''Insieme nel giusto...''
''Ti aspetto sotto casa oggi verso le
19, okay?''
Alla vista
di quel messaggio Adrien sospirò. Lesse più volte le
parole segnate sul display, assorto dai mille pensieri che in quei giorni non
lo lasciavano stare.
-Signorino
Agreste?- lo richiamarono.
-Mh?- il
biondo venne riportato alla realtà e alzò il bel viso, osservando la figura davanti a lui che gli aveva appena
parlato.
-Tra poco
inizierà il servizio fotografico. E' meglio se
comincia ad avviarsi.- espose Carole, la giovane signora dai capelli castani
addetta alla reception del grande hotel allestito in un set per la nuova
stagione della moda.
-Ah si,
grazie.- il ventiduenne sorrise gentile avviandosi sulla parete adiacente della
hall, digitando la risposta al cellulare.
''Va bene, a dopo.''
Questa situazione deve finire. Si disse Adrien
chiamando l'ascensore, lasciandosi sfuggire un sospiro. Non poteva continuare a
mentire così a se stesso e alla sua
ragazza.
Era partito tutto per un capriccio
che ora cominciava a pesare.
-Buon
pomeriggio. Avrei un appuntamento con il signor Agreste prima che il servizio
incominci.-
Quella voce
fu riconosciuta subito dal giovane modello il quale si voltò di scatto verso la
sua posizione precedente. Eccola lì, la
nuova allieva di suo padre: Marinette Dupain-Cheng, nonché la sua ex compagna di classe.
Da quando
avevano finito le scuole superiori, tre anni prima, la loro amicizia si era raffreddata
moltissimo; si era sempre trovato magnificamente a parlare con Marinette, adorava la sua compagnia e riusciva sempre a
metterlo di buon umore..però da quando lui si era fidanzato, tutto era
cambiato. L'ultimo giorno di scuola, il giorno della notizia,lo ricordava molto
bene. Il giorno dove qualcosa si era rotto. Il giorno dove la sua partner di
lotta aveva deciso di ridurre la loro ''relazione'' a semplici colleghi. Niente
battute, niente risate, diventando fredda e ..infelice?
E lui continuava ad amarla come
sempre e vederla così schiva lo rendeva a sua volta infelice.
Scosse il
capo cercando di non pensare a quei sentimenti. Doveva lavorare.
Si diresse
nuovamente verso la reception e alzò una mano in segno di saluto.
-Ehi..Marinette! Ciao.- le sorrise cordiale come sempre quando la
vedeva, sperando ogni volta che lei ricambiasse come faceva anni prima.
La corvina
volse lo sguardo sul ragazzo dopo aver ricevuto le notizie necessarie e lo
salutò con un rapido cenno con il capo e un sorriso distaccato.
-Ciao Adrien.-
-Tutto
bene?-
-Si, grazie,
tu?-
-Bene..- lui
la osservava: si era fatta davvero una ragazza molto bella, dai tratti più
maturi e fini, i capelli più lunghi sempre raccolti in un elegante chignon e il
corpo fasciato in un taglier azzurro.
La bella copia di Nathalie.
Essere
diventata un'allieva di suo padre aveva comportato all'assumere uno stile
freddo e formale, lontano dai toni colorati e casual degli anni addietro; stava
indubbiamente benissimo ma non era lei.
-Dove devi
andare?- le chiese Adrien cercando il suo sguardo
sempre molto schivo.
-Al quarto
piano, devo fare vedere dei bozzetti al signor Gabriel per la prossima
sfilata.-
-Cavolo, mio
padre non ti lascia proprio tempo, eh? Avete finito i lavori giusto due giorni
fa e già ricominciate?-
Marinette
fece spallucce e strinse appena di più la presa sulla sua borsa di pelle beige.
-E' un
grande stilista, il suo carattere meticoloso permette alle sfilate di essere
sempre perfettamente puntuali con la data di lancio, garantendo un'immagine
impeccabile.-
Ma si è tramutata in Nathalie? Parla
persino come lei.
-Ehm
certo..- mormorò il ragazzo non sapendo più cosa dire. Alla fine si arrese e le
sorrise nuovamente.
-Allora
vieni ti accompagno, anche io devo andare al quarto piano per iniziare i
preparativi per la sfilata.-
La corvina
si limitò ad annuire e lo seguì davanti alla porta dell'ascensore.
Quando esso
aprì le porte alcune persone uscirono ed entrarono loro poco dopo. Erano da soli. Adrien
schiacciò il pulsante del quarto piano e iniziarono a salire.
Calò un
silenzio imbarazzante tra i due anche se l'unico apparentemente a soffrirne era
proprio il giovane. Cercò di passare il tempo ticchettando il dito contro la
parete metallica dell'ascensore, osservando con poco interesse lo spazio
ristretto attorno a loro, lanciando poche occhiatine sotto di lui verso Marinette, più bassa.
