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Autore: The_Black_Widow    13/10/2016    0 recensioni
Dal testo: "Per salvare lei e tutta Storybrooke aveva deciso di diventare il nuovo Dark One, temporaneamente, almeno finché non avrebbero trovato un modo per liberarla. Nel frattempo avrebbe controllato l'Oscurità assicurandosi di non ferire nessuno. Era certa di poterlo fare perché non era sola, la sua famiglia l'avrebbe aiutata a combatterla".
L'idea per questa fanfiction mi è venuta subito dopo aver visto il finale della quarta stagione, prima degli spoilers, delle foto bts, delle still, ecc. Un (maldestro) tentativo di omaggiare questa stupenda serie tv, da fan devota quale sono, provando a immaginare come potrebbe proseguire la storia.
Insomma una 5^a Stagione alternativa!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Widow's corner

Eccoci al decimo capitolo, sono un po' emozionata perché per me è un piccolo grande traguardo. Ringrazio tutti quelli che lo hanno raggiunto con me: ai lettori silenziosi, a chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite, e a chi voluto dedicare qualche minuto del suo tempo per recensirla. C'è ancora strada davanti a noi, spero di avervi ancora tutti come compagni di viaggio.

Buona lettura.

Capitolo 10

Di Coscienza e di Volontà

 

   La foresta di Mistheaven era la più estesa e fitta che avesse mai visto. Gli alberi si ergevano maestosi, dritti, e molto vicini tra loro, tanto che le folte chiome si intrecciavano creando uno spesso velo scuro attraverso il quale , a mala pena, penetrava la luce del sole. La Foresta Incantata la chiamavano i suoi abitanti, e non era difficile indovinare perché. Bastava passeggiare in quei luoghi per respirare l'aria muschiata e carica di magia, quella che scorreva latente in ogni singolo atomo degli esseri, viventi e non, che la popolavano. Appena giunto in quel posto mistico, l'Apprendista seppe che era quello giusto per portare a termine l'importante compito che gli aveva affidato il suo Maestro. Si addentrò sicuro, ma senza fretta, tenendo all'erta tutti i sensi, facendo scorrere i robusti tronchi sotto il suo sguardo e sfiorandoli con le dita. In pochi si erano spinti così in là, il terreno incolto e coperto di erba era stato calpestato solo da zampe animali, quelli dell'Apprendista erano, probabilmente, i primi piedi umani a saggiarne la consistenza. Altro indizio era l'assenza di sentieri. Scansò un grosso ramo che pendeva proprio all'altezza dei suoi occhi, e proseguì cauto, infilandosi tra due fusti particolarmente vicini. L'aria in quel punto era più frizzante, per il piccolo lago riparato dagli alberi e pieno di vita, presso il quale gli animali trovavano ristoro; e per la quercia secolare che svettava a pochi passi dalla riva opposta. Il flusso di energia magica emanata dal grosso albero solleticò la sua pelle, provocandogli un sorriso. Decise di costeggiare lo specchio d'acqua per raggiungere la quercia, per non destabilizzare l'equilibrio di quel posto ameno, dove le creature alate più belle coloravano il cielo spostandosi di ramo in ramo, spesso a causa del rumore provocato involontariamente dai suoi passi, e poggiandosi sui dorsi di comuni cervi, e di creature magiche come gli unicorni, intenti ad abbeverarsi. Arrivato nei pressi dell'albero rallentò fino a fermarsi, si tolse la sacca che portava a tracolla, poi fu la volta del mantello da viaggio. Si arrotolò le maniche della camicia fino ai gomiti e, infine, si sfilò le scarpe prima di avvicinarsi. Compiuto il primo passo chiuse gli occhi e sentì le radici, vive, vibrare sotto le piante dei piedi nudi, li riaprì e tese entrambe le mani per toccare finalmente la spessa corteccia, lasciando che la magia scorresse sotto la sua pelle, e si diffondesse in ogni fibra del suo essere. Per lui non era un'esperienza nuova percepire la magia in quel modo, ma la purezza di quella degli esseri viventi privi di coscienza, di ragione o dei difetti degli uomini, gli procurava sempre un senso di benessere unico. Restò a bearsene ancora per qualche istante prima di allontanarsi. Armeggiò nella sacca che aveva adagiato a terra e ne tirò fuori una sorta di raschietto. Tornò all'albero per staccare un piccolo pezzo di corteccia, avendo cura di non ferirlo più del dovuto, poi lo ripose in una piccola boccetta, osservandolo un'ultima volta attraverso il vetro, controluce, sempre più convinto che quella forte, pura e incontaminata, fosse proprio il tipo di magia che cercava.

 Gold si fermò a guardare i cittadini di Storybrooke che camminavano noncuranti lungo il marciapiede fuori dal suo negozio, la mano sollevata pronta a girare dal verso giusto il cartello open/closed, come faceva ogni giorno. La banale quotidianità di quella scena lo irritava e non riusciva a spiegarsi il perché. Si allontanò dalla porta con un sospiro proprio mentre Belle faceva capolino dal retro.

