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Autore: lele06    14/10/2016    3 recensioni
Salve a tutti . Sono ritornato con una nuova storia. Visto che non sono molto bravo nel fare l'introduzione vi lascio direttamente al testo.
TRATTO DAL TESTO:
< Certo che tratti proprio bene la persona che ti ha salvato > affermò e sentendo ciò la ragazza si calmò. Non lo aveva ancora ringraziato per averla aiutata con quell’individuo. Prese un bel respiro per calmarsi ed una volta tranquillizzatasi
< Ti ringrazio per quello che hai fatto > disse voltandosi verso di lei
< Non c’è di che. Io sono Naruto > affermò
< Io sono Hinata > disse la ragazza allungando la mano per stringere quella del ragazza. Con suo stupore vide che questo stava abbassandosi la cerniera del pantalone. Sconvolta da ciò
< Cosa credi di fare? > chiese urlando distogliendo il viso, rosso per l’imbarazzo
< Riscuotere la ricompensa > rispose in modo felice, sconvolgendo la ragazza, che si girò verso di lui e con mano aperta gli diede un bel ceffone
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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                                                                                                                                                      CAPITOLO  1
 
Un raggio di sole, proveniente dalla finestra vicino al letto, si riflesse sul viso di una ragazza, la quale si girò nella direzione opposta del fascio di luce, ritornando a dormire. Appena richiuse gli occhi, la sveglia, che aveva impostato sul telefonino il giorno prima, suonò, costringendola ad aprire nuovamente gli occhi ed ad allungare il braccio per spegnerla. Di conseguenza decise di alzarsi per poi recarsi in bagno, dove aprì l’acqua per farla scorrere. Si tolse i vestiti per poi entrare nel box doccia, dove si pose sotto il soffione dal quale scendeva acqua calda, che bagnò i suoi capelli lilla e la sua soffice pelle. Prese sulla mensola la boccia di bagnoschiuma, il quale lo versò sulla sua mano per poi spalmarlo su tutto il corpo, facendo la stessa cosa per i capelli. Dopo essersi risciacquata per togliere la schiuma, chiuse il gettò d’acqua ed uscì dalla doccia. Si legò l’asciugamano, che aveva posto sulla sedia prima di entrare, per poi prenderne un altro per asciugare i capelli. Uscendo dal bagno si recò nella piccola cucina per fare colazione. Mise sul fuoco il pentolino con il latto, prese dalla dispensa una ciotola dove aggiunse i cereali. Quando il latte fu scaldato, prese il pentolino e versò nella ciotola il liquido. Si sedette a tavola ed appena assaggiò il primo cucchiaio, alzò gli occhi verso l’orologio e vedendo l’ora rimase schiccata, in quanto era molto tardi. Se non finiva in fretta avrebbe fatto tardi al colloquio di lavoro. Consumò velocemente la colazione per poi dirigersi altrettanto velocemente in camera per vestirsi. Impiegò circa dieci minuti per prepararsi e dopo aver preso tutto il necessario uscì di casa per recarsi al colloquio di lavoro. Durante il tragittò pensò che era già il settimo che sostenesse da quando aveva finito l’università. Sperava che questo che stesse per affrontare sarebbe andato per il verso giusto. Quelli precedenti erano andati male, in quanto quando leggevano il suo cognome chiedevano sempre la stessa cosa “Come mai una persona come lei, il cui padre è il presidente di una delle più grandi aziende del paese vuole lavorare per noi?”  