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Autore: Nicoranus83    08/05/2009    2 recensioni
Scusate, so di avere delle raccolte in sospeso, ma l'idea di questa medium-fiction, che penso che durerà più o meno tra i quattro e i cinque capitoli, mi è venuta vedendo un film dell'orrore dal titolo “The Black Cat- The Master of Horror”, mandato in onda qualche settimana fa a notte fonda da RaiTre, se non la scrivevo mi perseguitava tutte le notti. Se qualcuno vede degli errori nel titolo in giapponese me lo può sempre dire, correggerò subito. Detto questo spero che questo delirio vi piaccia comunque. Questa storia narra di un'Usagi mangaka, specializzata nel genere horror, colpita dal cosiddetto blocco dello scrittore, assillata dal suo editore, che scopre che suo marito, Mamoru; soffre di cancro. Per la disperazione si rifugia nell'alcool e inizia ad avere una strana ossessione per la gatta di casa. Usagi è un po' angst.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Scusate, so di avere delle raccolte in sospeso, ma l'idea di questa medium-fiction, che penso che durerà più o meno tra i quattro e i cinque capitoli, mi è venuta vedendo un film dell'orrore dal titolo “The Black Cat- The Master of Horror”, mandato in onda qualche settimana fa a notte fonda da RaiTre, se non la scrivevo mi perseguitava tutte le notti. Se qualcuno vede degli errori nel titolo in giapponese me lo può sempre dire, correggerò subito. Detto questo spero che questo delirio vi piaccia comunque.

Dedicata a Luciadom che continua a mettemi tra i suoi autori preferiti, e a tutti quegli autori che con le loro recensioni e alle loro preferenze, mi danno la forza di andare avanti e divertirmi nello scrivere fan-fiction.

Questo primo cap. serve da presentazione.



Kuroi Neko (Hora- no Sensei)



Capitolo Primo



Erano all'acme del piacere i coniugi Tsukino-Chiba quando Mamoru iniziò a tossire incessantemente sangue, questo preoccupò non poco la moglie Usagi che senza pensarci due volte corse a chiamare il dottore di famiglia, nonché sua amica dai tempi delle medie, Ami Mizuno che nonostante l'ora tarda arrivò in un baleno a casa dei due. Il medico si accorse subito della gravità della situazione tant'è che prescrisse all'uomo una visita presso il miglior specialista pneumologo e oncologo della città, nonchè suo senpai ai tempi dell'università, la dottoressa Setsuna Meiou. Dopo di ciò Ami disse con fare sorpreso a Mamoru: “Com'è che non te ne sei accorto prima, della tua situazione clinica? Mi meraviglio di te che sei uno dei medici migliori che conosca...” l'uomo la interuppe asserendo: “ Infatti non c'è alcun bisogno che vada da Setsuna perché ci sono già andato e mi ha detto che ho un cancro al polmone destro in fase avanzata, e che per fortuna non si è ancora metastatizzato in nessun altro organo,” si interuppe per rivolgersi alla moglie: “non te l'ho detto prima per non preoccuparti, visto che sei abbastanza stressata di tuo, date le pressioni del tuo editore sul fatto che è da mesi che non disegni più un manga. Mi dispiace averti nascosto tutto per tutto questo tempo.”; “Come sarebbe a dire che me l'hai tenuto nascosto per tutto questo tempo da quant'è che lo sai e poi non me l'hai detto per non preoccuparmi perché adesso non sono preoccupata e secondo te non mi sarei preoccupata vedendoti agonizzare non sapendo quello che avevi?” proruppe Usagi senza prendere un fiato mentre calde lacrime cominciarono a scendere sul suo viso: “E poi mi sento come se fossi una bambina, alla quale tenere nascoste le cose brutte per proteggerla dalla verità, come se io non potessi sopportare ciò che ti sta accadendo.” disse la bionda dopo aver tirato fiato e tra un singhiozzo e l'altro continuò dicendo: “Io sono una donna di trent'anni non sono più una bambina. Poi col mio editore me la sbrigo io, non sono questi i problemi è quello che sta succedendo a te che è importante.” Ami interruppe il delirio di Usagi chiedendo a Mamoru: “ Avete deciso che cure seguire?”; “Sì, per evitare che mia moglie lo scoprisse ho chiesto alla Meiou di prescrivermi delle terapie non invasive, tanto per ridurre il tumore, così da tardare il momento della verità con te, ella mi ha fatto già fare alcuni cicli di radioterapia, che a quanto pare non sono serviti a granchè, anche se l'avevamo previsto. Infatti avevamo programmato un'operazione per il finire della prossima settimana.” inorridita da tanta freddezza Usagi commentò: “ Come fai ad essere così calmo, e di te che stiamo parlando, da come ti esprimi sembra che si sta parlando di uno dei tuoi pazienti.” dopo che terminò di dire queste parole corse via di casa piangendo.