-Qualcosa non va?- chiese lei notando l'atteggiamento infastidito del marito

-E' possibile che siano tutti così ciechi in questa città?- si lamentò in risposta l'altro, guadagnandosi un'occhiata perplessa che lo spinse a chiarire il suo pensiero. -La loro incolumità potrebbe essere in serio pericolo e loro... guardali! Passeggiano. Vanno a fare la spesa. Trascorrono le serate davanti alla tv come se niente fosse!-

-Beh io non ci vedo niente di male a vivere la propria vita. Storybrooke è sempre sotto attacco, se tutti si facessero prendere dal panico sarebbe la fine. A volte è meglio vivere la propria normalità nell'ignoranza-

-Si comporterebbero allo stesso modo anche se sapessero. Non si preoccupano di quello che accade intorno a loro, ma poi pretendono di essere salvati. Sono dei parassiti!-

-Tremotino!- lo richiamò Belle, più preoccupata che arrabbiata. Gli si avvicinò, -Cosa stai cercando di dirmi?-

-Mi sento così inutile Belle- rispose Gold a mezza voce senza guardare la donna negli occhi, -E' una sensazione orribile sapere e non potere- concluse, e si spostò dietro il banco centrale del negozio, con il pretesto di dover chiudere il registratore di cassa.

-Ma tu non sei affatto inutile!- protestò Belle. -I tuoi consigli, la tua conoscenza, sono un aiuto fondamentale per Regina e gli altri-

Tremotino fece un mezzo sorriso sarcastico. -L'alternativa a un libro troppo grande che ci si scoccia di consultare. Praticamente poco più necessario della gente qui fuori-

-Vuoi di nuovo i poteri dell'Oscuro...- constatò la moglie senza nascondere la delusione

-No!- si affrettò a dire lui sbattendo il cassetto che conteneva l'incasso, e il rumore forte riecheggiò tra vetrine e scaffali. -Non vorrei mai tornare ad essere il mostro che ti ha fatto soffrire tanto. E' solo che...- uscì dal banco per avvicinarsi alla giovane, le strinse le mani e fissò lo sguardo nel suo. -Morgana è davvero molto pericolosa, e il pensiero di non poter far nulla per proteggerti mi fa impazzire! Se avessi la magia, qualsiasi tipo di magia, sarebbe tutto più facile. Ma so anche che così potrei perderti, e vivere senza te è l'ultima cosa al mondo che vorrei.-

Lacrime silenziose cominciarono a bagnare il volto di lei, che comprendendo il dilemma di suo marito, gli accarezzò dolcemente una guancia e posò un tenero e deciso bacio sulle sue labbra in risposta.

La campanella che segnalava la presenza di avventori nel negozio tintinnò spezzando la magia del momento, i due si staccarono a malincuore. Belle si voltò per asciugarsi le lacrime e Gold borbottò: -Siamo chiusi- a chiunque fosse entrato.

-Nonno!- esordì Henry, che non aveva fatto caso alla scena che gli si era parata davanti, euforico come Killian che lo accompagnava. -Avevi ragione nonno!-

-Di cosa parli Henry. Tua madre sa che sei in giro a quest'ora?- gli chiese Tremotino

-No, ascolta. Morgana può aprire portali e Emma è dalla nostra- continuò tutto d'un fiato il ragazzo, che rendeva ancora più difficile seguirlo per quel muovere di continuo le mani. -Con un pizzico di fortuna potremmo rintracciare Merlino prima di lei!-

Tremotino guardò perplesso prima suo nipote, poi Uncino, poi Belle, infine tornò a rivolgersi al primo

-D'accordo, avverti Regina e poi mi spiegherai tutto con calma.-

   Una densa nebbia di colore ramato si espanse tra gli alberi diffondendosi in fretta e mescolandosi alla semioscurità della sera, elemento poco naturale e fuori luogo, considerando le figure che vi apparirono una volta diradata. Due donne, una dai capelli biondi, quasi argentei, e una dai riccioli scuri e spettinati. Emma si guardò intorno un po' spaesata, mentre Morgana ravvivava le pieghe della sua ampia gonna e si scostava una ciocca di capelli ricaduta sulla fronte con un soffio.

-Perfetto- esclamò rivolgendosi alla Signora Oscura, -Non c'è nessuno, vieni- e avanzò di qualche metro per raggiungere una piccola radura facendo segno a Emma di seguirla.

-Perché siamo venute qui?-

-Tu dove lo camufferesti un albero?- rispose stupita la strega. La bionda serrò i pugni, il respiro improvvisamente affannoso.

-Perché proprio qui?-

Appena arrivate non se ne era accorta, poi, quando gli occhi avevano iniziato a distinguere le ombre e le sagome, Emma aveva sentito la propria pelle accapponarsi. Pensava che non saprebbe mai più tornata in quel posto. Lo stesso dove aveva irrimediabilmente toccato il fondo.

Morgana, confusa, mosse lo sguardo a destra e a sinistra, osservando solo alberi e i primi raggi lunari farsi strada tra i rami. -Ah...- i suoi occhi ebbero un guizzo improvviso, aveva capito cosa turbava la ragazza. -Non pensare che io sia sadica o nostalgica- le spiegò, -Per quello che dobbiamo fare, questo posto è l'ideale, perché è qui che hai usato la tua magia per me la prima volta. E' qui che si è instaurato il legame tra la tua magia e la mia volontà, dunque ti sarà più facile fare quello che devi. Ed è l'unico motivo per cui ti ho portata qui-

