Melissa
giunse davanti alla Biblioteca. In quel periodo si trovava in Francia, a Codalet, presso l’abbazia benedettina di Saint-Michel di Cuxa. La Maga era stata lì molte volte in passato: dopo che
Lancillotto aveva tradito e distrutto la Biblioteca circa duecento anni prima [NdA vedi capitolo 11], Yahuda
aveva spostato continuamente la sede della Biblioteca, anche perché gli erano
rimasti pochi libri e manufatti, fino all’879, anno in cui si accordò con
l’abate Protasio per collocare il nuovo ingresso
della Biblioteca in una nuova abbazia benedettina, con amanuensi e copisti
molto attivi.
Yahuda aveva sempre
mantenuto quest’alleanza con gli abati successivi. Galahad
e Melissa avevano trascorso lì diversi decenni, a inizio secolo, prima del
lutto che li aveva spinti a prendersi quella lunga pausa che li aveva isolati
dal mondo della magia. Era da quei tempi che la Maga non tornava lì, chissà se
era cambiato qualcosa, chissà come l’avrebbero accolta; fece un respiro
profondo e bussò.
Un
giovanissimo frate novizio aprì la porta e si stupì di vedere una donna da
sola. Melissa non ci fece caso e, gentile ma sbrigativa, comunicò che voleva
vedere l’Abate. Fu accontentata; a quest’ultimo disse di essere venuta in cerca
di Yahuda. L’Abate rimase un poco perplesso: non
aveva mai visto quella donna e non c’erano mai visitatori od ospiti per la
Biblioteca, quindi le disse di attendere. Poco dopo la raggiunsero due giovani
sui venti anni, maschio e femmina, avevano un atteggiamento piuttosto sicuro e
scrutavano la Maga con sospetto. La donna non si fece certo intimidire e capì
che probabilmente si trovava davanti al Bibliotecario e alla sua Guardiana, o
alla Bibliotecaria e il suo Guardiano, in realtà non le interessava più di
tanto.
“Buonasera”
esordì l’uomo, rimanendo fermo in piedi, a quattro metri di distanza “Con chi
abbiamo il piacere di parlare?”
“L’Abate
non mi ha annunciata? Sono Melissa.”
L’altra
donna aveva in mano uno strano oggetto circolare in metallo e pietre dure, lo
stava osservando; alzò lo sguardo e disse rivolta all’uomo: “Pratica magia.”
“Non
è certo una novità.” ribatté la Maga, un po’ seccata per quella diffidenza.
“Di
questi tempi non è certo una buona referenza.” ribatté l’uomo, facendosi ancor
più sospettoso.
“Senti,
ragazzino, il tuo zelo è encomiabile, Yahuda sa
perfettamente chi sono, per cui ditegli che sono qui e ho urgenza.”
“Non
c’è in questo momento.”
Melissa
si preoccupò e chiese: “Eleine invece?”
“Sono
andati via insieme.”
“Da
quanto mancano?”
“Perché
ti interessa?”
“Perché
potrebbe essere in pericolo, razza di idiota!”
L’altra
donna intervenne: “Lo dici perché tu centri con il pericolo?”
“Ascoltate!”
si spazientì Melissa “Suppongo che anche voi vi stiate preoccupando per questo Mille e non più Mille, ho un indizio
circa cosa potrebbe essere e mi serve la conoscenza della Biblioteca per
capire. Ora, fatemi entrare con le buone maniere, perché se, come mi è sembrato
di capire, Morgana è coinvolta in questa storia, allora non possiamo perdere
nemmeno un minuto!”
“Morgana
la Fata?” chiese l’uomo perplesso.
“Ne
conosci altre che possano essere una minaccia per l’umanità?”
I
due lavoratori della Biblioteca si scambiarono qualche occhiata.
“Ci
fidiamo, Matilde?”
“Non
lo so, Amedeo, non ci ha dato nessun segno che ci possa far credere che non
stia mentendo.”
“Volete
forse che vi dia una dimostrazione di magia, così capirete che se avessi avuto
cattive intenzioni, sarei semplicemente entrata e non starei qui a chiedervi
educatamente il permesso?”
“Ho
un’idea” disse Matilde “Dicci come sai della Biblioteca e che si trova qui.”
