Serie TV > La Spada Della Verità
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Autore: 50shadesofLOTS_Always    14/10/2016    0 recensioni
Dal testo:
'‘Ma da quando era tornato da quel misterioso viaggio nelle Terre Centrali, qualcosa era cambiato in lui. Gli occhi grigi erano spenti e il sorriso raramente colorava il suo volto. Tutti al villaggio si chiedevano cosa gli fosse accaduto, ma lui continuava a ripetere le solite frasi cortesi, dal cipiglio nervoso.’'
Richard è tornato, da circa un anno e mezzo, a vivere nella propria terra. Fra le alte sequoie e gli abeti del balsamo, lontano soprattutto dalla magia, ritrova un po’ di pace. Nonostante quella pace avverte in sé una sensazione strana, che non gli piace e che allo stesso tempo, lo rende indipendente. Il suo cuore è ormai legato alle Terre Centrali e non potrà nascondersi in eterno. Presto qualcuno tornerà dal passato…
(Ff da collocarsi dopo la Prima Stagione)
Genere: Drammatico, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Darken Rahl, Kahlan, Richard, Un po' tutti, Zedd
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Il buio che lo avvolgeva sembrava ancor più oscuro, ma meno di come ricordava. Poi improvvisamente, il bagliore accecante di alcune lingue verdi di calore lo costrinse a chiudere nuovamente gli occhi. Nonostante ciò aveva riconosciuto quel luogo. Un posto in cui il tempo si dilata fino a perdere di significato, dove la vita si spegne come la fiamma di una fragile candela e dove la morte diventa palpabile.
Si alzò a fatica e cominciò a camminare, ma si sentiva fluttuare poiché le sue membra erano ridotte ad un ammasso composto d’aria. Spostò lo sguardo fra le fenditure da cui sprizzavano le fiamme e sui crinali dove si accalcavano le anime. Alcune si muovevano a gruppetti come famiglie, altre erano coppie appena ricongiunte. Erano in attesa delle loro guide. Ben presto quelle anime sarebbero svanite nel bagliore degli spiriti buoni, che apparivano e li portavano via dopo averli avvolti un abbraccio di luce bianca.
Attraversò quel limbo permeato dagli echi di sussurri e raggiunse uno strapiombo, oltre il quale vi era un pozzo di anime urlanti e agonizzanti. Loro erano ormai proprietà dell’Innonimato.
« Darken Rahl » risuonò una voce bassa, che si propagò nel proprio essere. Sembrava scaturire dal gorgoglio del magma più profondo, ma altrettanto freddo come l’immobilità dell’eterno.
« Padrone, sono qui » riuscì a sussurrare con un brivido.
« Cosa è accaduto? ». Sollevò gli occhi nel buio, senza sapere realmente cosa guardare.
« Il Cercatore ha vinto, mio Signore » confessò, tremando al solo pensiero della punizione.
« Com’è possibile? » chiese ancora la voce, stranamente tranquilla.
« Ho usato la Spada della Verità per separare gli Scrigni dell’Orden, ma sono esplosi… »
« La Spada? » sibilò con una nota confusa.
« Sì, mio Signore » aggiunse, guardandosi intorno. Alla ricerca di quel suo sguardo terrificante.
« Hai fallito, Darken Rahl » gli ricordò il Guardiano dopo qualche istante di lugubre silenzio, interrotto solamente dai lamenti delle anime, che si perdevano al di sotto di quella rupe.
« Vi chiedo perdono, Padrone… - chinò la testa - Cercavo solo… »
« Zitto! Le tue petulanti scuse non risolveranno la cosa – tuonò furente - Tuttavia il tuo gesto mi ha fornito un vantaggio… ».

