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Autore: icydarcystormy26    13/10/2016    3 recensioni
Erano passati ormai due mesi, ma Darcy e Stormy non avevano ancora superato per nulla la morte della sorella e, soprattutto, continuavano a portare rancore per la nipote, rancore che durerà a lungo.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Trix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Credi che Menlok centri qualcosa con ciò che è successo?” chiese Celeste. 
“Sarebbe plausibile, e poi Derek non mi avrebbe mai fatto del male” disse Stormy incrociando le braccia. “Giuro che se gli ha fatto qualcosa lo disintegro!” disse poi Stormy allungando le braccia lungo il corpo e stringendo i pugni. 
“Ma non eri arrabbiata con lui?” chiese Celeste. 
“Certo, ma non era davvero Derek” disse Stormy non capendo il motivo della domanda di Celeste. 
“Questo è ovvio, mi riferisco all'altra questione” disse Celeste abbassando la voce. 
“Per ora è meglio mettere da parte questo, io lo amo e non lo lascerò tra le grinfie di Menlok” disse Stormy decisa. 
“Ma non abbiamo idea di dove si trovi Menlok” disse Celeste. 
“Allora domani avrai la fortuna di osservare una stratega in azione, oltre che una regina” disse Stormy. 
“Ora però potresti spiegarmi il motivo di queste?” chiese Celeste allargando le braccia mettendo in evidenza le ali. 
“Va bene, ma preferisco spiegartelo in un posto più silenzioso, qui ci sono servi che passano in continuazione” disse Stormy incamminandosi per un corridoio, seguita da Celeste. 
***
Celeste e Stormy entrarono nella biblioteca del palazzo. Stormy si sedette su un divanetto nero presente all'interno della stanza. 
“Siediti” disse Stormy indicando alla nipote il divanetto. 
“Mi è difficile con le ali” disse Celeste. “Mi spieghi cosa credi che sia successo?”. 
“Hai presente la piuma di Diropos?” chiese Sormy. 
“Quella che abbiamo usato per spezzare l'incantesimo legante di Menlok” disse Celeste. 
“Esatto. Beh, ho fatto analizzare la piuma dagli scienziati del palazzo” disse Stormy. “Sono venute fuori tante informazioni interessanti, tra cui il fatto che il suo utilizzo può portare ad un'alterazione del DNA. La madre di quel buono a nulla di tuo padre era un'arpia, di conseguenza anche lui lo era, anche se solo per metà. Quello, però, è un carattere ereditario che trasmettono solo le madri ai figli, o meglio, i padri lo trasmettono, ma i figli non lo svilupperanno, ma saranno solo portatori di quel gene, per farti capire se tu avessi avuto un figlio lui avrebbe potuto ereditare quel gene. La piuma deve avere alterato il tuo DNA risvegliando quel gene, di conseguenza nella tua trasformazione sono presenti le ali” spiegò Stormy. 
“Quindi sono una specie di arpia?” chiese Celeste. 
“Non esattamente” disse Stormy. “Diciamo che sei per un quarto arpia, ma cento per cento strega”. 
“In tutto fa centoventicinque per cento” disse Celeste. 
“Appunto” disse Stormy. 
“Devo ancora capire il tuo umorismo” disse Celeste mettendosi una mano dietro la testa. 
***
“Dove ti ha colpito esattamente?” chiese il medico. 
“Qui” disse Abigail toccandosi la parte destra del ventre. Il medico iniziò a tastare quel punto. 
“Il colpo è stato duro, ma non ha arrecato danni” disse l'uomo. “Puoi anche andare”. 
Abigail uscì dalla sala, seguita da Darcy, che si trovava all'interno. 
“Sei sicura che non ti faccia male nulla?” chiese Darcy. 
“Ti ho già detto di si, mamma” disse Abigail con tono insofferente. 
“Sei ancora arrabbiata?” chiese Darcy. 
“Tu che dici?” chiese Abigail. 
“Mi dispiace per prima, ma non voglio essere in conflitto con te” disse Darcy. 
