Yuma osservò i suoi occhi verde smeraldo, luminosi e dolci, che sembravano i prati in primavera, con quella lucentezza da bambino che si accendeva e si spegneva quasi subito, spesso rimossa dalla tristezza costante che sembrava celarsi in lui e pesargli addosso fino a schiacciarlo.
La malinconia, il dolore, la sofferenza, la mancanza di una vera famiglia a cui poter appoggiarsi invece di scivolare nel buio.
Forse era questo che sin dall' inizio l' aveva colpito di quel ragazzo dal viso innocente, quasi fosse una rosa sul punto di fiorire.
Avrebbe voluto abbracciarlo, stringerlo a sé, rassicurarlo e baciarlo.
Cacciare via quella tortura interiore che lo sconvolgeva, che lo distruggeva.
E gli si avvicinó lentamente, guardandolo con intensità tale da fare arrossire il ragazzino affianco senza pudore, macchiando le sue guance lattee, lisce e fragili come petali di rosa.
Il minore strinse la tazza di thè tra le mani, che presero involontariamente a tremargli.