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Autore: 50shadesofLOTS_Always    09/10/2016    1 recensioni
In seguito alla morte di Morgana,la pace sembra esser tornata sull'Impero di D'Hara. Ma molti anni dopo,durante il banchetto del Primo Giorno d'Inverno,un personaggio turberà la quiete portando con sè un presagio avvolto nel mistero. Quale altra nuova minaccia attaccherà Richard e Kahlan?
Genere: Drammatico, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kahlan, Nuovo personaggio, Richard, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Non c'è magia più potente dell'amore'
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Passeggiavano tranquilli fra le botteghe ancora aperte della città bassa. Le locande come quella in cui avevano appena finito di cenare, pullulavano di vita. Si sentivano chiacchiere allegre, risate più o meno ubriache di gioia e di vino. Alcune coppiette passeggiavano ancora come loro lungo una delle vie principali, parallela a quella da cui era arrivati, che portava alla parte alta, a palazzo. Richard strinse un po' di più la presa sulla mano della moglie. Le loro dita erano intrecciate come se fosse la cosa più normale e naturale del mondo.
Si voltò a guardarla. Era bellissima, anche con un abito diverso. La coroncina di fiori era ancora più graziosa, considerando il fatto che era stata Berdine a farla. La gonna fluttuava a contatto con la brezza serale ed avvolgeva le gambe della Depositaria come un petalo. I capelli mogani le arrivavano ai fianchi con sensuali onde e alcune ciocche le ricadevano sulle spalle, nascondendo i seni che si intravedevano dalla profonda scollatura a v del corsetto decorato. Osservò il naso dritto, le ciglia lunghe e le labbra piene della donna bellissima accanto a sé, chiedendosi mentalmente cosa aveva fatto per meritarla. Quando Kahlan si girò verso di lui, Richard scorse qualcosa in quegli smeraldi.
<< Perché mi guardi così? >> gli chiese con quella sua voce vellutata che, fin da subito, lo aveva attratto per il bagliore della spiccata intelligenza, che aveva scorto nel suo sguardo.
<< Non posso farne a meno >> ammise e lei distolse lo sguardo, sorridendo imbarazzata.
Passarono per una piazza delle devozioni, al cui centro dominava una vasca d'acqua con dei pesci colorati e sulla cui superficie, galleggiavano delle ninfee. I loro petali erano colorati di un rosa tenue. Il prato, che circondava il laghetto artificiale, era costellato di lucciole. Richard continuò a camminare e notò le Mord-sith, che vigilavano su di loro, distribuirsi accuratamente nello spazio. Era sollevato perché sia lui che Kahlan avevano bevuto e pensò, mentalmente un goccio di troppo. Non erano ubriachi, piuttosto allegri e brilli. Ma in caso di attacchi, non era sicuro di sapersi difendere a dovere. Inoltre nessuno di loro due era abituato al vino. Non ricordava l’ultima volta che ne avevano bevuto, perché non ce n’era mai stata l’occasione. Kahlan accennò ad un sorriso e senza guardarlo direttamente negli occhi, lo superò. Si mise di fronte a lui e indietreggiò. Posò le mani sul suo petto e Richard si fermò, perplesso e aggrottò la fronte.
<< Tutto a posto? >>
<< Sì, pensavo… – ridacchiò quando gli liberò l’unico bottone della casacca, all’altezza del colletto – Oggi è stato bellissimo… >> mormorò, guardandolo da sotto le ciglia con uno sguardo per nulla innocente.
Si ritrovò a sorridere mentre avanzava di due passi.
<< Sono d’accordo… >> rispose, spostandole i capelli da una spalla.
<< Abbiamo battezzato la vasca termale >> sussurrò lei maliziosa.
<< Kahlan, vuoi che lo sappia tutto il Palazzo del Popolo?! >> borbottò lui, guardandosi intorno nella ricerca di orecchie indiscrete.
<< Io credo che lo sappiano già >> disse Kahlan, lasciandosi sfuggire una risatina gutturale.
<< Giusto, abbiamo due prove viventi e inconfutabili >> ammise divertito quando la riprese prima che cadesse a terra. La tenne per i fianchi mentre lei rideva. La fissò e non riuscì a non sorridere nel vederla così spensierata, nonostante la precedente nota di tristezza.
<< Meglio se torniamo in camera >> propose, trattenendosi dal ridere.
