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Autore: DirceMichelaRivetti    11/10/2016    1 recensioni
Storia che vuole esplorare il passato di Jenkins, dalla sua gioventù fino al momento in cui la magia venne tolta dal mondo; i suoi rapporti con la Biblioteca e la sua relazione col padre.
Mi sono ispirata in parte al ciclo bretone, in parte a tutte le frasi (spesso lasciate in sospeso) pronunciate da Jenkins circa il proprio passato.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dulaque, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Melissa giunse davanti alla Biblioteca. In quel periodo si trovava in Francia, a Codalet, presso l’abbazia benedettina di Saint-Michel di Cuxa. La Maga era stata lì molte volte in passato: dopo che Lancillotto aveva tradito e distrutto la Biblioteca circa duecento anni prima [NdA vedi capitolo 11], Yahuda aveva spostato continuamente la sede della Biblioteca, anche perché gli erano rimasti pochi libri e manufatti, fino all’879, anno in cui si accordò con l’abate Protasio per collocare il nuovo ingresso della Biblioteca in una nuova abbazia benedettina, con amanuensi e copisti molto attivi.

Yahuda aveva sempre mantenuto quest’alleanza con gli abati successivi. Galahad e Melissa avevano trascorso lì diversi decenni, a inizio secolo, prima del lutto che li aveva spinti a prendersi quella lunga pausa che li aveva isolati dal mondo della magia. Era da quei tempi che la Maga non tornava lì, chissà se era cambiato qualcosa, chissà come l’avrebbero accolta; fece un respiro profondo e bussò.

Un giovanissimo frate novizio aprì la porta e si stupì di vedere una donna da sola. Melissa non ci fece caso e, gentile ma sbrigativa, comunicò che voleva vedere l’Abate. Fu accontentata; a quest’ultimo disse di essere venuta in cerca di Yahuda. L’Abate rimase un poco perplesso: non aveva mai visto quella donna e non c’erano mai visitatori od ospiti per la Biblioteca, quindi le disse di attendere. Poco dopo la raggiunsero due giovani sui venti anni, maschio e femmina, avevano un atteggiamento piuttosto sicuro e scrutavano la Maga con sospetto. La donna non si fece certo intimidire e capì che probabilmente si trovava davanti al Bibliotecario e alla sua Guardiana, o alla Bibliotecaria e il suo Guardiano, in realtà non le interessava più di tanto.

“Buonasera” esordì l’uomo, rimanendo fermo in piedi, a quattro metri di distanza “Con chi abbiamo il piacere di parlare?”

“L’Abate non mi ha annunciata? Sono Melissa.”

L’altra donna aveva in mano uno strano oggetto circolare in metallo e pietre dure, lo stava osservando; alzò lo sguardo e disse rivolta all’uomo: “Pratica magia.”

“Non è certo una novità.” ribatté la Maga, un po’ seccata per quella diffidenza.

“Di questi tempi non è certo una buona referenza.” ribatté l’uomo, facendosi ancor più sospettoso.

“Senti, ragazzino, il tuo zelo è encomiabile, Yahuda sa perfettamente chi sono, per cui ditegli che sono qui e ho urgenza.”

“Non c’è in questo momento.”

Melissa si preoccupò e chiese: “Eleine invece?”

“Sono andati via insieme.”

“Da quanto mancano?”

“Perché ti interessa?”

“Perché potrebbe essere in pericolo, razza di idiota!”

L’altra donna intervenne: “Lo dici perché tu centri con il pericolo?”

“Ascoltate!” si spazientì Melissa “Suppongo che anche voi vi stiate preoccupando per questo Mille e non più Mille, ho un indizio circa cosa potrebbe essere e mi serve la conoscenza della Biblioteca per capire. Ora, fatemi entrare con le buone maniere, perché se, come mi è sembrato di capire, Morgana è coinvolta in questa storia, allora non possiamo perdere nemmeno un minuto!”

“Morgana la Fata?” chiese l’uomo perplesso.

“Ne conosci altre che possano essere una minaccia per l’umanità?”

I due lavoratori della Biblioteca si scambiarono qualche occhiata.

