Boston, 23 aprile 2012
Piove. L'ennesima, stupida, giornata di pioggia. Io la odio! Mi mette di cattivo umore. E per giunta sono in ritardo, santo cielo! Il mio primo giorno al college e sono in ritardo per le lezioni. Che figura farò? Si sa che la prima impressione è quella che conta, giusto? Ecco l'immagine che darò di Lucy Miller: ritardataria, disorganizzata e impacciata. Insomma, una nullità. Così dovrò passare altri 4 anni a sentirmi chiamare 'Lucy la sciattona'.
Devo correre a prendere l'autobus, altrimenti rischio di non arrivare in tempo nemmeno per l'ultima lezione.
Entrai in aula e cominciai a sentirmi addosso tutti gli sguardi. Ogni persona presente in quella stanza teneva gli occhi puntati su di me.
Ecco. Ci risiamo.
«Buongiorno..» esitai sulla porta aspettando che qualcuno dicesse qualcosa per togliermi d'impiccio. L'imbarazzo stava cominciando ad impossessarsi di me, ancora qualche istante e sarei scappata a gambe levate per non tornare mai più.
«Buongiorno, signorina Miller. Si accomodi.»
Mi guardai intorno titubante. C'era un solo posto libero e la persona che occupava l'altro posto non mi faceva intendere nulla di buono. Ma dovevo togliermi dalla porta e permettere al professore di continuare la sua lezione e a me stessa di tornare invisibile.
«Ciao, io sono Bryan Evans» Quella voce! Ti prego, non parlarmi più.
Lo osservai per un breve istante. Due occhi azzurri e profondi mi stavano scrutando e per un attimo mi persi in quelle iridi dimenticando dove e chi fossi.
«E tu chi sei?» Riprese Bryan squadrandomi come se fossi matta.
«Ehm, io....» Balbettai e desiderai con tutta me stessa di essere sepolta sotto tre metri di terra per evitare per sempre quello sguardo.
«Riesci a dirmi come ti chiami, o sei troppo sconvolta dalla mia bellezza?» Sghignazzò lui prendendosi gioco di me, come tutti del resto.
«Lucy Miller» Dissi con veemenza e mi voltai dall'altra parte ignorandolo bellamente per tutto il resto della lezione.
«E per oggi è tutto. Spero abbiate preso appunti a sufficienza perché non tornerò di nuovo sull'argomento. A domani.»
La lezione è terminata, finalmente.
Cominciai a prendere le mie cose e sgattaiolai via dall'aula, dovevo allontanarmi da lui prima che mi rivolgesse ancora la parola.
«Lucy!» sentii gridare alle mie spalle ma decisi di non fermarmi.
Non avevo nessuna intenzione di farmi prendere ancora in giro da uno sbruffone simile, chi si credeva di essere?
Purtroppo però, si sa, la carne è debole e la curiosità ebbe il sopravvento su di me.
Mi voltai per sentire che cosa volesse ma nell'esatto momento in cui il mio sguardo si posò su Bryan vidi una decina di ragazze gettarsi su di lui. Tipico!
Dopo quella visione decisi definitivamente che dovevo stare lontana da quel tipo.
‘Siamo due mondi completamente diversi e una volta sfiorati l'un con l'altra il più debole finirebbe per sgretolarsi in mille pezzi.’ Pensai e comincia a correre.