Melissa
sbuffò fra sé e sé: “Peggio di quando sono arrivata la prima volta e han faatto entrare solo Galahad,
lasciandomi fuori ad aspettare.”
“Cos’hai
detto?” domandò Amedeo, che aveva sentito in parte il borbottio “Hai detto Galahad?!”
“Sì.
A quanto pare vi hanno parlato solo di lui.”
“Ma
allora tu sei quella Melissa! Ci hanno raccontato anche di te, solo che non
pensavamo fossi tu.”
Matilde
aggiunse: “C’era stato detto che eravate scomparsi dell’ambiente, per cui non
credevamo che … scusaci.”
“Acqua
passata, capisco che ci sia la sicurezza da salvaguardare” tagliò corto la Maga
“Adesso, però, affrettiamoci.”
“Sì,
per di qua.” le indicò la strada Amedeo.
Melissa
lo precedette, sapendo perfettamente dove andare. Giunsero davanti ad un arazzo
su cui era rappresentata una sfinge che pose loro un enigma che Amedeo risolse
in un lampo; il telo si scostò da solo e rivelò una porta che permetteva di
accedere a un corridoio lunghissimo che portava alla Biblioteca; le pareti del
corridoio erano adornate coi ritratti dei Bibliotecari, Melissa ne riconobbe un
buon numero e, arrivata quasi in fondo, si soffermò davanti a un quadro in cui
era dipinto un giovane sui trenta anni che in una mano stringeva una spada,
nell’altra un globo. La Maga rimase immobile ad osservarlo e i suoi occhi
divennero lucidi per qualche lacrima che non usciva.
“Che
cosa dobbiamo cercare, esattamente?” domandò Amedeo, che l’aveva sorpassata,
scuotendola dai suoi ricordi.
“Religione
egizia, il Nun.”
“Il
Nun? Non credo ci siano testi che ne parlino, se ne
fa a malapena un cenno nei miti della creazione.”
“Sì,
questo è quello che so anch’io, ma auspico che la Biblioteca possa contenere
qualcosa in più, anche senza la collezione originaria.”
“Collezione
originaria?” ripeté Matilde, confusa.
“Sì,
la Biblioteca è stata distrutta duecento anni fa, non ve lo hanno detto?” la
Maga si guardò attorno e chiese: “Dov’è Excalibur? Di solito mi saluta …”
“Excalibur
non è più qui.” rispose Matilde.
“Avevamo
Excalibur?!” esclamò Amedeo, sorpreso.
“Da
quanto fai il Bibliotecario?” chiese Melissa.
“Neanche
due anni …”
“Tu,
invece, sei la sua Guardiana, giusto? Da quanto lavori per la Biblioteca?”
“Sei
anni.”
“Sai
perché Excalibur non sia qui?”
“Sì.
Umberto, il Bibliotecario prima di lui, la stava usando durante una missione …
non ci eravamo accorti da subito che stavamo affrontando la Confraternita del Serpente; eravamo
circondati, non pensavamo ci sarebbero stati avversari più avanti, io rimasi
indietro per fermare i soldati che ci circondavano, Umberto è andato oltre per
portare a termine la missione e si è trovato davanti a Lancillotto che lo ha
ucciso e gli ha tolto Excalibur. Io non capisco ancora come ho fatto a
salvarmi.”
“Pazienza,
adesso torniamo a concentrarci sulla minaccia attuale.” intervenne Amedeo, non
volendo che la sua Guardiana continuasse ad intristirsi “Di testi egizi ce ne
sono parecchi, quindi avremo molto da fare.”
“Forse
Yahuda saprebbe già quale minaccia possa comportare
il Nun …” ragionò Melissa “Non c’è modo di contattarlo?”
“Sperando
che non sia andato lontano …” disse il Bibliotecario “Matilde, prova a fare una
perlustrazione nei dintorni e se trovi lui od Eleine,
avvertili.”
La
Guardiana uscì e gli altri due cominciarono a leggere papiri. Dopo circa un’ora,
rientrarono Yahuda, Eleine
e Matilde.
“Melissa,
è bello rivederti qui” la salutò Yahuda “Anche se le circostanze
non sono certo felici. Dov’è Galahad?”