“Ci fidiamo, Matilde?”

“Non lo so, Amedeo, non ci ha dato nessun segno che ci possa far credere che non stia mentendo.”

“Volete forse che vi dia una dimostrazione di magia, così capirete che se avessi avuto cattive intenzioni, sarei semplicemente entrata e non starei qui a chiedervi educatamente il permesso?”

“Ho un’idea” disse Matilde “Dicci come sai della Biblioteca e che si trova qui.”

Melissa sbuffò fra sé e sé: “Peggio di quando sono arrivata la prima volta e han faatto entrare solo Galahad, lasciandomi fuori ad aspettare.”

“Cos’hai detto?” domandò Amedeo, che aveva sentito in parte il borbottio “Hai detto Galahad?!”

“Sì. A quanto pare vi hanno parlato solo di lui.”

“Ma allora tu sei quella Melissa! Ci hanno raccontato anche di te, solo che non pensavamo fossi tu.”

Matilde aggiunse: “C’era stato detto che eravate scomparsi dell’ambiente, per cui non credevamo che … scusaci.”

“Acqua passata, capisco che ci sia la sicurezza da salvaguardare” tagliò corto la Maga “Adesso, però, affrettiamoci.”

“Sì, per di qua.” le indicò la strada Amedeo.

Melissa lo precedette, sapendo perfettamente dove andare. Giunsero davanti ad un arazzo su cui era rappresentata una sfinge che pose loro un enigma che Amedeo risolse in un lampo; il telo si scostò da solo e rivelò una porta che permetteva di accedere a un corridoio lunghissimo che portava alla Biblioteca; le pareti del corridoio erano adornate coi ritratti dei Bibliotecari, Melissa ne riconobbe un buon numero e, arrivata quasi in fondo, si soffermò davanti a un quadro in cui era dipinto un giovane sui trenta anni che in una mano stringeva una spada, nell’altra un globo. La Maga rimase immobile ad osservarlo e i suoi occhi divennero lucidi per qualche lacrima che non usciva.

“Che cosa dobbiamo cercare, esattamente?” domandò Amedeo, che l’aveva sorpassata, scuotendola dai suoi ricordi.

“Religione egizia, il Nun.”

“Il Nun? Non credo ci siano testi che ne parlino, se ne fa a malapena un cenno nei miti della creazione.”

“Sì, questo è quello che so anch’io, ma auspico che la Biblioteca possa contenere qualcosa in più, anche senza la collezione originaria.”

“Collezione originaria?” ripeté Matilde, confusa.

“Sì, la Biblioteca è stata distrutta duecento anni fa, non ve lo hanno detto?” la Maga si guardò attorno e chiese: “Dov’è Excalibur? Di solito mi saluta …”

“Excalibur non è più qui.” rispose Matilde.

“Avevamo Excalibur?!” esclamò Amedeo, sorpreso.

“Da quanto fai il Bibliotecario?” chiese Melissa.

“Neanche due anni …”

“Tu, invece, sei la sua Guardiana, giusto? Da quanto lavori per la Biblioteca?”

“Sei anni.”

“Sai perché Excalibur non sia qui?”

“Sì. Umberto, il Bibliotecario prima di lui, la stava usando durante una missione … non ci eravamo accorti da subito che stavamo affrontando la Confraternita del Serpente; eravamo circondati, non pensavamo ci sarebbero stati avversari più avanti, io rimasi indietro per fermare i soldati che ci circondavano, Umberto è andato oltre per portare a termine la missione e si è trovato davanti a Lancillotto che lo ha ucciso e gli ha tolto Excalibur. Io non capisco ancora come ho fatto a salvarmi.”

“Pazienza, adesso torniamo a concentrarci sulla minaccia attuale.” intervenne Amedeo, non volendo che la sua Guardiana continuasse ad intristirsi “Di testi egizi ce ne sono parecchi, quindi avremo molto da fare.”

“Forse Yahuda saprebbe già quale minaccia possa comportare il Nun …” ragionò Melissa “Non c’è modo di contattarlo?”

“Sperando che non sia andato lontano …” disse il Bibliotecario “Matilde, prova a fare una perlustrazione nei dintorni e se trovi lui od Eleine, avvertili.”