Emma scosse la testa. - Non capisco cosa ti aspetti da me-

-Emma, Emma, Emma- cantilenò la strega avvicinandosi, e prendendole il mento tra le dita. La bionda si irrigidì. -Tu non immagini neanche di cosa sei capace. Hai un potenziale straordinario, come fai a non sentirlo?- La lasciò andare e allargò le braccia in un gesto che tradiva esasperazione e incredulità. -Te l'ho già detto. I tuoi poteri superano di gran lunga quelli di Tremotino. Se solo volessi, potresti assoggettare l'intera città e non solo! Quello che le persone come te non capiscono è che doti naturali come queste vanno onorate. Lo spreco di un simile talento non è mai giustificato. Se si è nati per essere Dei, allora è giusto agire come Dei!-

Emma avrebbe voluto obiettare a quel discorso che considerava solo delirante e vanesio. Non lo fece perché in cuor suo ne capiva la logica. Lei stessa, inebriata dalla forza del potere Oscuro, non si era preoccupata delle conseguenze delle sue azioni, ignorando di proposito le responsabilità.

-Fortunatamente per te io so come sfruttare al meglio la tua magia- concluse Morgana dando le spalle alla giovane e cominciando a tracciare un perimetro immaginario tra gli alberi più a margine della radura. Misurava la distanza media contando mentalmente i suoi passi. Si fermò di colpo quando la Signora Oscura pose un'altra serie di domande.

-E' questo che ti ha fatto Merlino? Ti ha impedito di dare libero sfogo a tutto il tuo potenziale? Vuoi ucciderlo per questo?!- La strega si voltò lentamente. La solita aria benevola, che Emma sapeva essere finta, sostituita da un'espressione seria e allarmante.

-Merlino ha sbarrato la strada a ogni mia ambizione- rispose con la voce tremante di rabbia. -Imparerà a sue spese che è un grosso errore sottovalutare la tenacia di una donna, e che neanche lo Stregone Supremo può impedire che il destino si compia.-

Emma rimase a fissarla in silenzio, non voleva contrariarla oltre, e aspettò che la mora si calmasse. Cosa che avvenne poco dopo. Morgana indietreggiò di qualche passo, e con un ramoscello raccolto da terra, tracciò una “X” nel terreno tra due tronchi distanti tra loro poco più di tre metri.

-Lo faremo spuntare qui- disse soddisfatta a Emma.

-”Spuntare”? Come?- chiese quest'ultima. La mora sospirò stancamente e si sfilò dalla tasca il fagiolo magico

-Questo, mia cara, come ben sai, è la chiave per aprire un portale tra due mondi, usato normalmente per raggiungere uno o l'altro. Quello che le persone tendono a dimenticare però, è che un portale non è altro che un varco, e in quanto tale, accessibile da entrambi i lati.- Emma sgranò gli occhi sorpresa. Cosa le stava suggerendo la strega? -Quello che faremo adesso sarà aprire un portale, non per raggiungere la Foresta Incantata, ma per trasportare qualcosa, l'albero magico che cercano i tuoi amici nello specifico, da Mistheaven a qui.-

-Io non...- balbettò la ragazza sempre più sconcertata

-Oh sì invece- la interruppe l'altra, -E' proprio questo il punto: tu puoi. Anzi, noi possiamo. Basterà individuare con precisione l'oggetto in questione; e io conosco esattamente aspetto e ubicazione dell'albero perché ci sono stata; e invertire il flusso di energia magica una volta aperto il portale. Cosa che i maghi e le streghe dotati come te possono fare. La tua magia unita alla mia volontà, ricordi?-

-Se è davvero possibile perché non “richiamare” direttamente Merlino?-

Morgana rispose come se si fosse aspettata un simile dubbio. -Perché questo genere di incantesimi funziona soltanto con chi non può opporre resistenza. Oggetti inanimati privi di coscienza e di volontà. Merlino, ahimè, è pur sempre un essere umano consapevole-

-Vuoi dire che può opporsi al richiamo della magia?- La strega annuì e continuò a farlo anche mentre Emma traeva le proprie conclusioni ad alta voce. -Ed è una cosa che può fare qualunque essere dotato di ragione, che sia in grado o meno di praticare la magia?-

-Beh, a patto che abbia una personalità... straripante. Come nel caso del nostro Stregone. Inoltre, una mossa simile lo metterebbe in allarme, e io faccio molto affidamento sul fattore sorpresa-

-Allora perché pensi che l'Autore possa riuscire a richiamarlo?- La risposta di Morgana fu preceduta da una risata

-Perché i poteri del tuo fidanzato- la bruna aveva creduto alla bugia di Emma, -sono più forti di qualunque altra cosa. Trascendono lo spazio e il tempo; la magia e la volontà, anche quelle di maghi e streghe di livello superiore. Perciò, se Uncino scrivesse di un'apparizione improvvisa di Merlino qui a Storybrooke, la cosa accadrebbe, che questi lo voglia o no.- Rise ancora, ma con una luce sinistra nello sguardo stavolta. - Che stupido da parte sua incanalare un tale potere, a cui lui stesso è vulnerabile, e affidarlo a creature corruttibili come gli uomini- disse asciugandosi la lacrima che le si era formata all'angolo dell'occhio destro.

Il tempo delle spiegazioni era finito. La strega di Camelot trascinò Emma in un punto poco distante dal segno che aveva tracciato nel terreno e le fece un cenno d'intesa, pronta a lanciare il fagiolo magico.
- Aspetta!- la fermò la Signora Oscura – Come faccio a invertire il flusso d'energia del portale?- le chiese allarmata. Temeva di sprecare la loro unica opportunità a causa della sua inesperienza.