Dopo mezz'ora si sentì stremata, sia dalla corsa sia dai sentimenti che le si alternavano nel cuore, cioè la rabbia che provava verso il marito che le aveva nascosto tutto, quella verso sé stessa per non aver capito ciò che Mamoru stava passando, e la tristezza per la malattia di suo marito, cercò un posto dove poter riposare membra e cervello ma a quell'ora tarda non trovò altro che un bar, vi entrò si sedette al lungo bancone e chiese al biondo barista una tazza di sake caldo. Quella fu la prima di una dozzina, il barista vedendola conciata in quel modo le chiese dove abitasse e se voleva un passaggio la bionda rispose di sì e gli indicò l'indirizzo. Mentre stavano per recarsi alla macchina verde di lui Usagi si sentì male e vomitò nei pressi del veicolo, dopo aver rigettato anche l'anima, svenne. Il ragazzo allora la prese di peso e la adagiò sul sedile e allacciò la cintura di sicurezza, si mise al posto di guida accese il motore. Percorsa la strada che portava a casa della mangaka, il barista scese dalla macchina, aprì lo sportello del passeggero prese Usagi suonò al citofono al quale rispose una voce femminile, alla quale disse di essere vicino ad Usagi e di averla soccorsa perché si era sentita male, finito di dire ciò si fece aprire il portone e si fece dire il piano. Entrò nell'ascensore arrivato al piano si aprirono le porte e il biondo, sempre con in braccio la donna cercò il portone, che nel frattempo era stato aperto, lo varcò e vide un uomo sui trentacinque anni moro, ed una donna della stessa età della ragazza che aveva in braccio con i capelli corti blu in evidente stato di preoccupazione ai quali si presentò: “ Scusate io mi chiamo Motoki e sono il barista, nonché proprietario, di un bar qui vicino. Questa ragazza ci andava forte col sake fin tanto che non si è sentita male. Ho deciso di portarla a casa perché ero preoccupato di quello che poteva accaderle. Spero che al risveglio si senta meglio comunque ora tolgo il disturbo arrivederci.” detto ciò posò la bionda sul divano posto in mezzo alla stanza e fece per uscire, quando inciampò su una gatta nera che aveva una strana macchia sulla fronte a forma di luna crescente e ad un tratto si sentì la voce del moro dire: “ Luna vieni qui non disturbare il signore.” prese tra le braccia la felina e aiutò il biondo a rialzarsi e lo accompagnò alla porta.

Usagi si svegliò con un forte mal di testa, si voltò verso la sveglia che segnava le 14:00 vedendo l'ora tarda si alzo di soprassalto, avendo un appuntamento alle 15:00 col suo editore, ciò accuì il dolore alla testa e agiunse un senso insopprimibile di nausea che la costrinse a correre in bagno e svuotare quel poco che le rimaneva nello stomaco. Finito di vomitare alzò gli occhi verso lo specchio e lo spettacolo che vedeva non era dei migliori: aveva gli occhi pesti e arrossati dalle lacrime della sera prima, aveva gli odango disfatti e i codini impiastricciati di vomito. Dopo essersi resa conto del proprio aspetto, apri lo specchio e prese un blister di aspirine e ne trangugio un paio senz'acqua sperando così di zittire il tremendo mal di testa; fatto ciò si spogliò ed entrò nella doccia fece scorrere l'acqua ma il rumore le sembrava così forte da stordirla, quando si riprese entrò nel box doccia. I gettiti di acqua incominciavano a fare effetto, rinvigorendola un po'. Finita la doccia si avvolse in untelo bianco e cercò di asciugare in fretta i lunghi capelli biondi, li acconciò con la solita pettinatura, un po' infantile, ancora umidicci, non aveva tempo da perdere. Si mise un paio di jeans scuri leggermente svasati, una camicetta bianca di cotone sulla quale si allacciò una stretta cravatta nera con alla punta un minuscolo coniglietto rosa stilizzato, poi si mise una giacca blu scuro, ai piedi portava delle decolletè nere con la punta lunga e un piccolo tacchetto. Sul viso un trucco fintamente leggero, dato che doveva coprire le profonde occhiaie che aveva, l'ultimo ritocco al lucidalabbra prese la borsa ed uscì. Arrivò al luogo dell'appuntamento leggermente in ritardo, notò subito la testa riccia del suo editore fare capolino dallo schienale della sedia; si accomodò vicino all'uomo e si accorse dell'espressione alquanto spazientita che attraversava persino quei fondi di bottiglia che aveva come occhiali. L'editore si mise a parlare per primo “Vuoi qualcosa da mettere sotto i denti?” fece con fare fintamente gentile, rimase come stupito dalla risposta della mangaka che aveva rifiutato l'offerta limitandosi ad ordinare solo del tè verde con un po' di miele. Sbrigate le formalità del caso il riccio andò subito al sodo: “ Hai qualche novità per me. L'ultimo tuo capolavoro risale ad almeno tre mesi fa, quelli che stanno sopra mi assillano ogni giorno per avere tue notizie, non posso certo andare da loro a mani vuote. C'è fuori dalle nostre porte una sfilza di mangaka horror che non vedono l'ora di soffiarti il posto da sotto il sedere. Ti sto dicendo questo perché ti voglio bene, e perché mi dispiace che un talento come il tuo vada sprecato.”; “ Sì ho proprio in mente una storia autoconclusiva di uno scrittore che, esasperato dal suo editore, lo uccide strangolandolo e lo appende con una corda alle travi metalliche del suo ufficio, situato in un loft in periferia, simulandone il suicidio.” dicendo questo prese per il collo l'uomo e lo strattonò energicamente quando d'improvviso quest'immagine lentamente si sfocava, ritornata alla realtà Usagi rispose: “Sì, lo so Gurio-san, ma questo è un periodo molto difficile per me, oltretutto ho appena saputo che mio marito soffre di cancro al polmone.”; “Ah! Capisco ma i miei capi mi hanno detto che se entro tre settimane non te ne spunti con un idea decente stralcieranno il tuo contratto. Hanno detto che sono stati abbastanza buoni, visto che sono stato proprio io a perorare la tua causa, e che se non ci fossi stato io ti avrebbero già silurato parecchio tempo fa.” finito il suo discorsetto pagò il conto e se ne andò lasciando la povera Usagi sola col suo tè.