“Sta
indagando sul Mille e non più Mille
per altre strade … spero non abbia incontrato guai … teoricamente dovrebbe
raggiungerci qui. Tu sai qualcosa sul Nun?”
“Sì,
Matilde mi ha detto che stai cercando informazioni al riguardo. So bene cosa
sia, ma non so di alcun rituale legato ad esso, se è mai esistito, se n’è persa
consapevolezza molti secoli prima ch’io nascessi e se ne era rimasta notizia,
probabilmente era in quei papiri che avevo preso nella camera sotto la Sfinge,
ma che sono andati persi durante la distruzione della prima Biblioteca.”
“Dicci
tutto quello che sai, comunque!”
“Non
c’è molto da dire, il Nun è una fonte inesauribile di
potere magico. La volontà o le emozioni lo richiamano da un altro mondo a
questo: attraversa un passaggio e corre lungo le ley-line
per raggiungere i maghi che lo invocano, oppure le creature fatate che ricevono
energia vitale da esso.”
“Non
sembra una cosa negativa nemmeno detto così.” rifletté Melissa.
Amedeo
esclamò: “Forse ho trovato qualcosa!” stava ancora consultando i papiri “Qui c’è
un’invocazione a Horo, Ra e Khnum
in cui li si prega di conservare la Maat e non
permettere al Nun di entrare nel mondo.”
Yahuda annuì e disse: “Adesso
che ci penso, gli egizi erano abbastanza terrorizzati dall’idea che il Nun potesse venire in questa dimensione. Il Nun era stato fondamentale per la creazione, ma un suo
eccesso avrebbe portato caos.”
“Il
Mille e non più Mille può essere
questo?” si preoccupò Melissa “Un esondare del Nun nel nostro mondo?”
“Sembra
abbastanza apocalittico, in effetti.” convenne Eleine.
“Non
abbiamo idea di se ciò sia realmente possibile e come.” ribatté Yahuda, poi fu folgorato da un pensiero e disse: “Forse è
solo una coincidenza … Il punto da cui il Nun entra
in questo mondo, è la roccia in cui era
confitta Excalibur … e Lancillotto ha recentemente preso la spada … se l’abbia rubata perché potrebbe servire in un qualche
rituale legato al Nun? … Quanto vorrei sbagliarmi.”
“Galahad è al Lago … sperava di ottenere informazioni da
Viviana.”
“Sperando
che non sia lei ad aver architettato questa faccenda” si crucciò Yahuda “Dobbiamo andare, dobbiamo raggiungere la Roccia al
più presto.”
“E
Galahad?” domandò la Maga “Se non ci troverà qui …”
“Ci
penserò io” la interruppe Eleine “Io resterò in
Biblioteca e lo informerò, quando arriverà.”
Yahuda, Melissa,
Amedeo e Matilde si affrettarono a radunare l’indispensabile per il viaggio e
si misero in marcia.
Nel
frattempo Galahad era ancora al Lago, riposava in
quella che era la sua stanza, ogni volta che andava lì. Sentì bussare alla
porta e poi entrò suo padre che andò a sedersi vicino a lui.
“Sono
contento della tua scelta, figliolo.”
“Sembra
la cosa giusta da fare.”
“Sembra? Non sei convinto?”
“Lo
sono … ma so anche che non sempre le mie scelte si rivelano sagge.”
“Ti
capisco.”
“Davvero?”
“Sì,
penso di sapere a quale scelta rimpiangi. Credimi, anche se in quel periodo
eravamo lontani, so cos’è successo e ne ho sofferto anch’io, mi è dispiaciuto
molto per te. Non devi fartene una colpa, Yahuda sa
essere molto persuasivo … lo so bene … gli ho permesso di condizionarmi per
molto tempo, prima di capire e scuotermi e fondare la Confraternita del Serpente, io penso che si debba aiutare la gente,
fare attivamente qualcosa per migliorare le cose e non limitarmi a nascondere
ciò che potrebbe essere pericoloso.”
