Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Araik_chan 0612    13/10/2016    1 recensioni
Certe volte un temporale può essere bellissimo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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 C'é mancato poco...

 

"Caporale? Posso entrare?", chiese educatamente Mikasa, bussando alla porta del suo superiore.
"Prego" rispose lui, con la sua solita tazza di thè tra le mani, dei documenti e la sua immancabile espressione indifferente.
"Mi scusi per il disturbo, ma non trovo più Eren, sono preoccupata.. con questo temporale" disse, indicando il cielo scuro che si intravedeva dalla finestra. 
"Ho chiesto ai miei compagni, e mi hanno detto che lo hanno visto con lei, poche ore fa." continuò la corvina, guardandolo male.
"Che hai da guardarmi male, Ackerman? E' nella stalla a finire le pulizie, e no: non puoi andare da lui" rispose, con tono autoritario, non staccando lo sguardo dai documenti che aveva tra le mani.
Lei sgranò gli occhi, urlando: 
"Ma Caporale! C'è un temporale, non può ritornare finchè non si sarà calmato!".
"Non m'importa. Ora vai." disse lui, con sguardo di odio.

Quando la ragazza varcò la soglia della porta, chiedendosi quest'ultima alle spalle, il Caporale si avvicinò al mobile riposto vicino al grande letto matrimoniale, estraendo due mantelli di lana verde da uno dei cassetti.
"Tsk, cosa mi tocca fare per quel moccioso" disse, fra se e se, indossando uno degli indumenti.
Attraversò tutto l'edificio, con quella lana calda tra le mani; 

Pensò che era morbida... forse anche le labbra di Eren lo erano come quel tessuto verde.
Verde.
Come i suoi splendidi occhi color smeraldo.

Il Caporale era stregato dalle sfumature che poteva assumere quel verde vivido, dal primo momento in cui lo aveva visto, notò in esso la determinazione, la forza che non aveva mai visto in tutta la sua vita, ma ci vide anche tristezza e sofferenza.
Incurvò i lati delle labbra in un malinconico sorriso: quegli occhi erano sprecati se pieni di lacrime e angoscia.

Ripensò a tutti quei momenti in cui si era ritrovato a fissare quel giovane, con uno strana sensazione nel petto, che in quel momento si presentò.
"Che diavolo mi hai fatto, moccioso?", disse, posando una mano sul petto, sentendo sotto di esso quel familiare rumore: 'tum tum tum'.

Arrivato all'uscita dell'edificio indossò il morbido cappuccio di cui era fornito l'indumento, incamminandosi verso le stalle.
Vide in lontananza Eren seduto sul suolo, a gambe incrociate, osservando il cielo, e stringendosi nell'uniforme per il freddo.
'Eccoti, Eren' pensò, quando gli occhi del giovane si posarono su di lui in un'espressione sorpresa.
"C-Caporale..." balbettò il ragazzo, quando Levi si fermò a circa un metro da lui, porgendogli il mantello di lana.
"La ringrazio infinitamente, Caporal Levi" disse allegramente, sorridendo e reclinando dolcemente la testa verso destra.
Sentendo le guance calde, il Caporale, cercò di distogliere lo sguardo, ma invano: il sorriso che gli aveva rivolto Eren era stupendo, pareva splendere di luce propria.
"Non farti strane idee, moccioso" sbottò, ricomponendosi.
"S-Si, mi scusi Caporale" disse, arrossendo lui, questa volta.
"Alzati" disse Levi, porgendogli una mano, dall'alto.
"Grazie" rispose Eren, afferrando dolcemente la mano del suo superiore, scoprendola morbida e calda.
Grazie a quel contatto una strana sensazione si invaghì della giovane recluta, che gli fece perdere l'equilibrio.
Levi, per non farlo cadere a terra, gli prese tutte due le mani, intrecciandole alle sue, attirandolo a se.

Verde.

Odore di muschio.

Un respiro caldo batteva dolcemente contro i suoi capelli corvini.

Questo sentiva Levi, in quel momento, schiacciato contro il petto di Eren, con lo sguardo alto, verso gli occhi di lui.
Quando si rese conto della situazione arrossì violentemente, sentendo il cuore esplodergli nel petto, quasi facendogli male, mentre il suo respiro era altamente irregolare; le sue mani ebbero un tremore, sentendole strette a quelle del ragazzo.
Il Caporale alzò lo sguardo, senza staccarsi dal suo sottoposto.
Sgranò gli occhi, quello che vide era paradisiaco: Eren lo fissava con gli occhi sgranati, le guance rosse e le labbra socchiuse, mentre sentiva il cuore del giovane battere contro il suo petto.

"I tuoi dannatissimi occhi..." sussurrò Levi, quasi impercettibilmente.
"Sì... sono questi tuoi dannati occhi che mi fanno perdere sempre la testa quando ti guardo, moccioso" continuò.
"C-Come?" balbettò Eren, avendo sentito benissimo le parole del suo superiore, ed arrossendo di più, se solo fosse possibile.
"Eh?" sussurrò Levi, risvegliandosi dall'ammirazione del ragazzo.
"Insomma ragazzino, ci vogliamo muovere? Ci staranno aspettando per la cena!" disse, staccandosi da lui, ed avviarsi verso l'edificio, lasciando il giovane lì.

'C'è mancato poco..' pensò Levi


Note autore:
Salve! Spero vi sia piaciuta questa piccola stroria su Eren e Levi.
Aspetto le vostre recensioni, sia positive, che negative ;)  
Un bacio!!
   
 
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