<< Perché? Cosa vorreste fare, Lord Rahl? >> lo provocò Kahlan, arcuando un sopracciglio.
Pochi minuti dopo, la testa le girava mentre il sangue la rese quasi sorda. Spinse Richard contro la porta della stanza da letto, che si chiuse con un tonfo sordo. Ridacchiarono come fanciulli fra un bacio e l’altro, immersi nel buio interrotto dalla luna fuori dalla finestra.
Richard le posò le mani sui fianchi, fermandosi per riprendere fiato mentre Kahlan gli circondava il collo con le braccia. Strofinò la punta del naso con quella della moglie, che emise l’ennesima risatina.
Ripresero a baciarsi, camminando a tentoni verso il letto, ancora stretti nell’abbraccio. Caddero entrambi sul soffice giaciglio e alcuni guanciali rotolarono sul pavimento.
Il Cercatore rotolò su di lei, puntellandosi sulle braccia per non schiacciarla. Gli sembrava che fossero tornati di nuovo ragazzini un po’ sciocchi, ma non ricordava di aver mai provato da ragazzo quello che stava provando in quel momento. Kahlan stava seguendo la linea della propria mascella con una lenta scia di baci mentre le dita gli arruffavano i capelli dietro la nuca.
Guardò sua moglie negli occhi e sorrise.
<< Devo controllare se ci sono le guardie – scivolò all’indietro per poi mettersi in piedi, ma lei gli afferrò il polso – Faccio presto >>
<< Sbrigati >> mormorò lei.
Richard uscì e si affacciò fuori dalla porta degli appartamenti, incrociando lo sguardo di Ulic ed Egan. I due uomini, grossi quanto dei tori, si girarono nella sua direzione con un’aria perplessa.
<< Lord Rahl, credevamo foste ancora in giro >> borbottò Ulic.
<< Tutto a posto? >> chiese Egan.
<< Sì. Volevo solo chiedervi di posticipare la sveglia domani mattina – i due lo fissarono in attesa di una spiegazione – Io e Lady Rahl abbiamo bisogno di riposare… >>
<< Sarà fatto, Lord Rahl >> assentirono in coro.
Li salutò con un cenno del capo e rientrò, chiudendo la porta. Tornò in camera e sorrise, lasciandosi sfuggire un sospiro meraviglia. Kahlan era sdraiata supina con le gambe leggermente piegate, un braccio molle sull’addome e l’altro vicino alla testa. Alcune ciocche di capelli le ricadevano sul petto mentre le altre erano sparpagliate sul cuscino. Il viso rilassato era colorato da un leggerissimo sorriso sulle labbra schiuse e rosee, delicate come la stoffa purpurea dell’abito. Le palpebre abbassate con le ciglia curvate verso l’alto.
Era la visione più bella del mondo per Richard, che adesso, avvertiva lo stesso effetto soporifero del vino che aveva sorpreso Kahlan.

****

Il mattino arrivò presto. Il sole filtrava come sempre dal finestrone, accompagnato dal lamento di una tortora e dal cinguettio di un piccolo stormo di passeri, che svolazzava attorno ai bastioni. Un raggio infastidì Richard ancora immerso nel sonno, costringendolo a svegliarsi. Emise un lamento infastidito e stirò pigramente le braccia, allungandole verso l’alto mentre compiva un profondo respiro. Si girò lentamente e sorrise. Kahlan stava dormendo serenamente al suo fianco. Entrambi erano ancora vestiti come la sera precedente. Il vino li aveva fatti crollare prima che potessero progettare di stare svegli come due giovani innamorati che non hanno voglia di staccarsi nemmeno per qualche ora di riposo. La osservò per qualche minuto prima di sollevare il lenzuolo e sedersi sul bordo del letto. Si passò le mani sul viso e prese un secondo respiro per cercare di scacciare il torpore, che gli adombrava i sensi. C’erano tante cose di cui doveva occuparsi e sapeva che se avesse ritardato, quei doveri si sarebbero prolungati all’infinito. Per prima cosa si sarebbe occupato delle scartoffie. Non era esattamente sicuro che i consiglieri si fossero impegnati. Tendevano ad essere un po’ pigri, ma Richard non si sentiva di biasimarli. D’altronde, neanche a lui piaceva stare seduto ad un tavolo dal sorgere del sole al suo calare, scrivendo sempre le stesse cose. Tuttavia nel corso degli anni, il Cercatore aveva imparato a non sottovalutare quell’estenuante e noiosa pratica. Un solo foglio scartato erroneamente poteva causare danni inimmaginabili, come perfino una guerra. Si alzò, cercando di non svegliare Kahlan ed aprì il finestrone che dava sul piccolo terrazzo. L’aria fresca del mattino gli diede il buongiorno. Si appoggiò con le braccia alla balaustra, osservando il timido sole nascondersi dietro le basse nubi, leggere come nebbia. Lasciò che i suoi occhi assorbissero la bellezza del paesaggio che continuava ad estendersi in lontananza, fino alle vette del Rang’Shada che apparivano come fantasmi, oltre la desertica Piana di Azrith.