“Sì,
hai ragione. L’ignavia della Biblioteca non è una buona cosa. Sacrificano giovani
nel combattere contro il male, per proteggere la gente … è giusto, sì, ma
aspettano sempre che accada qualcosa, prima di intervenire, non pensano a
prevenire le minacce, a cambiare le cose in questo mondo, a renderlo migliore;
a salvarlo non solo dalle aspirazioni di qualcuno, ma anche dalla sua
intrinseca follia.”
“Per
fortuna non esiste solo la Biblioteca … esiste anche il Lago. Presto doneremo
al mondo nuova energia, gli permetteremo di risvegliarsi dall’assopimento in
cui è sprofondato. Da sei secoli non c’è altro che caos, perenne guerra, tutto
muore, tutto ristagna: è ora che ci sia una rinascita o finiremo di marcire,
imputridire e infine morire. Noi non vogliamo che il mondo muoia, vogliamo
vivificarlo!”
“Ce
la farete … Ce la faremo!”
“Sì,
ormai è tutto pronto, presto inizieremo il rituale.”
“Vorrei
che ci fosse anche Melissa; permettimi di andarla a cercare e portarla qui.”
“Non
hai bisogno di chiedere il permesso, se vuoi farlo, vai. Tuttavia te lo
sconsiglio, se vuoi essere presente al momento della cerimonia. Purtroppo non
possiamo celebrarla in un momento qualsiasi, ma dobbiamo farlo nel momento
stabilito: luna nuova al solstizio d’inverno. Accadrà tra due giorni, non
faresti in tempo a trovare Melissa e raggiungerci.”
“In
effetti, è vero …”
“Se
almeno sapessimo dove si trovi con esattezza, potremmo usare la magia per
raggiungerla e poi portarla qui, ma senza sapere nulla nemmeno Viviana può.”
“So
che sarebbe andata da Morgana, poi forse alla Biblioteca.”
“Da
Morgana? Perfetto. Se è riuscita a trovare la Fata, allora sarà stata informata
di quel che stiamo preparando.”
“Morgana
è coinvolta?”
“Sì,
è una causa talmente nobile che è riuscita a mettere d’accordo sia Viviana che
la Fata.”
“Incredibile!
Sembra quasi un sogno che finalmente ci possa essere un’alleanza. Comunque, in
cosa consiste esattamente il rituale dell’apertura del varco e dove lo avete scoperto?”
“Allargamento
della porta, non apertura, mi raccomando, non dimenticare la differenza. In
antichi rotoli di papiro che ho trovato in Biblioteca, quando la frequentavo. Non
avevo idea di che cosa fossero, non ci capivo nulla, non erano scritti neppure
coi geroglifici, ma in una lingua ancora più antica. Viviana li ha studiati molto
a lungo prima di decifrarli e riuscire a comprenderli. Abbiamo lavorato a lungo
per procurarci tutti quanti gli elementi necessari, prepararci al grande
momento e aspettare il giorno giusto. Sai qual è una bella cosa? Non so se
abbia un reale senso o sia solo una coincidenza, ma per me è una cosa che scalda
il cuore e mi rassicura. Il fulcro della cerimonia sarà la roccia in cui era
incastrata Excalibur e la spada stessa. Non è bello che il rinnovamento del
mondo avvenga lì dove Artù ha dato origine a quel bel mondo, durato troppo
poco? Le nostre origini, in fondo, sono lì. Penso che sia ben augurante.”
“Sì,
in effetti è una bella coincidenza. È come se Artù abbia potuto fare quello che
ha fatto grazie a un poco di quel potere che ora andremo a richiamare.”
“Esatto!
Adesso ti spiego con precisione. La roccia è la serratura ed Excalibur la
chiave. Bisogna reinserire la spada nella roccia per poter aprire, chiudere o
fare modifiche. Le variazioni però non
le fa Excalibur, per quelle è necessario usare lo scettro di Seth.”
“Lo
Uas, fonte di potenza? La Biblioteca non è mai
riuscita a trovarlo.”
“Con
l’aiuto del Lago l’ho recuperato. Lo userà Viviana durante la cerimonia. C’è un
altro bastone che andrà usato: lo scettro di Anitya.”
“Mai
sentito.”
“Ci
credo, tu sei arrivato al massimo in Persia; Anitya è l’impermanenza nella tradizione dell’India.”