“Avresti dovuto pensarci prima di provare a controllarmi la mente” disse Abigail per poi velocizzare il passo per allontanarsi da Darcy, che nel frattempo si era fermata.  La strega abbassò lo sguardo per poi avviarsi verso uno dei terrazzi del castello. 
Celeste aveva assistito alla scena, così la seguì. 
***
Darcy si appoggiò al muretto che circondava il terrazzo. Iniziò a fissare il paesaggio senza però guardarlo realmente. Non si era mai trovata in quella situazione, non si era mai sentita sola. Nonostante i vari ostacoli che la vita le aveva messo davanti, le sue sorelle le erano sempre state vicino. Aveva provato una sensazione simile alla morte di Icy, ma anche in quel caso non si era sentita completamente sola, anche se Icy era morta, Stormy era ancora lì e, dopo lo smarrimento iniziale, ci fece l'abitudine. Però, ora era diverso: era davvero sola, persino Abigail, sua figlia, la persona che sarebbe dovuta stare dalla sua parte a prescindere, l'aveva abbandonata, anche se non si trattava di un vero e proprio abbandono. 
Celeste arrivò davanti la porta e si appoggiò all'uscio. 
“È una brutta sensazione, non è vero?” chiese Celeste. 
“Celeste” disse Darcy girandosi verso la nipote. 
“Deve essere orribile sentirsi soli, sentire che l'intero modo è contro di te” disse Celeste a sguardo basso. “Sentire, anzi sapere di non poter contare su nessuno. È una cosa che non augurerei a nessuno”. 
“Neanche a Menlok?” chiese Darcy. 
“Su di lui forse un pensierino lo farei” ammise Celeste. “Comunque io capisco perfettamente come ti senti, è la stessa cosa che provavo io”. 
“E allora?” chiese Darcy. “A te cosa importa? Sei anche tu dalla sua parte, non vedo cosa possa interessarti”. 
“È vero, sono dalla sua parte, ma…io so cosa si prova, e credo che nessuno dovrebbe sentirsi così” disse Celeste. 
Darcy sospirò. 
“Tu come hai fatto?” chiese Darcy. “Come hai fatto a sopportare tutto questo?”. 
“Non devi fare altro che pensare che tutto questo finirà e che tornerà tutto alla normalità” disse Celeste. 
“Grazie” disse Darcy guardando il pavimento. “Tanto per cambiare argomento, ho sentito che farai da assistente a Stormy”. 
“Già” disse Celeste. “Ammetto anche di essere un po' preoccupata”. 
“Non devi preoccuparti delle tue prestazioni, se le farai da assistente è proprio per imparare, più che altro io mi preoccuperei per tua zia. Per quanto possa sembrarti dolce sarà dura da sopportare” disse Darcy. 
“Credo di esserne capace” disse Celeste. 
“Questo lo vedremo” disse Darcy. “Ora ti conviene andare a prepararti psicologicamente”. 
“Accetto il consiglio” disse Celeste per poi allontanarsi. 
***
Il giorno seguente… 
Celeste si svegliò. Erano le sei, alle sette sarebbe iniziato il suo primo giorno da assistente. 
Si alzò dal letto e si andò a preparare. Non nascondeva di essere nervosa, nervosissima per quella giornata. E se qualche funzionario le avesse chiesto qualcosa? E se sua zia le avesse chiesto un'opinione su qualcosa? Lei sapeva che non avrebbe saputo mai rispondere in modo corretto, e la cosa la faceva agitare. Ma allo stesso tempo sapeva che quell'esperienza le sarebbe stata molto utile per il suo futuro incarico di regina. 
Celeste uscì dalla sua camera. Erano le sette meno dieci. Ci teneva ad essere perlomeno puntuale. 
Arrivò davanti la sala riunioni, dove Stormy le aveva detto di andare. Dopo qualche secondo di esitazione bussò alla porta. Qualche secondo dopo Stormy fece capolino dalla porta. 
“Sei anticipo” disse Stormy spostandosi per permettere alla nipote di entrare. 