Piano 1
-Rimarrai
anche tu ad assistere il servizio oggi?- chiese il biondo non potendo restare
più in silenzio.
-Non lo so,
dipende se tuo padre ha bisogno di me oppure no.- fu
la risposta secca che disse la ragazza.
Ogni volta, Adrien ne rimaneva sconvolto: dov'era quel viso allegro e
sorridente che tanto la distingueva?
-Penso che
il grande Agreste potrà fare a meno della sua assistente per almeno un
pomeriggio, no?-
-Chissà.-
Piano 2
Sembrava un eternità
quando invece erano lì da soli solo da pochi istanti. Marinette
non sembrava intenzionata a rendere il soggiorno piacevole.
Bip bip
Un
messaggio. Fu grato a chiunque gli permise di rompere quell'aria tesa. Accese
il display e trattenne il fiato non appena lesse il mittente. Rispose
immediatamente e abbassò la mano, appoggiando la schiena contro il muro.
Con lo
schermo illuminato, Adrien notò con la coda
dell'occhio che la ragazza aveva dato
una rapida occhiata all'oggetto e la sentì chiaramente irrigidirsi.
-Come sta lei?-
Ci vollero
parecchi secondi prima che il ragazzo registrasse quelle parole nel suo
cervello. La guardò con occhi sgranati, sospettando di essersi immaginato
quelle parole.
Marinette
volse lo sguardo verso di lui, per un istante, e capì di non averlo
immaginato.
Piano 3
-Sta
bene...- rispose cercando di controllare l'emozione. Lei gli stava parlando!
-Mi fa
piacere.- disse lei ricomponendosi con la borsa davanti alla gonna, tenuta con
entrambe le mani, il viso fisso sulle
porte.
Adrien
sperò che lei non fosse tornata al suo mutismo e cercò di continuare la conversazione.
-E' sempre
molto occupata, sai come vanno queste cose..-
-Certo.-
Ok, conversazione terminata. Si disse il modello chiudendo gli
occhi rassegnato.
-E come
vanno le cose tra di voi?-
La sorpresa
lo riavvolse nuovamente e anche se il suo tono di voce era freddo, riuscì a
captare una lontana nota di vera curiosità.
-A dire la
verità..-
Boato
improvviso, le luci si spensero di colpo e l'ascensore si fermò bruscamente.
-Che
succede?!- esclamò la ragazza sinceramente sorpresa, appoggiata contro il lato
dell'ascensore vicina ai pulsanti.
-Deve
esserci stato un blackout.- sentenziò il ragazzo dopo i primi attimi di sorpresa. Cercò di regolare il respiro e il battito
accelerato alzando lo sguardo verso il tetto dell'ascensore, notando sollevato
che si stavano accendendo due spie d'emergenza che illuminavano un minimo la
cabina.
-Vedrai che
a breve tornerà la luce.-
-S..si.- mormorò la ragazza staccandosi piano dalla parete e
girandosi a guardarlo.
-Non ci
resta che..-
Ma non
riuscì a finire la frase che si sentì un secondo boato che provocò una serie di
scosse e improvvisamente l'ascensore cominciò a precipitare per diversi metri.
Marinette
durante la picchiata incespicò all'indietro e cadde andando a sbattere contro
la parete, gemendo di dolore mentre Adrien perse l'equilibrio e cadde di lato, andando a
sbattere violentemente contro la ragazza; la forza che spingeva giù l'ascensore
era la stessa forza che premeva in basso i corpi dei due ragazzi.
Ad un tratto però, come era iniziata la caduta
si arrestò quasi di botto.
Non si sentì
alcun rumore, nessuno dei due parlò per quello che sembrò un eternità. Adrien riprese
quasi subito i sensi; era sconvolto e
dolorante, cercò lentamente di alzare il busto, riordinando i pensieri e le
idee. Subito ricollegò gli ultimi istanti e
constatò inorridito di essere praticamente sopra la povera ragazza.
-Marinette!
Marinette!- la chiamò a gran voce, scuotendola
delicatamente per le spalle; le scendeva un rivolo di sangue dietro l'orecchio destro e subito glielo
asciugò con la manica.
-Plagg, tu
stai bene?- mormorò subito dopo, osservandosi l'
interno della camicia.
-S.si..è
stato un bel volo.-
mormorò lo spiritello tenendosi la testa fra le zampine. Tornò all'interno di
una tasca e il ragazzo ricominciò a scuotere l'ex compagna,.
-Svegliati!-
La corvina
riaprì gli occhi di scatto, aggrappandosi alle maniche del ragazzo, guardandolo
terrorizzata.
-Tranquilla,
calmati Mari.- le mormorò il biondo tenendola tra le
braccia. -Non preoccuparti, andrà tutto bene. Ora l'importante è non..-
La voce si
spezzò non appena le sue iridi verdi incontrarono nella penombra della cabina
dell'ascensore le iridi azzurre di Marinette, limpide
e immerse in un mare di lacrime.