“Eh,
sì, lo ammetto, quello è un mondo che ancora non ho affrontato … credo, però,
che potrei andare a studiare quelle culture e i loro segreti, nei prossimi
anni. Ad ogni modo, questo scettro a cosa serve?”
“A
dissolvere alcuni vincoli che rischiano di imbrigliare e intrappolare il Nun. Se ne occuperà Morgana.”
“Io
e te cosa faremo?”
“Proteggeremo
la zona, faremo in modo che nessuno possa interrompere il rituale.”
“Molto
bene, sono pronto.”
“Eh,
non c’è fretta, rilassati fino a domani sera.”
Trascorse
così il tempo, senza problemi.
Al
tramonto del Sole del giorno successivo, Viviana usò un incantesimo per
lasciare il Lago e portare con sé Lancillotto e Galahad
fino a Londra, alla Roccia. Lì attesero qualche minuto e poi giunse anche
Morgana.
“Vedo
che non avete ancora cominciato, molto bene, allora stiamo veramente
collaborando.” esordì la Fata, senza salutare.
“Non
avremmo potuto iniziare nemmeno se avessimo voluto” replicò Viviana, con un
falso sorriso “Dal momento che lo scettro di Anitya
lo hai tu.”
“Che
ci fa lui, qui?” domandò poi Morgana, aspramente, indicando Galahad.
“Ci
aiuterà” rispose la Dama “Ho spiegato a mio nipote che cosa ci apprestavamo a
fare e lui, da buon Del Lago qual è, ha deciso di prendere parte al progetto.”
“Dov’è
Melissa?” domandò Galahad “Non è venuta da te?”
“Sì,
voleva sapere cosa stava accadendo, ma io non gliene ho parlato, visto che
credevo che la cosa dovesse rimanere segreta.”
“Pazienza”
tagliò corto Viviana “Presto si accorgerà del cambiamento e non potrà che
esserne contenta. Ora, cominciamo, se perdiamo il momento, dovremo aspettare
ancora centoquarantatre anni, prima di poter riprovare.”
“Sì,
d’accordo, procediamo.”
“Lancillotto,
a te l’onore di reinserire la spada nella Roccia, poi tu e Galahad
mettetevi in guardia.”
Lancillotto
obbedì: prese Excalibur, si avvicinò alla roccia e la infilò. L’aria iniziò a
crepitare, attraversata da piccoli e sottili fulmini blu.
Viviana
sollevò lo scettro di Seth, iniziò a pronunciare una formula e presto andò in
trance. Morgana aspettava il suo momento, stringendo lo scettro di Anitya.
Sembrava
procedere tutto normalmente finché Lancillotto non si accorse di qualcuno che
correva contro di lui. Non si scompose, non ebbe paura, estrasse la spada e si
preparò a combattere.
L’assalitore
era Matilde.
Il
gruppo della Biblioteca era arrivato in tempo per intervenire. La Guardiana,
vedendo Lancillotto, aveva provato rabbia e desiderio di vendetta, per questo
si era slanciata contro di lui, senza aspettare gli altri, da sola.
Le
fu fatale: Lancillotto la uccise con pochi fendenti.
Intanto
anche Yahuda, Melissa e Amedeo erano arrivati sul
posto. Accorgendosi che il tutto era già in atto, non ebbero bisogno di dirsi
nulla per capire che dovevano intervenire e seguire l’istinto. L’obbiettivo era
arrivare a Viviana e sapevano bene che per farlo avrebbero dovuto superare gli
altri.
Melissa
avrebbe voluto domandare a Galahad se fosse
consapevole di a che cosa stava partecipando, ma sapeva anche di essere l’unica
a poter fronteggiare Morgana, per cui si diresse verso di lei e subito ne
nacque un duello di magia.
Amedeo,
che era di origine nobile, era cresciuto con le armi, per cui non ebbe paura di
prendere la spada e affrontare Lancillotto per vendicare l’amica.
Yahuda si mise di
fronte a Galahad, ma nessuno dei due aveva intenzione
di combattere.
Il
primo Bibliotecario disse: “Ti trovo bene Galahad. Mi
fa piacere vedere che ti è tornata la voglia di agire, è un buon segno … però
non capisco la tua scelta di campo. Me la spiegheresti, per favore?”
