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Autore: AuroraEverdeen99    08/10/2016    1 recensioni
"Sofia merita due mamme felici. Sto dicendo di essere tutti felici!"
"Grazie!"
E mi abbracció. Fu uno degli abbracci piú dolorosi della mia vita. Stavo lasciando andare le "mie ragazze".
Non perdete neanche un capitolo di questa storia, anzi leggete gli ultimi due capitoli freschi di giornata.
La storia verrà conclusa entro e non oltre domenica prossima. Affrettatevi!
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Sofia Robbins Sloan Torres, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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Riuscii a raccattare un altro biglietto, fortunatamente, dopodiché aiutai Sofia a preparare la sua piccola valigia. 
  - Quindi vieni anche tu mamma?
  - Si amore, per qualche giorno starò con voi, così ti aiuterò a mettere a posto la stanza, a vedere la tua nuova scuola...
  Sofia era felice perché, diceva lei, che sarebbe andata a vivere in una grande mela. E ora lei continuava a parlarmi e a racccontarmi di tutto cio che avrebbe voluto fare, di come era felice di dover prendere un aereo e infondo anche di vivere insieme a Penny. Penny, era una brava ragzza senza dubbio, ma per lei provavo una sorta di gelosia; una gelosia che nasceva dal cuore. Quando Callie e lei si erano lasciate, dopo la causa, avevo provato una gioia immensa. Avevo sperato che magari Callie avrebbe iniziato a sopportare la sua assenza e che forse io e lei avremmo potuto avere un'altra possibilità. Ma invece Callie inizió ad incupirsi ed in quelmmomento eccoci, che partiamo per New York, come una famiglia certo, dove peró io e lei non stavamo più insieme. In quel momento mi venne in mente quando litigammo la prima volta sulla questione di avere figli. Callie mi disse:
" -Chiudi gli occhi. Ora immagina un bambino. Un bambino dolce e paffuto che ti stringe le braccine cicciotte intorno al collo. Ora respira con l'inebriante profumo di bambino. Non ti fa sciogliere?
  - No. Sai cosa mi fa sciogliere. La Spagna, la spiaggia, tu in bikini, io che bevo una sangria... oh aspetta, che cosa sento? Oh il bambino che piange. Non possiamo andare in Spagna."
  A pensarci in quel momento mi veniva da darmi solo della stupida. Peró una cosa era vera: la vacanza in Spagna non l'avevamo neanche più pensata. Quindi in teoria questo era il primo viaggio che stavamo facendo insieme, solo che lo stavamo facendo per il motivo sbagliato. I miei pensieri furono interrotti dalle urla di gioia di Callie che provenivano dall'altra stanza. Evidentemente Penny le aveva detto che la stava aspettando a braccia aperte e Callie doveva essere al settimo cielo, sentirla ridere mi faceva stare bene. Poco dopo Callie venne in camera correndo: - Penny verrá a prenderci all'areoporto! É tutto sistemato. Oddio! Sono al settimo cielo!
Io annuii solamente, perche non sapevo davvero cosa ridponderle, mi godevo solo l' immagine di lei che entusiata stringeva Sofia a sé mentre le spiegava la situazione. Alla fine Sofia disse solamente: -Che bello! Certo che peró mamma Arizona ti vuole molto bene.
Callie si giro verso di me, e con un sorriso amaro ma carico di gratitudine disse:
  - Certo che me ne vuole! E anche io le voglio molto bene.... non si smette mai, vero mamma Arizona?
  Mi chiese conferma, come se in quel momento lei mi stesse leggendo dentro tutto quello che provavo per lei. Ma è vero che non si smette mai di voler bene ad una persona. E nemmeno di amarla.
  - Certo Sofia, mai mai. - risposi semplicmente. E mia figlia mi venne ad abbracciare come se anche lei capisse che in un certo modo stavo soffrendo.
  Con la coda nell'occhio potevo vedere che Callie ci guardava come se anche lei avesse voluto partecipare a quell'abbraccio e anche io avrei voluto dirle "vieni Calliope, stringiamoci in questo abbraccio come facevamo quando vivevamo tutte insieme".