La Guardiana uscì e gli altri due cominciarono a leggere papiri. Dopo circa un’ora, rientrarono Yahuda, Eleine e Matilde.

“Melissa, è bello rivederti qui” la salutò Yahuda “Anche se le circostanze non sono certo felici. Dov’è Galahad?”

“Sta indagando sul Mille e non più Mille per altre strade … spero non abbia incontrato guai … teoricamente dovrebbe raggiungerci qui. Tu sai qualcosa sul Nun?”

“Sì, Matilde mi ha detto che stai cercando informazioni al riguardo. So bene cosa sia, ma non so di alcun rituale legato ad esso, se è mai esistito, se n’è persa consapevolezza molti secoli prima ch’io nascessi e se ne era rimasta notizia, probabilmente era in quei papiri che avevo preso nella camera sotto la Sfinge, ma che sono andati persi durante la distruzione della prima Biblioteca.”

“Dicci tutto quello che sai, comunque!”

“Non c’è molto da dire, il Nun è una fonte inesauribile di potere magico. La volontà o le emozioni lo richiamano da un altro mondo a questo: attraversa un passaggio e corre lungo le ley-line per raggiungere i maghi che lo invocano, oppure le creature fatate che ricevono energia vitale da esso.”

“Non sembra una cosa negativa nemmeno detto così.” rifletté Melissa.

Amedeo esclamò: “Forse ho trovato qualcosa!” stava ancora consultando i papiri “Qui c’è un’invocazione a Horo, Ra e Khnum in cui li si prega di conservare la Maat e non permettere al Nun di entrare nel mondo.”

Yahuda annuì e disse: “Adesso che ci penso, gli egizi erano abbastanza terrorizzati dall’idea che il Nun potesse venire in questa dimensione. Il Nun era stato fondamentale per la creazione, ma un suo eccesso avrebbe portato caos.”

“Il Mille e non più Mille può essere questo?” si preoccupò Melissa “Un esondare del Nun nel nostro mondo?”

“Sembra abbastanza apocalittico, in effetti.” convenne Eleine.

“Non abbiamo idea di se ciò sia realmente possibile e come.” ribatté Yahuda, poi fu folgorato da un pensiero e disse: “Forse è solo una coincidenza … Il punto da cui il Nun entra in questo mondo, è  la roccia in cui era confitta Excalibur … e Lancillotto ha recentemente preso la spada … se l’abbia  rubata perché potrebbe servire in un qualche rituale legato al Nun? … Quanto vorrei sbagliarmi.”

Galahad è al Lago … sperava di ottenere informazioni da Viviana.”

“Sperando che non sia lei ad aver architettato questa faccenda” si crucciò Yahuda “Dobbiamo andare, dobbiamo raggiungere la Roccia al più presto.”

“E Galahad?” domandò la Maga “Se non ci troverà qui …”

“Ci penserò io” la interruppe Eleine “Io resterò in Biblioteca e lo informerò, quando arriverà.”

Yahuda, Melissa, Amedeo e Matilde si affrettarono a radunare l’indispensabile per il viaggio e si misero in marcia.

 

Nel frattempo Galahad era ancora al Lago, riposava in quella che era la sua stanza, ogni volta che andava lì. Sentì bussare alla porta e poi entrò suo padre che andò a sedersi vicino a lui.

“Sono contento della tua scelta, figliolo.”

“Sembra la cosa giusta da fare.”

Sembra? Non sei convinto?”

“Lo sono … ma so anche che non sempre le mie scelte si rivelano sagge.”

“Ti capisco.”

“Davvero?”

“Sì, penso di sapere a quale scelta rimpiangi. Credimi, anche se in quel periodo eravamo lontani, so cos’è successo e ne ho sofferto anch’io, mi è dispiaciuto molto per te. Non devi fartene una colpa, Yahuda sa essere molto persuasivo … lo so bene … gli ho permesso di condizionarmi per molto tempo, prima di capire e scuotermi e fondare la Confraternita del Serpente, io penso che si debba aiutare la gente, fare attivamente qualcosa per migliorare le cose e non limitarmi a nascondere ciò che potrebbe essere pericoloso.”

