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Autore: Moondreamer94    08/10/2016    0 recensioni
Questa è la storia di una ragazza di diciotto anni, che conduce una vita ordinaria tipica di ogni adolescente della sua età, fino a quando un tragico avvenimento ed un insolito incontro cambieranno la sua vita per sempre...
Ciao a tutti, questa è la mia prima storia! Spero che sia di gradimento, e non esitate a recensire!
Genere: Avventura, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Correva Arielle, correva. L’equilibrio era sempre più precario, ma lei correva. Non voleva morire lungo una strada, voleva morire lontano da tutti. Attraversava strisce pedonali, scavalcava marciapiedi. Per l’ultima volta da mortale fece soffermare lo sguardo sui volti della gente: un anziano signore con la bombetta, due studentesse, una donna con un bambino in braccio…già, lei non avrebbe avuto bambini, probabilmente. Sentì una morsa stringerle il petto. Le forze erano sempre meno. Riuscì a trovare l’imbocco di una strada sterrata, diretta verso la campagna che circondava il quartiere, fuori dai confini della città. Si fece largo tra gli alberi, poi trovò una radura. Lì si fermò, appoggiò la borsa e si accasciò a terra. Sentiva il mondo sotto di sé che girava, sembrava che ondeggiasse. Arielle iniziò a piangere silenziosamente. Poche, timide lacrime le solcarono il viso. Per l’ultima volta, fece scorrere davanti a sé le immagini del viso dolce di sua madre, di quelli affettuosi di suo padre e di suo fratello, il sorriso luminoso di Tabitha. Scorse i flashback della sua infanzia felice, spensierata, le corse ai giardinetti, la scuola, i nuovi amici, le lezioni di danza…la sua vita, splendida per quello che fosse durata. ‘E’ così che me ne sto andando…addio prati verdi e campagne dove amavo passeggiare, addio sole, così bello e luminoso, addio cielo grigio d’Inghilterra, addio scuola, amici…’ La ragazza era distesa a terra, aveva gli occhi rivolti verso il cielo, uno sguardo sempre più vitreo e privo di espressione. Uno, due, tre respiri profondi, e più nulla.
 
La gente ha poche, grandi domande esistenziali. Una di queste è: cosa si prova a morire. Nessuno nel mondo mortale ha potuto raccontare la sua esperienza. Una volta che te ne vai, non ritorni più. E questo per le persone comuni, la maggior parte al termine di una vita lunga e serena.
Io so cosa si prova a morire. E’ una sensazione strana, quasi impossibile da spiegare. Perlomeno non ad un altro essere umano. Puoi parlarne solo con uno come te, che ha già abbandonato l’umanità per diventare qualcos’altro.La morte è…dolce. E’ come se ti prendesse in braccio e ti cullasse. Tutto ti gira attorno e svanisce, è quasi una sensazione di pace. Sei ottenebrato, non hai più una coscienza. E’ un addio silenzioso, melanconico. Poi, più nulla. Fino a che qualcosa, o qualcuno, non ti riapre gli occhi.

 
‘Perché l’hai fatto, Aaron?’ ‘Perché doveva essere salvata. Ha un potenziale enorme per essere una figlia delle tenebre’ ‘Sicuro? A me pareva così fragile, amico mio. Così esile, come una foglia al vento…’ ‘Zakhariah, ho imparato presto a non fidarmi delle apparenze’
‘Ma sei sicuro che non si ribellerà? Sai come sono gli iniziati, hanno una violenza in corpo inaudita. Se sa che sei stato tu, potrebbe ucciderti’ ‘Non lo farà amico mio’’Tu lo credi?’ ‘Si, lo credo. Oh.’ ‘Cosa c’è Aaron?’ ‘Sento che sta succedendo qualcosa. E’ pronta’ ‘Pronta?’ ‘La ragazza è morta. Al massimo tra quarantotto ore si risveglierà. Devo andare, Zakariah, ti porterò buone notizie, amico mio.’…
 