Dopo un paio d'ore eravamo sull'aereo. Sofia dormiva, era comunque tardi per una bambina di sei anni. Saremmo arrivate a New York nel giro di poche ore. Io mi sistemai, magari avrei potuto dormire per qualche ora. Callie invece si disperava perché aveva dimenticato la sua maschera per dormire, senza di cui non riusciva a chiudere gli occhi.
  -Vuoi la mia sciarpa? Tanto io non la uso.- le chiesi gentilmente, passandole la mia sciarpa. 
  - Oddio si! Ne ho proprio bisogno, non sai..
  - ...quanto mi diano fastidio i neon in faccia mentre dormo.- completai al suo posto la frase. - ti conosco bene Callie! 
  - A volte lo dimentico. Tu invece tutto okay? 
  Sapeva che ero un po nervosa, alla fine la paura di prendere un aereo era rimasta, anche se in realta c'era già prima. Comunque feci cenno di si con la testa. E poi le dissi: - Non credo riuscirò a chiuder occhio, ma tutto sommato andrà bene. 
  - Oh magari potrei farti compagnia?- mi disse lei. E senza che io le dessi una risposta mi disse per attacar bottone:
  - Sai ora dovresti iniziare ad uscire con qualcuna. Ora che Sofia viene con me, dovresti trovarti della compagnia, magari uscire con qualcuna seriamente...
  - ..o forse sto anche bene così.- risposi seccamente. In realtà mi dava semplicemente fastidio l'idea che lei mi spingesse verso nuove persone. Perché io non volevo nuove persone.Mi resi conto di averle risposta troppo bruscamente cosi le disse:
  - Beh magari ora avró bisogno di tempo per abiutarmi, poi magari chi lo sa.
  - Già, comunque lo sai che con me potrai sempre parlarne, insomma chi ti conosce meglio di me?! Potrei darti dei consigli...
  - Come se ne avessi bisogno!- le risposi giocosamente e lei scoppió in una fragorosa risata. In quel momento mi sembró di essere tornata indietro di un sacco di tempo, quando eravamo felici e ci prendevamo in giro sui difetti di una e dell'altra. Mi sembró davvero di essere ancora le Callie Arizona di un tempo, che discutevano delle farfalle della mia cuffietta, della sua voglia infrenabile di pizza e di caffé e delle nostre serate di salsa. Dei progetti che avevamo insieme. Di una casa grande, di cani, di polli e dei nostri dieci figli. Per farla ridere mi venne in mente una cosa da dirle, che ormai non aveva più importanza:
  - Sai, quando hai preso la varicella, in realtá ti ho mentito... io l'ho presa da piccola.
  - Lo sapevo!- disse lei, forse un po troppo ad alta voce da far svegliare una signora a cui Callie fu costretta a chieder scusa, mentre io ridevo di nascosto.
  - Sei stata una vera stronza! Mi hai lasciata in compagnia di Lexi tutta la giornata facendomi credere che tu non l'avesi presa. Poi mi venne il dubbio quando venisti la sera nella mia camera.- Scoppiamo a ridere e fummo trasportate entrambe nei ricordi delle carezze e delle parole che ci scambiammo in quell'occasione. Entrambe arrossimmo così per evitare l'imbarazzo dissi:
  - Tanto avevi Mark che ti consolava cosi bene! - feci per provocarla.
  - oh si, lui mi aiutó molto! - mi rispose lei tenedo il gioco com cui ci provocavamo.
  - Dio quanto lo invidiai quel giorno! - mi lasciai sfuggire. E lei rise, perche altro in realtà non potevamo fare. Ridemmo, ridemmo forte, forse per non crollare. Forse perche ci mancavamo, o meglio , forse io le mancavo come lei mancava a me. E un po perche ad entrambe mancava Mark. Forse se ci fosse stato Mark non saremmo arrivate fin qui; forse staremo ancora insieme. Forse...
  Purtroppo però arrivammo a New York, e fummo riportate alla realtá.  
  
 
  
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