“Per l'ansia non ho dormito molto, quindi stamattina mi sono svegliata abbastanza presto” disse Celeste. 
“Beh, spero che non ti addormenterai in riunione” disse Stormy chiudendo la porta. “Anche se infondo non potrei proprio biasimarti, sono anni che ci partecipo quasi ogni giorno ma ancora non riesco a trovare un metodo efficace per rimanere sempre completamente sveglia”. 
Celeste rise un po' in modo soffocato. 
“La zia Darcy non verrà?” chiese Celeste. 
“Certo che verrà” disse Stormy imbronciandosi un po'. 
“Non sembri molto entusiasta” disse Celeste. 
“Lo sai che tra me e la zia ultimamente non ci sono buoni rapporti” disse Stormy. “E comunque, se ti stai chiedendo come mai non sia ancora qui, sappi che la riunione inizierà tra un'ora”. 
“Ma allora perché mi hai fatto venire qui così presto?” chiese Celeste. 
“Per darti qualche istruzione su cosa fare” disse Stormy facendo apparire un foglio tra le mani della nipote. “Quella è la lista degli impegni di oggi, leggila un po' di volte, devi memorizzarla”. 
“Ne abbiamo di cose da fare oggi” commentò Celeste. 
“Se poi aggiungi gli allenamenti” disse Stormy. 
“Prevedo sei anni molto stancanti” disse Celeste. 
“Inizialmente sarà un po' difficile, ma ti abituerai. Ora però ascoltami bene; se un funzionario, un ministro o chiunque altro dovesse provare a chiederti un'opinione, tu non aver paura di rispondere, tua madre diceva sempre che è meglio sbagliare con decisione che non provarci proprio. Poi, non mostrarti mai insicura, anche se lo sei tu devi mostrarti sicura, altrimenti tutti inizieranno sin da subito a dubitare di te e delle tue capacità, e poi in futuro sarà difficile far cambiare loro idea. Inoltre, questo ti servirà anche nel tuo futuro di sovrana, mostrandoti sicura darai un senso di sicurezza anche agli altri”. 
“Ok” disse Celeste annuendo guardando per terra. “Credo di essere pronta”. 
“Ah e un'ultima cosa” disse Stormy. “Nel tè deve esserci un goccio appena di latte, deve essere tiepido e ci voglio due cucchiaini di zucchero, ti servirà credimi”. 
“Lo terrò presente” disse Celeste annuendo. 
“La lista Celeste” disse Stormy indicando il foglio ancora tra le mani di Celeste. 
“Oh, certo” disse Celeste iniziando a leggere la lista. 
***
Abigail andava avanti e indietro per la sua stanza. 
“Ma quando arriva?” pensò la ragazza. 
Ad un certo punto qualcuno bussò alla porta. 
“Finalmente” pensò Abigail prima di andare ad aprire. 
“Buongiorno signorina” disse un ragazzo sui vent'anni. 
“Ciao Marlin, sei arrivato finalmente. Ti ho chiamato circa mezz’ora fa” disse Abigail. 
“Mi scusi, ma sono stato trattenuto” disse Marlin con tono umile. 
“Non importa” disse Abigail per poi allontanarsi. Tornò subito dopo con un sacchetto di plastica trasparente contenente due spazzolini, uno viola scuro e l'altro verde. 
“Tieni” disse Abigail porgendo il sacchetto al ragazzo, che era probabilmente un servo. “Sai cosa devi fare”. 
“Farò analizzare i DNA e le porterò i risultati appena saranno pronti” disse il servo. 
“Perfetto. Ora puoi andare” disse Abigail. Marlin si inchinò e si allontanò. 
Abigail andò a sedersi sul letto e iniziò a fissare il pavimento in modo nervoso. In un impeto di rabbia, Stormy aveva gettato tutte le cose di Derek. Abigail era riuscita però a recuperare lo spazzolino di quest'ultimo, ora lo aveva affidato, insieme al suo, ad un servo che avrebbe fatto analizzare i DNA contenuti all'interno per verificare se il suo e quello di Derek fossero compatibili e se lui fosse davvero suo padre. 