Le proprie labbra si curvarono verso l’alto quando un paio di braccia gli avvolsero la vita.
<< Buongiorno, Lord Rahl… >> sussurrò Kahlan, posando il mento sulla spalla del proprio uomo.
<< Buongiorno, Milady… >> rispose lui, roco.
<< E’ presto… >> commentò lei, schioccandogli un bacio sulla guancia ispida per il principio di barba.
<< Devo occuparmi delle scartoffie >> disse, tornando a guardare davanti a sé.
<< Potremo occuparcene insieme >> propose Kahlan con voce suadente, avvicinando le labbra all’orecchio di Richard, che ridacchiò. Le afferrò delicatamente un polso e la portò davanti a sé.
Il sole alle spalle della donna si irradiava come un alone magico, disegnando l’ombra del loro abbraccio lungo il pavimento fino alla camera. Le posò le mani sui fianchi, incontrando i suoi occhi di smeraldo.
<< Dovresti riposare ancora un po’ >> mormorò e lei gli rispose con un sorriso complice per la premura con la quale aveva appena parlato.
<< E perdermi mio marito in veste di monarca? Neanche per sogno – disse e lui sorrise quando lo tirò per il colletto della casacca - Oppure stai cercando di liberarti di me? >>
<< Neanche per sogno >> la canzonò, giocoso.
Kahlan lo strattonò, attirandolo maggiormente a sé. I loro volti erano a mezzo respiro di distanza e Richard trovava difficile resisterle. Le onde color mogano le incorniciavano il viso appena diafano, su cui la luce del sole scolpiva morbide ombre. Il pensiero che avrebbe potuto non rivedere quello sguardo intelligente, quelle labbra di rosa, gli fece torcere lo stomaco.
<< Devo andare… >> disse semplicemente, cercando di non farsi sopraffare dal piacevole profumo della pelle di sua moglie.
<< Richard, ti prego… - lo strattonò piano, traendolo maggiormente a sé - Mi sei mancato >>
<< Anche tu a me >> ammise, posandole una mano su una guancia.
Kahlan si sollevò sulle punte dei piedi e lo baciò, continuando a stringere la stoffa della sua casacca in un pugno mentre le dita della mano libera gli sfiorarono il profilo della mascella fino alla basetta.
Le mani del Cercatore scivolarono dietro la sua schiena mentre sentiva la passione montare dentro il proprio petto, come un vento impetuoso che viene dal mare. Si lasciò sfuggire un basso gemito quando la Depositaria gli allacciò entrambe le braccia intorno al collo. L’emozione di poterla stringere, baciare e di poter sentire il suo calore, lo travolse fino a lasciarlo senza fiato. La sollevò di un paio di centimetri da terra prima di lasciarla. Riprese le minime distanze quando qualcuno tossì di proposito.
<< Lord Rahl, volevo avvisarvi che i preparativi per la festa saranno terminati entro lo zenit >> esordì Ulic con gli occhi bassi per il disagio. Richard portò le proprie mani sui fianchi di Kahlan, appoggiata a lui.
<< D’accordo, Ulic. Grazie – lo osservò con malcelato divertimento - C’è altro? >> chiese mentre la guardai continuava a spostare il peso da una gamba all’altra.
<< Sì. Ci sono nuovi rapporti che chiedono la vostra supervisione >> disse, quasi come se stesse confessandosi.
<< Affidate a Berdine i documenti di minor importanza così che Lord Rahl possa occuparsi solo di quelli più urgenti >> intervenne Kahlan con gentilezza.
<< Sì, mia Signora >> rispose prima disparire, quasi lieto di dileguarsi da quegli appartamenti.
Richard si voltò di nuovo verso la moglie e sorrise.
<< Mi aiuti con le scartoffie? >> le chiese teneramente.