Rientrò a casa che erano le 16:00, fra tre ore sarebbe tornato il marito dall'ospedale, per ingannare il tempo si fiondò subito nel suo studiolo lasciando la porta leggermente accostata. Si sedette davanti alla scrivania ad osservare i fogli bianchi alla ricerca di idee da buttare giù, ma più osservava quei fogli più la sua mente sembrava che si svuotasse, quando d'improvviso un piccolo ciclone nero le fece cadere il calamaio che svuotò il suo coontenuto di china sui fogli candidi, ciò fece svegliare la mangaka dalla sua catalessi, ella prese a maledire la gattina fino a quando vide l'orologio e trasalì vedendo che erano le 18:45 non c'era tempo per preparare la cena per il marito, sistemò in fretta e furia la scrivania, quindi chiamò una rosticceria e si fece portare del riso al curry con carne.

Nell'attesa apparecchiò la tavola. Suonò il citofono, era certamente il ragazzo delle consegne, dato che suo marito aveva le chiavi, rincuorata alzò il ricevitore, trasecolò sentendo dall'altra parte la voce del marito: “Scusa se citofono ma avevo dimenticato le chiavi a casa aprimi amore mio.”detto ciò l'uomo fece per entrare quando vide il garzone della rosticceria che diceva che aveva un'ordinazione per la famiglia Tsukino-Chiba. Mamoru sembrò sorpreso ma gli venne in mente che sua moglie poteva sentirsi ancora male e non se la sentisse di preparare da mangiare. Pagò l'ordinazione e ritirò i pacchetti. Arrivato a casa disse alla moglie: “Potevi telefonarmi, potevo prendere qualcosa io prima di tornare a casa.”; “ Non volevo disturbarti per una sciocchezza del genere. Hai già altre cose da pensare.” proruppe la bionda con fare imbarazzato. Versarono il contenuto dei pacchetti nei piatti, si misero a mangiare in un silenzio quasi irreale. A rompere il ghiaccio fu il moro: “Com'è andata coll'editore?”; “Bene, mi ha detto che mi avrebbe dato il tempo per ritrovare l'ispirazione necessaria. Quindi sta pure tranquillo.” asserì, mentendo, la mangaka cercando di essere il più naturale possibile: “Raccontami della tua giornata piuttosto.” proseguì la bionda. Il medico poco convinto rispose: “Niente di che, l'unica cosa un po' fuori dal comune e che sono andato a fare un po di radioterapia da Setsuna.”. Finirono di mangiare sparecchiarono e andarono a letto, solo che Usagi non riuscì a prendere sonno, aspettò che il marito si addormentasse sgattoiolò fuori dal letto si vestì in fretta e furia e andò nel bar della sera prima. Si scolò il suo sake riversando le sue frustrazioni sul barista.

Tornò a casa questa volta da sola ma sempre barcollante schiaccio la coda della gatta che urlò “Ahia! Ma che cazzo fai. Guarda dove metti i piedi.”; “Zitta! Se urli sveglierai Mamoru.” disse ridacchiando Usagi rendendosi conto, in quel poco di lucidità che era rimasto nella nebbia alcolica, di parlare con la gatta. Riuscì a scivolare tra le coperte senza farsi accorgere dal marito, si addormentò subito russando come una segheria.

   
 
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