Non ce la faceva più, ormai sua madre e sua zia si odiavano e lei e sua madre erano sempre più in disaccordo, ma con quel test avrebbe potuto finalmente sapere la verità. 
***
Celeste era seduta accanto a sua zia intorno ad un grande tavolo rotondo. In quel momento entrò Darcy. 
“In anticipo” disse Darcy guardando la sorella. “Oggi nevicherà, ne sono più che sicura”. 
“L'umorismo è sempre stato il tuo forte sorellina” disse Stormy con un finto sorriso. 
“Così come la puntualità il tuo” disse Darcy per poi sedersi accanto a Stormy. 
“Almeno l'hai istruita bene?” chiese Darcy. 
“So quello che faccio” disse Stormy. 
“Lo spero per lei” disse Darcy. 
In quel momento entrarono gli altri partecipanti della riunione. 
“Oggi saranno presenti anche due rappresentanti della regione di Lafyon, una delle regioni più importanti del pianeta per via dei diamanti e pietre preziose varie” sussurrò Stormy a Celeste. “Tu conosci la loro lingua?”. 
“Conosco solo qualche parola” disse Celeste. 
“Sta molto attenta quando parlano e prova a capire ciò che dicono” disse Stormy. 
“Ci proverò” disse Celeste. 
Quando tutti ebbero preso posto, la riunione iniziò. A prendere la parola fu un signore piuttosto anziano dalla corporatura esile, i capelli e i baffi bianchi e ben curati. 
“Siamo qui riuniti per discutere nuovamente sul modo in cui risolvere la crisi finanziaria che da qualche tempo affligge l'intero pianeta” incominciò l'uomo. Poi disse qualcosa ai due rappresentanti di Lafyon, Celeste non riusciva minimamente a capire ciò che stesse dicendo, ma pensò che probabilmente stava traducendo loro ciò che aveva appena detto. A quel punto uno di loro si alzò in piedi. I due erano facilmente distinguibili dal resto delle persone presenti nella sala, essi infatti avevano i capelli molto chiari ed erano quasi trasparenti, caratteristica tipica degli abitanti della loro regione. 
L'uomo iniziò a parlare, nella sua lingua naturalmente. Darcy e Stormy sembravano capirlo, mentre Celeste era completamente disorientata. Anche gli altri iniziarono a parlare in quella lingua e Celeste aveva ormai rinunciato a capirci qualcosa. Ad un certo punto, un funzionario si rivolse a lei, sempre parlando in quella in lingua. Celeste lo guardò un secondo, non aveva la minima idea di cose le avesse detto e tantomeno di cosa avrebbe dovuto rispondergli. 
“Devi dire di si” le disse Stormy, mentalmente. 
“Si” disse Celeste cercando di mostrarsi sicura come le aveva detto la zia e cercando di non far intravedere il suo disorientamento. Sembrò funzionare, l'uomo annuì e ricominciò a discutere con gli altri partecipanti della riunione. 
***
La riunione era finita. Celeste era appoggiata alla parete del corridoio che si trovava fuori la sala riunioni. Stava aspettando che la zia finisse di parlare con uno dei funzionari, quando l'uomo di Lafyon che aveva parlato prima le si avvicinò e le disse qualcosa. 
Celeste lo guardò sconcertata, non sapeva minimamente cosa dire. 
“Forse se parlo così mi faccio capire meglio” disse poi l'uomo. 
Celeste lo guardò sbalordita. 
“Lei conosce la nostra lingua?” chiese Celeste sempre più sbalordita. 
“Certo che la conosco, sarebbe difficile parlare con gli abitanti delle regioni che visito. 
“Ma-ma allora perché durante la riunione ha parlato nella sua lingua?” chiese Celeste. 
“Perché sua zia me lo aveva precedentemente chiesto, voleva dimostrarle che conoscere più lingue, specialmente se si ricopre la carica di regina è molto importante” disse ancora l'uomo. “Comunque prima le avevo detto che sua zia ha concluso la sua discussione e la sta aspettando”. 
