Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |       
Autore: Micchan018    13/10/2016    0 recensioni
Quando la tua vita è stata segnata dall'abbandono fin dai tuoi primi anni, ci fai l'abitudine. Impari ad essere forte e ad andare avanti, a sopravvivere da sola.
Non è così per Kristine. Dopo aver visto suo padre sparire nel nulla quando era solo una bambina, l'abbandono dell'unico ragazzo che abbia mai amato è il colpo di grazia, quello che la convince che non riuscirà mai più ad alzarsi. Sua sorella gemella, l'unica persona che è sempre stata presente nella sua vita, le ripete che deve lottare e imparare a essere forte; ma lei non ascolta. E' chiusa nel suo dolore, sola e piena di ferite che non sa come curare. Quello che non sa però è che nelle parole di sua sorella c'è molta più verità di quanto pensi: quando scopre di essere incinta proprio della persona che l'ha abbandonata, Kristine si rende conto che è ora di mettere da parte il proprio dolore e il senso di abbandono e di ricominciare a camminare con le sue gambe.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Faceva freddo, quel giorno. Tanto freddo. Me lo ricordo come se fosse ieri, avevo quattordici anni, e i capelli castano chiaro. Stavo seduta su una panchina in stazione, tentando con tutte le forze di non congelarmi, aspettando che il regionale delle 15:25 arrivasse portandosi dietro lui. Conosciuto in chat, aveva tre anni più di me. Non l'avevo mai visto se non in fotografia, e avevo paura. A peggiorare il mio nervosismo, c'era il fatto che il treno non accennasse ad arrivare.

-Psss, Kris!- una testa castana, identica alla mia, sbucò fuori da dietro la porta della stazione –allora, arriva o no il tuo principe?

-Taci Kate.

-Vorrei farlo- disse con un sorriso, sedendosi accanto a me –ma è in ritardo di trentacinque minuti, e Conan ed io ci stiamo stancando.

-Dubito che il cane si stia stancando, Katherine, perché è sempre chiuso in casa; e se non hai voglia di stare qui puoi tornartene a casa.

-E lasciarti qui da sola con quello sconosciuto! Mai! Sei la mia unica gemella, non posso permettere che ti accada qualcosa.

Mi guardò divertita. Era come guardarsi allo specchio. Aveva il mio stesso viso, lo stesso taglio e colore di capelli, gli stessi occhi color ghiaccio, eravamo vestite uguale, truccate uguale. Era divertente. Andavamo in giro e la gente non capiva se ero una o eravamo due. Non capiva chi fosse Kristine e chi Katherine. Spesso mi salutavano dicendo "Ehi, Kate!" Da quanto tempo!" ed io puntualmente rispondevo "Sono Kris, non Kate" e l'altro, ignaro dell' esistenza della sosia di Kate, rimaneva a bocca aperta. Già, perché andavamo in scuole diverse, e in molti non lo sapevano. Non sapevano che c'erano due Kris, o due Kate. Kristine e Katherine Wilson, gemelle identiche. 

In quel momento, mentre pensavo a quanto fosse divertente confondere le comari del paesino,  annunciarono l'arrivo del treno; e pochi secondi dopo, quello comparve davanti a noi, rallentando con un cigolio assordante, fino a fermarsi. 

-Kate, seguimi.

Mi alzai, e cominciai a cercarlo, con l' altra me alle calcagna. 

Lo vidi di colpo, scendeva dal primo vagone. Non mi ci volle molto a riconoscerlo. Lui si voltò, mi vide, e sorrise. Sentii il cuore tuffarsi chissà dove.

Andato, pensai, il cuore è andato.

Venne verso di me, si fermò, e mi sorrise.

-Ciao Kristine.

Per un attimo mi persi. Mi persi nella profondità della sua voce, nella sua bellezza, nel mare dei suoi occhi verdi, e nello splendore dei suoi capelli castani. Rimasi incantata dal suo viso, perfetto. Sembrava uscito da un film.

Mi ci volle un attimo, naufragata in quel mare di perfezione, a rendermi conto di un piccolo particolare. 

-Ehi!- esclamò Kate al posto mio –sono io Kristine.

-No, non lo sei- disse lui sorridendo –Kristine è lei- e m'indicò.

Rimasi sorpresa. Katherine era assolutamente identica a me. 

-Ma come...come l'hai capito?- chiesi sorpresa.

Sorrise. Dio, che sorriso meraviglioso.

-Beh, tu sei più bella. 

Katherine si offese a morte, io persi la capacità di parola. Mi aveva distinta dalla mia sorella gemella identica perché io ero più bella. O mi stava prendendo in giro, o era il ragazzo più meraviglioso che avessi mai incontrato. 

Col tempo, capii che la risposta giusta era la seconda.

Mi chiamo Kristine. Ho diciassette anni. E in una giornata di neve, mi è stato donato l'universo.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Micchan018