***

Johnny correva col burattino rotto fra le mani. Gli occhi color cioccolato erano diventati acquosi per le lacrime infantili, che rotolavano sulle sue guance paffute mentre saltava fra l’erba alta, evitando alcune rocce. Schizzò diretto verso la piccola casa di legno, al centro di una depressione verdeggiante, circondata da una folta foresta fulva.
« Zio! Zio! Zio Richadd! » strillava fra i singhiozzi di un pianto disperato.
« Johnny, fermati! » gli fece eco Anna1, che cercava di stargli al passo, tenendo i lembi della gonna a fiori per evitare di inciampare. Il sole del mattino riscaldava l’aria fredda che soffiava dai monti, segno che l’autunno stava ormai finendo.
Un giovane uomo uscì dalla casa, aprendo la porta cigolante e sorrise al bambino, che nel frattempo lo aveva raggiunto, col fiato corto per la folle corsa.
« Ehy, campione. – mormorò, fermandosi al di sotto della veranda - Che succede? »
« Si è rotto, si è rotto! » si lamentò il piccolo, mostrandogli il giocattolo che Richard gli aveva regalato l’anno prima per il suo quinto compleanno.
« Per tutti gli spiriti, Jonnhy! – urlò Anna, fermandosi a sua volta – Non farlo mai più! »
« Ma si è rotto! » protestò, sollevano i suoi occhioni sul suo eroe preferito: zio Richard.
« Scusami, Richard » mormorò la donna, portandosi una mano sul petto mentre cercava di tornare a respirare regolarmente.
Richard accennò un sorriso e fece un gesto frivolo con la mano per sminuire la questione.
« Non fa’ niente – la liquidò infine, poi la invitò in casa - Venite dentro e vediamo quello che posso fare ».
Anna lo seguì mentre Richard porgeva la sua grande mano al bambino. Si chiuse la porta alle spalle ed osservò l’amico condurre Johnny davanti al camino, in cui un fuocherello scoppiettava allegramente. Con delicatezza, lo prese sotto le ascelle e lo sollevò per farlo sedere su una sedia di legno. Il piccolo tirò su col naso mentre gli porgeva il burattino.
« Cosa è successo a Signor Spadino? » domandò, scrutando il buffo omino di legno con aria critica.
« Stava combattendo contro un grande orso di pietra » disse il bambino e Anna scosse leggermente il capo, con un sorriso a fior di labbra.
« Si è lanciato contro l’avversario e si è fatto la bua al braccio » concluse Richard, guardandolo serio.
« Sì » confermò il piccolo, annuendo vigorosamente.
« Va bene. Non so se posso fare qualcosa, ma ci provo » assentì, alzandosi in piedi.
« Visto zia? – disse Johnny, rivolto alla donna - Zio Richadd guarirà Signor Spadino ».
Anna lo rimproverò con un’occhiata e il bambino cominciò a canticchiare, osservando le fiamme del fuoco. Si avvicinò a Richard, che si era appartato in una piccola stanzina con un tavolo, disseminato di attrezzi per lavorare il legno.
Lui le rivolse uno sguardo gentile, quando la vide appoggiata allo stipite.
« Dovresti vendere qualche tuo lavoro » esordì, guardandosi intorno.
La luce che filtrava dalle finestre illuminava le statue lignee, sistemate qua e là. C’erano gufi, marmotte, scoiattoli e ghiandaie che la osservavano, come se fossero realmente in un bosco. In un angolo, c’era anche una volpe seduta, con la coda folta quasi fosse vera.
Poi in un altro angolo, scorse un mezzo busto di una donna, che sembrava prender vita dal ceppo stesso. Le fibre del legno coloravano le ciocche ondulate di una chioma che circondava il volto di una bellissima donna, che Anna aveva conosciuto quasi due anni prima. La ricordava molto bene per il suo portamento regale e gli occhi verdi, brillanti di acume.
Richard notò l’atteggiamento di Anna, ma fece finta di nulla e decise di liquidare la questione.
« Non valgono molto » borbottò lui mentre sceglieva una lima.
« Sono bellissimi invece… - lo rimbrottò bonaria, ma non ricevendo risposta, cambiò argomento - La Signora Inge mi ha chiesto di dirti che ha bisogno di qualcuno che spacchi la legna. Dice che vuole vederti ». Lo vide accennare un sorriso.
