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Autore: Erica K Lovett    10/10/2016    1 recensioni
Le sirene della polizia erano ovunque, Sara non è mai stata trovata...
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                     Alfred- prima parte
  Mancavano tre giorni alla notte di Halloween e non stavo più nella pelle.
Il giorno dei morti era uno tra i miei preferiti, principalmente perché non dovevo subire le urla, gli schiamazzi e gli insulti di quegli idioti dei miei compagni di classe, poiché avevo il permesso della mamma di non andare a scuola, inoltre sarebbe stato veramente fico avere come amici degli zombie con carne putrefatta e occhi spenti.
Ogni momento di quella giornata mi entusiasmava: dolci, mostri ovunque, carta igienica e molto altro.
Io, la mamma e Sara ci divertivamo a “travestire” ogni angolo della casa a tema, senza lasciare alcuno spazio vuoto, e successivamente toccava a noi abbigliarci adeguatamente con costumi e maschere da paura.
Mia sorella adorava quella ricorrenza quanto me e per di più era una festività molto sentita nella famiglia della mamma.
Quel anno Sara avrebbe compiuto dieci anni, esattamente due giorni dopo, lo stesso giorno della scomparsa di papà…non si avevano più sue notizie da due anni ormai, l’ultima volta era stato avvistato con il suo aeroplano sopra all’Oceano Pacifico ci aveva riferito un ufficiale, ma la mamma non voleva crederci, sentiva che era ancora vivo.
La speranza di rivederlo e la gioia per il ripresentarsi ogni anno del giorno di Halloween le faceva fare passi verso il futuro, e noi le davamo una mano.
Era tutto pronto per dare inizio al trick or treat del 2004!
Come ogni anno la mamma si preoccupava di non mandarci in giro per il quartiere sprovvisti di cautela, e come ogni anno io la interrompevo sulla questione di non dare fuoco alle uova e gettarle sulle case dei vicini.
Presi Sara per mano e lei, sgambettando col suo costume da strega demoniaca, fece altrettanto.
I vicini erano cordiali e ben disposti a lasciar precipitare nelle nostre zucchette cascate di dolciumi colorati, e noi ricambiavamo ringraziando e correndo allegramente verso le nuove case da assaltare.
-Credo che mi scappi la pupù,Phil!-
-Proprio adesso? La tenuta del signor Tyler è quella che ci frutta di più! Oh, e va bene, torniamo a casa-.
Dovendo fare quella piccola sosta per l’incontinenza di mia sorella, ne approfittai anche io…assaggiando la refurtiva generosamente donataci dai vicini.
Mia madre era intenta ad imbottire qualcosa appollaiato sul divano della cucina, così mi avvicinai
-Mamma, cosa stai facendo?-
-Oh! Siete tornati così presto?-
-Sì, Sara aveva bisogno del bagno-.
Mamma si alzò per sorseggiare una tazza di caffè
-Prima avevo dimenticato il pezzo forte, Philip ti presento Alfred!- lo guardai sospettoso senza avvicinarmi troppo, quel manichino sembrava così reale nonostante la maschera da vampiro lasciasse trasparire carta di giornale.
Sentivo i suoi occhi rossi fissi su di me, e con quel coltello in mano la mia inquietudine era giustificata.
La mamma mi guardava compiaciuta per l’opera –Dunque? Ti piace? Credo che entrerà di diritto nei must del giorno di Halloween! Aspetta che lo vedano Janis e Barbara!-.
Mi ripresi dalla visione non appena mia madre pronunciò quei nomi
– Janis? Barbara? Credo che faranno loro più paura a lui ahahah-
-Philip! Non essere maleducato. Ti ricordo che ci hanno aiutato molto, oltre ad essere mie grandi amiche-
-Sì, ma…vuoi davvero lasciare addosso ad Alfred i vestiti di pa..-
-Sì, ne sono sicura-.
Avvertivo un leggero nervosismo nel tono di voce della mamma, così non indagai oltre.
Proprio in quel momento Sara scese le scale ed il campanello suonò -Prego, prego, entrate pure!- due orribili ippopotami mascherati varcarono la soglia di casa e sfoderarono uno dei meno rassicuranti e più disgustosi sorrisi marci che io avessi mai visto.
-Devono essere due mostri veri, vengono direttamente dal cimitero dello schifo!- cercai di trattenere le risate, mia sorella detestava quelle due quanto me.
-Quei grossi culoni da ippopotami sarebbero più belli al posto della faccia, così quando dovessero fare la pupù la facessero con la bocca!- con qualche errore di grammatica avevo afferrato il concetto e scoppiai in una fragorosa risata.
La mamma con disapprovazione ci congedò –Scusatemi signore…ragazzi perché non riprendete il saccheggio di dolcetti?-
la porta si chiuse alle nostre spalle.
-Bene, rimettiamoci in pista!- ed indicai la prossima casa con sguardo di sfida.
Le prime villette evitarono l'umiliazione grazie alla generosa donazione, ma appena arrivammo alla terza, quella del anziano signor Spooke, iniziarono i guai.
-Andate via brutti guasta feste! Non ci sono dolcetti qui!- tipico del vecchio essere diffidente verso qualsiasi forma di vita, in giro si mormorava che avesse seccato la moglie con un colpo di fucile e avesse nascosto il corpo nella cella frigorifera, ma il vero problema era la montagna di grasso che si stava avvicinando a noi.
