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Autore: jarmione    11/10/2016    2 recensioni
SEGUITO DI KNIGHT REVENGE!!!
Michael si ritrova a dover combattere una battaglia contro se stesso, una battaglia personale per tenere al sicuro Amy.
Sin dall'inizio viene convocato dalla scuola della figlia e dovrà fare i conti con le autorità che intendono portargliela via.
Michael dovrà faticare parecchio per mantenere L'affidamento della bambina e non vederla sparire sotto i suoi occhi.
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Knight family '
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Macciauuuu, ogni tanto mi parte l'ispirazione ed eccomi qua.
Questa storia è il seguito di Knight revenge e, come avete potuto leggere dalla trama, questa volta la battaglia sarà diversa dal solito.
Qualche cattivo lo farò spuntare ma tutto si incentrerà su Michael ed Amy.
Grazie a chiunque voglia seguire.



Il sole di iniziò estate batteva sulle strade, rendendole cocenti come la brace.
Michael, per un attimo, ebbe lo strano impulso di cuocerci sopra due belle bistecche ed era convinto che si sarebbero cotte nel giro di pochi minuti.
Sudava, ma per fortuna KITT aveva l'aria condizionata e qui si poteva tirare un minimo di respiro.
Avrebbe tanto gradito un bicchiere di acqua, anche una birra, ma era in servizio e, nonostante il suo modo di indagare, doveva mantenere un certo decoro.
Tamburellava le dita sul volante e batteva i piedi, come se ci fosse della musica.
KITT, però, sapeva che era solo teso e nervoso.
Michael odiava restare in attesa.
Dopo l'ennesimo sbuffo da parte dell'uomo, la macchina decise di intervenire.
"I tuoi parametri sono alti Michael" disse "sei più teso del solito"
"Tu dici?" Domandò sarcastico "in questo momento vorrei essere altrove"
"Sulla spiaggia con qualche signora?"
"KITT!" Michael si trovò in imbarazzo "ma che domande sono?"
"Semplice curiosità"
"Tienila per te"
Passarono alcuni secondi e infine l'orologio di Michael gracchiò
"Michael sta uscendo"
"Grazie RC" mise in moto KITT "era ora"
Sgommó e si piazzò davanti all'ingresso dell'hotel, che teneva d'occhio da quasi due ore e mezza.
Uno stupido pedinamento a causa di un tizio che maneggiava droga.
Un ragazzo giovane ed incosciente che, per pagarsi l'università, spacciava cocaina a uomini ricchi ed illustri, che non faceva altro che sniffare e bere alcolici.
Non per niente morivano sempre abbastanza giovani.
"RC aspettami al camion"
"Sissignore" Michael vide una moto partire da lontano e andarsene.
"Perché l'hai fatto andare?" Chiese KITT "se dovesse servirti aiuto?"
"È solo un ragazzo, due minuti ed è finita" rispose "prepara il numero che ti ho chiesto"
Attese alcuni secondi e vide uscire un ragazzo dai lunghi capelli spettinati, l'aria furtiva è una giacca di pelle sotto cui nascondeva una panetta di droga.
Michael scese dalla macchina e, con fare disinvolto lo raggiunse.
"Tenterò un approccio amichevole" commento Michael "Ehi John, amico, come stai?"
Il ragazzo si voltò verso di lui e appena lo vide comincio a correre.
"Inseguilo KITT e bloccalo"
KITT sgommó un altra volta e insegui John.
Era veloce e agile, Michael faticava a stargli dietro ma si difendeva ancora bene.
Quando John svoltó l'angolo si ritrovò all'improvviso per terra, con il naso dolorante e male di testa.
Michael gli fu sopra nel giro di qualche secondo.
"Approccio amichevole, Michael?"
"Sta zitto KITT" tirò su il ragazzo "e tu sali"
Lo gettó, senza troppi complimenti, sul sedile posteriore e poi sali in macchina allontanandosi da li.
John si dibatteva e cercava di aprire la portiera...invano.
"Che cosa vuoi? Chi sei e dove mi stai portando"
Nessuno rispose finché non raggiunsero un vicolo cieco.
"Cosa ho fatto?"
"Calma amico" disse Michael con tono tranquillo "avanti svuota la giacca"
"Che stai dicendo? Sei impazzito per caso?"
Michael sospiró "Quelli come te mi danno parecchio sui nervi, quindi collabora amico"
Non ottenendo riscontro, decise di ricorrere alle maniere forti.
"KITT mostrami il numero che ti ho chiesto"
Sul monitor di KITT apparve un numero di telefono.