“Oh, grazie” disse Celeste allontanandosi per raggiungere Stormy. 
“Dirmi semplicemente che conoscere più lingue è importante non era abbastanza ad effetto?” le chiese non appena l'ebbe raggiunta. 
“Esattamente” rispose Stormy annuendo lievemente. 
“Zia” iniziò Celeste. “Ho notato che sei stata pensierosa per tutta la durata della riunione, c'è qualcosa che ti turba?”. 
“Pensavo a come trovare Derek, Menlok avrà sicuramente scelto un ottimo nascondiglio e non sarà facile trovarlo” disse Stormy. 
“Ora se non sbaglio dobbiamo andare in sala strategie” disse Celeste. 
“Vedo che perlomeno hai un buona memoria” disse Stormy. 
***
Celeste e Stormy entrarono nella sala strategie. Era una sala dalle pareti nere, come la maggior parte delle stanze del castello. Al centro della tavola c'era un grande tavolo rettangolare in marmo nero. Su di essa c'era una specie di plastico del castello e di tutta la foresta intorno. Su di esso c'erano delle piccole statuette rosse. Stormy si posizionò dietro di esso. 
“Le statuette rosse rappresentano i nascondigli che utilizzava Menlok quando combattevamo contro di lui insieme a tua madre” disse Stormy. 
“Credi che possa nascondersi in uno di essi?” chiese Celeste. 
“Non credo, non è così stupido. In ogni caso ho mandato una squadra a controllare” disse Stormy. 
“E non puoi provare a percepire la sua energia?” chiese Celeste. 
“Menlok avrà sicuramente creato delle barriere magiche di protezione” disse Stormy. 
“Ma considerando che quando è scappato era molto debole forse si è rifugiato in qualche suo vecchio nascondiglio per andare sul sicuro e magari è uno abbastanza vicino al castello” disse Celeste. 
“È plausibile, ma secondo te, una volta ripresosi, è rimasto lì?” chiese Stormy in modo retorico. 
Celeste abbassò lo sguardo. 
“Cosa c'è?” chiese Stormy accorgendosi dell'espressione della nipote. 
“Mi sento un po' inutile” disse Celeste. 
“Non sei inutile, anzi ho un compito importante per te” disse Stormy. 
“Cioè?” chiese Celeste. 
“Vai a farmi una bella tazza di tè” disse Stormy. 
“Vado” disse Celeste dopo aver scosso la testa. 
“Ricorda le istruzioni che ti ho dato questa mattina” disse Stormy. 
“Certo” disse Celeste uscendo. 
Celeste tornò pochi minuti dopo con una tazza fumante di tè. 
“Tieni zia” disse porgendo la tazza a Stormy. La donna era seduta dietro al tavolo e sembrava immersa nei suoi ragionamenti. Stormy prese la tazza e ne bevve un sorso. 
“C'è troppo latte” disse Stormy porgendo la tazza a Celeste. 
“Vado a farne un altro” disse Celeste prendendo la tazza e uscendo. 
Dopo qualche minuto Celeste tornò e porse la tazza di tè alla zia. 
“Adesso è troppo poco” disse Stormy riporgendole la tazza. 
Celeste annuì e, dopo aver ripreso la tazza, tornò in cucina. Pochi minuti dopo Celeste tornò nuovamente. 
“Ecco” disse Celeste. 
“Mh…” disse Stormy dopo aver assaggiato il tè. “C'è la giusta quantità di latte”. 
Celeste sospirò sollevata. 
“Ma c'è troppo zucchero” disse Stormy ridandole la tazza. 
Celeste si trattenne dal dirle qualcosa e tornò indietro. 
***
“Celeste” disse Abigail notando la cugina passare. “Cosa stai facendo? Sarà la terza volta che ti vedo passare di qui”. 
“Sto andando a fare un tè alla zia, e comunque è la quarta volta che passo, non la terza” disse Celeste. 