-Nello stesso modo in cui usi qualsiasi altro tipo di magia Emma- fu l'unico suggerimento che ebbe da Morgana, mentre un gorgo incantato si allargava sempre di più davanti a loro.

La bionda prese un profondo respiro e si concentrò per visualizzare quello che doveva essere fatto, poi incanalò le proprie emozioni, come le avevano insegnato anni prima Gold e Regina. Dalle sua braccia tese scaturirono lampi di magia scura e crepitante, che si riversarono nel vortice. Questo, sotto lo sguardo attento ed eccitato di Morgana, prese a girare nel verso opposto a quello solito, acquistando velocità. Attraverso le fessure dei suoi occhi socchiusi per lo sforzo Emma vide un alone di luce fuoriuscire dai bordi del cerchio di terra, e ispessirsi, fino a trasformarsi in un fascio luminosissimo, il cui riverbero scaraventò lei e la strega al suo fianco pochi metri più indietro. La luce si spense nello stesso momento in cui le schiene delle due donne impattarono sul terreno. Si rialzarono e corsero di nuovo nel punto in cui erano prima, scoprendo, con orrore di Emma, che il portale si era richiuso, e il terreno appariva inalterato, come se non fosse stato smosso che da una leggera brezzolina.

-Non ha funzionato!- esclamò la bionda, ormai in preda al panico. Morgana rimase a fissare il solco a forma di “X” con calma serafica, gli angoli della bocca si tirarono su in un sorriso

-Guarda...- disse alla ragazza senza mai alzare lo sguardo. Emma fece come chiesto, il fiato sospeso.

Con un piccolo rombo, nella terra cominciò a formarsi una crepa, i cui margini presero ad allontanarsi lentamente. La Signora Oscura non poté evitare di avvicinarsi per osservare meglio il fenomeno, ma sussultò e fece un balzo all'indietro quando si accorse che dalla fenditura stavano spuntando quelle che sembravano radici. Risalendo dal terreno, sinuose, si intrecciarono e saldarono tra loro, assumendo ad ogni centimetro di altezza guadagnato, l'aspetto di una maestosa quercia secolare.

Dunque era questo il famoso albero magico? A giudicare dall'energia che emanava, e dall'espressione trionfante di Morgana, non poteva essere altrimenti. L'incertezza e il pericolo facevano paradossalmente sfoggio di sé nella forma più solida e imponente possibile. Le sue menzogne sull'Autore avevano vita breve. Presto Morgana avrebbe agito, e lei non aveva idea di come proteggere Henry. Ancora una volta però la strega la stupì.

-Direi che si mimetizza bene col paesaggio, i tuoi amici non si accorgeranno di nulla- disse ammirando soddisfatta il loro operato con i suoi occhi dal colore tanto particolare. Dopodiché vi si allontanò. -Possiamo andare.-

Emma, interdetta, non fece in tempo a dire nulla, in un batter d'occhio la mora aveva trasportato entrambe nel loro rifugio tra le viscere di Storybrooke. Solo allora espresse i suoi dubbi

-Pensavo che avessimo richiamato l'albero magico per costringere l'Autore ad evocare Merlino-

-Infatti-

-E allora perché siamo tornate qui?- Morgana fece un mezzo sorriso e andò ad accomodarsi sulla solita poltrona, alla solita maniera

-Non c'è alcuna fretta. Con il pirata e gli altri impegnati a trovare un modo per raggiungere la Foresta Incantata, noi due avremo tutto il tempo per organizzare l'attacco che non lascerà via di scampo allo Stregone. Quindi rilassati ragazza, e riprendi le forze con calma, avrò bisogno della Signora Oscura in forma smagliante.-

La mente di Emma cominciò a lavorare freneticamente, doveva sfruttare questa opportunità insperata, approfittare della sicurezza di Morgana, e capire come informare Killian, e gli altri, degli ultimi sviluppi all'insaputa della megera.

   La porta del banco dei pegni di Gold si spalancò con una forza tale che per poco non volò via dai cardini, per fare spazio a una Regina Mills in preda all'ansia, e in modalità “mamma apprensiva”, accompagnata da David Nolan, versione sceriffo, visibilmente più rilassato.

-Henry Daniel Mills non provare mai più a scappare in quel modo, e a non rispondere al telefono, quando c'è in giro una strega malvagia che può controllare il Signore Oscuro!- gridò il sindaco mentre si avvicinava al figlio a grandi falcate. -Mi hai fatto preoccupare- gli disse abbracciandolo e addolcendo il tono

-Lo so, mi dispiace- rispose il ragazzo ricambiando la stretta. Tremotino interruppe il quadretto familiare con un discreto colpo di tosse.

-Allora Henry, mi stavi dicendo di Emma.- L'attenzione di tutti si spostò sul giovane Mills. Spiegò brevemente del suo incontro con Killian; il quale aggiunse al racconto le parti mancanti, quelle vissute da lui in prima persona; e ci rimase malissimo quando notò la chiara mancanza di entusiasmo da parte di tutti, soprattutto di sua madre e di David.

