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Autore: 9Pepe4    08/05/2009    7 recensioni
[Versione riveduta e corretta causa insoddisfazione dell'autrice]
Assistendo ad un incontro dei sinistri Gin e Vodka, Conan si vede rivelata una realtà sconvolgente: lui non è Shinichi. Ma allora qual è la sua vera identità? E che fine ha fatto il detective liceale?
Aiutato da Ai - per la quale inizia a sentire qualcosa in più - Conan cercherà di venire a capo a tali misteri. Dalla sua parte non avrà indizi materiali, ma la trama nebulosa di alcuni ricordi che riaffiorano in lui.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non sono Shinichi

Capitolo 1 – Il cielo è sordo

Conan si appiattì contro il muro con una boccata d’aria gelida. Il vasto magazzino era denso di oscurità, un buio viscido, che pareva opprimerlo in modo particolare, sottolineando la sua situazione, evidenziando quanto era piccolo intrappolato in quel corpo da infante.
Ma anche da bambino voleva continuare ad indagare. E, nonostante gli avvertimenti di Ai, continuava ad annaspare sulla scia dei misteriosi Uomini in Nero che lo avevano costretto in quella forma. Ed era correndo dietro ad una catena di misteri che parevano aver avuto origine da loro che era arrivato a quel luogo polveroso.
Ricordando com’era andata l’ultima volta che aveva assistito ad un loro incontro aveva cercato di non usare alcun trucco. No, in quel momento voleva solo ascoltare, pregando che il suo cuore non battesse troppo forte e coprisse gli altri suoni con il suo segnale di terrore, e cercare di capire qualsiasi dettaglio in più.
«A mio parere, il moccioso non può che essere vivo…» sussurrò una voce.
Un brivido corse lungo la spina dorsale di Conan, spronando il cuore del ragazzino a battere più forte. Gin…
«Probabile, pare abbia la pellaccia dura. E solitamente, quando la gente crede che sia morto, è l’esatto contrario» mormorò la voce di Vodka.
Le mani di Conan premettero i palmi sudati contro il muro polveroso.
«Cosa pensi che farebbe, il marmocchio, se scoprisse il tutto?»
Conan non poté fare a meno di accennare un sorriso di trionfo. Certamente stavano per accennare a qualcosa che avrebbero voluto tenere segreto… E proprio mentre lui tendeva le orecchie!
Una risata roca sfregò il silenzio. «Gli verrebbe uno shock…»
Un lieve scricchiolio gli fece comprendere che uno dei due uomini si era mosso. «Per forza! Pensa un po’: credere di essere un grande Detective liceale, credere di avere una vita, la vita di Shinichi Kudo».
Le sopracciglia di Conan si inarcarono tanto da minacciare di toccarsi nel centro della fronte. Il fugace sorriso di trionfo era svanito senza lasciare traccia.
«E invece… non è Shinichi Kudo. Quella sostanza sulla quale abbiamo lavorato – senza farne parola alla cara Sherry – si è rivelata molto più soddisfacente del previsto. Voglio dire, se può indurre una persona a convincersi totalmente di essere qualcun altro…»
«In quanto a Kudo… Non c’è paura che balzi fuori a sconvolgere l’universo del piccolino. Dal momento che lo teniamo sotto chiave con così tanta cura…»
Conan era certo che ogni pelo del suo corpo si fosse drizzato in preda all’orrore più gelido. Una goccia di sudore ghiacciato gli scivolò sulla guancia accaldata. Si sentiva il corpo scosso dai brividi, ma allo stesso tempo così bollente da essere febbricitante.
Com’era possibile? Che diavolo stavano dicendo?
Una parte del tutto irrazionale di lui, una parte che sino a quel momento avrebbe negato con tutto se stesso di avere, gli faceva desiderare selvaggiamente di balzare nella stanza e urlare a quei due che quella era una bugia, che lui era Shinichi Kudo, lo era davvero! Lo era per forza…
Qualcosa lo trattenne.
Ma le orecchie gli ronzavano, e la testa gli girava.
Tre parole continuavano a stridergli in testa. Non sono Shinichi. Non sono Shinichi. Non sono Shinichi.
Iniziò a strisciare lungo il muro, attraversando le stanze polverose del magazzino, cercando di non pensare, cercando di non riflettere.
L’aria aperta lo disorientò. Si guardò attorno e iniziò ad avanzare traballando. Qualcosa gli gridava di correre, di darsela a gambe, di scappare più in fretta che poteva.
Ma non ce la faceva.
“Non sono Shinichi”.
Quelle tre parole sembravano bastare a consumare tutte le sue energie.
La sua fronte era imperlata di sudore. Si costrinse ad affrettare il passo. Quando fu abbastanza lontano, si fermò.
Si guardò attorno sentendosi vuoto come non mai.
«Non sono Shinichi» sussurrò.
Ma nemmeno il cielo pareva ascoltarlo.



Spazio autrice:
Avevo già pubblicato questa storia - a proposito, presto eliminerò l'altra versione - ma ho deciso di rivederla perché non mi convinceva.
Spero di trovare le persone che avevano seguito l'inizio e mi auguro di riuscire a portarla a termine, questa volta.
Ringrazio:
A crazycotton (anche per l'incoraggiamento nell'ultimo commento^^);
Abigail94;
LadyCroix;
Lunastortalupin;
SoSo;
Thebest90
Che avevano messo la storia tra le preferite.
Ma anche tutti quelli che avevano letto e commentato (prima o poi farò una lista di questi ultimi).
Un grazie di cuore
  
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