“Sì, hai ragione. L’ignavia della Biblioteca non è una buona cosa. Sacrificano giovani nel combattere contro il male, per proteggere la gente … è giusto, sì, ma aspettano sempre che accada qualcosa, prima di intervenire, non pensano a prevenire le minacce, a cambiare le cose in questo mondo, a renderlo migliore; a salvarlo non solo dalle aspirazioni di qualcuno, ma anche dalla sua intrinseca follia.”

“Per fortuna non esiste solo la Biblioteca … esiste anche il Lago. Presto doneremo al mondo nuova energia, gli permetteremo di risvegliarsi dall’assopimento in cui è sprofondato. Da sei secoli non c’è altro che caos, perenne guerra, tutto muore, tutto ristagna: è ora che ci sia una rinascita o finiremo di marcire, imputridire e infine morire. Noi non vogliamo che il mondo muoia, vogliamo vivificarlo!”

“Ce la farete … Ce la faremo!”

“Sì, ormai è tutto pronto, presto inizieremo il rituale.”

“Vorrei che ci fosse anche Melissa; permettimi di andarla a cercare e portarla qui.”

“Non hai bisogno di chiedere il permesso, se vuoi farlo, vai. Tuttavia te lo sconsiglio, se vuoi essere presente al momento della cerimonia. Purtroppo non possiamo celebrarla in un momento qualsiasi, ma dobbiamo farlo nel momento stabilito: luna nuova al solstizio d’inverno. Accadrà tra due giorni, non faresti in tempo a trovare Melissa e raggiungerci.”

“In effetti, è vero …”

“Se almeno sapessimo dove si trovi con esattezza, potremmo usare la magia per raggiungerla e poi portarla qui, ma senza sapere nulla nemmeno Viviana può.”

“So che sarebbe andata da Morgana, poi forse alla Biblioteca.”

“Da Morgana? Perfetto. Se è riuscita a trovare la Fata, allora sarà stata informata di quel che stiamo preparando.”

“Morgana è coinvolta?”

“Sì, è una causa talmente nobile che è riuscita a mettere d’accordo sia Viviana che la Fata.”

“Incredibile! Sembra quasi un sogno che finalmente ci possa essere un’alleanza. Comunque, in cosa consiste esattamente il rituale dell’apertura del varco e dove lo avete scoperto?”

“Allargamento della porta, non apertura, mi raccomando, non dimenticare la differenza. In antichi rotoli di papiro che ho trovato in Biblioteca, quando la frequentavo. Non avevo idea di che cosa fossero, non ci capivo nulla, non erano scritti neppure coi geroglifici, ma in una lingua ancora più antica. Viviana li ha studiati molto a lungo prima di decifrarli e riuscire a comprenderli. Abbiamo lavorato a lungo per procurarci tutti quanti gli elementi necessari, prepararci al grande momento e aspettare il giorno giusto. Sai qual è una bella cosa? Non so se abbia un reale senso o sia solo una coincidenza, ma per me è una cosa che scalda il cuore e mi rassicura. Il fulcro della cerimonia sarà la roccia in cui era incastrata Excalibur e la spada stessa. Non è bello che il rinnovamento del mondo avvenga lì dove Artù ha dato origine a quel bel mondo, durato troppo poco? Le nostre origini, in fondo, sono lì. Penso che sia ben augurante.”

“Sì, in effetti è una bella coincidenza. È come se Artù abbia potuto fare quello che ha fatto grazie a un poco di quel potere che ora andremo a richiamare.”

“Esatto! Adesso ti spiego con precisione. La roccia è la serratura ed Excalibur la chiave. Bisogna reinserire la spada nella roccia per poter aprire, chiudere o fare modifiche. Le variazioni però  non le fa Excalibur, per quelle è necessario usare lo scettro di Seth.”

“Lo Uas, fonte di potenza? La Biblioteca non è mai riuscita a trovarlo.”

“Con l’aiuto del Lago l’ho recuperato. Lo userà Viviana durante la cerimonia. C’è un altro bastone che andrà usato: lo scettro di Anitya.”