-Potrebbe essere una trappola- sentenziò la mora, -un piano orchestrato da Morgana-

-Non è da escludere- convenne Gold, -Ma potremmo comunque rischiare. Se solo sapessimo come comunicare con la signorina Swan-

-No!- esclamò Henry, -Se fosse una trappola perché mai Emma avrebbe chiesto a Hook di fermarla?-

-Beh, gli inganni e i sotterfugi sono prerogative di un Signore Oscuro- ribatté suo nonno. Il ragazzo non demorse, e stavolta si rivolse direttamente a Regina

-Mamma sei stata tu per prima a dirmi di non smettere di credere in Emma, te ne ricordi?- cominciò con voce implorante, Regina annuì. -E' quello che ho deciso di fare, puoi fidarti di me?-

Regina parve un po' a disagio. Ricordava bene il discorso a cui si riferiva il figlio, era un discorso sincero, ma ora la posta in gioco era troppo alta per affidarsi ciecamente agli idealismi. Eppure gli occhi speranzosi che la stavano fissando dicevano chiaramente che, qualsiasi accenno di obiezione non sarebbe stato accolto bene. E non sopportava nemmeno l'idea di sentirsi dare di nuovo dell'ipocrita.

-Ma certo tesoro- rispose posando una mano rassicurante sulla spalla di Henry, -E' del giudizio di un pirata ubriaco e disperato che non mi fido- aggiunse “diplomaticamente”, guardando di sbieco Uncino

-Ehi, non sono ubriaco! E so cosa ho visto!- si difese questi

-Ma è pur sempre una tua valutazione soggettiva. Non puoi pretendere che la tua parola venga accolta come verità assoluta- ribatté aspra la donna voltandosi completamente verso Killian, pronta a continuare il botta e risposta. Hook però non disse nulla, era praticamente immobile e aveva lo sguardo perso e fisso davanti a sé. -Dunque mi dai ragione? Forse non sei poi così sicuro...- disse ancora Regina. Ancora nessuna reazione da parte dell'uomo. La cosa cominciò a preoccuparla e gli si avvicinò per capire quale fosse il problema. -Stai bene?- gli chiese posizionandosi dietro di lui. Seguendo il suo sguardo arrivò alla giostrina per culla con gli unicorni di vetro. I pendenti oscillavano appena, ma il pirata sembrava come ipnotizzato.

-Che succede?- anche Henry adesso si era accorto della stranezza

-Non lo so.- Il sindaco scrutò con la fronte aggrottata Killian e, quando fece per posargli una mano sulla spalla, questi crollò a terra svenuto... .

Aveva appena tratto un profondo respiro per prepararsi a parare ogni colpo che la ex Evil Queen stava per sferrargli con la sua invettiva, quando Killian notò uno strano luccichio provenire da un oggetto alla sua sinistra. Lo fissò per una frazione di tempo indefinita, focalizzando sul bagliore tutta la sua attenzione. Il negozio e Regina sparirono. Sbatté le palpebre e, all'improvviso, si ritrovò nei suoi alloggi sulla Jolly Roger, ma non si vedeva l'oceano dai vetri, solo una infinita indistinta oscurità.

-Killian-

Si voltò verso quella voce morbida che conosceva così bene, e non poté frenare il sorriso, quando i suoi occhi si posarono su Emma Swan, col viso pulito, la giacca di pelle rossa, e i pantaloni infilati negli stivali. La sua Emma.

Si riprese dallo stupore

-Cosa succede?- chiese

-Siamo nella tua testa- gli spiegò la bionda. -Ascolta, non abbiamo molto tempo, Morgana potrebbe accorgersi del mio incantesimo da un momento all'altro- continuò sbrigativa. Hook si limitò a un cenno di assenso per farle capire che era attento. -L'albero magico è qui a Storybrooke, nel punto della foresta dove...- ebbe una breve esitazione -...Dove è morto Robin Hood. Io e Morgana lo abbiamo evocato con un fagiolo magico. Non credo abbia ancora un piano preciso per sconfiggere Merlino, per questo ha deciso di prendere tempo, ma quando ce lo avrà costringerà l'Autore a richiamare il mago-

-E dopo ci ucciderà tutti?-

-No se agite per primi. Andate, costruite la penna e richiamate Merlino-

-D'accordo- disse Uncino, -Ci riusciremo, Henry è in gamba-

Nell'udire il nome di suo figlio Emma cambiò espressione, poggiò una mano sulla spalla dell'uomo che rimase di stucco nello scoprire di non percepirne il contatto nonostante la presa salda.

-A proposito di questo- riprese lei, -Morgana crede che tu sia l'Autore. Le ho mentito per proteggere Henry quando mi ha costretta a rivelarne l'identità. State attenti.-

Killian vide le proprie dita accarezzare le gote della donna e desiderò di poter sentire la pelle vellutata mentre la sfiorava. -Te l'ho detto, ci riusciremo- la rassicurò. Emma sorrise abbandonandosi a quel tocco

-Vorrei poterlo sentire- sussurrò soave al pirata

-Anche io. Perché non possiamo?-

-Perché non siamo veramente qui, non siamo insieme. Sono solo le nostre menti ad essere in contatto.-

Killian portò il braccio sinistro dietro la schiena di Emma e la strinse in un abbraccio, ricordando quanto amasse quella sensazione, e il profumo dei suoi capelli d'oro. Non poteva avere di più al momento.

-Presto non sarà più così- le disse chiudendo gli occhi, quasi avesse espresso un desiderio. Emma rimase a dondolarsi in quella stretta

-Sì, presto...- sospirò, aggrappandosi con tutte le sue forze a quella speranza... .

