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Autore: OtakuBlackCatOrigins    06/10/2016    2 recensioni
Funny è una ragazza molto sola che non è capace di ridere, più precisamente è apatica, ma la sua situazione non è destinata a durare per sempre, perchè qualcuno si presenterà da lei per offrirle aiuto....
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Funny, era ormai tredicenne, non aveva mai avuto amici, e i suoi genitori erano sempre via per lavoro, quindi viveva da sola. Una particolarità di questa ragazza, era che non aveva mai riso in tutta la sua vita, eppure era così bella, con i suoi capelli rosso fuoco, la sua pelle bianca come quella di una bambola giapponese, il suo bel fisico da ballerina e i suoi grandi occhi verdi; e poi, il suo nome, “Funny” avrebbe ispirato un sorriso a chiunque, ma non a lei; a dire il vero lei odiava il suo nome, era solo una presa in giro per lei, ogni volta che qualcuno lo pronunciava, si sentiva come se la stessero prendendo in giro perché nonostante il suo nome lei non fosse capace di ridere, o anche solo di essere felice.
Funny, non era mai andata a scuola, tutto ciò che sapeva gliel’aveva insegnato la sua insegnante privata, che veniva da lei due o tre volte a settimana; forse proprio per il fatto che non andava a scuola non aveva amici. A dire il vero non posso affermare che non avesse proprio nessun amico, il computer nella sua camera era suo amico, la televisione in salotto era sua amica, il frigorifero sempre pieno era suo amico, la finestra nella sua camera che affacciava sull’esterno era sua amica, tutto ciò che le permetteva di vivere senza impazzire era suo amico.
Lei, aveva usato spesso il computer per andare su siti con video e immagini divertenti, perché sperava che forse così avrebbe riso e si sarebbe sentita davvero felice, nonostante non avesse mai funzionato, a volte lasciava un commento con scritto “hahahaha” oppure “non riesco a smettere di ridere”. Povera Funny, mi faceva proprio pena….
Un giorno mi decisi che ero stanco di vederla in quello stato pietoso, così andai da lei…
Suonai al campanello dorato dell’ingresso della sua imponente casa, e dopo poco dall’occhiello sbucarono due occhietti verdi “adorabili” pensai  le dissi di essere stato mandato dai suoi genitori per riferirle una cosa importante, la ragazza era più ingenua di quanto pensassi, mi fece entrare subito.
“-Allora, cosa doveva riferirmi?” Disse lei con tono ansioso.
“-Sai, a dire il vero non mi mandano i tuoi genitori, volevo parlare con te del fatto che non riesci a ridere, e magari, chissà, se ti va di fare un contrattino con me, potrei anche aiutarti.”
La ragazza apparve subito tanto preoccupata quanto interessata, ma non mi importava più di tanto, sapevo che ormai non avrebbe più potuto rifiutare….
“- Sono interessata, ma che tipo di contratto?”
“-Semplice, io ti do ciò che tu desideri, e tu dai a me ciò che io desidero. Ma non ti preoccupare, ti lascerò fare una prova di una settimana, se non ti piacerà o ti stancherai ti restituirò ciò che mi hai dato e mi riprenderò ciò che io ho dato a te e me ne andrò per sempre da qui. Avanti, ora basta che tu mi dia una risposta e io agirò di conseguenza”
“-Io, voglio solo ridere, ed essere felice, avanti, ho deciso, contratto stipulato!”
Aveva finalmente deciso, e così la accontentai, lei iniziò subito a ridere sguaiatamente, si sarebbe visto lontano un chilometro che era molto, ma molto felice.
“- Non mi ero mai sentita così felice, ma, cosa mi hai preso?”
“- Oh, non ti preoccupare, presto capirai…”
La ragazza non sembrò troppo sospettosa, e io me ne andai. Tornai una settimana dopo per constatare se era soddisfatta o no del nostro scambio, ma trovai la porta della casa chiusa a chiave e con attorno del nastro della polizia. Chiesi informazioni a una donna che si era fermata lì davanti a mettere dei fiori, delle rose bianche se ben ricordo “bellissime” pensai, le chiesi cosa fosse successo, e lei mi raccontò di essere la madre della ragazza che abitava in quella casa, disse di essere rientrata da un viaggio di lavoro, e di aver trovato la figlia morta in una pozza di sangue e con un’espressione di orrore dipinta in faccia, disse anche che la polizia aveva affermato che si fosse suicidata, avendo trovato le sue impronte anche sul coltello da cucina sporco di sangue che aveva presumibilmente usato per l’estremo atto.
“Che divertente” pensai, il mio piano era andato anche più liscio di quanto pensassi, in effetti, era davvero una ragazza ottusa. Una peccatrice, che non riusciva a percepire la gioia che ci concede ogni giorno il signore, meritava solo di morire, ed imparare la lezione; ma non siate furenti con me, vi prego, in fondo sono stato di parola, le ho donato tutte le risate che potesse volere e anche di più, talmente tante che ha finito per averne abbastanza e suicidarsi; oh tu piccola peccatrice dagli occhi verdi come il serpente simbolo stesso del peccato originale, tu che hai osato disprezzare la gioia che il signore concede, io ti perdono.
Ti perdono e spero che nella tua prossima vita tu riesca a ridere da sola, ad essere felice con altre persone, a non cadere nel peccato e a non costringermi a tornare da te; dopotutto, ormai dovresti aver imparato la lezione che ho voluto impartirti, sì, hai sicuramente imparato. Detto questo me ne vado, vado ad impartire la mia lezione divina ad altre persone che ne hanno bisogno, io, un angelo della morte, colui che porta nel mondo la parola di Dio impartendo lezioni vitali, io, che presto verrò anche da te; così nella tua prossima vita imparerai, a chiudere a chiave la porta della tua stanza.
   
 
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