John, nel vederlo, tremó visibilmente.
"La scelta è tua John" continuó Michael "o fai quello che ti dico ed io ti lascerò libero di vagare dove vuoi, oppure faccio partire una bella chiamata e ti porto in prigione" osservó il numero "se non sbaglio tuo padre fa parte della catena di industrie tessili più famosa del paese, sarai su ttti i giornali"
John ci penso su e sbuffó, mentre porgeva a Michael la pancetta di cocaina tremando.
"Non lo chiamerai vero?"
"Data la tua collaborazione non lo chiamerò" lo assicuró Michael "ma non garantisco per loro" fece aprire le portiere e tre agenti di polizia erano pronti ad arrestarlo per spaccio.
"Avevo giurato!" Rimase scandalizzato "mi hai mentito!" E John disse parole impronunciabili, mentre gli agenti lo sbattevano in macchina, salutarono e ringraziarono Michael e se ne andarono.
"Qualcuno deve insegnare l'educazione quel ragazzo" constató KITT "un linguaggio così volgare non si sente facilmente"
"C'è chi sa l'educazione e chi no"
"Approposito di educazione" continuó KITT "te lo hanno mai detto che è educazione arrivare puntuali o in anticipo agli appuntamenti?"
"Sì certo, perché me lo chiedi"
"....Sono le cinque"
Michael sbiancó "Accidenti KITT, ma perché non me lo hai detto subito?!"
"Cosa centro io se dovevamo pedinare un ragazzo?"
"Faremo i conti dopo" mise in moto e sfrecció a gran velocità nel traffico, facendosi suonare un paio di volte.
Ogni giorno ne accadeva una e casualmente sempre a lui.
Dalla morte di Bonnie, Michael aveva sempre cercato un modo per distrarsi, per non pensare a lei e auto distruggersi.
Lavorava di continuo e aveva ben poco tempo per se stesso.
Amelia, però, non si lamentava anzi tutt'altro.
Anche se lo vedeva di rado, a causa del lavoro, lo adorava e poi aveva sempre qualcuno su cui contare.
Per esempio RC, da quando la fondazione lo aveva assunto un anno fa, proprio quando Amelia era stata appena affidata del tutto a suo padre, lei aveva subito trovato un confidente e un compagno di avventure.
Le sue storie di quando era un ragazzo di strada la affascinavano e sarebbe stata ad ascoltarla per ore.
Poteva dire che la sua vita era sempre piena di movimento e che l'unica cosa noiosa e monotona era la scuola.
Arrivava fin troppo puntuale ed usciva fin troppo in ritardo ma non le importava.
Michael raggiunse la scuola dove andava Amy e si fermò davanti ai cancelli.
Scese e corse immediatamente all'interno.
La scuola era deserta, c'era solo qualche inserviente che puliva i corridoi e un paio di insegnati.
"Signor Knight" lo chiamó una di loro.
Michael tirò un leggero sospiro di sollievo "Mi dispiace, non ho avuto modo di avvisare e..."
"Sua figlia la sta aspettando" indicó una porta vicina.
L'uffici del preside.
"È successo qualcosa?"
"Gliene parlerà la responsabile" abbassó lo sguardo e se ne andò.
Michael iniziò a gelare e sudare freddo.
Che diavolo era successo?
Si avvicinò alla porta e bussó.
"Avanti" era la voce di una donna.
Michael entró e vide una donna sui cinquant'anni che che stava seduta alla scrivania e osservava lui ed Amy, che invece era sulle sedie lì vicino e teneva lo sguardo basso.
"Prego signor Knight, si accomodi" lo fece sedere.
"È successo qualcosa?" Domandò "se è per il mio ritardo chiedo perdono ma ho avuto da fare e..."
"No" lo fermò la preside "di quello ne parleremo dopo"
Indicó Amy con lo sguardo
"Allo scoccare dell'ultima ora, Amelia ha dato vita ad una rissa con una sua compagna, la signorina...Emily Olsen, procurandole lesioni ad un braccio"
"Ha cominciato lei" ribatte Amelia
"Amy!" La rimproveró Michael 
"Ma è vero!"
"Signorina Knight adesso la smetta" intervenne la preside "chi ha cominciato non mi importa, sta di fatto che lei ha ferito la signorina Olsen, se non vuole una sospensione le consiglio di non aggiungere altro" il tono della preside era tranquillo ma allo stesso tempo risoluto.
Questo irritó un po' Michael ma non disse nulla, la preside era in autorità in quella scuola.