Regina si era inginocchiata accanto a Killian e aveva preso a dargli leggeri buffetti sul viso.

-Cosa gli hai fatto?- chiese David allarmato

-Niente! E' svenuto-

-Prova con questo- Belle porse al sindaco dei sali, ma prima che questi fossero accostati alle sue narici, il pirata rinvenne. David e Regina lo aiutarono a tirarsi su.

-Ho parlato con Emma- disse, gli altri lo guardarono con aria interrogativa. -E' entrata nella mia testa- spiegò.

-Connessione mentale: davvero notevole- commentò Gold compiaciuto

-Cosa ti ha detto?- domandò Henry

-Dice che l'albero è qui nella foresta e che possiamo costruire la penna prima di Morgana. Proprio come suggeriva il Coccodrillo- Killian fece un cenno verso Tremotino.

-Allora cosa stiamo aspettando? Andiamo, forza!- disse ancora Henry, ma sua madre lo bloccò

-No. Potrebbe sempre essere un tranello, tu resti qua-

-Regina- intervenne Uncino, lo sguardo fisso nel suo. -Capisco i tuoi dubbi, ma credo che questa volta valga la pena affidarsi alla sorte. Non c'è molto tempo, abbiamo bisogno di Henry-

Regina si arrese, purtroppo Hook aveva ragione.

-Belle...- David si rivolse alla giovane, -Potresti avvisare tu Mary Margaret? E' rimasta a casa con Neal e Roland-

-Sì, certo- rispose lei, -E se vorrà raggiungervi resterò io con i bambini- concluse con un sorriso, accogliendo i ringraziamenti dello sceriffo e di Regina.

Prima di seguire gli altri anche Tremotino si avvicinò alla moglie, forse in cerca di incoraggiamento. Gli bastò perdersi nel chiarore dei suoi occhi, mentre lei gli sistemava delicatamente il nodo della cravatta, per ritrovare tutta la sicurezza di cui aveva bisogno.

   L'Apprendista precedeva Merlino di pochi passi, mentre gli faceva strada verso il lago con l'albero incantato. Quando gli aveva mostrato il piccolo pezzo di corteccia lo Stregone si era illuminato, e aveva voluto subito raggiungere il posto per ammirare da vicino la fonte di tanta magia. Lo specchio d'acqua era come sempre vibrante di vita, e trasmetteva un senso di pace anche solo a guardarlo.

-Oh, è magnifico!- esclamò Merlino di fronte all'albero, -Sei stato bravo.-

L'apprendista trattenne a stento un sorriso, contento del complimento appena ricevuto, poi, sempre più curioso e ansioso di osservare il suo maestro all'opera, domando: -Adesso?-

Anche Merlino sorrise, divertito dall'entusiasmo del giovane. Alzò la testa per ammirare la folta chioma verde che capeggiava su di loro, intrecciò le dita delle sue mani e, tendendole, le fece scrocchiare.

-Perdonami vecchio amico- sussurrò all'enorme tronco posandovi la mano destra, -Ma non c'è altro essere vivente più qualificato di te per questo lavoro.-

Dalle dita poggiate si propagarono sottili raggi di luce. Un attimo dopo un rettangolo di corteccia si staccò dal fusto. Merlino lo fece volteggiare per saggiarne consistenza e spessore, soddisfatto vi pose ai lati le mani e, magicamente, lo accartocciò. Il suo allievo sussultò per la sorpresa. Con i palmi ancora uniti, lo Stregone distese le dita e prese a sfregare tra loro le mani. Quando le separò, a galleggiare sospeso in aria c'era un foglio di pergamena candido e intonso. L'uomo più giovane, estasiato, si sporse per afferrarla, ma fu fermato dal maestro

-Non ancora ragazzo. Non ho finito- disse riavvicinandosi alla quercia. Sfiorati alcuni rami, scelse quello che gli sembrava più adatto e, aiutandosi con la magia, lo staccò delicatamente. Lo pose in verticale e lo fece roteare imprimendo il moto disegnando spirali immaginarie con le proprie mani. Il ramoscello girò prima lentamente, rendendo così visibili tutti i cambiamenti che subiva nel processo: si accorciò, fu privato delle foglie, fu levigato; poi prese velocità, diventando una macchia scura senza forma, fino a quando Merlino non lo fermò.

-Cos'è?- chiese l'Apprendista osservando il bastoncino nero e appuntito. Lo Stregone sgranò gli occhi

-E' una penna! Perché non è bella?- sbottò un po' offeso

-Ma certo maestro... mi perdoni- balbettò le sue scuse l'altro. Merlino scrutò ancora il frutto del suo lavoro e aggrottò la fronte

-Mmh... Forse hai ragione, non sembra una penna- disse tenendosi il mento tra pollice e indice. -Poco male! Non mi va di abusare della pazienza del nostro amico-

-Ne parla come se fosse una persona- ridacchiò il giovane

-Solo perché non ha il dono della parola merita meno rispetto, secondo te?-

-No... io-

-La Natura non conosce i concetti di bene e male. La Natura segue le proprie regole. E' giusta perché è imparziale e incorruttibile. Per questo va rispettata più di qualunque altra cosa, soprattutto più degli uomini- Lo ammonì Merlino, il giovane chinò il capo in assenso. -Ed è anche il motivo per cui ti ho mandato a cercare questo albero. Gli uomini, in quanto dotati di ragione e volontà, si credono esseri superiori, in realtà sono le creature più deboli ed imperfette. Ciò non vuol dire che non possano migliorarsi- Il mago puntò un dito in alto, -L'unica maniera è quella di imparare dai propri errori. Purtroppo però l'Umanità ha la memoria corta-