« I suoi, sono i migliori biscotti alle more di tutta Hartland »
« E’ vero » ammise, ridacchiando.
« Dov’è Josephine? » chiese improvvisamente, senza distogliere l’attenzione dal proprio lavoro di riparazione.
« A scuola. Ha detto che oggi sarebbe venuta qui per una passeggiata col suo zio preferito » aggiunse, tornandogli vicina.
« Dille che la aspetto » mormorò lui, aggrottando la fronte mentre sostituiva il braccio del soldatino.
Anna era abituata al silenzio dell’uomo, ma continuava a non capirne il motivo. Da ragazzo, seppur non così vivace, Richard era sempre stato un tipo cordiale e presente al villaggio. Ma da quando era tornato da quel misterioso viaggio nelle Terre Centrali, qualcosa era cambiato in lui. Gli occhi grigi erano spenti e il sorriso raramente colorava il suo volto. Tutti al villaggio si chiedevano cosa gli fosse accaduto, ma lui continuava a ripetere le solite frasi cortesi, dal cipiglio nervoso. Rassicurava tutti circa la scomparsa del confine, dicendo che il malvagio Rahl era morto ma non si spingeva mai oltre.
Pur non essendone sicura, Anna aveva intuito che qualcosa lo aveva sconvolto. Aveva ricostruito la casa del padre con l’aiuto di Chase, per poi rifugiarcisi nella più completa solitudine.
« Ecco fatto » disse dopo qualche minuto, riscuotendola dai propri pensieri.
« Grazie, Richard - rispose con un sorriso – Johnny, saluta e ringrazia lo zio ».
Il bambino con estrema riluttanza salutò Richard, che lo accolse in un abbraccio. Lo lasciò andare, porgendogli il giocattolo e lo osservò trotterellare fuori dall’abitazione.
Anna lo guardò a sua volta, poi tornò con gli occhi su Richard.
« Ti andrebbe di venire a cena questa sera? » propose, sapendo già che la risposta sarebbe stata negativa. Lui sospirò pesantemente.
« Mi piacerebbe, ma… » poi abbassò il capo.
« Richard, non puoi stare qui per sempre – lo interruppe, cercando al contempo un contatto visivo - Hai bisogno di compagnia ».
« Non ne ho bisogno, Anna » rispose brusco.
Anna lo fissò per un lungo momento, distolse lo sguardo e lo pose sul pavimento « Ci vediamo ».
« Aspetta… Mi dispiace. – mormorò contrito - So che sei preoccupata, ma… Preferisco stare da solo ».
I loro sguardi si incrociarono ancora una volta.
« Che cosa è successo nelle Terre Centrali, Richard? ».
Ci fu un momento di calma. Il silenzio si era trasformato in un polveroso manto di velluto prima di essere interrotto dalle parole criptiche di Richard.
« Meglio non sapere… ».
___________________________
1Anna: donna, amica di Richard citata nella puntata 12 della prima stagione, “A casa”.

Angolo Autrice: Salve miei carissimi Lettori! Ecco qua il prologo di questa nuova ff tutta per voi, proprio come vi avevo promesso.
Finalmente sono riuscita a completare in anticipo la trama (evento nazionale D:), avendo tempo e ispirazione da dedicarle.
Sarà una storia un po' diversa dalle precedenti a cominciare dal fatto che non sarà una serie, perchè voglio che sia la mia opera migliore. Inoltre, ci saranno capitoli più lunghi e sostanziosi e pertanto, capirete bene, che la pubblicazione sarà un po' più lenta soprattutto per colpa della scuola babbana... *sob*
In compenso, cercherò di applicarmi di più sulla scrittura e sul lessico, che stava cominciando a diventare un po' ripetitivo (almeno secondo me).
Finirò chiaramete anche l'altra ff, 'Non c'è magia più potente dell'amore - Parte 3', che presto aggiornerò ;)
Detto questo, spero di avervi incuriosito in questa primo capitolo e che sarete numerosi come sempre.
Vi ringrazio per la vostra partecipazione, anche nelle altre mie storie. Ve amo na' cifra <3
Al prossimo capitolo,
50shadesofLOTS_Always

   
 
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