Voci. Indistinte, sommesse. Sensazione di vuoto, o di moto vorticoso. Buio, il buio più profondo. Poi, ad un tratto, una sensazione strana, come quella che si ha quando si sta per venire a galla affiorando dall’acqua. E infine, gli occhi si aprirono, destandosi dal riposo mortale. Era di nuovo sera, Arielle era nello stesso punto in cui era due giorni prima. Si guardò le mani, pallidissime e traslucide, e si mise a sedere. Aveva ancora addosso la divisa della scuola. Non riusciva a respirare, per poi rendersi conto che non ne aveva bisogno. Con suo grande sgomento, portò le mani all’altezza del cuore. Non batteva più. Arielle era morta, ma era di nuovo viva. Paura. Tanta. E sete, sete voluttuosa di sangue, quasi come un famelico istinto sessuale. Era diventata un vampiro.
Iniziò a guardarsi intorno, con un’espressione sbigottita e disperata. Guardò da lontano le luci della città, mai le aveva percepite così lontane da sé. Poi un fruscio: ‘Stai tranquilla, è normale all’inizio’ Una voce si fece sentire dal nulla. Arielle cacciò un urlo, poi si voltò di scatto e vide che non era sola. Il suo interlocutore aveva qualcosa di familiare. Un ragazzo, apparentemente poco più grande di lei, con i capelli neri come l’ebano, la pelle bianca come la neve e gli occhi azzurri come il ghiaccio.
‘EHI!’ sbottò Arielle ‘Io ti conosco. So chi sei. Ti ho visto. Era…era la sera dell’incidente’ ‘Si’ rispose lui ‘Ti ho salvato la vita. Per quanto una creatura come me possa fare’ disse accennando un sorriso. ‘Ma perché lo hai fatto? Perché non mi hai detto niente? Perché hai lasciato che tutto questo accadesse, che la mia migliore amica andasse in coma profondo e che io…’ la ragazza iniziò ad agitarsi ed il vampiro dagli occhi di ghiaccio la strinse tra le braccia ‘Calmati, ehi..calmati. Lo so, capisco la tua rabbia, e capisco che ora tu ce l’abbia con me, ma credimi, ho voluto darti una possibilità che andasse oltre alla morte certa che ti aspettava’ Ari smise di divincolarsi e il vampiro mollò la presa. 'Tieni questo. Ti rimetterà in sesto' e le porse una fialetta contenente un liquido rosso. Ma certo, sangue. Finalmente. Arielle d'impulso la afferrò e bevve avidamente. 'Grazie' disse. ‘Figurati. Io sono Aaron, piacere di conoscerti. Sono un membro di uno dei più antichi clan di vampiri dell’Inghilterra, del quale molto presto anche tu farai parte. Vieni, alzati’ e le tese una mano. Lei si aggrappò senza esitazione e si alzò. ‘Io sono Arielle’ ‘Ciao, Arielle’ rispose lui, con fare gentile. Per molti mesi la ragazza si era chiesta a quale genere di mostro appartenessero quegli occhi azzurri, e la cosa che più la sbigottì oltre all’aver scoperto che ora si fosse tramutata in un vampiro, fu che quegli occhi appartenessero a niente più che un ragazzo, e peraltro molto affascinante. ‘Ti prego, spiegami un po’ di cose. Voglio dire, io…io, ero umana fino a qualche ora fa, però ultimamente mi sentivo strana, avevo come una voglia perversa di succhiare il sangue della gente che si tagliava, e…’ ‘Calma, calma. Ora vieni con me, ti porto a casa, così potrai riposare un po’ e io ti potrò spiegare molte cose che dovrai sapere’ ‘Ok grazie, Aaron’ ’Vieni, Arielle. La mia macchina è parcheggiata qualche metro più in là. Seguimi.’ Ari incespicò inizialmente sulle scarpe col tacco che usava per andare a scuola, poi iniziò ad osservare il suo nuovo amico. Aveva un portamento molto aggraziato ed un’aria da persona intelligente, oltre ad essere davvero un bel giovane..nel senso vampiresco di bellezza ovviamente. Nel frattempo arrivarono all’automobile. ‘Ma guarda, i vampiri vanno in giro in Porsche Cayenne?’ chiese Arielle divertita, osservando la scintillante vettura nera davanti a loro. ‘Sai, bisogna in qualche modo mantenere delle connessioni col mondo esterno’ rispose Aaron facendo l’occhiolino ‘Dai, sali in macchina’ le disse aprendole la portiera del lato passeggeri e invitandola ad entrare. Lei salì, poi il ragazzo mise in moto. ‘Destinazione Northumberland, ne avremo per un po’ da guidare’ annunciò. ‘Northumberland?’ chiese Arielle ‘Si esatto. Lì c’è la dimora del nostro clan da molti secoli’ ‘Ah quindi è uno di quei castelli arroccati stile goth e magari con qualche fantasma in pena d’amore che gironzola per le stanze?’chiese divertita Ari ‘Fantasmi non ce ne sono, ma sì, è un castello arroccato stile goth, come dici tu’ rispose Aaron divertito. E partirono verso il Nord dell’Inghilterra.
   
 
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