“Portiamo
nuova energia al mondo, lo vivifichiamo.”
“Col
Nun? Certamente sarà nuova energia, sul vivificante,
invece, ho qualche dubbio.”
“Perché?”
“Vedo
che avete lo scettro di Anitya, ma non quello di
Maya, quindi distruggerete le forme che contengono il Nun,
ma non gliene darete di nuove … il che significa che avrete energia selvaggia,
non contenuta, che imperverserà nel mondo, travolgendo tutto e tutti senza
alcun controllo.”
“Cosa?!”
Galahad si stupì.
“Se
la vostra intenzione fosse solo fare entrare un po’ più di Nun
di quel che filtra normalmente, si creerebbero difficoltà, perché la magia
diverrebbe accessibile a più persone, ma almeno si manterrebbero le leggi
naturali che governano il mondo. Se con la scettro di Anitya,
invece, distruggete la Maat, annientate tali regole,
l’energia non avrà più contenitori. Se aveste lo scettro di Maya, potreste dare
nuove regole, ma visto che non lo avete …”
“Non
ascoltarlo!” gridò Lancillotto che, ucciso Amedeo, si era avvicinato di
soppiatto.
“La
Dama del Lago ha commesso un errore di valutazione.” replicò Yahuda “Nella sua megalomane follia ha dato origine a un
piano per riplasmare il mondo secondo il suo volere, senza assicurarsi tutti i
mezzi per riuscirci.”
“È
vero, padre? Era il riplasmare il mondo il vero obbiettivo?”
“Riplasmarlo,
vivificarlo … l’importante è salvarlo. Fare qualcosa di concreto, lo hai detto
anche tu!”
“Non
giocando a fare gli dei!” esclamò Galahad, finalmente
consapevole “Dobbiamo fermarla!”
“Figliolo,
ascoltami, noi stiamo rifondando il mondo, lo stiamo salvando! Non ascoltare un
vecchio timoroso del cambiamento, uno che ha sempre e solo avuto paura della
magia. Scommetto che quello scettro di Maya se l’è inventato solo per
confonderti le idee.”
“Melissa
gli crede.”
“È
stata ingannata anche lei. Se Morgana le avesse spiegato, sarebbe anche lei d’accordo:
non permettere alla Biblioteca di sfruttarti ancora.”
“Padre,
anch’io penso che le cose come stiano ora non siano buone, che serva cambiarle
e agire, ma il Lago sta osando troppo. Basta davvero un piccolo errore e tutto
il mondo, che vogliamo salvare, finirebbe distrutto. Io non voglio correre
questo rischio.”
"Galahad: non aver paura. La paura è per i deboli e tu non
lo sei."
"Lasciami
passare... Avrei dovuto capirlo che, come al solito, stavate eccedendo.
Continuo a fidarmi, perché ti voglio bene e vorrei che potessimo essere una
famiglia normale, ma devo accettare il fatto che sia impossibile."
"Non
è vero, figlio mio, possiamo esserlo! Abbiamo sempre potuto esserlo, solo che
non lo abbiamo fatto, siamo stati lontani. Adesso, però, abbiamo un'occasione
unica. Non c'è nulla che possa dividerci ancora."
"Tu
non mi hai voluto, sono nato per errore e con l'inganno."
"Il
suo inganno!" Lancillotto, iroso, additò Yahuda
"Lui inganna sempre, mente per i suoi scopi, lui ti ha voluto creare come
arma, io però ti ho accolto come figlio e ti voglio bene. Tu sei più simile a
me che a lui."
"Lo
so ... ma non posso permettere che la Dama del Lago porti a compimento questo
rituale. Perdonami, ma io devo fermarla, anche a costo di mettermi contro di
te."
"Posso
rispettare la tua scelta, anche se non la ritengo libera, ma non posso permetterti
di interrompere il rito."
Yahuda allora
intervenne, si accostò a Galahad e con molta calma
gli disse: "Se mi fai la cortesia di prestarmi la tua spada, lo trattengo
io."
Padre
e figlio lo guardarono basiti: non lo avevano mai visto combattere.