-N-non devi
avere paura..Cosa ti fa male?- cercò di calmarla accarezzandole una guancia con
il dorso della sua mano calda ma ciò non fece che aumentare i singhiozzi e le
lacrime. Cosa fare?
-Perchè? Perchè mi fai questo?! Sarebbe più facile per me odiarti se
tu ti comportassi freddamente, invece sei sempre così dolce e gentile! -
Marinette
sembrava fuori di sè e lui non ne capiva il motivo, o
almeno non voleva vederlo.
-Mari..-
-No! Non
posso permetterti di far cadere nuovamente le difese! Basta!- cercò di divincolarsi
da lui ma il movimento brusco fece barcollare l'ascensore ed entrambi
trattennero il respiro finché non furono sicuri di essere nuovamente fermi.
-Ti prego.-
mormorò la corvina tirando su con il naso, cercando di calmarsi.
-Non
capisco..- rispose Adrien inclinando il capo
leggermente verso destra, osservandola negli occhi.
La corvina
fece una risata amara e girò il viso di lato, dove lui non poteva vederla.
-Certo. Non
capisci mai.-
Passarono
dei secondi di interminabile e inquietante silenzio quando ad un certo punto
squillò il telefono e il biondo rispose.
-Pronto
Nathalie? Sì, sto bene non preoccuparti.
Sono con Marinette dentro l'ascensore del lato B,
ricordo di essere quasi arrivato al quarto piano quando abbiamo sentito un
rumore e le luci si sono spente. Poi l'ascensore è precipitato per un po' ma
non sappiamo esattamente dove siamo...Sì, va bene...calmati, noi non andiamo da
nessuna parte.- ridacchiò cercando di sdrammatizzare. -D'accordo, richiamami
quando saprai qualcosa di più.-
Dopo aver
riagganciato, Adrien si rivolse nuovamente alla
corvina. -C'è stato un guasto nel sistema elettrico dell'hotel. Sono in moto
per aiutarci.- sperò di alleviare la tensione ma sembrò inutile. Sospirò e si
morse successivamente il labbro inferiore. L'aiuto a mettersi seduta e poi fece
altrettanto di fronte a lei con la massima cautela, facendo attenzione a
mantenere il più possibile l'equilibrio.
Passarono
minuti interi e il silenzio sembrava ormai una presenza solida che li schiacciava
e opprimeva internamente: erano lì, l'uno di fronte l'altro immersi in una luce
calda e fioca data dalle lampadine d'emergenza. Come erano arrivati in quella situazione? Sembravano due perfetti
estranei eppure non lo erano e Adrien non riusciva a
sopportare che lei stesse soffrendo, per di più a causa sua.
-Mari...ti
prego, aiutami a capire.- mormorò il ragazzo infilando le dita tra i suoi
capelli folti e arruffati cercando di placare la sua frustrazione.- Io voglio
davvero tornare ad essere tuo amico..-
La corvina
non rispose subito e parlò dopo svariati secondi, voltando lo sguardo verso di
lui molto lentamente. I suoi occhi non erano più bagnati da lacrime ma erano
tristi e ..rassegnati?
-Mi
dispiace..non ci riesco. - prese un bel respiro profondo e strinse al petto le
ginocchia.-Durante la scuola, io pensavo di essere riuscita a farti capire cosa
io provassi per te..ma sembravi sempre ignaro di tutto. E dire che se ne erano
resi conto tutti. Ma per te non ero
abbastanza, vero? - Marinette era pervasa da un
coraggio nuovo, la consapevolezza di non avere più nulla da perdere. -Io volevo
sorprenderti, dichiararmi..invece la sorpresa me l'hai fatta tu..- strinse
i lembi del tessuto così forte da farsi venire le nocche bianche. -Dicendomi di
esserti fidanzato. Lì..è tutto crollato.- posò la fronte sulle ginocchia per
non far vedere gli occhi puntellati da nuove lacrime.
-Non avevo il diritto di essere così egoista,
non se ti rendeva felice. Ma sapere che era lei..-
Adrien
rimase di stucco. Ecco il problema, ecco cosa era andato storto. Quel giorno, il
giorno in cui lui aveva rivelato di aver intrapreso la sua relazione; il giorno
in cui la sua vita subì un cambiamento drastico.
Il giorno in
cui aveva ceduto ad un'altra condizione di suo padre.
Il giorno
del suo errore.
Il giorno
del suo fidanzamento con Chloè Bourgeois.
-Angolo autore-
Eccomi tornata nel fandommm! E nuovamente con una ff
a due capitoli!
Mamma mia Trisha, che scontata che sei :'D
Già. :(
Spero di avervi
incuriosito con questa scena molto horror ahahah tra
pochi giorni l'ultimo capitolo!
Grazie a tutti coloro
che leggeranno e recensiranno! Un bacione a tutti :D <3
Trisha_Elric