Lei usava sempre la stessa risposta “Perché voglio intraprendere una strada diversa da quella di mio padre”, facendo rimanere senza parole la persona di fronte a lei, incapace di capire la sua motivazione. Veniva sempre scartata, in quanto le aziende presso le quali aveva fatto richiesta non volevano inimicarsi una delle aziende più importanti del paese, anche se il campo in cui lavoravano erano diversi. Infatti lei aveva inviato domande ad aziende che lavoravano nel campo della musica. Suo padre aveva insistito molto per farla lavorare nell’azienda di famiglia, ma lei aveva rifiutato categoricamente, in quanto lui voleva questo solo per poi usarla per imparare tutto quello che sapeva a suo sorella minore, poiché quest’ultima era stata designata dal suo stesso padre come suo successore, in quanto aveva un carattere più forte rispetto al suo. Nonostante questo aveva un ottimo rapporto con la sorella. Quando il padre le propose di lavorare con lui, rimase sorpreso dal fatto che la figlia rifiutò la sua offerta poiché lei amava la musica e per questo voleva lavorare in quell’ambiente.  Venne riportata alla realtà dal suono del suo telefonino che stava squillando nella sua borsa. Aprì quest’ultima e quando vide chi la stesse chiamando, sul suo viso sorse un piccolo sorriso, per poi rispondere
< Sorellonaaaaa > urlò la voce nel telefono
< Hanabi, ti prego non urlare > affermò la ragazza, una volta avvicinato il telefonino, visto che quando aveva accettato la chiamata la sua amato sorellina aveva deciso di farla diventare sorda, all’orecchio
< Stai andando al colloqui? > domandò informandosi
< Mi sto recando proprio in questo momento in azienda > rispose
< Sono convinta che questa è la volta buona che vieni assunta > affermò la sorella minore tutta euforica
< Lo spero anche io > disse la ragazza sospirando leggermente, il quale non passò inosservato alla persona dall’altra parte del telefono
< Hai fatto come ti ho detto io? > chiese curiosa se avesse seguito il suo consiglio
< Si, si ho fatto come mi hai consigliato > rispose, anche se non credeva che il risultato potesse cambiare solo modificando il cognome
< Mi raccomando metticela tutta. In bocca al lupo > affermò la sorella
< Crepi > disse la ragazza chiudendo la chiamata, per poi vedere l’orario ed iniziare a correre, altrimenti rischiava seriamente di arrivare in ritardo.
Mentre stava correndo, a causa della fretta, urtò accidentalmente una persona ed a causa di questo cadde. Venne aiutata a rialzarsi dalla persona che aveva casualmente urtato
< Scusami tanto > affermò una volta alzatasi
< Non ti preoccupare > disse l’uomo, che la teneva ancora per il braccio
< Ora vado, mi dispiace ancora > dichiarò la ragazza mortificata, per poi riiniziare a camminare, ma il suo tentativo fu vano in quanto l’uomo non le aveva ancora liberato il braccio. Dopo aver fatto il movimento per riprendere il cammino, l’individuo con uno strattone l’aveva portata vicino a se ed una volta avvicinatosi all’orecchio della ragazza
< Credi che ti lasci andare così > affermò con tono aggressivo, facendo tremare la ragazza, la quale non riusciva a liberarsi dalla sua presa.
L’uomo iniziò a incamminarsi in una direzione opposta a quella che lei stava seguendo prima di scontrarsi con lui. Tentava invano di liberarsi ma con scarsi tentativi, anzi più cercava di svincolarsi dalla sua presa, più questa diventava più forte. Quando pensò che ormai non poteva fare più niente, sentì il rumore di una brusca frenata. Si girò per vedere che cosa fosse successo, rimanendo sorpresa di vedere una Ferrai 458 Italia rossa fiammante di fianco a lei. Il finestrino dell’auto si abbassò e da dietro di essi spuntò un ragazzo con capelli biondi e occhi azzurri che si avvicinò al finestrino
< Finalmente ti ho trovata > pronunciò, facendo rimanere sconvolti sia l’uomo che la ragazza, la quale ripresasi dalla sorpresa inflisse un calcio nei gioielli di famiglia dell’uomo, il quale lasciò andare la presa sul braccio della ragazza e si inginocchiò a terra dolorante. La ragazza corse subito verso la macchina ed una volta entrata ed aver chiusa la porta, l’auto partì sgommando a tutta velocità.