“Mai sentito.”

“Ci credo, tu sei arrivato al massimo in Persia; Anitya è l’impermanenza nella tradizione dell’India.”

“Eh, sì, lo ammetto, quello è un mondo che ancora non ho affrontato … credo, però, che potrei andare a studiare quelle culture e i loro segreti, nei prossimi anni. Ad ogni modo, questo scettro a cosa serve?”

“A dissolvere alcuni vincoli che rischiano di imbrigliare e intrappolare il Nun. Se ne occuperà Morgana.”

“Io e te cosa faremo?”

“Proteggeremo la zona, faremo in modo che nessuno possa interrompere il rituale.”

“Molto bene, sono pronto.”

“Eh, non c’è fretta, rilassati fino a domani sera.”

Trascorse così il tempo, senza problemi.

Al tramonto del Sole del giorno successivo, Viviana usò un incantesimo per lasciare il Lago e portare con sé Lancillotto e Galahad fino a Londra, alla Roccia. Lì attesero qualche minuto e poi giunse anche Morgana.

“Vedo che non avete ancora cominciato, molto bene, allora stiamo veramente collaborando.” esordì la Fata, senza salutare.

“Non avremmo potuto iniziare nemmeno se avessimo voluto” replicò Viviana, con un falso sorriso “Dal momento che lo scettro di Anitya lo hai tu.”

“Che ci fa lui, qui?” domandò poi Morgana, aspramente, indicando Galahad.

“Ci aiuterà” rispose la Dama “Ho spiegato a mio nipote che cosa ci apprestavamo a fare e lui, da buon Del Lago qual è, ha deciso di prendere parte al progetto.”

“Dov’è Melissa?” domandò Galahad “Non è venuta da te?”

“Sì, voleva sapere cosa stava accadendo, ma io non gliene ho parlato, visto che credevo che la cosa dovesse rimanere segreta.”

“Pazienza” tagliò corto Viviana “Presto si accorgerà del cambiamento e non potrà che esserne contenta. Ora, cominciamo, se perdiamo il momento, dovremo aspettare ancora centoquarantatre anni, prima di poter riprovare.”

“Sì, d’accordo, procediamo.”

“Lancillotto, a te l’onore di reinserire la spada nella Roccia, poi tu e Galahad mettetevi in guardia.”

Lancillotto obbedì: prese Excalibur, si avvicinò alla roccia e la infilò. L’aria iniziò a crepitare, attraversata da piccoli e sottili fulmini blu.

Viviana sollevò lo scettro di Seth, iniziò a pronunciare una formula e presto andò in trance. Morgana aspettava il suo momento, stringendo lo scettro di Anitya.

Sembrava procedere tutto normalmente finché Lancillotto non si accorse di qualcuno che correva contro di lui. Non si scompose, non ebbe paura, estrasse la spada e si preparò a combattere.

L’assalitore era Matilde.

Il gruppo della Biblioteca era arrivato in tempo per intervenire. La Guardiana, vedendo Lancillotto, aveva provato rabbia e desiderio di vendetta, per questo si era slanciata contro di lui, senza aspettare gli altri, da sola.

Le fu fatale: Lancillotto la uccise con pochi fendenti.

Intanto anche Yahuda, Melissa e Amedeo erano arrivati sul posto. Accorgendosi che il tutto era già in atto, non ebbero bisogno di dirsi nulla per capire che dovevano intervenire e seguire l’istinto. L’obbiettivo era arrivare a Viviana e sapevano bene che per farlo avrebbero dovuto superare gli altri.

Melissa avrebbe voluto domandare a Galahad se fosse consapevole di a che cosa stava partecipando, ma sapeva anche di essere l’unica a poter fronteggiare Morgana, per cui si diresse verso di lei e subito ne nacque un duello di magia.

Amedeo, che era di origine nobile, era cresciuto con le armi, per cui non ebbe paura di prendere la spada e affrontare Lancillotto per vendicare l’amica.

Yahuda si mise di fronte a Galahad, ma nessuno dei due aveva intenzione di combattere.