-Quindi c'è bisogno di qualcuno che registri gli eventi...- lo interruppe l'Apprendista

-Di ogni tempo, mondo e reame. Esattamente- confermò Merlino. -Chi meglio della Natura, con la sua magia pura ed equa, potrebbe scegliere chi sarà all'altezza di tale compito?-

-E come?-

Merlino attirò verso di sé la pergamena

-Questo foglio è un registro sul quale appariranno i nomi dei potenziali candidati. Uomini o donne che sapranno usare con giudizio e responsabilità questo enorme potere. La penna, infine, compirà la scelta definitiva- disse prendendo il secondo oggetto. -Tutto ciò che con essa verrà scritto dall'Autore prescelto, sarà registrato per sempre-

-Ma maestro, non teme che l'Autore possa cedere alla tentazione di condizionare gli eventi col proprio potere?-

Lo Stregone guardò imperturbabile il giovane, -No Anacleto, non lo temo... sono certo che prima o poi accadrà-

L'allievo aprì e chiuse la bocca confuso prima di riuscire a dire: -Ho capito. Non se ne preoccupa perché sistemerà tutto lei.- L'uomo più anziano sollevò un sopracciglio

-Affatto- disse, -Niente e nessuno potrà mai sopraffare il potere della penna, nemmeno lo Stregone Supremo.- Notando lo sconcerto sul volto del giovane sorrise benevolo. -Devi sempre ricordare che tutto ha come fine ultimo l'equilibrio, il bene superiore. Avere fiducia negli uomini e nella giustizia della Natura è necessario.-

Il ragazzo scosse la testa, -Non capisco, pensavo che quello fosse compito suo-

-Infatti- disse Merlino, -Capirai, prima o poi lo capirai- e gli diede una pacca sulla spalla.

In quel momento la pergamena emise un bagliore, dopo vi apparvero due nomi. Il mago porse la penna all'Apprendista

-E' tempo di conoscere il primo Autore- gli disse sorridendo sornione.

 Giunti nel punto della foresta indicato da Emma, Uncino e gli altri avanzarono guardandosi intorno. Tutti tranne Regina, che era rimasta indietro, scossa da leggeri brividi che non sapeva se attribuire all'umidità o al flusso di orribili ricordi che l'aveva assalita. Trasalì quando sentì una mano stringere la sua, Henry le sorrise incoraggiante e la trascinò al centro della radura, dove si erano fermati David, Killian e Gold.

-Come facciamo a capire qual è l'albero giusto?- chiese il pirata, facendo sbuffare Tremotino in disapprovazione

-E' quello lì- disse Henry indicando una gigantesca quercia, -Lo sento.-

Pochi passi e si ritrovarono faccia a faccia con il grosso fusto.

-Un ramo vale l'altro?- domandò David al nipote che scrollò le spalle. Il principe lo recepì come un segnale affermativo e ne afferrò uno vicino. Hook si affrettò ad aiutarlo, ma infruttuosamente. Gold sospirò ancora

-Regina...- disse semplicemente.

La donna, con un gesto secco della mano, staccò il pezzo di legno facendo barcollare pericolosamente i due che, ripreso l'equilibrio, la fulminarono con lo sguardo.

-Che c'è?- fece lei impassibile, -A mani nude non ci sareste mai riusciti.-

Non aspettandosi repliche tese le mani per farsi consegnare il ramo tagliato.

-Ehm...- Henry richiamò l'attenzione della madre, -Deve essere per forza come quella vecchia?- chiese mordendosi le labbra un po' timido e nervoso. Avere gli occhi di tutti addosso lo mise in ulteriore imbarazzo.

Regina si apprestò a scolpire magicamente il legno.

-Magia di Luce- le ricordò Tremotino. Lei annuì e prese un profondo respiro, mentre attingeva a sentimenti positivi, cosa che le era sempre risultata difficile, e adesso più che mai. Pensò a Henry e a Roland, ai loro sorrisi e sentì il calore concentrarsi nelle mani.

Lasciando tutti col fiato sospeso, in un tempo relativamente breve, diede vita a una penna nuova di zecca. Una penna diversa dalla precedente nella forma, con un design più moderno e colori accattivanti, cosa che fece esclamare a Henry un “Forte!” dovuto al fatto che sua madre aveva indovinato la richiesta implicita alla domanda che aveva posto.

Il giovane Autore allungò una mano per afferrare il suo nuovo strumento, visibilmente emozionato, quando le dita furono a pochi millimetri sentì un formicolio familiare: la connessione tra lui e la penna era stata stabilita. Era talmente preso dalla situazione che quasi non si accorse che il bastoncino di legno era sparito quando chiuse il pugno. Cercò lo sguardo di tutti i presenti, che invece fissavano sconvolti un corvo dagli occhi curiosamente chiari, giallo ambra, che volteggiava trattenendo la penna nel becco. L'uccello terminò i suoi giri adagiandosi sul suolo erboso, e si circondò di una nube ramata che svanendo rivelò la presenza di Morgana. Regina istintivamente le scagliò contro una sfera di fuoco, lei la estinse con un gesto distratto della mano.