<< Con molto piacere, Lord Rahl >> sussurrò lei, strofinando la punta del naso contro quella del consorte.
 
****
 
Rose uscì dalla propria camera ed imboccò la rampa di scale, che saliva in alto verso il primo piano. Quello riservato agli ospiti. Attese il passaggio di due dignitari per poi entrare nel corridoio che girava attorno ad una piazzetta, coperta da un porticato. Si guardò intorno, cercando con lo sguardo il soldato della sera precedente. Si era pentita di come lo aveva trattato. Non tanto perché le aveva ammesso di essere il nipote del Primo Mago, quanto perché si era mostrato cortese nonostante la sua ostilità.
Quando le compagne l’avevano vista rientrare accompagnata da un soldato così carino, le avevano dato della pazza. Camminava fra i corridoi dell’immenso Palazzo del Popolo senza sapere dove cercarlo.
Non conosceva neanche il suo nome.
Procedette verso est dopo aver svoltato a destra e quando cominciò a credere di essersi smarrita, vide un gruppo di giovani reclute. Sembravano in riposo visto che stavano scherzando, alcuni seduti su una panchina di marmo e altri appoggiati alle colonne. Seppur titubante, si avvicinò a loro con la testa infossata nelle spalle. Anche se sembravano avere la sua stessa età, la mettevano in soggezione.
Si voltarono tutti, quasi contemporaneamente e dopo aver raddrizzato un poco la postura, si fece avanti.
<< Perdonate il disturbo. Sto cercando un soldato >> esordì, cercando di apparire più sicura.
<< Beh, zuccherino, siamo in tanti. Chi di preciso? >> mormorò uno del gruppo con le spalle e un piede appoggiato ad una colonna.
<< Non conosco il suo nome, ma ha i capelli scuri e… - sollevò lo sguardo - E’ il nipote del Primo Mago >>
<< Se hai bisogno di aiuto, chiedi pure a noi >> rispose quello, abbassando il piede e compiendo un passo nella sua direzione. Teneva le braccia conserte sul petto, coperto da una semplice giubba marrone.
<< Falla finita, Connor – intervenne una voce familiare – Non costringermi a spedirti da Trimack >>.
Il ragazzo che aveva incontrato apparve, accompagnato da un altro giovane soldato. Notò solo adesso che quelli con cui aveva parlato fino a quel momento, erano soltanto dei semplici cadetti ancora in addestramento. La divisa dei due nuovi arrivati invece era quella che indossavano i soldati eletti.
<< Stavo scherzando >> si scusò il cadetto, rimpicciolendo quando George lo guardò severo.
<< Vuoi diventare un vero soldato o essere sbattuto fuori dai ranghi? >> lo ammonì.
<< Immagino che tu te lo sia meritato il ruolo, Principino >> sibilò Connor.
George lo afferrò per il bavero e lo schiacciò contro il muro.
<< Non. Osare. Mettere in mezzo mio padre. >> ringhiò, scandendo bene le parole.
<< George, calmati >> lo redarguì Nicholas.
<< No, non mi calmo. – sbottò, fissando Connor furente - Tu, stupido pomposo, non hai idea di che cosa abbia affrontato mio padre. E’ grazie a lui se adesso sei qui >> gli ricordò.
<< George… >> mormorò Nicholas, poggiandogli una mano sulla spalla.
<< Ringrazia gli spiriti che non ho più il potere di Depositario, ma ricorda: c’è sempre Lady Rahl >> lo minacciò prima di allontanarsi.
Rose osservò Nicholas portare via Connor, poi seguì George.

Angolo Autrice: Salve Lettori! Vi chiedo mille volte scusa per questo ritardo, ma fino adesso non mi è stato possibile scrivere e pubblicare.
Oggi sono riuscita a terminare almeno questo capitolo (anche se frettoloso e un po' più corto del solito), perchè non volevo farvi attendere ancora.
Vi chiedo di pazientare un po' per quanto riguarda la nuova ff di questo fandom che vi avevo promesso, perchè è in fase di scrittura (ralllentata vista la scuola D:).
Spero di non avervi deluso e di pubblicare nuovamente al più presto. Prometto che cercherò di farmi più presente e di pubblicare la nuova long al più presto.
Vi ringrazio ancora per la vostra assiduità nelle visite. Siete meravigliosi!
Al prossimo capitolo,
50shadesofLOTS_Always :*
   
 
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