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Autore: Monyca Desgranges    07/10/2016    4 recensioni
Questa storia partecipe al contest A Box Ful of Prompts del gruppo fb EFP Famiglia, recensioni, consigli e discussioni.
Prompt: So much for the golden future/I can't even start/
I've had every promise broken/there's anger in my heart (Breaking the Law - Judas Priest) di Subutai Khan.
Genere: Azione, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prompt di Subutai Khan.

Fandom: in linea di massima originale, ma fandom se adattabile.

Coppie: no.

Avvertimenti: songfic, altri a discrezione di chi scrive.

Rating: libero.

Prompt: So much for the golden future/I can't even start/
I've had every promise broken/there's anger in my heart (Breaking the Law - Judas Priest).

Parole: 389


~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~


Il cielo correva sopra di me.
A perdifiato, me la davo a gambe il più velocemente possibile.
Perché? Semplice: avevo appena derubato l’ennesima stronza ricca con la piscina in giardino ed ora avevo la volante alle spalle, ma le mie gambe sono più veloci e la sto fregando sul tempo.
Un paio di isolati e sarò salvo, a costo di buttarmi anche in un cassonetto per nascondermi.
Cazzo, i soldi e i gioielli nella tasca.
La tasto per sentire se sono ancora lì mentre il vento mi taglia la faccia.
Sento la sirena in lontananza.
Fotti il sistema, mi ripeto, mentre nella mia testa mi si insinua Breakin’ The Law dei Priest.

So much for the golden future
I can't even start
I've had every promise broken
there's anger in my heart.


Ogni maledetta volta che compio un furto questa parte mi martella in testa.
Non me ne stupisco: è stata la colonna sonora della mia infranta gioventù. Infondo ho imparato a comportarmi così dal migliore, mio padre. Quel lurido verme mi ha insegnato tutto ciò che so adesso rovinandomi l’esistenza e innescando in me l’esigenza di farlo non appena mi si presenta l’occasione.
Cazzo, sì. Rubare mi fa sentire vivo.
Eppure mi ricorda lui, nonostante siano passati anni, costose bottiglie di gin e donne nel mezzo, finché non è scomparso dalla faccia della terra. La mia terra, lasciandomi campo libero in questo dannato ambito.
L’ho sempre odiato eppure, come me, è sempre riuscito a farla franca –incluso il sottoscritto-.
Lo stronzo ha cambiato talmente tante identità nel corso degli anni che nessuno ricorda più il suo nome, nemmeno io.
La sua faccia, invece, è intrisa nella mia memoria.
Fortunatamente sono un perfetto mix della puttana con la quale mi ha dato vita, dunque non ho molti i suoi tratti.
E’ anche la rabbia a farmi comportare così: cerco di colmare questo fottuto vuoto che ho dentro.
Ok, vicolo cieco e griglia sopra un muretto da scavalcare.
Bene: sfida accettata.
Mi arrampico agilmente e scatto su quella griglia, ritrovandomi dalla parte opposta della volante, di cui sento la sirena sempre più vicina rispetto a prima.
Sono salvo.
Sono fottuto.
Respiro.
Mi volto verso il muro alle mie spalle e gli alzo il dito medio.
Vaffanculo polizei, ti ho fottuta anche stavolta.

Mi chiamo Aaron Bauer, e sono fatto così.
   
 
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