-Non sprechi inutili energie Maestà-

-La penna!- esclamò Henry, Morgana gli sorrise

-E così saresti tu il vero Autore. Sapevo che tua madre aveva mentito, quello che non capisco è come sia potuto succedere- disse la donna sfiorando l'elsa del pugnale dell'Oscuro che portava legato in vita.

-Dov'è Emma?- gridò Killian. David sfoderò la spada

-Più vicino di quanto pensiate- affermò la strega prima di far apparire al suo fianco la bionda con i polsi legati dietro la schiena. -Non mi piace essere presa in giro Signora Oscura- le disse puntandole la lama ondulata alla gola. -Dimmi come hai fatto a disobbedire agli ordini del pugnale!-

-Non... non lo so- rispose Emma, Morgana ringhiò furiosa.

-Suppongo abbia a che fare con il suo essere la Salvatrice- si inserì Gold, che si aggrappava forte al suo bastone da passeggio per farsi coraggio. La strega di Camelot lo squadrò, scettica, dalla testa ai piedi

-Tremotino- gli disse piano, - Sembra che tu sappia di cosa parli pur non avendo più la magia-

-La signorina Swan era colei che era destinata a spezzare il sortilegio oscuro della Regina Cattiva, ed è anche il frutto del Vero Amore tra Biancaneve e il Principe Azzurro. Questo fa sì che, per quanto l'Oscurità possa contaminarla, sarà sempre contrastata dalla magia di Luce più pura-

-Questo spiega molte cose, anche perché è così potente- commentò pensierosa Morgana riportando gli occhi sulla figura di Emma, - Vorrà dire che aiuterò l'Oscurità a prendere il sopravvento... finché ne avrò bisogno.-

La bionda rabbrividì quando la strega impugnò la daga e si rivolse a Henry, a cui Regina fece immediatamente da scudo

-Ragazzino usa il tuo potere per richiamare Merlino, altrimenti costringerò Emma a uccidervi tutti- gli disse facendo apparire ai suoi piedi la penna e un piccolo quaderno

-No!- urlò Emma divincolandosi, Henry fissò gli oggetti che aveva davanti, poi cercò lo sguardo di entrambe le sue madri

-Forse hai bisogno di un incentivo- Morgana slegò Emma. -Da chi vogliamo cominciare? Da uno dei tuoi nonni o dall'altra tua mammina?- lo minacciò.

-Non ho l'inchiostro!- ribatté il ragazzo

-Giusto!- esclamò la strega, che un attimo dopo fece apparire una boccetta piena del liquido scuro, inflisse un taglio alla mano di Emma col pugnale, e ne immerse la punta sporca di sangue per caricarlo. -Ecco- disse facendo apparire il piccolo calamaio tra le mani del giovane Autore.

-Fa' come ti dice Henry- gli disse la bionda, -Io saprò resistere.-

Morgana le si parò davanti. -Oh non stavolta mia cara, se vuoi che tuo figlia sopravviva-

-Prima dovrai passare sul mio cadavere- sibilò Regina, creando un'altra grossa sfera di fuoco con entrambe le mani. La donna dagli occhi ambrati si rivolse a Emma

-Colpiscila...-

La ragazza si irrigidì, sforzandosi di impedire al suo corpo di assecondare il comando, ma non ci riuscì.

-Mi dispiace- sussurrò a Regina prima di scagliarle contro una potente onda di magia che scaraventò il sindaco contro gli alberi facendole perdere i sensi.

-Regina!- David corse ad aiutarla

-Allora giovane Autore sto aspettando- la voce di Morgana era tagliente come lame.

Emma continuava a fissarsi le mani, tremavano. Non sopportava l'idea di aver nuovamente perso il controllo della sua volontà. Né di aver, per questo, ferito ancora qualcuno che amava. Provò a isolare la mente, e quando sentì di poterlo fare, si lanciò contro Morgana. Quest'ultima pose in sua difesa il pugnale tra lei e l'ex Salvatrice e le ordinò di fermarsi. Emma si bloccò di colpo, immobile. Col cuore accelerato per lo spavento la strega le si avvicinò pericolosamente

-Cosa credevi di fare?-

Emma non riusciva a muoversi, ma sentiva crescere dentro di sé il desiderio di colpire la donna. L'energia magica si accumulò tra le sue mani, crepitante delle consuete scariche scure. Gridò con tutto il fiato che aveva in corpo quando la riversò violentemente contro il suo bersaglio. L'onda d'urto costrinse Killian, Henry e Gold a coprirsi gli occhi.

Morgana, incredula e dolorante, provò a rimettersi in piedi. Lo aveva fatto ancora. Emma aveva ignorato volontariamente il comando del pugnale, e non poteva permettere che succedesse ancora. Doveva poter gestire e controllare quel potere, era la sua unica possibilità di uccidere Merlino, e adesso le stava sfuggendo via, le si stava rivoltando contro. C'era un solo modo per rimpossessarsene , e decise di ricorrervi nonostante tutto.

L'energia scura che ancora circondava gli arti della bionda cominciò a schiarirsi, così come il suo viso e la sua anima.

-No...- disse a denti stretti Morgana prima di scagliarsi con impeto contro la ragazza.

-Emma!- gridò disperato Killian. La punta della daga a lambire l'addome della Signora Oscura.

   
 
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