“Ha delle esigenze molto precise” commentò Abigail sorridendo. 
“Me ne sto accorgendo” disse Celeste. 
“Ha esigenze specifiche anche per quanto riguarda il tempo” disse Abigail. 
“Hai ragione, meglio che vada” disse Celeste dirigendosi verso la cucina. 
***
“Eccomi zia” disse Celeste entrando. Si avvicinò a Stormy e appoggiò la tazza di tè su un punto piano. Nell'altra mano aveva una piccola bianca. 
“Non hai messo il latte” disse Stormy guardando la tazza di tè. 
“Si infatti” disse Celeste. “Dimmi tu quando mi devo fermare”. 
Iniziò a versare il latte, Stormy la fermò quasi subito. Dopodiché aggiunse due cucchiai di zucchero. 
“Va bene così?” chiese Celeste. 
“Si, è perfetto” disse Stormy. Celeste sospirò sedendosi accanto a Stormy. 
“Hai qualche idea su dove cercarlo?” chiese Celeste. 
“Ci sono tantissimi posti dove potrebbe nascondersi, potrebbero volerci settimane e forse anche mesi, e io non posso permettermi di perdere tutto questo tempo” disse Stormy. 
“Temi per la sicurezza dello zio?” chiese Celeste. 
“Più tempo passa e più tempo diamo a Menlok di fargli qualcosa, e poi Derek ci teneva molto ad essere presente durante la gravidanza e non vorrei fargli perdere dei mesi interi” rispose Stormy. 
“Posso finalmente bere il mio tè” disse Stormy sorseggiando la bevanda. “Anche se avrei preferito un caffè”. 
Celeste si mise una mano sulla fronte. 
“Tranquilla” disse Stormy ridendo. “Non posso bere caffè”. 
“Potresti sempre berlo decaffeinato” considerò Celeste. 
“Non avrebbe senso berlo” disse Stormy. “Bene, la pausa è finita”. 
“Ti concedi sempre pause così lunghe?” chiese Celeste ironicamente. 
“Si ogni giorno. Ora però devi aiutarmi, entro oggi pomeriggio devo consegnare i famosi moduli che tua zia mi ha dato ieri e devo finire di compilarli, o meglio noi lo faremo” disse Stormy. 
“Immagino di dover andare a prenderli” disse Celeste. 
“Impari in fretta” disse Stormy indicando la porta. “Sono in archivio, sbrigati”. 
***
Celeste rientrò nella sala con dei dossier contenenti vari documenti. 
“Ho cambiato idea, è meglio se lo facciamo dopo pranzo” disse Stormy alzandosi e uscendo dalla sala. Celeste dovette tornare in archivio per rimettere i dossier al loro posto. Una volta uscita si diresse verso lo studio, dove sapeva che l'avrebbe trovata. 
“Eccomi zia” disse Celeste entrando. All'interno della sala era presente anche Darcy, ma lei e la sorella erano sedute molto distanti l'una dall'altra. Era strano vedere che, nonostante fossero adulte ormai, avevano a volte dei comportamenti infantili, anche se in questo tra le due avrebbe sempre primeggiato Stormy. 
“Celeste, andresti a prendermi dei fogli intestati? Dobbiamo rispondere alle lettere che ci hanno mandato” disse Stormy. 
“Vado” disse Celeste. 
Tornò dopo qualche minuto e posò i fogli sulla scrivania. 
“Siediti qui” disse Stormy indicandole la sedia che aveva accanto. 
Celeste andò a sedersi. 
“Allora, dobbiamo rispondere alle lettere che ci sono state inviate. Io ne scrivo una, tu copierai ciò che ho scritto sugli altri fogli” disse Stormy. 
“Scrivi una sola lettera identica come risposta per tutte le lettere?” chiese Celeste. 
“Si, infondo le lettere che riceviamo contengono tutte delle richieste e noi diamo una risposta generica, anche perché sarebbe inverosimile pensare di rispondere singolarmente a tutte le lettere che ci vengono mandate” disse Stormy. 
