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Autore: whitemushroom    11/10/2016    6 recensioni
Un giorno un uomo disse ad un immortale "Non esistono abbastanza bugie in grado di farmi piegare il ginocchio per sottrarmi la bellezza del cielo".
Un giorno un uomo decise che le regole del mondo erano sbagliate, ed un immortale ascoltò il suo pensiero.
Un giorno un uomo sognò di scrivere una Storia diversa, ed un immortale divenne l'inchiostro della sua volteggiante follia.
Contest per il settimo anniversario del thexiiiorderforum
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cid, Venat
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Under the Same Sky'
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Credere

"Rispondimi, umano. In cosa credi?"
È incredibile come gli esseri fatti di carne siano così multiformi; potrebbero trascorrere altri tremila anni e non è poi così certo di riuscire a comprendere le loro dinamiche. Ad esempio cosa renda alcuni più resistenti di altri.
Gli umani più grandi, chiusi nelle loro armature, sono tutti morti. Il prezzo di entrare a Giruvegan, in fondo gli Altri potevano emettere solo quella sentenza.
Eppure quell'uomo è riuscito a resistere. "Cosa sei, un'allucinazione da Mist? Lo spero, perché non credo di essere il tipo da avere un'esperienza pre-morte ... o altre idiozie simili ..."
È vecchio, debole per di più. Quegli oggetti di vetro che indossa sul naso vogliono dire che i suoi occhi sono malati; i fulmini di Shemazai gli hanno bruciato la pelle e carbonizzato i vestiti, ma è vivo quando tutti gli altri guerrieri non sono altro che metallo fumante. Un respiro dolorante si intromette tra ogni parola, la vita a cui sembra tanto attaccato è più effimera di un granello di sabbia.
Ma, prima che quel cuore rovinato cada nel silenzio, ha bisogno di una risposta. Una risposta che nessuno degli Altri, di coloro che lo chiamano Eretico, può offrirgli. "Tu credi negli dèi, mortale? Affiderai agli Occuria la tua anima?"
"Sarai anche un'allucinazione da negalite ma ... spiacente per te ..." tossisce un fiotto di sangue scuro, si tiene il petto "...se pensi che io cambi idea solo perché sto morendo ..."
Ha visto molti umani cadere: tanti, innumerevoli, forse infiniti. Migliaia di volti si sono fatti largo nel Mist pur di svelare i segreti del Grande Cristallo e del cuore di Giruvegan, a molti ha quasi ha elargito la morte senza nemmeno accorgersene, lasciando che la propria magia entrasse nei loro polmoni e li distruggesse con un alito di fuoco. Si è piegato per vedere come finisce la vita mortale, in totale silenzio o in una lenta e crudele agonia ma mai, mai un giorno, ha sentito tante parole su delle labbra destinate alla fine.
"No ... non crederò mai in alcun dio. Non esistono ... né esisteranno. Esistono solo ... sì, solo fantasmi .... fantasmi di cui la gente ha bisogno quando non ha più nessuno da accusare per la propria sventura" dice.
Un secondo tremito lo attraversa, più forte di prima. La mano gli corre all'altezza del cuore ma, quando alza la testa, sembra sorridere come chi ascolta per la prima volta una bella storia. "E la mia anima ... è mia ... e se andrà da qualche parte ... sinceramente non me ne importa ..."
I suoi occhi si illuminano come se tutta la negalite di Ivalice gli stesse brillando nel petto.
"So di non farcela, mia cara allucinazione ... ma sappi che sono un uomo, e sono nato libero. Non esistono abbastanza bugie in grado di farmi piegare il ginocchio per sottrarmi la bellezza del cielo".
Forse gli Altri stanno ascoltando, forse no. Forse già tra le loro menti corre la paura per l'audacia di questo mortale, o forse le sue parole sono un brusio soffuso che si mescola nei grandi pensieri dell'esistenza alveare. Un piccolo insetto fastidioso caduto nella tela, una piccola crepa in grado di infrangere il cristallo di menzogne che da molti millenni è la loro unica e sola dimora. Parole che la sua coscienza stava da tempo elaborando in azione concreta ma che quel fragile essere di ossa e muscoli ha espresso molto meglio di qualunque Dio. Non ha mai smesso di amare il potere della voce dei mortali. "Invero il tuo discorso è concorde al mio pensiero, umano".
E, dove c'è pensiero, lì vi è coscienza. E dove esiste coscienza ogni bugia si perde nelle tenebre, perché la coscienza è vita e niente può arrestarla. Nemmeno delle ferite mortali, perché per curarle la sua magia è più che sufficiente. Il suo potere preme contro il petto dell'uomo e lo stringe forte, poi rilascia, poi lo stringe di nuovo finché esso non riprende a battere.
"Il mio nome è Venat. E, se cerchi la libertà, potrai ottenerla solo con me al tuo fianco".
  
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