Rupert Jenkins era un mio compagno di scuola, nonché bello specializzato nell'arraffare merende e compiti, ma ciò che gli riusciva meglio era infastidirmi
-Guarda, guarda chi si vede! Non sei venuto a scuola oggi perché te la facevi sotto,eh? Proprio come tutti gli anni ahahah!-
i tre sacchi di lardo dietro di lui erano i suoi scagnozzi, tirapiedi, gorilla...come volete chiamarli e probabilmente erano tre nullità senza Rupert. -Dai ragazzi, facciamo vedere a questo marmocchio come ci si diverte!-
i quattro scimmioni iniziarono a tirare uova marce contro lacasa del signor Spooke e l'uomo sopraggiunse furiosamente nel cortile...e aveva un'arma con sé.
-Oh merda!E' il vecchio con un fucile, scimmiottò uno dei tre palloni, scappiamo!-
quelle parole uscirono troppo tardi, il signor Spooke aveva appena sparato un colpo
-Adesso vi sistemo io, piccoli delinquenti!-.
Le mani esperte del vecchio pazzo spararono il secondo colpo e già una terza pallottola era pronta in canna, Sara mi prese per mano e con le ali ai piedi arrivammo alla porta di casa e con tutte le energie rimaste implorammo la mamma di aprirci
-Mamma ti prego,apri!-
nessun rumore dall'interno.
-Deve essere uscita...presto nascondiamoci nel campo!-
furtivamente ci acquattammo tra le spighe di grano e ci si parò davanti agli occhi una scena a dir poco agghiacciante...il vecchio e smilzo signor Spooke brandiva un fucile a pompa pronto all'uso ed il bersaglio, a pochi millimetri dall'arma, era uno degli scimmioni di Rupert ed il poveretto arrancava sull'asfalto, ansimando senza sosta.
-L La prego, non spari!-
il bamboccione piagnucolava in ginocchio ed in quel momento nutrivo solo compassione per lui.
-Mi dispiace figliolo, questa é la dura legge del far west, chi la fa, la aspetti!-
e con quel tono di scherno il vecchio sparò.
Ci fu un lungo momento di silenzio e poi riaprii gli occhi, ma ciò che vidi era sale sparso ovunque e un bambino ciccione che tremava.
La vittima corse via come mai aveva fatto prima e lo svitato anziano, fischiettando un motivetto allegro, tornò verso casa.
Io e Sara ci guardammo ammutoliti, senza riuscire a dare un senso all'accaduto.
-Credo di avere bisogno di dolcetti-
mia sorella non esitò e una manciata di jelly beans finì dritta dritta nel suo stomaco.
-Sai, nonostante tutto siamo qui grazie a te fratellone-
mi abbracciò come un lottatore di sumo con una paperella di gomma e per un attimo mi sentii forte come un leone.
Improvvisamente qualcosa tra le spighe si mosse, ma io non avevo alcuna intenzione di scoprire COSA fosse.
I miei piedi presero una decisione e iniziarono a correre, così come fecero quelli di Sara
-E' sempre più vicino, corri!-.
La paura ci portò all'interno di un boschetto non troppo lontanno dalla strada.
*
...mhhhhh, il mio primo pasto, niente male, sostanzioso.......siiiiiiiiiiiiiiiiii....due occhi per vedere, un cuore per amare ed una bocca per parlare.............
*
-Forse lo abbiamo semin..ehi,cosa c'é qui? Cavolo, ero quasi inciampato in questo cervo-
guardai meglio e mi sembrò troppo piccolo e paffuto per essere un animale di quelle dimensioni, lo girai a pancia in su
-Oh mio dio, NO!-
coprii gli occhi di Sara.
Lo scagnozzo di Rupert giaceva a terra, uno psicopatico gli aveva cavato gli occhi con forza e aveva lasciato il resto del corpo a marcire come se fosse soltanto una carogna per gli avvoltoi.
La mia mente si annebbiò e sapevo che l'unica cosa che contava era proteggere Sara.
Proteggere Sara
proteggere Sara
proteggere Sara
PROTEGGERE SARA.
Solo quello dovevo fare.
La presi per mano e barcollai, come se dovessi svenire da un momento all'altro, poi ripresi a correre.
In lontananza riuscivo a vedere una luce, mancavano pochi passi alla casa e pochi minuti alla mezzanotte, sentivo freddo e le mie orecchie percepivano suoni lontani, ovattati, confusi. Inciampai in una radice, ma mi rialzai prontamente
-Sara, ci siamo!Ci siamo!-.
La mamma, sulla veranda della casa illuminata, si alzò di scatto e ci corse incontro, mentre io crollai a terra.
-Philip, cos'é successo!?Dov'é Sara?-
girai lo sguardo verso il bosco e mi accasciai del tutto.
Era il primo novembre, le sirene della polizia erano ovunque, Sara non é mai stata trovata, mentre sono stati rinvenuti i corpi di Spencer Hitt e Rupert Jenkins, rispettivamente il primo privo di bulbi oculari, il secondo senza lingua.


Sono passati tre anni da quella notte.
*
La mamma é sempre stata buona con me, anche se siamo stati vicini per poco, non farei mai nulla per farla star male, non voglio perdere il controllo,mi dispiace....
*
   
 
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