquillo. Non rinfacciò mai, nemmeno a Kei, il fatto che nessuno di loro avesse tenuto con sé la bambina. Loro erano persone libere. Era stato un suo errore. Non avrebbe dovuto addossare loro una responsabilità che era solo sua.
Ciò che non aveva assolutamente messo in conto era che Mayu presto non sarebbe stata più una bambina. E avrebbe squassato le loro vite peggio di una tempesta solare.

 

 



 

1 Da “Ora che è tutto finito”, di me medesima.

2 Ancora da “Ora che è tutto finito”

3 Qui, come in altre parti della storia, ho provato a “cucire” insieme e dare una vaga coerenza alle varie serie animate... non so con quali esiti (visto che nemmeno il Maestro l'ha mai fatto).

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Capitan Harlock / Vai alla pagina dell'autore: Lady Five