Il primo Bibliotecario disse: “Ti trovo bene Galahad. Mi fa piacere vedere che ti è tornata la voglia di agire, è un buon segno … però non capisco la tua scelta di campo. Me la spiegheresti, per favore?”

“Portiamo nuova energia al mondo, lo vivifichiamo.”

“Col Nun? Certamente sarà nuova energia, sul vivificante, invece, ho qualche dubbio.”

“Perché?”

“Vedo che avete lo scettro di Anitya, ma non quello di Maya, quindi distruggerete le forme che contengono il Nun, ma non gliene darete di nuove … il che significa che avrete energia selvaggia, non contenuta, che imperverserà nel mondo, travolgendo tutto e tutti senza alcun controllo.”

“Cosa?!” Galahad si stupì.

“Se la vostra intenzione fosse solo fare entrare un po’ più di Nun di quel che filtra normalmente, si creerebbero difficoltà, perché la magia diverrebbe accessibile a più persone, ma almeno si manterrebbero le leggi naturali che governano il mondo. Se con la scettro di Anitya, invece, distruggete la Maat, annientate tali regole, l’energia non avrà più contenitori. Se aveste lo scettro di Maya, potreste dare nuove regole, ma visto che non lo avete …”

“Non ascoltarlo!” gridò Lancillotto che, ucciso Amedeo, si era avvicinato di soppiatto.

“La Dama del Lago ha commesso un errore di valutazione.” replicò Yahuda “Nella sua megalomane follia ha dato origine a un piano per riplasmare il mondo secondo il suo volere, senza assicurarsi tutti i mezzi per riuscirci.”

“È vero, padre? Era il riplasmare il mondo il vero obbiettivo?”

“Riplasmarlo, vivificarlo … l’importante è salvarlo. Fare qualcosa di concreto, lo hai detto anche tu!”

“Non giocando a fare gli dei!” esclamò Galahad, finalmente consapevole “Dobbiamo fermarla!”

“Figliolo, ascoltami, noi stiamo rifondando il mondo, lo stiamo salvando! Non ascoltare un vecchio timoroso del cambiamento, uno che ha sempre e solo avuto paura della magia. Scommetto che quello scettro di Maya se l’è inventato solo per confonderti le idee.”

“Melissa gli crede.”

“È stata ingannata anche lei. Se Morgana le avesse spiegato, sarebbe anche lei d’accordo: non permettere alla Biblioteca di sfruttarti ancora.”

“Padre, anch’io penso che le cose come stiano ora non siano buone, che serva cambiarle e agire, ma il Lago sta osando troppo. Basta davvero un piccolo errore e tutto il mondo, che vogliamo salvare, finirebbe distrutto. Io non voglio correre questo rischio.”

"Galahad: non aver paura. La paura è per i deboli e tu non lo sei."

"Lasciami passare... Avrei dovuto capirlo che, come al solito, stavate eccedendo. Continuo a fidarmi, perché ti voglio bene e vorrei che potessimo essere una famiglia normale, ma devo accettare il fatto che sia impossibile."

"Non è vero, figlio mio, possiamo esserlo! Abbiamo sempre potuto esserlo, solo che non lo abbiamo fatto, siamo stati lontani. Adesso, però, abbiamo un'occasione unica. Non c'è nulla che possa dividerci ancora."

"Tu non mi hai voluto, sono nato per errore e con l'inganno."

"Il suo inganno!" Lancillotto, iroso, additò Yahuda "Lui inganna sempre, mente per i suoi scopi, lui ti ha voluto creare come arma, io però ti ho accolto come figlio e ti voglio bene. Tu sei più simile a me che a lui."

"Lo so ... ma non posso permettere che la Dama del Lago porti a compimento questo rituale. Perdonami, ma io devo fermarla, anche a costo di mettermi contro di te."

"Posso rispettare la tua scelta, anche se non la ritengo libera, ma non posso permetterti di interrompere il rito."

Yahuda allora intervenne, si accostò a Galahad e con molta calma gli disse: "Se mi fai la cortesia di prestarmi la tua spada, lo trattengo io."

Padre e figlio lo guardarono basiti: non lo avevano mai visto combattere.