“E tu nel frattempo cosa farai?” chiese Celeste. 
“Ozierà” disse Darcy. 
“Lo vedi! È lei che mi provoca!” disse Stormy a Celeste. 
“Non esprimo pareri” disse Celeste alzando le mani. 
“Inizia ora, altrimenti non riusciremo a fare tutto” disse Stormy. 
“Questo si chiama sfruttamento minorile, Stormy” disse Darcy. 
“La faccio fuori!” disse Stormy allungandosi verso Darcy, Celeste riuscì a fermarla. 
“Insomma, siete due persone adulte, comportatevi da tali” disse Celeste. 
“Hai ragione” disse Stormy. “Su, sbrighiamoci, dopo ci sarà il tuo allenamento e poi quello di Abigail” disse Stormy. 
“Già, me ne ero dimenticata” disse Celeste. 
“Almeno durante l'allenamento di Abigail avrai un'ora di pausa” disse Stormy. 
“Tu non fai una pausa?” chiese Celeste continuando a scrivere. 
“L'ora di pranzo è la mia pausa” disse Stormy. 
“Non credo che ti faccia bene” disse Celeste. 
“Faccio questo da prima che tu nascessi” disse Stormy. 
“Si ma ora è diverso” disse Celeste. 
“Seguirò il tuo consiglio” disse Stormy. “È strano, in teoria dovrei essere io a darti consigli”. 
“Sarà una cosa reciproca” disse Celeste. 
Darcy si alzò ed uscì dalla stanza. 
“Gatta morta” disse Stormy una volta che fu uscita imbronciandosi. 
Celeste non riuscì a trattenere qualche risata. 
Passarono alcuni minuti, passati in rigoroso silenzio. 
“Di' qualcosa” disse ad un certo punto Stormy. 
“Non ti rilassa questo silenzio?” chiese Celeste. 
“Si, ma mi annoio” disse Stormy. 
“Va bene” disse Celeste. “In effetti c'è una cosa che volevo chiederti”. 
“Cosa?” chiese Celeste. 
“Che rapporto hai con Abigail adesso? Insomma ora che…hai capito” chiese Celeste. 
“Beh” iniziò Stormy. “Non credo sia cambiato qualcosa, insomma non è certo colpa sua, anzi probabilmente è lei stessa una vittima”.  
“Non credo di avere altre domande o cose da dire” disse Celeste. 
***
Finalmente la giornata finì. Celeste era davvero esausta, si chiedeva come diamine facessero le sue zie a farlo ogni giorno da più di quattordici anni. 
Era in posizione sdraiata sul letto e fissava il soffitto. 
Stormy entrò nella stanza. 
“Come è andata?” chiese Stormy. 
“Bene” disse Celeste. “Ma sono distrutta”. 
“È normale” disse Stormy. “Sono sicura che sarai sempre più brava”. 
“Grazie” disse Celeste. 
“Ti conviene andare a dormire se domani vuoi rimanere in vita” disse Stormy. 
“È il miglior consiglio di oggi” disse Celeste. 




Ciao a tuttiiiiiiiiii! Come ve la passate? Io sono sopravvissuta al primo mese di scuola (Halloween arriva ti prego), di conseguenza non me la passo troppo bene. Circa un mese fa, quando ho postato lo scorso capitolo, avevo detto ad alta voce (quando ero a casa da sola ovviamente) “Il prossimo capitolo lo posto tra due settimane”. I miei professori e il modem sono scoppiati a ridere. Il capitolo l'avevo finito ieri, solo che era tardi ed ero stanca. Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto e scusate eventuali errori, nonostante io cerchi di controllare bene, me ne sfugge sempre qualcuno. Comunque, come promesso, ecco a voi Celeste! 
(Il motivo di quella specie di protuberanza su cui Celeste appoggia il piede? Semplicemente non riuscivo a farle le gambe uguali e in quella posizione era più semplice). 
Spero vi piaccia e a presto! 
Icydarcystormy

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