Amy sospiró ed incroció le braccia al petto "Scusi signorina Hetti"
La preside sospiró a sua volta "Adesso, gentilmente, mi lascerebbe sola con suo padre?"
Amy prese il suo zaino e, dopo essersi sistemata la maglietta, uscì, seguita dallo sguardo del padre e della signorina Hetti.
Michael era esasperato, non sapeva cosa dire o cosa fare.
"Se sarà necessario pagherò le spese mediche della bambina"
"Non è necessario signor Knight" lo rassicurò la preside "non l'ho fatta venire qui solo per questo, ma per altre questioni" disse "una rissa ci capita a volte e su questo possiamo sorvolare"
Lo guardò dritta negli occhi e lo squadrò da cima a fondo.
"Il motivo per cui è qui nel mio ufficio è proprio lei signor Knight"
"Io?"
"Si signore" la signorina Hetti portó le mani sotto al mento e sospiró con fare stanco e sconsolato "è il suo comportamento che ci preoccupa"
"Ve l'ho detto, se è per il ritardo io..."
"Qui non si tratta di ritardo, signor Knight" lo zittì lei "fossero cinque o dieci minuti, anche un quarto d'ora, la scuola riesce sempre a capire. Molti genitori hanno difficoltà a lasciare il lavoro prima di un certo orario ma lei, signor Knight, il minimo di ritardo è quello di oggi" sottolineó "un ora di ritardo, senza contare che settimana scorsa ha lasciato qui la bambina per tre ore e cioè fino alla sette quando me ne sono andata io. Devo ringraziare che arriva almeno puntuale all'inizio della scuola"
Michael rimase in silenzio.
Era nel torto marcio.
"E non è tutto" proseguì la preside "abbiamo inoltre notato che sua figlia a scuola non va bene, non viene seguita e questo si nota non solo dai compiti svolti malamente o dai voti ma anche da come la fa venire a scuola" lo guardò negli occhi "crede che non ci siano accorti delle magliette macchiate di...olio di motore o qualcosa del genere? Dei capelli spettinati?"
Michael non sapeva cosa dire o cosa fare, aveva paura.
Non era un padre modello e di certo non avrebbe ricevuto il premio padre dell'anno, ma a sua figlia non mancava nulla e sapeva che era felice.
Ma era la sua parola contro quella della preside.
"So di non essere un padre molto presente" iniziò "e sicuramente non sono nemmeno il migliore, ma posso assicurarle che ad Amy non manca nulla ed ha le attenzioni necessarie" disse "il mio lavoro a volte mi fa stare lontano per alcuni giorni e non sempre riesco a controllare ciò che fa, ma Amy sta bene, sia di salute che tutto il resto"
"Stare bene di salute non basta signor Knight" commento la signorina Hetti "Amy ha bisogno di qualcuno che la segua, che si prenda cura di lei come merita, una figura femminile e..." si fermò alcuni secondi "nonostante io sappia la vostra situazione, lei non è per nulla adatto secondo il mio parere e quello degli altri insegnati
A Michael venne una morsa allo stomaco
"Che intende dire?"
"Che riteniamo opportuno far intervenire i servizi sociali"
Michael ebbe un tuffo al cuore e si sentì le gambe molli.
"Non potete farlo"
"La scuola ha il dovere di tutelare i propri studenti" disse la preside "la nostra è solo una precauzione, se i servizi riterranno che la bambina sta bene e non ha problemi, non avrà niente da temere"
Michael scosse la testa
"Questo...questó è un abuso di potere"
"È solo la legge, signor Knight, lei dovrebbe saperla molto meglio di me" sistemó alcune carte e le infiló nella sua borsa "verranno qui domani dopo la scuola e parleranno con la bambina e subito dopo con lei" si alzò in piedi "le consiglio di essere puntuale signor Knight"
Michael si alzò a sua volta e si voltò dirigendosi verso la porta.
Si bloccò sentendo la voce della preside da dietro "Mi dispiace"
"Non lo dica a me" ed uscì, facendo cenno ad Amelia di seguirlo.
Era serio e non parlava, tanto che Amy non osó fiatare per non farlo arrabbiare più di quanto già non fosse.
Nemmeno KITT proferì parola.
Fu un viaggio silenzioso e tetro.
Raggiunta la fondazione, Amy scese di corsa e se ne andò nella sua stanza senza dire nulla onsalutare nessuno, nemmeno RC.
Michael, invece, rimase in macchina con le mani sul volante e uno sguardo cupo in volto.
Che cosa sarebbe successo?
  
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