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Autore: flowseung    14/10/2016    0 recensioni
[Seventeen]
{Mingyu x Wonwoo}
Wonwoo è un assassino in cerca di vendetta, Mingyu è la sua prossima vittima.
E' possibile ignorare i sentimenti altrui per ottenere la propria vendetta?
Dal prologo:
“Oggi è arrivato un altro cliente.” Wonwoo si mise a sedere dritto in attesa che l'amico continuasse. “Solito lavoro, ma l'obiettivo stavolta è un ragazzo, ha la nostra età.”
[...]
“Come si chiama il ragazzo?” chiese per tornare all'argomento iniziale.
“Kim Mingyu.”
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cold Blood



Il vento freddo di novembre fece venire i brividi al ragazzo. Tenne le mani dentro alle tasche della giacca nera per cercare un po' di calore, i guanti, anche loro neri, non aiutavano molto. Diede un'occhiata a entrambi i lati della strada, a quell'ora tarda non girava nessuno e per lui era un bene. Si abbassò il berretto di lana sulla fronte e si appoggiò con la schiena al muro umido del palazzo dietro di lui. Ripensò alla pizza che avevano mangiato a cena e gli venne fame un'altra volta, forse si sarebbe fermato da Mc Donald's sulla strada del ritorno. Controllò l'ora sull'orologio da polso e notò che l'uomo era in ritardo. Sarebbe dovuto arrivare alla una meno un quarto ma era l'una e di lui nessuna traccia. Odiava quando lo facevano aspettare. Sbuffò creando davanti sé una piccola nuvola di condensa. Iniziò a contare i secondi che passavano e un paio di minuti più tardi vide avvicinarsi i fari di una macchina. Incollò la schiena al muro e si alzò la mascherina sul viso, in modo tale da lasciare scoperti solo gli occhi. La macchina si fermò davanti ad una delle villette a schiera, tutte con le finestre chiuse e le luci spente. La portiera si aprì e scese un uomo con un cappotto lungo fino alle ginocchia, prese la ventiquattrore dal sedile posteriore e cercò qualcosa al suo interno, poco dopo tirò fuori delle chiavi. Il ragazzo scivolò fuori dal vicolo in cui era rimasto nascosto e toccò con la punta delle dita l'impugnatura delle pistola che era attaccata alla cintura. I suoi passi non produssero alcun rumore, ormai aveva imparato ad essere leggero come una piuma e silenzioso come la notte. L'unico rumore nella via era il tintinnio delle chiavi di casa dell'uomo. Estrasse la pistola e controllò il silenziatore. Si avvicinò sempre di più all'uomo che non si accorse di nulla, quest'ultimò infilò le chiavi nella toppa del cancelletto ma si bloccò prima di girarle. La pistola del ragazzo era attaccata alla sua testa, sentiva il metallo premere contro la pelle. Sparò il colpo prima che l'uomo potesse emettere un ulteriore respiro e lo guardò accasciarsi a terra, si formò una pozza di sangue che continuò ad allargarsi sul marciapiede gelato. Rimise la pistola al suo posto e si allontanò velocemente, entrò nel vicolo di prima e uscì dall'altra parte. La sua fidata moto lo stava aspettando lì. Si mise il casco in testa e accese il motore. Aveva proprio bisogno di un hamburger.

 

Spalancò la porta d'ingresso con un piede, in una mano il cellulare con le chiavi appese all'indice e nell'altra il sacchetto di Mc Donald's. Dal salotto si sentiva il volume della televisione troppo alto, entrò e buttò sul divano il borsone che teneva su una spalla. Il suo coinquilino lo salutò con un gesto della mano continuando a guardare un film d'azione. Si sedette accanto a lui e iniziò a mangiare le patatine ormai molli.

“Come è andata?” gli chiese Seungcheol.

“Come al solito” Wonwoo scrollò le spalle. “Devi controllare la pistola, il colpo è partito leggermente in ritardo” continuò. L'altro allungò una mano per rubargli una patatina ma Wonwoo gli storse il polso. Seungcheol fece un verso di disapprovazione.

“Oggi è arrivato un altro cliente.” Wonwoo si mise a sedere dritto in attesa che l'amico continuasse. “Solito lavoro, ma l'obiettivo stavolta è un ragazzo, ha la nostra età.” Era strano, solitamente ricevevano richieste per uomini d'affari, non erano mai ragazzi giovani.

“Metodo di uccisione?”

“A tua scelta.” Strano anche quello. C'era sempre una preferenza.

Non chiese altro e continuò a mangiare il panino, alternando qualche sorso di coca cola. Quando finì buttò tutto nel sacchetto e allungò i piedi sul tavolino davanti a loro.

“Notizie di Sunghoon?” chiese Wonwoo.

Seungcheol sospirò. “Ancora nulla, quell'uomo è introvabile. Ho chiesto anche ad altre fonti ma zero totale.”

Wonwoo strinse i pugni fino a sentire le unghie corte conficcarsi nella pelle. L'odio non era diminuito nemmeno dopo cinque anni. Ricordò ancora il momento in cui ricevette la notizia della morte di sua madre. Provò dolore, poi rabbia e alla fine un forte senso di vendetta. Voleva uccidere con le proprie mani il colpevole e sapeva già chi era stato. Choi Sunghoon. Il boss della droga più conosciuto nel mondo dei criminali. Aveva tutti ai suoi piedi, controllava tutti i traffici e aveva dei sicari fidati. La polizia lo conosceva ma nemmeno loro riuscivano a rintracciarlo. Sua madre era un'assassina, come lui, e Sunghoon lo conosceva. Lei si era sempre rifiutata di stare al suo gioco, nonostante tutte le avance e le proposte da parte dell'uomo. La goccia che fece traboccare il vaso fu l'omicidio di suo marito, il padre di Wonwoo. Sunghoon l'aveva chiamato “un piccolo avvertimento” in caso si fosse rifiutata di nuovo ma lei non aveva ceduto. Una sera ricevette un altro incarico ma non tornò più a casa. Il corpo fu ritrovato una settimana dopo in un edificio abbandonato in campagna, giravano voci che quel posto era un importante centro per il traffico di droga. Non c'erano dubbi sul colpevole. Wonwoo si era allenato ed era diventato un assassino per trovarlo ed ucciderlo. Si guadagnava da vivere così, versando il sangue della gente. La cosa brutta era che non provava il minimo senso di colpa, anzi, provava un leggero divertimento. Divertimento nel brivido.

“Come si chiama il ragazzo?” chiese per tornare all'argomento iniziale.

“Kim Mingyu.”

   
 
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