A quegli sguardi Yahuda replicò: "Che c'è di strano? Sono stato un Bibliotecario anch'io!"

Galahad gli cedette l'arma e andò verso la Roccia. Lancillotto tentò di trattenerlo, ma Yahuda si frappose e lo costrinse a combattere con lui.

Galahad lanciò un'occhiata a Melissa, preoccupato per lei: Morgana era in vantaggio, grazie allo scettro di Anitya, ma la Maga resisteva.

L'uomo si disse che doveva sbrigarsi, sebbene non sapesse a far cosa. Viviana era ancora in trance e non si accorgeva di quanto accadeva attorno a lei.

Galahad ragionò velocemente: Excalibur era una chiave per aprire e chiudere il passaggio, quindi se fosse riuscito a chiudere il passaggio, probabilmente il rituale si sarebbe interrotto. Come funzionava la serratura? Non ne aveva idea.

Nel dubbio e dovendo fare qualcosa, afferrò l’elsa di Excalibur; sentì il Nun attraversarlo, era un’energia che lo faceva sentire potente, pensò che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa: far germogliare piante con lo schiocco delle dita, far precipitare le stelle con un cenno del capo, farsi obbedire dagli animali … dagli uomini … cambiare il corso degli eventi, anche quelli passati, poiché tempo e spazio si mescolavano e sovrapponevano dentro di lui e nell’infinito Nun.

Quante cose avrebbe potuto compiere? Ora capiva perché Viviana era così attratta da quel potere.

No!

Non poteva lasciarsi tentare. Doveva chiudere quel varco.

Chiuditi, chiuditi … CHIUDITI!!!

Il portale obbedì. Galahad sentì il flusso del Nun interrompersi; non scomparve l’energia già presente nel mondo, semplicemente smise di giungerne altra.

Appena il varco fu chiuso, la spada si sfilò dalla Roccia da sola, mentre Melissa, Morgana e Viviana caddero a terra, svenute.

“Cos’è successo?!” esclamò Lancillotto, sconvolto.

“Ho chiuso il portale.”

“Sei pazzo?!”

“Lo riaprirò, appena sarò sicuro che voi non potrete più abusarne. Il che probabilmente sarà tra qualche ora.”

“No” intervenne Yahuda “Non dovrà più essere riaperto.”

“Cosa?” esclamarono padre e figlio all’unisono.

“Il mondo si accontenterà della magia che già contiene. D’ora in avanti, non bisognerà più attingere al Nun; chi vorrà praticare magia dovrà riuscire a concentrare l’energia necessaria, prendendola da quella dispersa nell’etere. La magia sarà una energia più o meno potente in base alla sua intensità e alla capacità del praticante di concentrarla tramite un focus.”

“Non parlare di magia, tu che non sei in grado di conoscerla realmente!” lo ammonì Lancillotto, con disprezzo.

“Che cos’è accaduto a Melissa e alle altre?” si preoccupò Galahad.

“L’uso della magia le teneva sempre in contatto con il Nun e hanno sentito troppo forte l’interruzione del flusso; non temere, si riprenderà presto. Su, prendi Excalibur e i due scettri, il loro posto è nella Biblioteca.” si voltò verso Lancillotto e aggiunse: “Se hai qualcosa in contrario, non hai che da sfidarmi.”

Lancillotto scosse il capo: sapeva che quello non era il momento adatto, che avrebbe dovuto aspettare.

Galahad recuperò i due scettri, la spada gli volteggiava accanto; li consegnò a Yahuda, poi sollevò Melissa tra le proprie braccia e disse: “Andiamo, la Biblioteca ci aspetta.”

 

 

Nota d’Autrice

 

Ciao a tutte e a tutti!

Scusate la lunga attesa, ma ovviamente l’ispirazione viene quando devo studiare, non quando sono in vacanza -___-“ XD

Vi chiedo perdono.

Questo capitolo è stato l’ultimo.

Forse ci sarà in futuro una fan fiction sequel, ma voglio aspettare di vedere alcune cose nella terza stagione.

Spero di non avervi annoiati e che siate soddisfatti.

GRAZIE MILLE!!!

   
 
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