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Appena l’auto partì, il ragazzo di fianco a lei, la guardò
< Ti conviene metterti la cintura > affermò e sorridendo accelerò superando un camion mentre nell’altra corsia stava giungendo un’altra auto. Dalla paura la ragazza chiuse gli occhi e una volta sentito il clacson dell’altra auto li riaprì e voltandosi verso il ragazzo
< Ma sei pazzo? Volevi morire? > domandò con un tono furente, ottenendo come risultato una grande risata da parte del ragazzo, che invece di rallentare accelerò ancora di più costringendo la ragazza a chiudere gli occhi a causa della paura. Quando l’auto si fermò, lì aprì di nuovo notando che si erano fermati a causa del semaforo rosso.
< Ti sei divertita? > chiese il ragazzo voltandosi verso di lei
< Mi stai prendendo in giro > rispose la ragazza con tono alterato < Credevo di morire > continuò, provocando un’altra risata da parte del ragazzo, che una volta asciugatesi le lacrime agli occhi
< Certo che tratti proprio bene la persona che ti ha salvato > affermò e sentendo ciò la ragazza si calmò. Non lo aveva ancora ringraziato per averla aiutata con quell’individuo. Prese un bel respiro per calmarsi ed una volta tranquillizzatasi
< Ti ringrazio per quello che hai fatto > disse voltandosi verso di lui
< Non c’è di che. Io sono Naruto > affermò
< Io sono Hinata > disse la ragazza allungando la mano per stringere quella del ragazza. Con suo stupore vide che questo stava abbassandosi la cerniera del pantalone. Sconvolta da ciò
< Cosa credi di fare? > chiese urlando distogliendo il viso, rosso per l’imbarazzo
< Riscuotere la ricompensa > rispose in modo felice, sconvolgendo la ragazza, che si girò verso di lui e con mano aperta gli diede un bel ceffone
< Pervertito > affermò scendendo dall’auto sbattendo la portiera, facendo scorgere sul viso del ragazzo un piccolo sorriso. Pensò che doveva essere davvero una ragazza interessante, era stata l’unica che lo aveva rifiutato.
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Dopo essere scesa dall’auto, non riuscì ancora a credere a quello che l’era capitato. Non poteva immaginare che il ragazzo volesse che lei gli facesse quella cosa. Al solo pensiero divenne rossa come un pomodoro. Era vero che era un bel ragazzo, da quello che aveva potuto vedere, ma questo non era abbastanza per fare una cosa come quella. Dopo ciò prese il telefonino per vedere l’orario, e quando vide che era tardi decise di correre di nuovo. Arrivò all’entrata dell’azienda con cinque minuti di ritardo, per poi recarsi subito all’ultimo piano. Quando le porte dell’ascensore si aprirono, si avviò verso l’ufficio dove si tenevano i colloqui. Una volta giunta lì, notò che si erano presentate molte ragazze e avvicinandosi verso una di queste
< Per caso i colloqui sono già iniziati? > domandò ad una ragazza
< Non ancora > rispose l’interpellata ed appena sentì quelle parole, Hinata tirò un sospiro di sollievo. Pensò che nonostante avesse fatto tardi, non aveva compresso niente.
Dopo cinque minuti, la porta dell’ufficio si aprì e da essa apparì una donna, con capelli rossi e occhiali
< Prego entrate > affermò scostandosi dalla porta. Hinata restò sorpresa da questo, era la prima volta che faceva un colloquio di gruppo. Una volta entrate rimase ancora più sorpresa, nel vedere seduto dietro la scrivania il ragazzo che l’aveva salvata poco prima. Quando i loro occhi si incrociarono, il ragazzo sorrise
< Non c’è più bisogno di fare questa sceneggiata. Tu sei assunta > disse indicando Hinata < Benvenuta all’Uzumaki company > aggiunse sorridendo.
 
Note autore:
Eccomi ritornato con questa terza storia.  Come vi sembra? Spero questo capitolo sia stato di vostro gradimento. Mi scuso per eventuali errori grammaticali. Alla prossima.
   
 
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