A
quegli sguardi Yahuda replicò: "Che c'è di
strano? Sono stato un Bibliotecario anch'io!"
Galahad gli cedette
l'arma e andò verso la Roccia. Lancillotto tentò di trattenerlo, ma Yahuda si frappose e lo costrinse a combattere con lui.
Galahad lanciò un'occhiata
a Melissa, preoccupato per lei: Morgana era in vantaggio, grazie allo scettro di
Anitya, ma la Maga resisteva.
L'uomo
si disse che doveva sbrigarsi, sebbene non sapesse a far cosa. Viviana era
ancora in trance e non si accorgeva di quanto accadeva attorno a lei.
Galahad ragionò
velocemente: Excalibur era una chiave per aprire e chiudere il passaggio,
quindi se fosse riuscito a chiudere il passaggio, probabilmente il rituale si
sarebbe interrotto. Come funzionava la serratura? Non ne aveva idea.
Nel
dubbio e dovendo fare qualcosa, afferrò l’elsa di Excalibur; sentì il Nun attraversarlo, era un’energia che lo faceva sentire
potente, pensò che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa: far germogliare piante
con lo schiocco delle dita, far precipitare le stelle con un cenno del capo,
farsi obbedire dagli animali … dagli uomini … cambiare il corso degli eventi,
anche quelli passati, poiché tempo e spazio si mescolavano e sovrapponevano
dentro di lui e nell’infinito Nun.
Quante
cose avrebbe potuto compiere? Ora capiva perché Viviana era così attratta da
quel potere.
No!
Non
poteva lasciarsi tentare. Doveva chiudere quel varco.
Chiuditi,
chiuditi … CHIUDITI!!!
Il
portale obbedì. Galahad sentì il flusso del Nun interrompersi; non scomparve l’energia già presente nel
mondo, semplicemente smise di giungerne altra.
Appena
il varco fu chiuso, la spada si sfilò dalla Roccia da sola, mentre Melissa,
Morgana e Viviana caddero a terra, svenute.
“Cos’è
successo?!” esclamò Lancillotto, sconvolto.
“Ho
chiuso il portale.”
“Sei
pazzo?!”
“Lo
riaprirò, appena sarò sicuro che voi non potrete più abusarne. Il che
probabilmente sarà tra qualche ora.”
“No”
intervenne Yahuda “Non dovrà più essere riaperto.”
“Cosa?”
esclamarono padre e figlio all’unisono.
“Il
mondo si accontenterà della magia che già contiene. D’ora in avanti, non bisognerà
più attingere al Nun; chi vorrà praticare magia dovrà
riuscire a concentrare l’energia necessaria, prendendola da quella dispersa
nell’etere. La magia sarà una energia più o meno potente in base alla sua
intensità e alla capacità del praticante di concentrarla tramite un focus.”
“Non
parlare di magia, tu che non sei in grado di conoscerla realmente!” lo ammonì
Lancillotto, con disprezzo.
“Che
cos’è accaduto a Melissa e alle altre?” si preoccupò Galahad.
“L’uso
della magia le teneva sempre in contatto con il Nun e
hanno sentito troppo forte l’interruzione del flusso; non temere, si riprenderà
presto. Su, prendi Excalibur e i due scettri, il loro posto è nella Biblioteca.”
si voltò verso Lancillotto e aggiunse: “Se hai qualcosa in contrario, non hai
che da sfidarmi.”
Lancillotto
scosse il capo: sapeva che quello non era il momento adatto, che avrebbe dovuto
aspettare.
Galahad recuperò i due
scettri, la spada gli volteggiava accanto; li consegnò a Yahuda,
poi sollevò Melissa tra le proprie braccia e disse: “Andiamo, la Biblioteca ci
aspetta.”
Nota d’Autrice
Ciao a tutte e a tutti!
Scusate la lunga attesa, ma ovviamente
l’ispirazione viene quando devo studiare, non quando sono in vacanza -___-“ XD
Vi chiedo perdono.
Questo capitolo è stato l’ultimo.
Forse ci sarà in futuro una fan fiction
sequel, ma voglio aspettare di vedere alcune cose nella terza stagione.
Spero di non avervi annoiati e che
siate soddisfatti.
GRAZIE MILLE!!!